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MEDICINA E SALUTE, SCENARI DAL FUTURO
di
Redazione
18 febbraio 2013
17:34
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L’occhio bionico che spegne il buio e
restituisce la vista
Approvato definitivamente dalla Food and Drug
Administration un dispositivo in grado di ridare la vista a
chi l'ha perduta.
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Vent’anni di ricerche e sperimentazioni, milioni di dollari investiti provenienti da finanziamenti
pubblici o da privati donatori: alla fine, l’occhio artificiale è diventato una realtà, andando ben oltre le
più rosee aspettative “fantascientifiche” degli ultimi decenni. Una realtà che ha anche ricevuto
l’approvazione da parte della Food and Drug Administration, dopo aver già ottenuto da due anni un
semaforo verde anche in Europa, e che quindi potrebbe essere presto disponibile sui mercati,
consentendo così ai pazienti affetti da specifiche malattie dell’occhio.
La protesi oculare si chiama Argus II e viene prodotta dall’azienda californiana Second Sight
Medical Products, la medesima che, qualche anno prima, aveva già messo a punto Argus I: un
dispositivo dalle caratteristiche sommariamente uguali ma meno sofisticato e che aveva dato
qualche problema di tollerabilità in fase di sperimentazione. Argus II è già stato impiantato con
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successo in alcuni pazienti europei (in particolare, ad un signore di Prato operato oltre un anno fa
dagli esperti di chirurgia oftalmica presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana), oltre che su
30 volontari statunitensi per la sperimentazione tra il 2007 e il 2011; e promette di continuare a
collezionare grandi risultati per tutti i soggetti affetti da retinite pigmentosa, patologia genetica
dell’occhio che comporta anomalie nei fotorecettori e conseguente progressiva perdita della vista.
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Il dispositivo offre la possibilità di distinguere luci, forme e movimento, aiutando nel regolare
svolgimento delle operazioni di ogni giorno, anche se al momento soffre ancora di due grossi limiti:
il primo è relativo ai costi esorbitanti (stimabili intorno ai centomila dollari) ma, si spera, potrebbe
essere superato quando e se aumenterà la domanda sul mercato di Argus II; il secondo limite
riguarda il tipo di patologie dell’occhio sulle quali può intervenire il sistema, ridotte al momento
soltanto alla retinite pigmentosa poiché questa non danneggia il nervo ottico. Tuttavia, per quel
milione e mezzo di persone che in tutto il mondo soffrono di tale malattia, grazie all’occhio bionico
si aprono speranze che, fino a ieri, erano semplicemente inimmaginabili.
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Ma come fa Argus II a spazzare via le
tenebre della cecità restituendo la possibilità
di vedere a chi non ce l’ha più? Il suo sistema di
funzionamento prevede l’utilizzo di un paio di
occhiali con integrata microcamera: le immagini
catturate dalla lente esterna vengono
“sintetizzate” in diversi punti principali di
informazioni visuali; tali informazioni sono poi
trasmesse sotto forma di impulsi ai sessanta
elettrodi che vengono impiantati nella retina del
Argus II su uno dei pazienti statunitensi che hanno
paziente e che hanno il compito di sostituirsi
sperim entato il dispositivo
nelle funzioni alle cellule retiniche ormai
compromesse; queste, così, manderanno il
segnale elettrico proveniente dall’esterno, attraverso il nervo ottico, alla corteccia visiva cerebrale.
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