accenni sull`iperbarismo e l`ossigeno terapia iperbarica

ACCENNI SULL’IPERBARISMO E L’OSSIGENO TERAPIA IPERBARICA
Iperbarismo è il termine che definisce l’insieme dei procedimenti terapeutici che per essere
applicati utilizzano una camera iperbarica.
La camera iperbarica è un ambiente monoposto o pluriposto nel quale si ottiene e mantiene per il
tempo voluto una pressione atmosferica maggiore di quella al livello del mare.
La camera monoposto permette il trattamento di un paziente per volta ed è spesso usata per il
transito dello stesso in camera pluriposto.
Quest’ultima permette il trattamento di più pazienti alla volta; il personale medico e paramedico
può permanervi realizzando una assistenza continua e diretta degli ammalati; si può accedere ed
uscire attraverso una camera di compensazione senza variare la pressione nella camera
principale; appositi passaoggetti consentono nei due sensi il passaggio di medicinali, strumenti,
materiale di medicazione, ecc. L’ossigeno è somministrato con maschere individuali in modo che
ciascun ammalato inala ossigeno puro pur essendo la camera compressa ad aria. Da un tavolo di
comando vengono praticate tutte le operazioni per il funzionamento della camera e la sorveglianza
di ogni ammalato da parte del medico esterno con oblò, interfonici, circuiti televisivi,
elettrocardioscopi, ecc.
Gli impianti da noi utilizzati in funzione dal 1° giugno 1985, sono costruiti secondo norme Det
Norske Veritas ed assicurano un trattamento in condizioni ambientali confortevoli e di assoluta
sicurezza. Infatti le variazioni termiche in compressione e decompressione sono entro 3°C e
l’umidità relativa è stabilizzata attorno al 70% grazie ad un sistema di ricircolazione forzata di aria
che, al bisogno, viene riscaldata, raffreddata, deumidificata, e compressori di elevata potenza che
permettono frequenti scambi d’aria.
Il Centro è dotato di due camere iperbariche pluriposto da 2200 mm di diametro che permettono
contemporaneamente l’utilizzo per ossigenoterapia iperbarica e ricompressione terapeutica per 22
pazienti (18 pazienti a 2,8 ATA e 4 pazienti a 6 ATA).
La terapia viene eseguita facendo respirare ai pazienti, mediante maschera oronasale, ossigeno
alla pressione iperbarica della camera, che è compressa ad aria per valori e tempi determinati dai
protocolli terapeutici. All’interno è prevista la presenza di un Medico o di un Tecnico, assistito
all’esterno comunque da un Medico, che sorvegliano le condizioni dei pazienti ed il normale
funzionamento dei sistemi di respirazione, costituiti da circuiti a flusso intermittente con trigger
inspiratorio a bassa resistenza o a flusso continuo, e con scarico espiratorio all’esterno della
camera. Fa parte del centro un ambulatorio di medicina iperbarica e sub-acquea dotato di ogni
attrezzatura occorrente (elettrocardiografo, cicloergometro, pirometro, cabina audiometria, sedia
girevole, ecc.) per le visite di idoneità dei lavoratori sottomarini e degli sportivi subacquei e per la
visita preliminare cui vengono sottoposti tutti i pazienti che devono praticare Ossigeno Terapia
Iperbarica.
L’unità di misura di pressione utilizzata in medicina iperbarica è quella dell’atmosfera assoluta:
ATA. La pressione di 1 ATA è la pressione barometrica a livello del mare; la pressione di 2 ATA
equivale alla pressione di 10 metri sott’acqua, di 3 ATA a 20 metri e così via. Alla pressione
barometrica a livello del mare (1 ATA) l’ossigeno, che rappresenta circa il 21% dell’aria, ha
dunque una pressione di 0,21 ATA.
L’ossigeno è indispensabile al metabolismo cellulare quale attivatore della catena respiratoria e
dei processi ossido-riduttivi produttori di energia e pertanto, in condizioni normobariche, una
riduzione del flusso ematico, un aumento della distanza fra capillare e cellula (edema
infiammatorio o da stasi), lesioni fisico-chimiche o qualsiasi alterazione del trasporto o della
diffusione dell’ossigeno, provocano sofferenza o morte cellulare.
L’Ossigeno terapia iperbarica (OTI) utilizza la somministrazione di ossigeno al 100% in camere
iperbariche in cui la pressione atmosferica è maggiore ad 1 ATA. Per la nota legge di Henry,
infatti, nella camera iperbarica si ottiene un aumento della frazione di ossigeno disciolta nel
plasma e di conseguenza una sua diffusione più rapida ed in maggior quantità nei liquidi extra ed
intracellulari supplendo così ad una insufficienza circolatoria meccanica e metabolica.
La Pa 02 di un paziente che respiri aria ambiente a pressione atmosferica normale (1 ATA) è circa
100 mmHg e può raggiungere al massimo 670 mmHg in respirazione con ossigeno puro,
migliorando la saturazione dell’emoglobina ma variando di poco la quantità di ossigeno disciolta
nel plasma.
La respirazione di ossigeno al 100% in ambiente a pressione superiore a quella atmosferica
determinerà aumento dell’ossigeno disciolto, che è la frazione più rapidamente utilizzabile dalle
cellule, oltre naturalmente ad una completa saturazione della emoglobina.
La pressione terapeutica abitualmente scelta va da 2 a 3 ATA; al di sopra di questa pressione la
dissoluzione dell’ossigeno nei liquidi è talmente ridotta che è inutile e dannoso superare questi
valori.
Per le varie affezioni morbose che trovano applicazione all’OTI e che sono raggruppate nella
tabella che segue, vengono attuati schemi terapeutici differenti che prevedono:

numero delle sedute nelle 24 ore o nella settimana;

numero complessivo, periodo di intervallo fra i cicli per ciascuna seduta, durata della
respirazione di ossigeno puro e pressione di compressione della camera.
Il numero delle sedute può variare da 2-3 alla settimana, per alcune lesioni trofiche vascolari, fino
a 4 nelle 24 ore nel trattamento della gangrena gassosa.
Il protocollo terapeutico può prevedere complessivamente da poche sedute, nel caso di affezioni
acute, fino a 40-60 trattamenti da eseguire nel corso di 4-6 mesi, in alcune forme croniche
refrattarie (radiolesioni, osteomieliti). Le pressioni a cui il paziente respira ossigeno variano da 2
ATA in alcune forme neurologiche e talune lesioni trofiche fino a 2,8 ATA negli avvelenamenti e
nelle infezioni da clostridi.
APPLICAZIONI DELL’OSSIGENO-TERAPIA IPERBARICA (O.T.I.)
1) TRATTAMENTO TERAPEUTICO ELETTIVO ED INSOSTITUIBILE
(è colpa medica grave non ricorrere in questi casi all’O.T.I.)

Malattia da anaerobi:
gangrena gassosa, miocarditi anaerobiche, osteomieliti anaerobiche, ecc.

Intossicazioni:
avvelenamento da CO, avvelenamento da CO2, avvelenamento da gas di città, sindrome
da inalazione massiva di fumo, avvelenamento da sostanze metaemoglobolizzanti,
avvelenamento da cianuri

Malattia da decompressione, sindromi barotraumatiche, embolie gassose arteriose (EGA)

Anemie acute dove non è indicata o possibile l’emotrasfusione

Radiodermiti. Radionecrosi, osteoradionecrosi
2) TRATTAMENTO TERAPEUTICO DI SICURA E BEN SPERIMENTATA EFFICACIA

Insufficienze vascolari periferiche, ulcere vascolari, ulcere da decubito

Broncopatie croniche ostruttive, male asmatico, enfisema polmonare postbronchitico

Osteomieliti, osteoporosi, osteonecrosi asettica, osteolisi, protesi infette

Edema acuto cerebrale e midollare

Sindromi ipossico-asfittiche

Ustioni da agenti termici, chimici ed elettrici, congelamenti

Actinomicosi

Trattamenti pre e post-operatori di chirurgia plastica, riparativa e ricostruttiva, chirurgia
vascolare

Ileo paralitico

Ritardo di consolidamento delle fratture
3) TRATTAMENTO TERAPEUTICO DI PROVATA UTILITA’

Sclerosi multiple

Encefalopatie vascolari croniche

Rieducazione motoria delle sindrome pareto-spastiche

Rieducazione funzionale del motuleso e/o cerebroleso

Cardiopatie ischemiche, cuore polmonare, alcuni disturbi del ritmo cardiaco

Sindrome da schiacciamento

Emicrania e cefalea vascolare

Sindromi vestibolari ed acustiche

Lebbra

Conservazione degli organi da trapianto
4) TRATTAMENTO TERAPEUTICO IN FASE DI FAVOREVOLI TESTS CLINICI E/O
SPERIMENTALI

Intossicazione da:
CC14 (Tetracloruro di carbonio), amanita phalloidea, esteri fosforici, stupefacenti,
barbiturici, etilismo

Trombosi dell’arteria e della vena centrale della retina retinopatia ischemia e diabetica,
retinopatia pigmentosa, disepitelizzazioni corneali

Preparazione al parto e parti in iperbarismo tetania uterina

Sindromi ipossiche fetali e neonatali

Pancreatici acute al primo stadio

Sclerodermia

Shock reversibili

Ileo meccanico

Mal perforante plantare
5) INDIRIZZI DI RICERCA E SPERIMENTAZIONE CLINICA

Interferenze sui sistemi immunitari

Interferenze in microbiologia

Malattie del collagene, artrosi, eczema, ecc.

Malattie del metabolismo, obesità, calciuria idiomatica familiare, diabete, ecc.

Malattie degenerative del nevrasse:
artrofia cerebrale idiomatica, ecc.

Malattie ulcerose del tubo digerente

Epatopatie:
epatite virale, statosi, ecc.

Neoplasia in corso di trattamento chemioterapico
AZIONE DELL’OSSIGENO IPERBARICO

Fornisce O2 ai tessuti ischemici (deficit circolatorio o di trasporto)

ha azione antibatterica contro anaerobi ed alcuni aerobi

ha azione antiedema (cerebrale, midollare, tissutale)

ha azione antinfiammatoria, antireattiva

facilita la proliferazione vascolare capillare e la rivascolarizzazione di aree ischemiche

accelera la demarcazione fra tessuto certamente necrotico e quello ischemico recuperabile

favorisce produzione di collagene

attiva l’osteogenesi e la depostone di Ca

deprime la risposta immunitaria cellulomediata (animale)

modifica il bilancio prostaglandine

modifica il metabolismo neurotrasmettitori

aumenta la permeabilità della barriera ematoencefalica.
Soprattutto è importante che l’OTI non sia vista come ultimo rimedio "eroico" quando le condizioni
del soggetto sono ormai quasi o del tutto senza speranza: è evidente che in tali situazioni il
risultato sarà di regola deludente.
Dott. Innocenzo Galatioto