Piano di lavoro del docente

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Piano di lavoro del docente
ISTITUTO STATALE D’ISTRUZIONE SUPERIORE
“E.S. Piccolomini”
Liceo della formazione
“S. Caterina da Siena” (Siena)
PIANO DI LAVORO A. S. 2010/2011
DELL’ INSEGNANTE
VALENTINI Prof. LUCIANO
MATERIA: SCIENZE DELLA FORMAZIONE
CLASSE: 5 SEZ.: C
FINALITÀ E OBIETTIVI DIDATTICI DISCIPLINARI (con riferimento a quanto indicato
nella programmazione di Dipartimento e, solo per le classi Prime, tenendo conto delle Linee guida
nazionali dei Programmi dei Nuovi Licei):

stimolo alla riflessione pedagogica e alle pratiche educative, nonché all’indagine
storiografica di entrambe;

capacità di sapersi gestire in contesti operativi, valorizzando le differenze e
cogliendo il punto di vista dell’altro;

capacità di saper comunicare in modo efficace e appropriato ai diversi contesti;

saper interagire e collaborare con istituzioni, persone e gruppi anche di culture
diverse;

saper inquadrare problemi di organizzazione sociale, di formazione e di gestione
delle risorse umane;

saper gestire il contrasto e la conflittualità;

saper procurare nel territorio interventi coerenti con le esperienze maturate.
PREREQUISITI DELLA DISCIPLINA

comprensione ed interpretazione aperta ed articolata della complessità dei


processi di formazione;
capacità di comprensione della storia della pedagogia, delle molteplici
educazioni e delle istituzioni scolastiche;
capacità di comprensione della realtà psicologica, sociologica ed antropologica.
SITUAZIONE DI PARTENZA DELLA CLASSE (relativamente alle conoscenze e alle
competenze specifiche della disciplina insegnata, delle eventuali lacune riscontrate e indicazione di
attività di recupero già avviate o programmate).
La classe è composta da 20 alunni. In riferimento alle conoscenze e alle competenze
delle discipline insegnate è possibile notare alcune difficoltà di applicazione e di
elaborazione concettuale oltre che espositiva.
SCANSIONE DEL PROGRAMMA ( contenuti disciplinari)
Storia della pedagogia:
 il positivismo pedagogico in Europa: A. Comte, R. Owen;

la pedagogia italiana dell’età del positivismo: C. Cattaneo, R. Ardigò, A. Gabelli;

la critica filosofica del positivismo: K. Marx, F. Nietzsche, E. Spranger;

spiritualismo e educazione in Francia: H. Bergson;

l’attualismo pedagogico: G. Gentile;

le interpretazioni pedagogiche del freudismo;

l’attivismo pedagogico e le “scuole nuove”: L. Tolstoj e la scuola non direttiva;

P. Pasquali, le sorelle Agazzi, G. Pizzigoni;

J. Dewey e l’attivismo americano;

W. H. Kilpatrick, il “Dalton Plan” di H. Parkhust, le scuole di Winnetka: C. W.
Washburne;

l’attivismo scientifico europeo: O. Decroly, M. Montessori, E. Claparède;

la pedagogia del lavoro: G. Kerschensteiner;

R. Cousinet (il lavoro dei gruppi), C. Freinet (educazione popolare e
cooperazione), M. Boschetti Alberti, R.-A. Dottrens (le schede);

l’attivismo tra filosofia e pratica: A. Ferrière, J. Maritain, A.S. Makarenko, A.
Gramsci, G. Lombardo-Radice, S. Hessen.
Antropologia:

trasmissione e riproduzione culturale (il processo di inculturazione; le vie
della trasmissione e dell’acquisizione culturale; la politica della cultura:
tradizioni, gruppi e identità);

l’organizzazione delle relazioni sociali (la società: struttura e processo;
l’organizzazione della parentela, l’organizzazione politica, l’organizzazione
economica);

esplorare la città (l’antropologia e le società complesse; l’origine dello studio
antropologico della città; metodi e temi dell’antropologia urbana; sviluppi e
indirizzi recenti).
Sociologia:

orientamento e controllo dell’azione sociale (l’azione sociale come
sistema; la cultura; il sistema sociale; adattamento sociale, conformità,
varianza e devianza; i reati; le subculture delinquenziali);

la socializzazione e il conflitto (i caratteri della socializzazione; agenzie
e ambienti di socializzazione: la famiglia, la scuola, il gruppo di pari, le
comunicazioni
di
massa;
la
socializzazione
politica
e
le
realtà
multiculturali; il razzismo);

caratteri generali dell’organizzazione sociale;

l’ordine sociale e il cambiamento (la stratificazione per classe e la
mobilità; la stratificazione per genere e per età; l’organizzazione
politica e il potere; le forme di partecipazione politica e il
cambiamento);

la città e il suo studio sociologico.
Psicologia:

socialità e socializzazione dall’infanzia all’adolescenza;

conoscenza e comportamento sociale;

gli individui come partecipanti: gruppi e organizzazioni;

la città e l’ambiente psicologico.
Pedagogia:

il sistema formativo e le finalità sociali dell’educazione;

la scuola come organizzazione e le sue modalità formative;

l’educazione, il territorio e la città.
METODOLOGIA E STRUMENTI DIDATTICI (modalità di conduzione delle lezioni e delle
esercitazioni, strumenti e sussidi che si intendono utilizzare per il raggiungimento degli obiettivi,sia
disciplinari che trasversali concordati dal Consiglio di classe)
Alla lezione frontale si alterneranno frequenti momenti di discussione e di dialogo
cognitivo e formativo, in cui sarà stimolata l’attiva partecipazione degli studenti, che
proporranno le loro esperienze e le loro opinioni. Si sottolinea l’importanza di far
acquisire un patrimonio di conoscenze disciplinari, con le seguenti attività: attività
realizzate per mezzo dei modelli esperienziale, motivazionale ed euristico, “mastery
learning” (insegnamento per la padronanza), ricerca-azione, lavoro di gruppo,
individualizzazione dell’insegnamento, lezione guidata, individuazione di parole-chiave.
E’ altresì importante far acquisire competenze per padroneggiare compiti complessi,
con le seguenti attività: individuazione di “nuclei di contenuti” come centri di interesse
e di attenzione; costruzione di mappe concettuali; trattazione sintetica di argomenti;
stimolo del ragionamento logico e dell’espressività.
E’ importante anche dotarsi di un metodo ragionato per risolvere situazioni
problematiche, con le seguenti attività: uso del metodo del “problem solving”
(risolvere problemi) e del “learning by doing” (apprendere attraverso il fare);
relazione interattiva positiva con tenuta dell’attenzione; uso del pensiero convergente.
Si sottolinea infine l’importanza di dare spazio alla dimensione autonoma e creativa,
con le seguenti attività: uso del “brainstorming” e del “role playing” (giochi di ruolo);
stimolo del pensiero divergente.
MODALITÀ DI VERIFICA E CRITERI DI VALUTAZIONE delle prove (indicazione degli
strumenti e dei modi che si intendono utilizzare per acquisire gli elementi di valutazione)
CRITERI DI VALUTAZIONE FINALE
CRITERI GUIDA che si utilizzeranno nel processo valutativo:
a) tipologia di verifica:
Verifiche informali in itinere (sondaggi a livello individuale e/o generale):
la valutazione vuol essere formativa; interventi personali dei singoli studenti; libere
discussioni in classe
Verifiche formalizzate (interrogazioni e prove scritte) come elementi di pari
rilevanza ai fini della certificazione finale dei livelli di preparazione disciplinare:
le verifiche sono strutturate in relazione alle prove scritte ed orali previste.
Esposizione orale e scritta. Quesiti a risposta singola e a scelta multipla. Quesiti
multidisciplinari. Trattazione sintetica dei contenuti disciplinari studiati.
Per quanto riguarda la valutazione, si procede a una valutazione iniziale (livelli di
partenza) in cui sono vagliati i prerequisiti degli studenti, anche al fine di progettare
una corretta programmazione degli obiettivi; quindi una serie di verifiche/valutazioni
in itinere, in cui sono registrati i progressi dei discenti nel loro processo di
apprendimento; infine la valutazione sommativa finale, da cui scaturisce il giudizio
globale di fine anno.
E’ necessario stimolare il senso di responsabilità e la consapevolezza dei discenti,
chiedendo loro di partecipare ad alcune fasi della valutazione, poiché l’autovalutazione
può proporsi come un momento particolarmente qualificante della relazione didattica,
proprio perché in questo momento si gioca una mossa importante per lo stabilirsi di un
rapporto positivo di reciproca fiducia fra docente e discente. Ferma restando la
distinzione dei ruoli e il carattere asimmetrico della relazione didattica, infatti, anche
nella valutazione esiste uno spazio per la negoziazione, che non deve scadere però in
una forma grottesca di mercanteggiamento. Infatti educativamente importante è la
riflessione meta- cognitiva: in essa i ragazzi possono rendersi conto, sotto la guida
del docente, del proprio percorso cognitivo (che cosa hanno imparato, come lo hanno
imparato) e passare eventualmente a considerare l’opportunità di cambiare strategie,
qualora quelle finora seguite non risultino efficaci. A tal proposito è sovente possibile
porre il problema della differenza tra le aspettative e la realtà di un concreto
rendimento e delle difficoltà incontrate.
Importante per lo stabilirsi di un rapporto di fiducia con gli studenti è la chiarezza
della valutazione e la certezza dei criteri: ogni voto o giudizio viene sempre
immediatamente comunicato allo studente interessato, che nel corso dell’intero anno
scolastico ha sempre la possibilità di monitorare la situazione del proprio profitto; i
criteri, oggettivi o sommativi e/o tenenti conto della progressione e dei livelli di
partenza, vengono dichiarati prima dell’inizio della prova.
Ovviamente tutta questa strategia partecipativa sempre tende non ad un ingiusto
appiattimento dei giudizi ma ad una concreta ed oggettiva valorizzazione del merito,
fondata sulla competenza professionale di giudizio del docente in quanto esperto
dell’educazione.
b) trasparenza della valutazione assegnata nelle verifiche orali: ogni voto o giudizio
viene sempre immediatamente comunicato allo studente interessato, che nel corso
dell’intero anno scolastico ha sempre la possibilità di monitorare la situazione del
proprio profitto; i criteri, oggettivi o sommativi e/o tenenti conto della progressione e
dei livelli di partenza, vengono dichiarati prima dell’inizio della prova.
c) tempistica della comunicazione dei risultati delle prove scritte-test, ecc…: non oltre
le due settimane.
RACCORDI PLURIDISCIPLINARI E ATTIVITA’ INTEGRATIVE (si fa riferimento a
quanto indicato nella programmazione di materia e del Consiglio di classe con le seguenti eventuali
integrazioni)
Il raccordo pluridisciplinare più intenso delle scienze della formazione è quello con la
storia della filosofia in quanto tutte queste discipline hanno per oggetto di studio
essenzialmente l’uomo (ed è per questo che si parla di Scienze Umane).
RACCORDO BIENNIO – TRIENNIO (si fa riferimento a quanto indicato nella programmazione
di materia con le seguenti eventuali integrazioni)
Per quanto riguarda la pedagogia e la psicologia il raccordo più diretto è quello con le
stesse discipline che vengono insegnate nella classe prima del primo biennio del Liceo
delle Scienze Umane.
INTERVENTI DIDATTICI SPECIFICI DI RECUPERO E SOSTEGNO
Eventuali corsi di recupero verranno effettuati “in itinere”.
DATA 28/10/2010
FIRMA Prof. Luciano Valentini
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