INTRODUZIONE Le figure dei santi, associati al tema di ogni giorno

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INTRODUZIONE
Tutta la terra attende impaziente… Così comincia
uno dei canti che proponiamo per
accompagnare la Novena 2016. Un’attesa
impaziente che riempie il cuore di gioia. Come è
avvenuto il quella notte: una notte come tante,
ma unica e straordinaria per chi ha accolto
l’annuncio ed ha aperto il cuore a Dio che si
faceva uomo.
Ecco quindi la proposta per questa Novena:
vogliamo rivivere ciò che avvenne nella Notte
Santa, facendoci guidare dalla Stella. Con il suo
racconto, ci farà incontrare coloro che hanno
visto e vissuto in prima persona l’incontro con
Gesù Bambino, il Dio fatto uomo.
Il presepe ci parla e ci racconta lo stupore e la gioia di un incontro che ha cambiato la vita: la grotta che
accoglie, l’asino e il bue che si mettono a servizio, Maria che vive tutto con umiltà, Giuseppe capace di
grande fede e fiducia, l’angelo che racconta e annuncia la buona notizia, i pastori che corrono a vedere
e condividono la gioia, il dormiglione che è sorpreso che questo Dio nasce anche per lui e infine i Magi
che si mettono in cammino sui sentieri del tempo e della quotidianità leggendo i segni che portano a Dio.
Ogni personaggio, con le sue caratteristiche e le proprie peculiarità, ci mostra come diventare testimoni
di questo incontro grande con il Signore, partendo dalla propria identità e nella propria storia.
Ogni giorno, insieme al personaggio del presepe, viene proposta la figura di un santo: di chi, con la sua
vita, nella propria storia, ha saputo rendere viva e vera testimonianza di come sia possibile accogliere,
vivere e testimoniare l'incontro con Gesù, il Dio con noi. Un modo bello per riconoscere la ricchezza e la
varietà di testimoni dell'Amore di Dio per tutti.
Si è testimoni di Dio se si riparte insieme, per come siamo, attorno al presepe, da quell'incontro
fondamentale che cambia la vita di ciascuno, di ogni famiglia, della Chiesa.
In questo sussidio viene suggerito, oltre al racconto giornaliero, un brano della scrittura per ogni giorno, e
la preghiera del Magnificat da cantare o recitare insieme. In fondo al sussidio, e sul sito, sono proposti dei
canti per l'animazione della preghiera, mentre altro materiale utile si può scaricare sul sito dell'Ufficio
Liturgico Diocesano (www.liturgiacomo.org). Come completare la celebrazione e la proposta della
Novena, è lasciato alla regia di ciascuno di voi e all'integrazione con quanto si ritiene più utile.
Inoltre crediamo che il cammino della Novena e il Natale (e forse di tutta la vita) non è vero e completo
se non vive un po' come ha fatto Dio: incontro a tutti, per tutti.
Quest'anno la proposta di carità suggerita è indirizzata, con l'aiuto della Caritas Diocesana, a un progetto
a favore dei terremotati per
Buona Novena e Buon Natale…per essere testimoni!
Il gadget si compone di uno sfondo pop-up, già pronto per costruire molto
semplicemente la Grotta, nel quale andare ad inserire, di giorno in giorno, i
personaggi che popoleranno il presepe. Sul sito www.pgcomo.org potete trovare
un video tutorial che vi farà vedere come procedere.
Le card dei personaggi potranno appoggiare su un supporto, anch’esso già
presente nel cartoncino di sfondo e pronto da staccare.
Le figure dei santi, associati al tema di ogni giorno, sono presentati con
delle altre card da distribuire, che riportano, su un lato l’immagine del
santo, e sull’altro la parola chiave del giorno, un versetto della Parola
proposta e una citazione propria del santo.
La tabella che trovate qui di seguito presenta lo schema dell’intero percorso
giorno
Personaggio
presepe
Figura di Santo
16
La Grotta
San Giovanni Paolo II
17
Asino e Bue
Beata Madre
Giovannina Franchi
18
Maria
Madre Teresa Calcutta
19
Giuseppe
Beato Pier Giorgio
Frassati
20
Angelo
San Francesco Saverio
21
Pastori
(pastore
stupito)
San Francesco d’Assisi
22
Pastore
Dormiglione
San Luigi Guanella
23
24dic.
oppure
6
gennaio
Tema collegato Personaggio - Santo
Uomo di Dio, sacerdote, vescovo e
papa che ha servito e contribuito a
fare la Chiesa, a rinnovarla, a
muoverla verso tutti e a renderla
aperta e accogliente…
Si mette a servizio degli ammalati
come l'asino e il bue…nello scaldare
l'ambiente con il dono di sé così M.G.F
Servizio umile, silenzioso, gratuito,
generoso, semplice….
costante e fedele verso tutti
Umile serva del Signore, si dedica alla
cura dei poveri e degli
ammalati…mette la sua vita nelle mani
di Dio perché sia Lui a compiere il suo
disegno
Fiducia verso Dio incondizionata,
attento ai bisogni di chi ha vicino,
concreto, ma con il cuore e lo sguardo
sempre rivolti verso l'Alto
Va fino agli estremi confini della terra
per annunciare il Vangelo in estremo
oriente (India, Giappone e muore
quando si prestava a raggiungere la
Cina)
La gioia di rimanere meravigliati di
fronte alle “grandi cose” che il Signore
ha fatto per noi, riconoscendolo
presente nel prossimo e nel povero... e
in tutto ciò che ci circonda
Sveglio, non perde occasione, mette
in gioco i suoi desideri e suoi sogni a
servizio della Chiesa
Parola
Chiave
Accoglienza
Servizio
Umiltà
Fiducia
Annuncio
Gioia e
Stupore
Svegli e
pronti per Dio
Gesù
I magi
Beato Giambattista
Scalabrini
Pronto a seguire i segni che il Signore
gli ha inviato e a Partire senza indugio,
a viaggiare, a dare la vita... nel nome
di Gesù…
Il cammino
16 dic. La Grotta - Accoglienza
Racconti dentro il presepe
STELLA
(narratore)
Ciao piccoli e grandi amici, come state? che bello trovarvi qui….
Non spaventatevi, non sono caduta dal cielo… sono venuta apposta per voi,
anzi..."Qualcuno" mi ha mandata… per accompagnarvi in questi giorni… un po'
come ho fatto più di 2000 anni fa illuminando il cielo e indicando la strada ad altri
piccoli e grandi amici….
Io sono Stella… non una stella qualunque… ma LA Stella, tutti mi chiamano così
Cometa… e in questi giorni vi accompagnerò in un bellissimo cammino… un passo
per volta, giorno dopo giorno, vi racconterò storie diverse di piccoli e grandi amici
che tantissimi anni fa hanno partecipato alla Storia di Dio che si è fatto uomo…
Siete pronti a seguirmi?
Oggi vi presento una mia vecchia amica…
GROTTA
Ciao Stella, ciao amici….
Io sono Grotta, qualcuno mi chiama Stalla o Capanna….
Insomma ci siamo capiti…
Vi rubo solo pochi minuti perché quello che vorrei dirvi è molto breve... ma per me e
per la storia che stiamo vivendo importantissima…
Un pomeriggio di tantissimi anni fa… ho visto aggirarsi per il piccolo villaggio di
Betlemme dove vivevo, tantissima gente in cerca di un alloggio. Molti si erano messi
in viaggio per andare a farsi registrare per il CENSIMENTO. Era uno di quei giorni con il
bollino rosso, direste voi… Tra i tanti mi hanno colpito una donna incinta con un
uomo, che ho capito dopo essere suo marito…
Anche loro cercavano un alloggio… un posto dove riposare….
Voi cosa avreste fatto? li avreste accolti a casa vostra? nel vostro alloggio? in un
vostro locale?
Io ho pianto…il cuore mi si stringeva ogni volta che sentivo: "No, non possiamo",…"No,
non ho tempo"…"No, non c'è posto per voi""…
Ma come? Mi dicevo… ma perché fanno così? Finché, dopo tanto cercare, sono
passati da me... mi hanno visto…forse qualcuno gli aveva detto che se volevano,
c’era un posticino piccolo, umile, povero…ma che poteva diventare il loro alloggio,
la loro casa per una notte, dove potevano fermarsi e riposare un po'….
E così è stato…
Li ho accolti tra le mie pareti, per come potevo … con amore e tenerezza, per come
sono fatta, ho cercato di amarli, custodirli, proteggerli e farli sentire a casa… a casa
loro… ospiti e non stranieri, accolti e non abbandonati, con un posto per loro e non
esclusi…
E voi, in questi giorni, cosa volete fare per questa donna Maria, il suo uomo Giuseppe
e il bambino Gesù che dopo poche ore sarebbe nato? Saprete trovare un posto per
accoglierli, dentro di voi, per come siete fatti?
in ascolto della Parola
Lc 2,1-7
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo
primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire,
ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città
di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi
censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei
i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia,
perché per loro non c'era posto nell'alloggio.
Un Santo come Amico: San Giovanni Paolo II
BREVE BIOGRAFIA
Nato a Wadovice, in Polonia, il 18 maggio 1920, è il primo papa slavo e il primo
Papa non italiano dai tempi di Adriano VI. Karol Józef Wojtyła è eletto Papa il 16
ottobre 1978. Nel suo discorso di apertura del pontificato ha ribadito di voler
portare avanti l'eredità del Concilio Vaticano II. Il 13 maggio 1981, in Piazza San
Pietro, anniversario della prima apparizione della Madonna di Fatima, fu ferito
gravemente con un colpo di pistola dal turco Alì Agca. Al centro del suo annuncio il Vangelo, senza sconti.
Molto importanti sono le sue encicliche, tra le quali sono da ricordare la "Redemptor hominis", la "Dives in
misericordia", la "Laborem exercens", la "Veritatis splendor" e l'"Evangelium vitae". Dialogo interreligioso ed
ecumenico, difesa della pace, e della dignità dell'uomo sono impegni quotidiani del suo ministero
apostolico e pastorale. Dai suoi numerosi viaggi nei cinque continenti emerge la sua passione per il Vangelo
e per la libertà dei popoli. Ovunque messaggi, liturgie imponenti, gesti indimenticabili: dall'incontro di Assisi
con i leader religiosi di tutto il mondo alla preghiere al Muro del pianto di Gerusalemme. Così Karol Wojtyla
traghetta l'umanità nel terzo millennio. Nessun Papa ha incontrato tante persone come Giovanni Paolo II:
alle Udienze Generali del mercoledì (oltre 1160) hanno partecipato più di 17 milioni e 600mila pellegrini,
senza contare tutte le altre udienze speciali e le cerimonie religiose (più di 8 milioni di pellegrini solo nel corso
del Grande Giubileo dell’anno 2000), nonché i milioni di fedeli incontrati nel corso delle visite pastorali in
Italia e nel mondo; numerose anche le personalità governative ricevute in udienza: basti ricordare le 38
visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con Capi di Stato, come pure le 246 udienze e incontri con
Primi Ministri. Muore a Roma, nel suo alloggio nella Città del Vaticano, alle ore 21.37 di sabato 2 aprile 2005.
I solenni funerali in Piazza San Pietro e la sepoltura nelle Grotte Vaticane seguono l'8 aprile.
La festa liturgica è iscritta nel Calendario Romano generale al 22 ottobre, con il grado di memoria
facoltativa.
La sua beatificazione ha luogo a Roma il 1° maggio 2011. La canonizzazione il 27 aprile 2014.
UN ANEDDOTO DELLA SUA VITA
Accoglienza fino all'estremo del perdono
Giovanni Paolo II aveva personalmente perdonato Agca - il suo attentatore che gli ha sparato in piazza
san Pietro - almeno due volte. Lo annunciò cinque giorni dopo l'attentato (13 maggio 1981), quando
ancora era ricoverato al Policlinico Gemelli. Recitando l'Angelus dall'ospedale, in collegamento con
Piazza San Pietro, disse: "Prego per il fratello che mi ha colpito, al quale ho sinceramente perdonato".
Ripeté parole di perdono nei suoi confronti anche il 27 dicembre 1983, quando volle incontrare il suo
attentatore nel parlatorio del carcere di Rebibbia a Roma. In quell'occasione ebbe a dire nel suo discorso
ai detenuti: "In questa circostanza, ho potuto incontrare anche la persona, che voi tutti conoscete, di
nome Alì Agca, che nell'anno 1981, il 13 maggio, ha attentato alla mia vita, ma la Provvidenza ha
condotto le cose in una sua maniera, direi, eccezionale, direi anche, meravigliosa. Oggi, dopo più di due
anni, ho potuto incontrare il mio attentatore e ho potuto ripetergli il mio perdono che gli ho concesso
subito dopo l'attentato e che poi ho dichiarato pubblicamente, quando era stato possibile per me,
dall'ospedale".
Un atteggiamento per una vita che cambia: ACCOGLIENZA
- scelgo di vivere un gesto e un tempo di accoglienza a scuola, verso un mio compagno che magari è
lasciato solo o deriso.
- rinuncio a qualche cosa per me e dono il corrispettivo per qualche progetto di accoglienza di persone
bisognose che in questo Avvento stiamo sostenendo.
- prego per tutte le persone che si sentono sole, abbandonate, che vivono lontane da casa, nel dramma
del terremoto o della guerra nelle diverse parti del mondo.
17 dic. Asino e Bue - Servizio
Racconti dentro il presepe
STELLA
(narratore)
BUE
ASINO
BUE
ASINO
Ciao amici, come va? avete pensato a quello che ieri la nostra amica Grotta ci ha
raccontato?
Oggi vorrei parlarvi e presentarvi due amici… simpaticissimi e buonissimi… dovete
sapere che dentro la Stalla o Grotta o Capanna che sia…c'erano - cosi si racconta
da sempre - due animali, un asino e un bue…
Vi sembra poco? anche questa è una storia stupenda… ascoltatela dalla viva voce
dei due personaggi. Vi presento i più famosi e fantastici Asino e Bue…
Ciao amici…grazie che mi ascoltate…
Quello che ho visto quella sera e quella notte è veramente incredibile…. direi proprio
straordinario…
Io ero appena rientrato dai lavori nei campi…stanchissimo ed ero appena riuscito a
mangiare un boccone di fieno quando arriva il mio padrone e facendo spazio un po'
frettolosamente per il disordine che c'era in giro…fa entrare un asino insieme ad un
uomo dal volto molto stanco e preoccupato…e una donna con un grande
pancione…
Dopo mille tentativi finalmente un posto al riparo… non mi sembrava vero…
Il tempo di sistemarmi e mangiare un po' di fieno dalla mangiatoia... ho visto
Giuseppe preparare un morbido spazio per far sdraiare Maria… Lei era molto stanca,
in affanno… e il suo respiro cambiava molto rapidamente… Quel tempo che è
trascorso, che sembrava infinito, era scandito dal silenzio, tensione nell'aria, fatica e
qualche preoccupazione attorno a Maria…poi...improvvisamente un pianto tanto
atteso di un bambino appena nato, venuto alla luce, ha cambiato tutto in gioia ….
Felicità e stupore sul volto di Giuseppe, lacrime e sorrisi stanchi nello sguardo tenero e
commosso di Maria, gioia e luce in cielo e sulla terra…e non sto esagerando…
La donna stringeva a se il piccolo bambino Gesù avvolto in fasce. L'uomo, Giuseppe,
prese me e il mio amico Asino e ci fece avvicinare alla donna col bambino per
scaldarli con il nostro fiato…
Fu allora che, avvicinandoci, vedemmo per la prima volta il bambino, il suo sorriso, i
suoi occhi già aperti sul mondo, le sue manine a cercare la mamma e a volerla
tenere vicina…le sue labbra a muoversi quasi che volesse già dire qualche cosa...ma
forse aveva solo fame, fame di latte, fame d'amore….
È stato un momento che non scorderò mai…un momento che mi ha lasciato tanta
gioia...che mi ha chiesto di esserci e di fare quello che potevo: donare calore con il
mio fiato…
E tu…cosa puoi fare per Maria, Giuseppe e Gesù? Cosa vuoi fare? Cosa stai
facendo?
Per come sei…puoi essere anche un asino o un bue…povero, semplice, a volte preso
in giro...eppure anche tu sei prezioso e puoi servire a questa storia, alla storia di Dio!!
in ascolto della Parola
Zc 9,9
Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e
vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d'asina.
un Santo come Amico: Beata Madre Giovannina Franchi
BREVE BIOGRAFIA
Como, 24 giugno 1807 - 23 febbraio 1872
Giovanna Franchi, detta Giovannina, fu una delle figlie di Giuseppe Franchi e Giuseppa
Mazza. Ebbe sei fratelli: Carolina, Antonio, Giuseppa, Angela, Luigi e Pietro. Il padre, di
nobile famiglia, fece carriera nella magistratura del Regno Lombardo Veneto. Com'era uso tra le giovani
del suo ceto sociale, a sette anni, venne affidata al prestigioso educandato della Visitazione.
L'educazione dell'Educandato prevedeva che Giovanna, per dieci anni, non potesse vedere la famiglia,
se non di rado attraverso una grata. Nel 1840, ormai trentatreenne, ricevette una proposta di matrimonio
da un uomo più anziano di lei ma, a causa di una malattia, l'uomo morirà prima di sposarla. Nel 1853, a
seguito della morte di entrambi i genitori, ereditò un ingente patrimonio. Rimasta sola la donna decise
quindi di dedicarsi alla cura dei poveri. In seguito acquistò, intestandolo all'arcipretura della Cattedrale,
un edificio nella città di Como, nel povero quartiere di Cortesella dove fonda la congregazione delle
Suore Infermiere dell'Addolorata. L'istituto assumerà sempre più la fisionomia di un ospizio di carità. Morì il
26 febbraio 1873 durante un'epidemia di vaiolo forse infettata proprio da uno dei suoi assistiti. Papa
Benedetto XVI l'ha dichiarata Venerabile il 20 dicembre 2012. Papa Francesco il 9 dicembre 2013 ha
approvato il miracolo che apre la strada alla sua beatificazione. È stata beatificata sabato 20 settembre
2014.
Le Pie Infermiere, secondo il progetto originario di s. Francesco di Sales per le Visitandine, assistevano gli
ammalati a domicilio e le donne nel carcere di S. Donnino. La Serva di Dio compose per sé e le Sorelle il
Metodo di vita, approvato il 16 luglio 1862 dal vescovo di Como mons. Marzorati. Una Regola di vita molto
semplice, ma basata su alcuni principi fondamentali: prediligere i malati gravi e moribondi, perché più soli
e più vicini all’incontro con Dio; considerare la viva presenza di Cristo nell’Eucaristia e nella persona
sofferente; mostrarsi “coraggiose ed umili nel tempo stesso, pazienti e cortesi nelle maniere, amanti del
silenzio e della fatica, ben disposte all’assistenza degli infermi ed a qualunque opera di carità senza
eccezione di alcun ufficio comeché faticoso e ributtante”. La Serva di Dio arriva a raccomandare alle
Sorelle ”non lascino di esercitarsi nell’officio al quale vengono indistintamente chiamate, fosse pure quello
di scopare le stanze, lavar le scodelle, ripulire le malate, mostrando in quello una santa allegrezza e
consolazione, certissime di compiere un’azione molto nobile e preziosa agli occhi di Dio”. Tutto il carisma
della Serva di Dio si può riassumere in una sua espressione «La carità del prossimo sia nelle Sorelle un amore
universale che tutti abbraccia nel Signore e non esclude nessuno» (Metodo di vita, n. 1). Nell'estate del
1871, mentre a Como il vaiolo nero (secondo alcuni il colera) seminava morte, la Serva di Dio si prodigava
nell'assistenza a persone colpite dal male. Contagiata dal vaiolo (o dal colera) si avviò rapidamente verso
la conclusione della sua vita morì alle ore 5,30 del 23 febbraio 1872, 4 mesi prima di compiere 65 anni di età
in concetto di santità. I funerali si svolsero la mattina del 24 febbraio ma furono umili e silenziosi, cioè senza
concorso di popolo per precauzione a causa della temuta diffusione dell'epidemia in atto.
UN ANEDDOTO DELLA SUA VITA
«Quella di madre Franchi è una testimonianza di impegno per le periferie materiali ed esistenziali chiesto
oggi con forza da papa Francesco… Mettiamoci in ascolto, dunque, di ciò che lo Spirito Santo ci sta
dicendo, consapevoli che questi santi e beati non sono una medaglia, ma uno stimolo a sentirci interpellati.
La santità non è una questione d’altri tempi e di luoghi lontani: è una vicenda concreta e quotidiana»
(Vescovo Diego Coletti)
«Non ebbe paura di uscire e di prendere l’odore del gregge – ribadisce la madre generale della
Congregazione, suor Emanuela Bianchini – donò agli ultimi e agli abbietti non solo le sue sostanze, ma
anche se stessa, visto che morì durante un’epidemia di vaiolo nero, che contrasse proprio per star vicina ai
suoi malati».
«Madre Giovannina – conclude il postulatore padre Califano – ci offre una testimonianza di carità
estremamente attuale. È una figura che merita di essere conosciuta e approfondita, a partire dai suoi scritti,
così intensi e appassionati. Agiva perché animata da una grandissima fede: per lei, nel sofferente, c’è
Cristo. Era una suora molto discreta, che è stata capace di scelte controcorrente: sappiamo che la sua era
una famiglia benestante, ma lei ha preferito dedicarsi ai poveri. Inoltre, con estrema umiltà e in silenzio, è
riuscita a intervenire efficacemente sul tessuto culturale e sociale della città, introducendo un concetto di
assistenza fino ad allora sconosciuto e lasciando delle opere concrete ancora oggi pienamente
funzionanti».
Un atteggiamento per una vita che cambia: IL SERVIZIO
- mi metto concretamente a servizio, a casa mia, per aiutare ad apparecchiare, lavare i piatti, fare
ordine;
- mi metto a servizio dei più poveri e bisognosi scegliendo un momento per pregare per loro e nel fare
qualche rinuncia da donare ai progetti dell'avvento per i più poveri e bisognosi.
18 dic. Maria – Umiltà
Racconti dentro il presepe
STELLA
(narratore)
MARIA
Carissimi amici oggi voglio farvi conoscere una persona speciale, la creatura più
bella e pura che abbia mai conosciuta….
Oggi vorrei raccontavi e farvi incontrare con Maria, la mamma di Gesù e madre di
tutti i figli di Dio…madre di tutti gli uomini…
Ciao figli miei …
La prima cosa che vorrei raccontavi è dirvi che mi sento fortunata…e felice…
Sona nata da due genitori splendidi, Gioacchino e Anna, bravi e buoni con me, che
mi hanno voluto bene ed educata alla vita vera, con grande umanità e timore di
Dio. Anche se molto anziani, mi hanno accompagnata nella mia vita con tutte le
loro forze e la loro fede in Dio…
Fin da giovane ero una ragazza, dicono gli altri del mio paesino, bella e stimata. Un
giovane molto bello, un gran lavoratore, e di una sensibilità enorme, si è accorto di
me. Sono diventata così la promessa sposa di Giuseppe.
Dentro questa storia Dio stava preparando il suo posto e la sua mano guidava e
plasmava il cuore e la mente di ciascuno di noi.
L'incontro con l'Angelo Gabriele, il Suo Annuncio di gioia e la promessa di Dio che
per opera dello Spirito Santo si stava realizzando in me, mi ha resa madre di Dio.
Ho trascorso momenti di stupore e di paura, di gioia e di smarrimento, di solitudine e
di grande consolazione.
Sono cresciuta nell'umiltà di una famiglia. L'angelo mi ha detto che sono "la piena di
grazia", e che "il Signore è con me sempre". Il Suo Amore per me, così grande fino a
scegliermi come Sua Madre, mi fa sentire umile sua serva, sua prima discepola docile
alla sua volontà…
Cosi la mia vita è diventata un capolavoro di Dio…
E ora è storia recente…
Io e Giuseppe ci siamo messi in cammino per il censimento raggiungendo
Betlemme…la stanchezza del viaggio, la mano di Dio che scandiva il tempo, le
fatiche da affrontare, non ultime il rifiuto ad accoglierci, ci hanno fatto ritrovare in
una comoda e calda capanna scaldata da un asino e un bue e da tanto amore…
Sono tante le cose e le parole che sto custodendo e meditando nel mio cuore…
Per ora continuo a ripetere quello che mesi fa avevo cantato: l'anima mia magnifica
il Signore, il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore…grandi cose ha fatto il Signore per
me…
Ora vi saluto... a presto… non dimenticatevi di me…e della mia famiglia…Io vi voglio
bene…vi ricordo e prego per voi…
in ascolto della Parola
(Lc 1, 26-38)
Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una
vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava
Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto
turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria,
perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e
regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo:
«Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di
te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà
chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un
figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse:
«Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.
Un Santo come Amico: Santa Madre Teresa di Calcutta
BREVE BIOGRAFIA
Skopje, Macedonia, 26 agosto 1910 - Calcutta, India, 5 settembre 1997
Agnes Gonxhe Bojaxhiu, nata nell’attuale Macedonia da una famiglia albanese, a 18
anni concretizzò il suo desiderio di diventare suora missionaria ed entrò nella
Congregazione delle Suore Missionarie di Nostra Signora di Loreto. Partita nel 1928 per
l’Irlanda, un anno dopo giunse in India. Nel 1931 emise i primi voti, prendendo il nuovo
nome di suor Maria Teresa del Bambin Gesù (scelto per la sua devozione alla santa di Lisieux), e per circa
vent’anni insegnò storia e geografia alle allieve del collegio di Entally, nella zona orientale di Calcutta. Il
10 settembre 1946, mentre era in treno diretta a Darjeeling per gli esercizi spirituali, avvertì la “seconda
chiamata”: Dio voleva che fondasse una nuova congregazione. Il 16 agosto 1948 uscì quindi dal collegio
per condividere la vita dei più poveri tra i poveri. Il suo nome è diventato sinonimo di una carità sincera e
disinteressata, vissuta direttamente e insegnata a tutti. Dal primo gruppo di giovani che la seguirono sorse
la congregazione delle Missionarie della Carità, poi sparse in quasi tutto il mondo. Morì a Calcutta il 5
settembre 1997. È stata beatificata da san Giovanni Paolo II il 19 ottobre 2003 ed infine canonizzata da
Papa Francesco domenica 4 settembre 2016.
La figura della Vergine ha ispirato lo Statuto delle Missionarie della Carità, al punto che ognuno dei 10
capitoli delle Costituzioni è introdotto da una citazione tratta dai passi mariani dei Vangeli. La Madonna è
detta la prima Missionaria della Carità in ragione della sua visita a Elisabetta, in cui dette prova di ardente
carità nel servizio gratuito all’anziana cugina bisognosa di aiuto. In aggiunta ai tre usuali voti di povertà,
castità e obbedienza, ogni Missionaria della Carità ne fa un quarto: voto di "dedito e gratuito servizio ai
più poveri tra i poveri", riconoscendo in Maria l’icona del servizio reso di tutto cuore, della più autentica
carità.
(…)La devozione al Cuore Immacolato di Maria è l’altro aspetto del carisma mariano e missionario
dell’opera di Madre Teresa, praticato con i mezzi più tradizionali e più semplici: il S. Rosario, pregato ogni
giorno e in ogni luogo, persino per la strada; il culto delle feste mariane (la professione religiosa delle sue
suore cade sempre in festività dedicata alla Madonna); la preghiera fiduciosa a Maria affidata anche
alle “medagliette miracolose”( Madre Teresa ne regalava in gran quantità alle persone che incontrava);
l’imitazione delle virtù della Madre di Dio, in special modo l’umiltà, il silenzio, la profonda carità.
"I thirst" (ho sete), c’è scritto sul crocifisso della Casa Madre e in ogni cappella – in ogni parte del mondo –
di ogni casa della famiglia religiosa di Madre Teresa. Questa frase, il grido dolente di Gesù sulla croce che
le era rimbombato nel cuore la fatidica sera della "seconda chiamata", costituisce la chiave della sua
spiritualità.
UN ANEDDOTO DELLA SUA VITA
Era il 10 settembre 1946 quando avvertì, mentre si recava in treno ad un corso di esercizi spirituali a
Darjeeling, la voce di Cristo che la chiamava a vivere in mezzo agli ultimi degli ultimi. Lei stessa, che
desiderò vivere come autentica sposa di Cristo, riporterà le parole della «Voce» nella sua corrispondenza
con i superiori: «Voglio Missionarie indiane Suore della Carità, che siano il mio fuoco d’amore fra i più
poveri, gli ammalati, i moribondi, i bambini di strada. Sono i poveri che devi condurre a Me, e le sorelle
che offrissero la loro vita come vittime del Mio amore porterebbero a Me queste anime». Inizia così, da
sola, con un sari bianco (colore del lutto in India) bordato di azzurro (colore mariano) la sua nuova
avventura e missione per gli slums di Calcutta in cerca dei dimenticati, dei paria, dei moribondi, che arriva
a raccogliere, circondati dai topi, persino nelle fogne.
Un atteggiamento per una vita che cambia: L' UMILTÁ
- esercito l'umiltà nell'ascolto sincero di chi mi parla
- esercito l'umiltà nell'obbedienza verso chi mi chiede o consiglia qualche cosa
- esercito l'umiltà nel rinunciare a qualche cosa per me per offrire tempo e servizio per altri
19 dic. Giuseppe– Fiducia
Racconti dentro il presepe
STELLA
(narratore)
Giuseppe
Oggi carissimi amici vorrei presentarvi un personaggio del presepe che spesso è
considerato silenzioso… e poco attivo… in realtà è molto importante in tutta questa
storia… è uno che si prende le sue responsabilità dall'inizio alla fine… non si tira
indietro e ha una fede grande in Dio, nella Sua promessa… e un Amore grande per
Maria… e per Gesù….
Carissimi amici…lascio la parola a Giuseppe…
La nostra amica Stella mi ha già un po' presentato…
Qualcuno mi definisce uomo giusto, silenzioso e gran lavoratore, coraggioso e con
una grande fiducia in Dio… pronto a tutto per amore delle persone che amo…
Direi che queste sono le mie qualità e le mie caratteristiche, che per la verità, sono
tutte doni di Dio… e frutto dell'amore ricevuto… e condiviso con mia moglie Maria…
Vi confido che non è stato sempre facile... ho avuto momenti di confusione, crisi... ad
un certo punto non capivo cosa stava succedendo a me, a Maria, a noi due, al
nostro amore, alle nostre promesse…
Volevo andarmene… lasciare Maria… e vivere la mia vita…
Voi cosa avreste fatto?
Poi una notte in sogno un angelo mi ha parlato… mi ha fatto capire che Dio stava
chiedendo a me, come a Maria, di dire sì, di fidarsi, di non avere paura e di vivere
questo momento con responsabilità, stando vicino a Maria, prendendola come
sposa e insieme prendersi cura del bambino…
Ho capito veramente cosa vuol dire voler bene a qualcuno…
Ho capito che amare non è un gioco…ti chiede fatica, fiducia, responsabilità,
coraggio di amare oltre tutto e oltre ogni ostacolo o imprevisto o momenti bui che
non si capiscono…
Cosa vuol dire per voi "amare"? "voler bene a qualcuno"? Si ama e si vuole bene solo
se mi va, se ci guadagno qualche cosa, se tutto va bene, se mi piace ed è bello?
No non è così... non può essere così se vogliamo amare come Dio ci ama…
Ho capito che amare come Dio è bello e chiede la fiducia quotidiana…
Ho capito che se ti fidi e dici si, Dio non ti abbandona e ti accompagna sempre, fa
cose grandi in te e nelle persone che hai accanto…
Questi giorni sono stati il segno concreto di tutto questo…
Quando tutto sembrava contro di noi…abbiamo trovato accoglienza semplice,
protezione e calore, forza e fiducia… e Dio con noi veramente presente….
Ciao cari amici…io vi sono vicino…vi proteggo e ricordo…non togliete il cuore e gli
occhi dalla nostra famiglia…e da quel dono che ha riempito la nostra vita e quella di
tutti quelli che sono pronti a dire sì per accogliere il Figlio di Dio…
in ascolto della Parola (Mt 1, 18-25)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero
a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto
e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando
queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non
temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo;
ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto
questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la
vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la
sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.
Un Santo come Amico: Beato Pier Giorgio Frassati
BREVE BIOGRAFIA:
Torino, 6 aprile 1901 - 4 luglio 1925
Nasce nel 1901 a Torino in una famiglia della ricca borghesia: suo padre è Alfredo Frassati
noto giornalista e la mamma è Adelaide Ametis affermata pittrice. In un periodo in cui Torino
inizia un accentuato sviluppo imprenditoriale, Pier Giorgio viene a conoscenza delle
difficoltà in cui si dibattono gli operai. Entra in contatto con la povertà: durante il liceo
comincia a frequentare le Opere di san Vincenzo. Amico di tutti, esprime sempre una fiducia
illimitata e completa in Dio e nella Provvidenza ed affronta le situazioni difficili con impegno, ma con serenità
e letizia. Dedica il tempo libero alle opere assistenziali a favore di poveri e diseredati. Si iscrive a diverse
congregazioni e associazioni cattoliche, si accosta con frequenza alla comunione, aderisce alla «Crociata
Eucaristica» e frequenta la Congregazione Mariana che lo inizia al culto della Madonna. Fonda con i suoi
amici più cari una «società» allegra che viene denominata «Tipi loschi», giovani attenti ad aiutarsi nella vita
interiore e nell'assistenza degli ultimi. Muore di poliomelite fulminante il 4 luglio 1925.
Nel giorno della beatificazione, Giovanni Paolo II, grande ammiratore di Pier Giorgio, lo definì il ragazzo
delle otto beatitudini. Disse di lui: «Ad uno sguardo superficiale, lo stile di Pier Giorgio Frassati, un giovane
moderno pieno di vita, non presenta granché di straordinario… In lui la fede e gli avvenimenti quotidiani si
fondono armonicamente, tanto che l’adesione al Vangelo si traduce in attenzione ai poveri e ai bisognosi».
UN ANEDDOTO DELLA SUA VITA
Da alcuni scritti del Beato
 “Ho provato come sono vere le parole di S. Agostino: Signore, il nostro cuore non ha pace finché non riposa in Te.
Infatti stolto è colui che va dietro alle gioie del mondo perché queste sono sempre passeggere e arrecano dolori,
mentre l’unica vera gioia è quella che ci dà la fede… La fede è per me la prima cosa e per essa farò qualsiasi
sacrificio… Solo la fede ci dà la possibilità di vivere”.
 “Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la Verità, non è
vivere, ma vivacchiare… Anche attraverso ogni disillusione dobbiamo ricordare che siamo gli unici che possediamo
la Verità”.
 “La fede datami dal Battesimo mi suggerisce con voce sicura: Da te solo non farai nulla, ma se Dio avrai per centro
di ogni tua azione allora arriverai fino alla fine”.
 “Io vi esorto, o giovani, con tutte le forze dell’anima, ad accostarvi il più possibile alla Mensa Eucaristica; cibatevi
di questo Pane degli Angeli e di là trarrete la forza per combattere le lotte interne, contro le passioni e contro
tutte le avversità!”.
 “L’avvenire è nelle mani di Dio e meglio di così non potrebbe andare”.
Dall’omelia di Papa Giovanni Paolo II durante la beatificazione del 20 maggio 1990
“Nel nostro secolo, Pier Giorgio Frassati, che a nome della Chiesa oggi ho la gioia di proclamare beato, ha incarnato
nella propria vita queste parole di san Pietro “Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a
chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1 Pt 3, 15). La potenza dello Spirito di verità, unito a Cristo,
lo ha reso moderno testimone della speranza, che scaturisce dal Vangelo, e della grazia di salvezza operante nel cuore
dell’uomo. È diventato, così, il testimone vivo e il difensore coraggioso di questa speranza a nome dei giovani cristiani
del secolo ventesimo.
Certo, a uno sguardo superficiale, lo stile di Pier Giorgio Frassati, un giovane moderno pieno di vita, non presenta
granché di straordinario. Ma proprio questa è l’originalità della sua virtù, che invita a riflettere e che spinge all’imitazione.
In lui la fede e gli avvenimenti quotidiani si fondono armonicamente, tanto che l’adesione al Vangelo si traduce in
attenzione amorosa ai poveri e ai bisognosi, in un crescendo continuo sino agli ultimi giorni della malattia che lo porterà
alla morte.
L’odierna celebrazione invita tutti noi ad accogliere il messaggio che Pier Giorgio Frassati trasmette agli uomini del
nostro tempo, soprattutto a voi, giovani, desiderosi di offrire un concreto contributo di rinnovamento spirituale a
questo nostro mondo, che talora sembra sfaldarsi e languire per mancanza di ideali.
Egli proclama, con il suo esempio, che è “beata” la vita condotta nello Spirito di Cristo, Spirito delle Beatitudini, e che
soltanto colui che diventa “uomo delle Beatitudini” riesce a comunicare ai fratelli l’amore e la pace. Ripete che vale
veramente la pena sacrificare tutto per servire il Signore. Testimonia che la santità è possibile per tutti e che solo la
rivoluzione della carità può accendere nel cuore degli uomini la speranza di un futuro migliore.
Ecco l’uomo “interiore”! E tale ci appare Pier Giorgio Frassati. Difatti, tutta la sua vita sembra riassumere le parole di
Cristo che troviamo nel Vangelo di Giovanni: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi
verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14, 23). Egli è l’uomo “interiore” amato dal Padre, perché molto
ha amato! Egli è anche l’uomo del nostro secolo, l’uomo moderno, l’uomo che ha tanto amato! Non è forse l’amore
la cosa più necessaria al nostro XX secolo, al suo inizio come alla sua fine? Non è forse vero che soltanto ciò resta,
senza mai perdere la sua validità: il fatto che “ha amato”?
Un atteggiamento per una vita che cambia: FIDUCIA VERSO DIO E VERSO IL PROSSIMO
- oggi mi propongo per aiutare qualcuno a casa, un familiare, un vicino di casa.
- scelgo un momento per pregare e per ricordare e affidare situazioni e persone che vivono nel bisogno,
nella sofferenza, ecc…
20 dic. Angelo - Annuncio
Racconti dentro il presepe
STELLA
(narratore)
ANGELO
L'amico che vorrei presentarvi oggi è molto speciale…è un messaggero, un inviato…
che ha sempre il compito di andare a dire a qualcuno parole che non sono sue ma
di un altro, lui parla sempre a nome del "Capo"… è uno molto bravo e fidato…ha un
cuore grande e generoso... non si stanca mai di girare da tante persone diverse e
luoghi diversi…
Come lui ce ne sono tanti…e ognuno ha il suo compito speciale…
Oggi vi faccio incontrare e ascoltare la storia di Angelo…
Ciao carissimi amici…in questi giorni avete già sentito parlare di me almeno due
volte...vi ricordate?
Io ho la fortuna di vivere vicinissimo a Dio, di vederlo, ascoltarlo e condividere i suoi
pensieri e i suoi progetti, il Suo Amore e il Suo cuore grande….
Quando Lui mi chiama e mi affida un compito, una missione, per me è motivo di
gioia grande e di speranza perché è una nuova occasione per portare agli uomini
una Buona Notizia, una Parola di Vita, per accendere una luce e illuminare scelte,
decisioni, strade da percorrere….
Per Maria e per Giuseppe è andata così…
Anche per i pastori che ho svegliato nella notte per avvisarli di andare a vedere
Gesù, il Salvatore, che era nato... in una stalla, dentro in una mangiatoia, avvolto in
fasce…
In questa storia… ho vissuto proprio una missione speciale…
Sapevo che non sarebbe stato facile… Quello che annunciavo era molto grande e
molto speciale … non pensate? Voi avreste creduto ad un angelo che vi appare in
sogno e che con il suo annuncio vi stravolge la vita?
Eppure ... Maria, Giuseppe e i Pastori … hanno aperto il loro cuore a ciò che il Signore
chiedeva loro … hanno capito e hanno creduto... e sono andati, si sono fidati…
Auguro anche a voi, piccoli e grandi amici, di preparare il vostro cuore a dire sì, a
fidarvi e andare... come hanno fatto Maria, Giuseppe e i pastori…
Sì, anche per voi Dio ha in serbo grandi cose! Spero che anche voi possiate
ascoltare, accogliere e seguire la voce di Dio…
Andare a vedere, incontrare e raccontare la gioia di aver trovato Dio e aver capito
che sempre sarà con noi…
in ascolto della Parola
Lc 2, 8 - 14
C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la
guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi
furono presi da grande timore, ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia,
che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito
apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più
alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Un Santo come Amico: San Francesco Saverio
BREVE BIOGRAFIA
Xavier, Spagna, 1506 - Isola di Sancian, Cina, 3 dicembre 1552
Studente a Parigi conobbe sant'Ignazio di Loyola e fece parte del nucleo di fondazione
della Compagnia di Gesù. Sacerdote della Compagnia di Gesù, evangelizzatore delle
Indie, nato in Navarra, fu sempre spinto dall’ardente desiderio di diffondere il Vangelo,
annunciò con impegno Cristo a innumerevoli popolazioni in India, nelle isole Molucche e
in altre ancora, in Giappone convertì molti alla fede e, infine, giunto in Cina, si ammalò di febbre e morì. Il
suo corpo fu trasportato a Goa dove ancora oggi si trova. E' il più grande missionario dell'epoca
moderna. Portò il Vangelo a contatto con le grandi culture orientali, adattandolo con sapiente senso
apostolico all'indole delle varie popolazioni.
Paolo V beatificò il Saverio il 21-10-1619 e Gregorio XV lo canonizzò il 12-3-1622. La Chiesa cattolica ne
celebra la festa liturgica il 3 dicembre e lo considera patrono delle missioni.
UN ANEDDOTO DELLA SUA VITA
San Francesco Saverio fu un grande missionario e un grande catechista. E fu grande missionario perché
grande catechista. Questo lo dimostrò nella sua prima missione nell’India meridionale. Nel suo metodo
missionario si impegnò subito per imparare la lingua dei suoi catechizzandi. Ebbe poi una grande
attenzione e dedizione per i bambini e i ragazzi. Proprio per essi preparò dei Catechismi. Per gli adulti
invece creò un “metodo per pregare” e anche un catechismo adatto a loro.
San Francesco Saverio dava grande importanza al ministero della Parola, e questa annunciata con stile
popolare. Lo considerava come il centro di tutta l’evangelizzazione. Lui stesso affermava: “Le vostre
prediche saranno frequenti tanto quanto potranno esserlo, poiché questo è un bene universale da cui si
ottiene molto frutto, servizio a Dio e vantaggio per le anime”.
“I Giapponesi amano ascoltare le cose di Dio”
Verso la metà del 1547 nell’isola di Malacca Francesco Saverio fece la conoscenza di un indomito lupo di
mare, di nome Yajiro, un ex pirata dei mari della Cina. Particolare fondamentale: era giapponese. Questi
gli fece una bellissima descrizione del Cipangu, cioè del Giappone. Yajiro parlava dei propri connazionali
come di un popolo di buona cultura, animato dal desiderio di imparare e dell’interesse anche per le cose
religiose. Francesco ascoltava tutte queste cose, sognando già il suo nuovo campo di apostolato. Voleva
presto rispondere a questo desiderio dei Giapponesi di conoscere “cose nuove su Dio”.
Un atteggiamento per una vita che cambia: ANNUNCIARE O RACCONTARE UNA BUONA NOTIZIA
- mi impegno a raccontare buone notizie, evitando di parlare male di qualcuno o di lamentarmi
- mi impegno a pregare per tutti i missionari che nel mondo annunciano il vangelo
- mi impegno a conoscere e a raccontare la situazione di nostri fratelli, piccoli o grandi, che vivono in altri
paesi
21 dic. Pastori – Stupore e Gioia
Racconti dentro il presepe
STELLA
(narratore)
PASTORE
Ben ritrovati! Sono contenta di rivedervi qui per continuare insieme il cammino e il
racconto della storia di Dio che si fa uomo…
Oggi incontriamo un rappresentante di un gruppo di uomini che erano con il loro
gregge poco distanti dalla Grotta dove Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù avevano
trovato riparo e accoglienza…
Avete capito vero? con gioia grande do la parola ad un Pastore…
Io sono il più piccolo dei pastori … tocca a me, raccontare oggi la magia di quella
sera…vorrei provare a farvi capire non la cronaca di un avvenimento, ma qualche
cosa di quello che quella storia ha lasciato nella mia vita …e in quella di tanti altri
pastori come me…
Eravamo con il nostro gregge nella periferia di Betlemme, l’avevamo appena
radunato su un gran bel prato e tutto era pronto per una notte tranquilla…
Il fuoco acceso per scaldarsi un po’, un giaciglio per riposare un pochino…
sembrava veramente una serata qualunque… in realtà tutto si preparava per una
notte unica e speciale…
La normalità è stata sconvolta da una luce forte ... in questa luce un angelo, si
proprio un angelo…ci credete? Con grande gioia ci avvisava di un cosa grande che
stava accadendo poco distante da noi… il Salvatore, Dio, promesso dai profeti e
atteso dalle genti, si è fatto uomo, si è fatto carne, un bambino nato da una donna,
il re dei Re deposto in una mangiatoia…
Immaginate l’espressione dei volti, lo stupore insieme al timore e alla paura… il non
capire cosa stavamo vedendo con i nostri occhi e udendo con le nostre orecchie…
“Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia!” ci diceva l’angelo… e ricordo il
mio cuore battere così forte come non l’avevo mai sentito… “è nato per voi il
Salvatore!” cosa vorrà dire con queste parole?
Il silenzio che ci avvolgeva era denso di stupore e di timore… eppure... quando lui se
ne é andato… ci siamo guardati negli occhi tutti… e senza dire una parola, senza
troppi ragionamenti, ci siamo ritrovati tutti in cammino per andare a vedere quello
che l’angelo ci aveva detto…
Le sue parole – più grandi di noi – erano state capaci di toccare il cuore, superare i
dubbi e le paure, infondere fiducia e speranza in quel segno e presenza che ci
attendeva…
“ma cosa diciamo?” diceva uno mentre ci avviavamo…
“cosa gli portiamo?” aggiungeva un altro preoccupato di non fare brutta figura…
Qualcuno tornò indietro e prese del pane e formaggio e della frutta….
In pochi minuti trovammo la strada e il luogo dove erano alloggiati un uomo e una
donna con il loro bambino… Sono stati attimi che non dimenticherò mai…
Avete idea di cosa vuol dire stare davanti a Dio che si fa uomo?
Cosa avreste detto o fatto voi?
Io non sono riuscito a dire niente…
Il cuore era colmo di gioia e di amore …
Gioia e amore per qual bambino…e la sua famiglia…
Gioia e amore che ho sentito, in quei pochi attimi, per me, da parte di quel bambino
che, piccolo piccolo, stava già riuscendo a farmi un gran regalo che, ve lo assicuro,
non dimenticherò mai e che ha cambiato la mia vita…
Vi auguro che questa notte magica e santa ... e l’incontro con il bambino Gesù,
riempia di gioia ed amore anche la vostra vita e sia un dono che porti frutto per voi e
per tutti.
in ascolto della Parola
Lc 2, 15 - 20
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: «Andiamo
dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono,
senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo
visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose
dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I
pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era
stato detto loro.
Un Santo come Amico: San Francesco d'Assisi
BREVE BIOGRAFIA
Assisi, 1181/2 - Assisi, la sera del 3 ottobre 1226
Francesco nacque ad Assisi nel 1182, nel pieno del fermento dell'età comunale. Figlio di
mercante, da giovane aspirava a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina. Di
qui la partecipazione alla guerra contro Perugia e il tentativo di avviarsi verso la Puglia
per partecipare alla crociata. Il suo viaggio, tuttavia, fu interrotto da una voce divina che
lo invitò a ricostruire la Chiesa. E Francesco obbedì: abbandonati la famiglia e gli amici,
condusse per alcuni anni una vita di penitenza e solitudine in totale povertà. Nel 1209, in
seguito a nuova ispirazione, iniziò a predicare il Vangelo nelle città mentre si univano a lui
i primi discepoli insieme ai quali si recò a Roma per avere dal Papa l'approvazione della
sua scelta di vita. Dal 1210 al 1224 peregrinò per le strade e le piazze d'Italia e dovunque
accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli chiamava frati, fratelli. Accolse poi la
giovane Chiara che diede inizio al secondo ordine francescano, e fondò un terzo ordine per quanti
desideravano vivere da penitenti, con regole adatte per i laici. Morì nella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1226.
Francesco è una delle grandi figure dell'umanità che parla a ogni generazione. Il suo fascino deriva dal
grande amore per Gesù di cui, per primo, ricevette le stimmate, segno dell'amore di Cristo per gli uomini e
per l'intera creazione di Dio.
UN ANEDDOTO DELLA SUA VITA
Nell'aprile del 1208, durante la celebrazione della Messa alla Porziuncola, ascoltando dal celebrante la
lettura del Vangelo sulla missione degli Apostoli, Francesco comprese che le parole di Gesù riportate da
Matteo (10, 9-10) si riferivano a lui: “Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre
cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo
nutrimento. E in qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se ci sia qualche persona degna, e lì
rimanete fino alla vostra partenza”.
Era la risposta alle sue preghiere e domande che da tempo attendeva; comprese allora che le parole del
Crocifisso a San Damiano non si riferivano alla ricostruzione del piccolo tempio, ma al rinnovamento della
Chiesa nei suoi membri; depose allora i panni del penitente e prese la veste “minoritica”, cingendosi i
fianchi con una rude corda e coprendosi il capo con il cappuccio in uso presso i contadini del tempo e
camminando a piedi scalzi.
Iniziò così la vita e missione apostolica, sposando “madonna Povertà” tanto da essere poi definito “il
Poverello di Assisi”, predicando con l'esempio e la parola il Vangelo come i primi apostoli.
Francesco apparve in un momento particolarmente difficile per la vita della Chiesa, travagliata da
continue crisi provocate dal sorgere di movimenti di riforma ereticali e lotte di natura politica, in cui il
papato era allora uno dei massimi protagonisti.
In un ambiente corrotto da ecclesiastici indegni e dalle violenze della società feudale, egli non prese
alcuna posizione critica, né aspirò al ruolo di riformatore dei costumi morali della Chiesa, ma ad essa si
rivolse sempre con animo di figlio devoto e obbediente.
Rendendosi interprete di sentimenti diffusi nel suo tempo, prese a predicare la pace, l'uguaglianza fra gli
uomini, il distacco dalle ricchezze e la dignità della povertà, l'amore per tutte le creature di Dio e al
disopra di ogni cosa, la venuta del regno di Dio.
Il presepe vivente di Greccio
La notte del 24 dicembre 1223, Francesco si sentì invadere il cuore di tenerezza e di slancio: volle rivivere
nella selva di Greccio, vicino Rieti, l'umile nascita di Gesù Bambino con figure viventi.
Nacque così la bella e suggestiva tradizione del Presepio nel mondo cristiano, che sarà ripresa dall'arte e
dalla devozione popolare lungo i secoli successivi, con l'apporto dell'opera di grandi artisti, tale da
costituire un filone dell'arte a sé stante, comprendente orafi, scenografi, pittori, scultori, costumisti,
architetti; il cui apice per magnificenza, realismo, suggestività, si ammira nel Presepe settecentesco
napoletano.
Dalla lettera di Giovanni Paolo II nell’ VIII centenario della nascita di S. Francesco
Spesso, come è documentato nelle memorie che riguardano gli episodi della sua vita, non riuscì a
trattenere l’impeto della gioia che gli urgeva dentro, tanto che come un cantore errante,
accompagnandosi con bastoncini di legno, imitando i suonatori della cosiddetta “viella” (cf. Tommaso
da Celano, Vita prima sancti Francisci, n. 127: Analecta Franciscana, p. 205), cantava in francese le lodi
di Dio. La gioia, che riempiva il cuore di S. Francesco, è nata dallo stupore con il quale nella semplicità e
nell’innocenza del suo animo contemplava tutta la realtà e gli eventi; ma specialmente nasceva dalla
speranza che alimentava nel cuore e mosso dalla quale esclamava: “Tanto è il bene che mi aspetto,
ch’ogni pena m’è diletto”.
Un atteggiamento per una vita che cambia: STUPORE E GIOIA
- mi esercito a cercare il bello e il buono nelle persone che incontro
- mi impegno a condividere la gioia di altri, a evitare gelosie e invidie o giudizi verso gli altri
- penso a quante piccole o grandi gioie ho ricevuto nella vita, o anche solo in questi giorni, e dico grazie
22 dic.
Il dormiglione – Svegli e Pronti per Dio
Racconti dentro il presepe
STELLA
(narratore)
DORMIGLIONE
Tra i pastori ce n’è sempre uno, in un angolo del presepe, e che oggi vi presento
che...come dire, non è che proprio passi il tempo vegliando…anzi…è il dormiglione…
Un amico strano... che a volte fa la figura di chi è disinteressato…non attento a ciò
che stava accadendo…
Penso che a volte è proprio così… allora, come oggi, ci sono tanti dormiglioni… che
rimangono indifferenti, si lasciano vincere dalla pigrizia e preferiscono disinteressarsi,
non ascoltare e vedere ciò che accade e che potrebbe toccare la propria vita…
Un dubbio però mi rimane... e se non fosse sempre così?
E se il dormiglione, invece, andasse avanti a dormire perché nessuno lo sveglia?
Perché nessuno si ricorda che c'è anche lui da raggiungere e coinvolgere in quella
notte così speciale?
E se lui quell'incontro lo desidera e lo attende ancora e magari ... lo sta sognando nel
sonno di quella notte dove tutto parla di Dio ... anche dentro un sogno?
Ecco a voi... sveglio più che mai... il famosissimo dormiglione…
Ciao…eccomi qui sveglio più che mai… adesso!!
Lo so che siete curiosi... e volete sapere…perché dormivo?… mentre tutti
correvano…per andare a vedere…e a raccontare…
Cosa devo dirvi? è andata così…
Qualcuno direbbe che ognuno ha i suoi tempi e le sue strade… Dio ha le sue... noi le
nostre…
Io quella notte, come sempre, dormivo…già nel tardo pomeriggio ho sentito
fermento in giro… sentivo raccontare di una coppia che era arrivata in città,
cercava alloggio, non aveva trovato posto in nessuna locanda... solo una vecchia
stalla con un bue e un asino li avevano ospitati…
Poi io mi sono addormentato... finché mi è sembrato di percepire gente che correva,
voci forti che annunciavano e invitavano ad andare a vedere…perché era nato…
Ma andare dove? a vedere che cosa? adesso? nooo non ce la posso fare…
E così mi sono addormentato di nuovo… mentre gli altri andavano senza indugio... io
ho dormito senza indugio…
Ma nel sonno… anche in quello più resistente e pesante… Dio può raggiungerti e
parlarti…
L'ha fatto con Giuseppe vi ricordate? So che nella scrittura con altri personaggi
piccoli e grandi si è fatto sentire nel sonno…
Anche io… nel mio solito e costante sonno… che mi teneva lontano spesso dal
mondo, dalle persone e dalla storia e dalle mille occasioni per accogliere doni,
incontrare altre persone, conoscere e mettermi in gioco con le mie qualità e
responsabilità... anche io nel mio sonno quella sera... sono stato raggiunto…
Dio ha voluto raggiungere anche me, è nato anche per me, ha voluto parlarmi
dentro il mio modo di stare e vivere il tempo…
È davvero un Dio per tutti, anche per chi dorme... per che non capisce e non corre
subito da Lui…
Amici... guardatemi nel vostro presepe… io voglio ricordarvi sempre che Dio è per
tutti, è per voi... svegli o dormiglioni…
Provate ad aprire il cuore prima ancora degli occhi… e ascoltare e vedere Dio
vicino a voi…
E ringraziate per voi e per tutti… e pregate e correte a svegliare chi ancora, magari
vicino a voi dorme e non vuole andare a vedere…
Voi, mi raccomando… state pronti… svegli e in attesa… il Signore Gesù è vicino…
in ascolto della Parola
Rm 13,11-13
E questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la
nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino.
Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente,
come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie.
un Santo come Amico: San Luigi Guanella
BREVE BIOGRAFIA:
Fraciscio di Campodolcino, 19 dicembre 1842 - Como, 24 ottobre 1915
Luigi Guanella nacque a Fraciscio di Campodolcino (Sondrio) nel 1842. Nel 1866 divenne
sacerdote. Nella sua attività pastorale avvicinò le esperienze del Cottolengo e di don
Bosco, che incontrò a Torino e con il quale trascorse tre anni. Nel 1881 fondò i Servi della
Carità e le Figlie di Santa Maria della Provvidenza. Presto da Como si diffusero in Italia e anche in America,
Asia e Africa. A Roma, con l'aiuto di Pio X, sorse la basilica del Transito di San Giuseppe. Guanella
intervenne con don Orione nel terremoto della Marsica: gennaio 1915. Morì a Como il 24 ottobre 1915. È
beato dal 1964 e santo dal 2011.
UN ANEDDOTO DELLA SUA VITA
Fiducia in Dio
Diceva: "Al di sotto delle tegole, c'è oscuro, oscuro; bisogna guardare al di sopra. Se non abbiamo
fiducia, la nostra Casa è a terra".
"La Provvidenza ha la sua ora per intervenire: bisogna aver fiducia".
Due cose fanno venir meno la Provvidenza: il peccato e la mancanza di fiducia".
"Il Signore non fa fatica a far avere i mezzi necessari per costruire case e chiese. Occorre Fede".
"Per ricevere a due mani dalla Provvidenza, bisogna dare a quattro mani ai poveri".
Il modo di dormire
Trovandosi, una volta, a Como, Don Guanella, alzatosi di buon mattino, chiamò Suor Marcellina Bosatta e
domandò come mai, per sua disposizione, le suore avevano messo due materassi nel suo letto: uno di
crine e uno di lana. La suora rispose che così era più facile dormire per una persona anziana, quale egli
ormai era. — A me basta un solo materasso, e che sia di crine, così come vuole la povertà. Come è
possibile dormire su due materassi, quando si pensa che tanti non ne hanno neppure uno?
Così, volle sempre che gli fosse messo nel letto un solo materasso di crine, e a volte faceva a meno
perfino di quello, quando credeva opportuno mortificare il corpo. Un giorno, sempre a Como, un
sacerdote dovette salire nella camera da letto di Don Guanella, verso le due e mezzo del pomeriggio. Era
estate, e una persona di riguardo lo cercava per un affare assai urgente. Il prete bussò alla porta.
Nessuno rispose. Bussò ancora, e ancora nessuno rispose. Allora, trovando la porta aperta, entrò, e vide
Don Guanella completamente vestito, addormentato sul pavimento. Quel prete, meravigliato, ne parlò
con un suo confratello, il quale gli assicurò d’aver visto spesso Don Guanella dormire in quel modo, beato,
come se fosse tra le piume.
Ognuno ha una inclinazione naturale ad un particolare compito; questa particolare inclinazione è segno
della vocazione di Dio a quel compito. ( Cfr. L. Guanella, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella Casa Divina
Provvidenza, 1899)
Quando Dio affida a qualcuno un compito, gli dà le grazie necessarie per compierlo bene. (Cfr. L. Guanella, O
Padre! O madre! Secondo corso di fervorini nelle feste del Signore e della Beata Vergine, 1884)
Qualunque impresa, qualunque strada che il Signore ci apre, dobbiamo gettarci dentro ad occhi chiusi,
con grande buona volontà e non risparmiare nessuna fatica purché si possa fare un po’ di bene per noi e
per il nostro prossimo. (Cfr. L. Guanella, Appunti di Esercizi dettati dal Fondatore e altre conferenze ripresi da suor
Caterina Capelli, Conferenza del 15 giugno 1895)
Un atteggiamento per una vita che cambia: SVEGLI E PRONTI PER DIO
- mi alleno a tenere aperti gli occhi per vedere le persone vicine e soprattutto quelle che hanno bisogno
- provo a tenere aperti gli occhi cinque minuti in più prima di dormire o di aprirli cinque minuti prima al
mattino per pregare per i poveri, le persone che soffrono, le famiglie
23 dic. Gesù – Grazie
Racconti dentro il presepe
STELLA
(narratore)
GESÚ bambino
Ciao amici… siamo arrivati ormai alla fine di questo cammino insieme…
Oggi finalmente incontriamo il personaggio principale, Colui che tutti hanno cercato
e anche oggi cercano e attendono... che anche voi state preparandovi ad
accogliere…
Oggi ci racconta qualche cosa di sé e di quella notte Santa e Magica … Gesù
bambino!!
Carissimi amici ciao... eccomi qui…finalmente ci incontriamo...
anche voi mi avete atteso in queste settimane in modo speciale…
avete scelto con fiducia di fare un cammino…per cercarmi e vedermi…
avete fatto spazio nella vostra vita per prepararmi un posto…
vi siete preparati vivendo piccoli o grandi gesti di attenzione, carità, fraternità e
solidarietà verso persone vicine e lontano da voi che avevano bisogno di tempo,
una parola, un po’ di bene e di amore vero e sincero…
Grazie amici…
Grazie perché facendo così siete stati già segno di quell’Amore e quella Vita che io
sono venuto a far conoscere e donare ad ogni uomo…
Continuate così… a vivere volendovi bene come io vi amo…con sentimenti di pace,
mitezza, bontà, pazienza, misericordia, accoglienza, rispetto….
Non è facile lo so… non sempre sarete capiti o troverete sostegno da altri….
lo stile io ve l’ho indicato….fin dalla mia nascita e …se mi conoscete e seguite... in
tutta la mia vita… è il mio stile, lo stile di Dio… fatto di umiltà, amore per tutti fino alla
fine, dando tutto a tutti… dando tutta la vita e tutto l’Amore infinito che lega me al
Padre mio da sempre….
Non spaventatevi... oggi è un giorno di festa e di gioia grande... perché Io sono con
voi, e lo sarò per sempre….
Ci sarò quando sarà bello….
Quando ci sarà gioia grande…
Sarò con voi anche quando voi non mi capirete e troverete…quando ci sarà per voi
il tempo della fatica, del dolore, della paura, della solitudine, della morte…
Quando voi da soli non ce la farete…io sarò con voi …ve lo prometto…
Mi sono fatto uomo, per essere l’Emmanuele, il Dio con voi…
Continuate a camminare con me, insieme tra di voi…
Buon cammino insieme... ora tocca a voi !!
In ascolto della Parola
Lc 2, 1-7
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo
primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire,
ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città
di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi
censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei
i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia,
perché per loro non c'era posto nell'alloggio.
Un atteggiamento per una vita che cambia: GRAZIE
- oggi mi alleno a trovare motivi per dire grazie, per ringraziare Dio, per ringraziare chi mi vuole bene o chi
mi fa un gesto di benevolenza e attenzione….
- oggi mi esercito a dire e fare del bene… per creare situazioni buone e felici, di speranza e di gioia,
consolazione e fiducia….
24 dic./6 Gennaio I magi – Cammino quotidiano
ATTENZIONE:
QUESTO NONO GIORNO LO SI PUÒ UTILIZZARE NELLA FESTA DELL'EPIFANIA - INFANZIA
MISSIONARIA MONDIALE - NEL MOMENTO DI PREGHIERA CON I BAMBINI, I RAGAZZI E LE
FAMIGLIE A CONCLUSIONE DEL TEMPO DEL NATALE E COME INVIO NEL TEMPO ORDINARIO
QUOTIDIANO CON LA GIOIA DEL NATALE
Racconti dentro il presepe
STELLA
(narratore)
RE 1
GASPARE
RE 2
BALDASSARRE
RE 3
MELCHIORRE
RE 1
RE 2
RE 3
RE 1
RE 2
RE 3
RE 1
RE 2
RE 3
RE 1
RE 2
Eccoci qui… insieme, dopo un lungo viaggio di giorni e giorni… abbiamo capito,
credo, che le cose belle e gli incontri speciali chiedono tempo e pazienza per
prepararli … nella semplicità e sincerità del cuore e dei gesti che si vivono….
Se poi l’esperienza è bella e vera…lascia il segno… e non finisce mai... ti cambia un
po’ la vita… ti fa continuare a camminare portando nel cuore la gioia e i doni che
l’incontro fatto ha regalato…
Questo è quello che è successo a tutti quei personaggi che abbiamo conosciuto …
Questo è quello che è successo ad un gruppo di uomini che si sono messi in
cammino da lontano... e seguendo una stella… sono arrivati a Betlemme per vedere
Gesù…
Da molto lontano sono passati di qua per incontrare voi… I Magi….
Buon giorno amici ...io mi sono messo in cammino da Saba, una terra lontana…
Io invece sono partito dal mio regno, Babilonia…
...e io, il più vecchietto dei tre, anche io Re…mi sono messo in cammino perché una
stella, un grande e straordinario segno nel cielo…mi ha mosso a cercare ….
Anche io ...incuriosito da questo segno e da quello che nelle diverse scritture trovavo
e sapevo…mi sono messo in cammino….
È stato bello trovarci insieme lungo il cammino a condividere lo stesso segno che
seguivamo e la stessa storia straordinaria che stava diventando ogni giorno e ogni
passo sempre più nostra…
È proprio vero che insieme è più bello, ci si sostiene, si superano le fatiche piccole e
grandi del cammino, delle persone che si incontrano e ti ostacolano, ti deridono, ti
lasciano solo e senza aiuto …
La nostra Stella ci ha guidato, ci ha protetto passo dopo passo fino a Betlemme
Ognuno di noi aveva con sé un dono particolare da lasciare al nuovo piccolo Re
che cercavamo e che tutte le scritture con i profeti avevano promesso…
Oro, incenso e mirra per omaggiare il Re dei Re di doni preziosi, adorandolo con
rispetto e tanta speranza…
Ma la cosa più bella che vorremmo raccontarvi ... non sono tutti i chilometri fatti ...
ma gli attimi trascorsi davanti a quel Bambino, a quell'uomo e a quella donna che
anche solo a guardarli, stringere loro le mani, abbracciarli… trasmettevano il gusto e
la gioia della Vita e della loro Storia straordinaria…
lasciavano intuire come in tutto quello che stava accadendo e che noi vedevamo
con i nostri occhi e toccavamo con le nostre mani…Dio c'era, era presente, abitava
ogni attimo, donava Gioia e Amore irresistibile e abbondante…
Sconvolgente!! davanti a noi c'era un bambino di pochi giorni, avvolto in fasce in
una mangiatoia, nella povertà e umiltà più grande…proprio lui, così, era il Re dei
Re… il Salvatore, il Messia atteso da tutte le genti…la presenza vera e viva di Dio
fatto uomo…
Difficile da credere… qualcuno non ci ha creduto subito... addirittura qualcun altro, il
Re Erode, ha avuto paura di quel bambino…e voleva ucciderlo…perché un nuovo
Re era pericoloso per il suo trono e il suo potere…
Noi…per fortuna, grazie ad un sogno "speciale"… siamo tornati nelle nostre terre per
un'altra strada... pieni di gioia infinita... il vero dono che noi abbiamo ricevuto da
RE 3
quel bambino e che nessuno ci potrà portare via perché è un dono che custodiamo
nel nostro cuore e che ci fa vivere…
Forza bambini e ragazzi, anche voi, insieme con tutti i più grandi…senza paura
portate i vostri doni a Gesù…..ma soprattutto, oggi, è il giorno più bello per
accorgersi del grande dono che Lui ha fatto a voi: cosa c'è nel vostro cuore? cosa
abita la vostra vita dopo queste feste Natalizie? se nel vostro cuore c'è gioia e amore
grande e vivo… è il segno di Dio che è con voi, abita la vostra vita, vi accompagna
e vi chiede di andare….di raccontare questo incontro e questa gioia…un po' come
abbiamo fatto noi… di custodire questo stile di Dio di stare nel mondo e, con tutti gli
uomini, provare insieme a viverlo ogni giorno… dappertutto e con tutti…Buon
cammino a voi, tutti i giorni….
in ascolto della Parola
Mt 2,1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a
Gerusalemme e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e
siamo venuti ad adorarlo». All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti
i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli
risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà
un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa
la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando
l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la
stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il
bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con
Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso
e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro
paese.
Un Santo come Amico: Beato Giambattista Scalabrini
BREVE BIOGRAFIA:
Fino Mornasco, Como, 8 luglio 1839 - Piacenza, 1 giugno 1905
La sua filosofia di vita era «darsi tutto a tutti». E dalla sua esperienza nacque una congregazione missionarie
tra le più conosciute. Giovanni Battista Scalabrini, nato a Fino Mornasco nel 1839, divenne rettore del
seminario, insegnante e parroco in una zona operaia di Como. Nel 1876, a soli 37 anni, fu chiamato alla
cattedra episcopale di Piacenza. In trent'anni di apostolato indirizzò alla comunità ben 72 lettere pastorali
e visitò per ben cinque volte le 365 parrocchie della diocesi. Era l'epoca di migrazioni verso le Americhe e
lui non poté restare insensibile. Impressionato dalla folla che un giorno vide partire dalla stazione di Milano
iniziò a sensibilizzare le persone verso questo problema.
Passò dalla parola all’azione diretta, fondando il 28 novembre 1887 la congregazione dei Missionari di S.
Carlo (Scalabriniani) con l’intento di dedicarsi completamente all’assistenza spirituale dei numerosi italiani
emigrati in America, nel contempo istituì prima un Comitato di patronato per provvedere alla tutela degli
interessi materiali degli emigrati, che divenne poi la Società S. Raffaele, suddivisa in Comitati locali, dislocati
opportunamente.
La fondazione dei Missionari, che ottenne subito l’approvazione della Santa Sede, cominciò con tre
sacerdoti il 28 novembre dello stesso 1887, e l’anno dopo partì la prima spedizione con 10 membri (oggi gli
Scalabriniani sono oltre 700, presenti in 25 nazioni nei cinque continenti).
In quei giorni mons. Scalabrini incontrò a Castelsangiovanni, nel Piacentino, Francesca Saverio Cabrini che
inaugurava una nuova fondazione delle sue Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, e la invitò, anche a nome
dell’arcivescovo di New York, a collaborare alle missioni in favore degli emigrati italiani, per i quali nel
frattempo papa Leone XIII aveva richiamato la pastorale responsabilità dei vescovi americani.
Qualche anno dopo, lo Scalabrini dava vita ad un suo istituto femminile. L’occasione gliela fornì un suo
giovane missionario tornato dal Brasile con un bambino in braccio perché la mamma era morta sul
bastimento durante la traversata: nel 1895 nascevano le Missionarie di San Carlo per l’assistenza agli
emigranti, le quali oggi sono 850.
Grandioso è stato il contributo culturale dato dagli istituti scalabriniani ai nostri emigrati con la creazione di
migliaia di scuole: «Accanto a ogni chiesa», sosteneva il Fondatore, «deve esserci una scuola». Lui aveva
anche proposto una specie di “servizio civile” - cioè anni di servizio scolastico agli emigrati - in alternativa
al servizio militare per i chierici della sua congregazione, ma il governo di Francesco Crispi lo vietò, temendo
che quei giovani missionari andassero a «predicare la parola papale». Le scuole crebbero
comunque ugualmente e centinaia di migliaia di emigrati e dei loro figli ebbero un’istruzione adeguata.
Il fondatore morì nel 1905 ed è beato dal 1997.
UN ANEDDOTO DELLA SUA VITA
Ma a provocarlo in maniera decisiva per il suo capolavoro apostolico fu una scena di cui fu spettatore un
giorno alla Stazione Centrale di Milano: là si era radunata una folla di poveracci che aspettavano il treno
per Genova o per Napoli, da dove sarebbero salpati per l’America in cerca di lavoro.
Si sapeva che, una volta giunti laggiù, sarebbero stati preda di profittatori e sarebbero rimasti privi di ogni
assistenza materiale e spirituale: infatti venivano ammassati, al loro arrivo, negli slums delle grandi città
statunitensi (dove erano diretti quasi tutti gli emigrati italiani del Mezzogiorno), o nelle immense campagne
dell’America Latina (meta soprattutto di quelli dell’Alta Italia) e impiegati in lavori pesantissimi senza poter
contrattare la paga e gli orari di lavoro, spesso cadendo preda di sfruttatori (tra cui purtroppo non pochi
compatrioti) che speculavano sul loro salario, sull’affitto dell’alloggio e sul vitto.
Un atteggiamento per una vita che cambia: CAMMINO QUOTIDIANO
- mi impegno a pensare e fissare un momento quotidiano dove mi "ricordo" di Gesù, vivo un momento di
preghiera, penso alla sua Parola e Vita
- mi impegno a far diventare viva e concreta, ogni giorno, iniziando dalle cose semplici e quotidiane, la
gioia e la carità che ho vissuto e ricevuto da Gesù nel Natale. Da cosa ricomincio?
CANTO SUGGERITO PER ANIMAZIONE DELLA NOVENA
TUTTA LA TERRA ATTENDE (F. BAGGIO, F. BUTTAZZO, D. RICCI, D. SEMPRINI)
Per ascoltarlo https://www.youtube.com/watch?v=66-THI043qA
MI SI / LA MI / LA SI / MI SI7 DO#- LA
Tutta la terra attende impaziente
MI SI7 MI SI7
che si rivelino i figli di Dio
MI SI DO#- LA
e soffre ancora le doglie del parto:
MI SI7 MI
aspetta il suo Messia.
LA MI LA
Germoglio della radice di Jesse
SI4 SI MI
ti innalzi segno per noi;
SI LA
Vieni Signore a salvare il tuo popolo,
MI SI4 SI MI
dona la libertà.
SI LA
Vieni Signore a salvare il tuo popolo,
MI SI4 SI
dona la libertà. RIT.
LA MI LA
Oh chiave della famiglia di Davide,
SI4 SI MI
ci apri il regno di Dio;
SI LA
vieni Signore rischiara le tenebre,
MI SI4 SI MI
vinci l’oscurità.
SI LA
vieni Signore rischiara le tenebre,
MI SI4 SI
vinci l’oscurità. RIT.
LA MI LA
O stella che fai brillare la notte,
SI4 SI MI
splendi di luce per noi;
SI LA
vieni, Signore, e illumina il misero
MI SI4 SI MI
sana la cecità.
SI LA
Vieni, Signore, e illumina il misero
MI SI4 SI
sana la cecità. RIT.
LA MI LA
Re delle genti sostieni la chiesa,
SI4 SI MI
pietra angolare sei tu.
SI LA
Vieni Signore e salva il tuo popolo,
MI SI4 SI MI
tutta l’umanità.
SI LA
Vieni Signore e salva il tuo popolo,
MI SI4 SI
tutta l’umanità. RIT.
CANTO SUGGERITO PER IL TEMPO DEL NATALE
LA VITA CHE NASCE (F. Baggio - G. Beltrami - E. Selleri)
https://www.youtube.com/watch?v=trIXq7HP8-Y
L’Amore è sceso dal cielo,
Dio con noi, pienezza di vita.
Nei nostri occhi la gioia,
dono tuo, Signore Gesù.
Rit. Ora è la vita vera che nasce
dentro questa storia.
Ora, la parola viva di Dio
è con noi.
In tutto il mondo sentiamo
Voci che annunciano pace.
L’Amore si è fatto uomo
E con noi lui sempre sarà. Rit
Il Figlio, l’Emmanuele,
dona a noi la benedizione.
Promessa di Paradiso,
è Gesù che regna fra noi. Rit
PREGHIERA PER OGNI GIORNO
CANTICO DELLA BEATA VERGINE (Lc 1, 46-55)
L'anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
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