CAPITOLO 5: LA GRANDE GUERRA E LA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA 1. Le prime fasi del conflitto L'attentato di Sarajevo e lo scoppio della guerra 28 giugno 1914: attentato di Sarajevo: morto l'erede al trono asburgico Francesco Ferdinando da parte del serbo Gavrilo Princip. L'austria diete un ultimatum alla Serbia che accettò solo in parte e iniziò la guerra. Il governo russo, filoserbo, rispose mobilitando l'esercito. La Germania diede un ultimatum alla Russia che non accettò e quindi dichiarò guerra ad essa. Le alleanze in campo Triplice intesa: Francia, Gran Bretagna, Russia. Dall'altra parte: Germania, Austria-Ungheria. Il Giappone si schierò con l'intesa (23-08), e l'impero ottomano diede il suo appoggio agli imperi centrali (1-11). l'italia rimase momentaneamente neutrale . L'inizio della guerra sul fronte occidentale Piano militare tedesco (Schlieffen): invasione della Francia passando attraverso il Belgio che era neutrale, per raggiungere con una guerra-lampo Parigi. Il Belgio resistette più del previsto e la Francia organizzò la difesa. I francesi (aiutati dagli inglesi) allontanarono i tedeschi sul fiume Marna nel settembre 1914. Iniziò una guerra di trincea. Il fronte orientale L'esercito russo aveva invaso la Prussia costringendo i tedeschi a fermare i russi nelle battaglie a Tannemberg (23-30/08/1914) e ai laghi Masuri (5-13/9/1914). I russi sconfissero gli austriaci in Galizia. Il sistema industriale russo non era abbastanza sviluppato da mantenere un esercito, nel '15 si verificarono i primi scioperi. Il blocco britannico e la guerra sottomarina L'Inghilterra impose un blocco economico nel 1915 verso la Germania, essa rispose con una guerra sottomarina, es. affondamento del piroscafo inglese Lusitania (7-05-'15) (americano). Gli interventi del 1915 Entrata in guerra della Bulgaria a fianco degli imperi centrali e del Portogallo, Italia, Romania a fianco dell'Intesa. Il 24-05 l'esercito italiano varcò la frontiera con l'Austria guidato da Cadorna, combatterono duramente sull'Isonzo. Il 15-05-'16 Conrad von Hoetzendorf sferrò un'offensiva chiamata Strafexpedition occupando l'Asiago. Gli italiani il 9-08 sferrarono una controffensiva con cui conquistarono Gorizia. Avanzata ferma sul Carso. Le battaglie di Verdun e dello Jutland Verdun (febbraio-luglio-1916) inglesi-francesi vs Germania. Gli inglesi usarono anche i carrarmati e causarono una carneficina. Battaglia sui mari: Jutland (31 maggio- 2 giugno 1916) vinse la Germania ma non riuscì a rimuovere il blocco navale. 2. L'italia in guerra. La “settimana rossa” Insurrezione popolare ad Ancona (anarchici, socialisti e repubblicani). Il 7-06-'14 la polizia sparò su una manifestazione uccidendo tre dimostranti. Fino al 13-06 fu proclamato sciopero generale e susseguirono tumulti ed agitazioni, in essi si distinsero Mussolini (Psi), Malatesta (anarchico) e Nenni (repubblicano pacifista). Le posizioni sull'intervento Fronte interventista: liberal-democratici, obiettivi: conquistare le terre irredente (Trento e Trieste) con una sorta di 4° guerra d'indipendenza. Scelta neutralista: cattolici e socialisti, i primi per motivi religiosi, i secondi per motivi ideologici. Però la maggioranza liberale guidata da Giolitti era convinta che l'Italia avrebbe potuto ottenere vantaggi territoriali attraverso negoziati diplomatici. La grande industria sosteneva la neutralità. Il rafforzamento del fronte interventista Mondo industriale: entrando in guerra si sarebbe rilanciata l'economia slacciandosi dai vincoli dei capitali tedeschi. A questo fronte si unirono i nazionalisti ed anche parte dei socialisti. In particolare il gruppo portato avanti da Mussolini che per questo venne espulso dal partito e fondò il giornale “L'Avanti”. Si unirono anche Marinetti e D'Annunzio. Le “radiose giornate” e il patto di Londra 9-24 maggio 1915: gli interventisti organizzarono un'enorme mobilitazione di folla che costrinse il re a trattare con l'Intesa. Già prima di questo però il 26-04 Sonnino firmò il patto di Londra che prevedeva entro un mese l'entrata in guerra dell'Italia. Il 23-05 si dichiarò guerra all'Austria sperando in una guerra rapida e vittoriosa. Questa azione rispose soprattutto a un'esigenza politica interna per risolvere le tensioni del paese. 3. La guerra totale Un nuovo tipo di conflitto La guerra venne definita “totale” per tre ragioni: 1. Per ragioni geografiche. 2. Da un punto di vista quantitativo. 3. Per ragioni strategiche: questa aveva come obiettivo il potere mondiale. La guerra di logoramento La vittoria era affidata alla capacità di reggere il logoramento di uomini e mezzi in una guerra di posizione basata sulla trincea. La tecnologia aveva reso assurdi gli scontri corpo a corpo a causa delle armi estremamente potenti. Ai soldati veniva chiesta solo l'abilità di sopravvivere. Il papa la definì un'inutile strage. 4. Il 1917 L'intervento statunitense IL 1-02 Hidenburgh dichiarò la guerra sottomarina totale affondando ogni nave delle potenze occidentali, anche se sapeva che avrebbe indotto gli USA ad intervenire. Il 6-04 Wilson dichiarò guerra alla Germania. Motivi: annullare le uniche monarchie rimaste, tutelare i capitali prestati ai membri dell'Intesa. I caratteri ideologici del conflitto La guerra diventò una scelta di “civiltà” tra democrazia e assolutismo. Questo giustifica l'allargamento dell'entrata in guerra di nazioni a fianco dell'intesa: Grecia (27-06), Cina (14-08), Brasile (26-10). la stanchezza dei belligeranti Fra le truppe si diffuse scoramento e rifiuto verso questo conflitto disumano. Ciò generò un clima di “disfattismo” che ebbe come conseguenza diserzioni di massa, insubordinazioni e ammutinamenti. Pure i civili ostacolarono l'efficienza della “macchina bellica”. Va ricordata la mobilitazione degli operai di Torino (26/2708-'17) sottoposti a durissimi ritmi di lavoro. Le voci contro il conflitto I socialisti europei manifestaono contro la guerra. Nel settembre '15 e nell'aprile '16 si approvarono due documenti : manifesto di Zimmerwald e di Kienthal nei quali si ribadì la necessità di una pace senza vinti né vincitori. Pure i cattolici si movimentarono sostenuti dal papa Benedetto XV. La stretta autoritaria dei governi europei Di fronte a questi fenomeni i governi reagirono con una stretta autoritaria. In Francia il comandante delle forze armate nuovo Pètain ristabilì l'ordine nell'esercito, mentre Clemanceau stroncò ogni oppsizione interna. In Germania questi problemi vennerò risolti con un rafforzamento dei poteri militari e con la militarizzazione delle industrie. La sconfitta italiana a Caporetto IL 24-10-'17 gli austriaci sfondarono il fronte a Caporetto e ciò causò la perdita di 100km di terreno oltre che molti uomini. Pure i socialisti compresero la gravità di ciò e sostennero il governo di solidarietà nazionale, presieduto da Vittorio Emanuele Orlando nell'opera di ricostituzione dei reggimenti sotto il comando di Diaz. Per ottenere fiducia promise la distribuzione di appezzamenti di terra ai contadini dopo la fine del conflitto; inoltre chiamò alle armi la classe 1899. 5. La rivoluzione russa La Russia nel conflitto Nel 1917 la rivoluzione bolscevica ebbe come prima conseguenza quella di interrompere le ostilità sul fronte orientale e di consentire all'esercito tedesco di convergere su altri fronti. L'impreparazione tecnica e strategica dell'esercito aveva portato la popolazione a una miseria crescente che creò molte manifestazioni. Ad esse il zar il 26-02 rispose sparando sulla folla. La rivoluzione di febbraio Mentre si verificavano contrasti all'interno dell'esercito la popolazione inferocita prese d'assalto carceri e caserme, liberando detenuti. La rivolta dei soldati e degli operai scoppiò l' 8-03 (23-02 per il calendario ortodosso) provocò l'abdicazione dello zar Nicola a favore del fratello Michele che non accettò. La rivolta divenne così rivoluzione e la guida del potere venne assunta dal comitato temporaneo della duma (camera dei deputati guidata dai liberali) e il comitato esecutivo dei soviet dei lavoratori di Pietrogrado. La duma nominò un governo repubblicano provvisorio affidato a L'vov. Il problema della partecipazione al conflitto Il governo provvisorio voleva proseguire la guerra per incrementare anche il consenso politico e poi dà vita a un'assemblea costituente. Dall'altra parte i soviet volevano la pace immediata e la distribuzione delle terre. All'interno di questo organismo c'erano i menscevichi (minoritari) che avevano l'egemonia politica e avevano assunto il ruolo di opposizione verso il governo borghese liberale, fedeli all'idea che la rivoluzione socialista dovesse rimanere in Russia; poi c'erano i bolscevichi che volevano trasformare la guerra in rivoluzione. Il 304-'17 Lenin, in ritorno dalla Svizzera, enunciò le Tesi di aprile in cui voleva superare il potere della duma e affidarlo completamente ai soviet. Gli insuccessi militari e il tentato colpo di stato A luglio il nuovo presidente del governo provvisorio, il socialrivoluzionario Kerenskij decise di scatenare un'offensiva in Galizia che fallì. Il comandante dell'esercito Kornilov tentò un colpo di stato ma questo tentativo fu sventato dai soviet. Ora solo i soviet e i bolscevichi apparivano l'unica forza in grado di risolvere la grave crisi del paese. A settembre si ebbero le elezioni per il soviet di Mosca in cui i bolscevichi ebbero la maggioranza relativa. Il 9-10 Lenin ritornò dalla Finlandia e approvò la soluzione rivoluzionaria che prevedeva tre punti: la destituzione di Kerenskij e l'assunzione del potere da parte dei soviet, la conclusione della guerra, la distribuzione di terra ai contadini. La rivoluzione d'ottobre Il 7-11 (25-10) Lenin spinse le guardie rosse (corpo militare bolscevico) a impossessarsi dei punti strategici di Pietrogrado. Lenin fece approvare dai soviet la creazione del Consiglio dei commissari del popolo, da lui posseduto e dominato da bolscevichi. Tra il 9 e il 15-11: decreti di novembre: pace senza annessioni né indennità, nazionalizzazione della terra e spartizione ai contadini, controllo degli operai e degli impiegati sulle fabbriche, riconoscere l'uguaglianza di tutti i popoli della russia e il loro diritto all'autodecisione. La costituente e il suo scioglimento le elezioni per l'Assemblea si tennero a fine novembre e segnarono la sconfitta dei bolscevichi; la maggior parte dei voti andarono ai socialrivoluzionari che rappresentavano gli interessi dei contadini. I bolscevichi con un colpo di stato sciolsero l'assemblea e le redini del potere furono in mano al partito bolscevico (dal '18 partito comunista). L'uscita dal conflitto arrivò col trattato di Brest Litovsk (3-03-'18) che costrinse il paese al riconoscimento dell'indipendenza dell'Ucraina, alla perdita di numerosi territori e di circa la metà degli impianti industriali. 6. La fine della guerra. L'attacco degli imperi centrali Nella primavera-estete '18 i tedeschi tentarono di sfondare il fronte spingendo i francesi fino alla Marna, e a giugno alle porte di Parigi. I tedeschi dispiegarono dei mortai con gittata di 120km, gli ango-francesi dispiegarono aerei e carri armati che costrinsero i tedeschi alla ritirata. La controffensiva dell'Intesa il 18-07 i tedeschi vennero sconfitti ad Amiens dagli anglo-franco-americani. Il 29-10 gli italiani sconfissero gli asutriaci nella battaglia di Vittorio Veneto. L'11-11 Carlo d'Asburgo abdicò. Gli austriaci firmarono la resa il 311-'18 a villa Giusti. Il 9/10-11 si formò la repubblica di Weimar che firmò l'armistizio in un vagone situato vicino alla stazione di Rethondes. La conferenza di pace il 18-01-'19 si riunirono a Parigi i soli paesi vincitori. Il presidente Wilson puntava ad affermare il principio democratico dell'autodeterminazione dei popoli come criterio di pace. Alla fine prevalse la posizione di Clemanceau di una “pace cartaginese” in modo da annientare politicamente ed economicamente la Germania. Il 28-06-'19 la Germania firmò il trattato di Versailles. Le condizioni: restituzione dell'Alsazia e della Lorena, perdita delle colonie, pagamento di gravosi danni di guerra, abolizione della leva, rinuncia delle flotte e diminuzione dell'esercito. Il 10-9-'19 l'Austria firmò il trattato di Saint Germain en Laye dove dovette riconoscere l'indipendenza degli stati interni che si stavano formando, l'Austria cedette all'italia l'Alto Adige, Trieste e l'Istria meridionale. Fu ricostituita la Polonia e le fu concesso pure uno sbocco sul mare a Danzica. I territori dell'ex impero ottomano vennero sottoposti all'amministrazione della Francia e soprattutto della Gran Bretagna. La creazione della società delle nazioni Fu creata, promossa dal presidente Wilson, la società delle nazioni con sede a Ginevra. Era un organismo sovranazionale che aveva come fine il mantenimento dell'attuale assetto europeo e la punizione di coloro che non avessero ubbidito alle decisioni collettive attraverso sanzioni. Questo disegno rimase incompiuto a causa dell'autoesclusione di Germania e Russia e degli stessi USA. Sciolta nel '46 e sostituita dall'ONU.