081•Bibliografia 1597-1626

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PAGINE DI CIVILTÀ ROMANA
Il calendario romano
I.
Il calendario
La parola calendario deriva dal latino Calendae. I Romani chiamavano calende il
primo giorno del mese.
1. L’anno romano – che fino al 153 a.C. cominciava il 1º marzo – era diviso in 12
mesi secondo il sistema lunare.
Marzo, maggio, luglio, ottobre erano di
31 giorni, gli altri mesi di 29 giorni,
salvo febbraio, che ne aveva 28.
L’anno dunque contava 355 giorni.
Ogni due anni, per adeguarsi al sistema solare, si intercalava, tra il 23
e il 24 febbraio, un mese di 22 o 23
giorni, chiamato intercalaris o mercedonius.
2. Nel 46 a.C., Cesare, in qualità di pontifex maximus, riforma il calendario
romano e lo adatta al sistema solare.
I mesi da allora hanno lo stesso numero di giorni di oggi.
Ogni 4 anni, tra il 24 e il 25 febbraio, si
intercala un giorno supplementare.
L’anno è detto bisestile perchè il 24
febbraio (a.d. sextum Kal.) vi era ripetuto (bis sextus, “due volte [bis]
sesto giorno”).
Il nostro calendario non è altro
che quello di Cesare, riformato nel
1582 dal papa Gregorio XIII.
II.
L’anno
1. Gli anni erano designati
a.
o a partire dalla fondazione di Roma:
ab urbe condita (753 a.C.)
b.
o dal nome dei consoli in carica (in
ablativo assoluto)
es.
M. Tullio C. Antonio consulibus
sotto il consolato di (= essendo consoli) Cicerone e di Antonio, corrispondente al
63 a.C.
2.
Per ottenere la data in funzione dell’era cristiana, si sottrae una data cifra ab
urbe condita, dal 754; la differenza dà la data
in funzione dell’era cristiana;
es. Anno trecentesimo quinquagesimo ab
urbe condita
nel 350 dalla fondazione di Roma (= 404
a.C. [754-350]).
III.
I mesi dell’anno
Abbiamo già detto che i 365 giorni sono divisi in 12 mesi, corrispondenti ai nostri
sia per i nomi che per il numero dei giorni.
I nomi dei mesi erano aggettivi.
Essi si declinano come bonus o come
un aggettivo di 2ª classe (a 2 uscite: Aprilis, -e, o a 3 uscite: September, -bris, -bre):
Ian.
Ianuarius
Iul. (Quint.)
Iulius (Quintilis)
Febr.
Februarius
Aug. (Sext.)
Augustus (Sextilis)
Mart.
Martius
Sept.
September
Apr.
Aprilis
Oct.
October
Mai.
Maius
Nov.
November
Iun.
Iunius
Dec.
December
I mesi di settembre, ottobre, novembre,
dicembre corrispondevano al settimo, ottavo,
PAGINE DI CIVILTÀ ROMANA
nono e decimo mese, perché all’origine l’anno
cominciava a marzo.
A partire dal 153 si fece cominciare
l’anno il 1º gennaio, giorno d’entrata in funzione dei consoli. Da qui la sfasatura di due
mesi nell’antica denominazione da settembre a dicembre, denominazione che tuttavia
si è mantenuta.
Quintilis e Sextilis, il quinto e il sesto
mese, furono chiamati Iulius e Augustus in
onore di Giulio Cesare e di Augusto.
IV.
I giorni
I Romani non dividevano il mese in settimane.
Il mese era diviso in tre parti diseguali
dalle Calende, dalle None e dalle Idi.
Erano, questi, i tre punti di riferimento della loro divisione del mese, in funzione dei quali si indicavano gli altri giorni:
Kalendae, le Calende il 1° giorno di ogni
mese
Nonae, le None il 5° giorno del mese (ma
il 7° in marzo, maggio, luglio e ottobre)
Idus, le Idi il 13° giorno del mese (ma il
15° in marzo, maggio, luglio e
ottobre).
Per gli altri giorni, la data si indicava in
rapporto a questi tre giorni fissi;
ma il calcolo presenta due particolarità:
a.
si conta all’indietro, a partire dalle
Calende, dalle None o dalle Idi;
b.
si include il giorno di partenza e il
giorno d’arrivo;
es.
Kalendis Ianuariis, il 1° gennaio
Nonis Februariis, il 5 febbraio
Idibus Martiis, il 15 marzo
a.d. (= ante diem) tertium Kalendas Ianuarias,
il 30 dicembre (= il 3° giorno prima del 1°
gennaio)
a.d. (= ante diem) quartum Idus Apriles, il 10
aprile (= il 4° giorno prima delle Idi di aprile).
V.
Il giorno e le ore
Il giorno civile dei Romani, che serviva a
fissare le date, si estendeva da mezzanotte a
mezzanotte.
Il giorno solare era diviso in 12 ore
(horae), dal sorgere (prima lux) al tramontare del sole (solis occasus).
La durata delle ore variava dunque secondo le stagioni.
Soltanto la 6a ora terminava sempre a
mezzogiorno (meridies).
I Romani spesso si limitavano a indicazioni vaghe:
mane,
il mattino;
ante meridiem, prima di mezzogiorno;
post meridiem, dopo mezzogiorno,
pomeriggio.
La notte era divisa in 4 vigiliae (di tre ore
ciascuna), dal tramontare al sorgere del sole.
Le vigiliae erano variabili come le ore.
Soltanto mezzanotte (media nox) è fissa,
alla fine della 2a vigilia.
Le vigiliae erano originariamente i
periodi, i turni di guardia notturni:
per i soldati la notte era divisa in
quattro turni di guardia.
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