INTRODUZIONE ALL’ECONOMIA
La globalizzazione
Dott. Giovanni Prarolo
Dipartimento di Scienze Economiche - Università di Bologna
10 Febbraio 2017
Cos’è la globalizzazione?
Cos’è la globalizzazione?
• Noi parleremo di economia internazionale,
«globalizzazione» è un termine un po’
troppo inflazionato
• Ramo dell’economia che studia i rapporti
economici fra paesi, dal punto di vista micro
(commercio internazionale) e macro
(macroeconomia aperta)
• Molta micro, poca macro (Rovelli su Euro,
Europa, Brexit, etc.)
Cos’è il commercio internazionale?
• Produzione e scambio di beni e servizi fra
paesi diversi
– Quantificare il fenomeno: è importante?
– Spiegare: che effetti ha sui paesi coinvolti?
Scambio di beni e servizi
• ATTENZIONE! scambio, non acquisto o
vendita: per ora niente (o poca) moneta,
ne parleremo nella parte di macroeconomia
aperta
• Quello che ci interessa infatti non sono gli
euro o i dollari in sé, ma ci interessa poter
scambiare le nostre Lamborghini con gli
iPhone americani (Americani? Vedremo…)
Produzione di beni e servizi
• E perché siamo noi a produrre
Lamborghini e gli Americani a produrre
iPhone?
– Impareremo a ragionare come David Ricardo
nel 1817 (ma non solo come lui)
• Ma soprattutto: stiamo meglio grazie al
commercio internazionale?
Commercio internazionale: numeri
Commercio internazionale: numeri
Commercio internazionale: numeri
XYZ™
XYZ™
What is this?!?
Commercio internazionale: numeri
Perché scambiamo?
• Perché i paesi traggono beneficio dal
produrre e scambiare beni a seconda dei
loro vantaggi comparati
– Per quanto riguarda lo scambio è facile: caso
delle scarpe destre e scarpe sinistre…
– Se quindi scambiare beni diversi ci fa stare
meglio, vediamo perché paesi diversi
producono beni diversi!
Vantaggi comparati
• Concetto fondamentale
– Mi specializzo nella produzione del bene nel
quale ho un vantaggio comparato, cioè
quello in cui il mio costo opportunità è più
basso rispetto a quello degli altri paesi
– Visto che l’economia studia l’utilizzo di
risorse scarse, devo scegliere come
utilizzare al meglio i miei fattori di produzione
(lavoratori, capitale, terra, etc.)
Vantaggi comparati
• Concetto fondamentale
– Mi specializzo nella produzione del bene nel
quale ho un vantaggio comparato, cioè
quello in cui il mio costo opportunità è più
basso rispetto a quello degli altri paesi
– Visto che l’economia studia l’utilizzo di
risorse scarse, devo scegliere come
utilizzare al meglio i miei fattori di produzione
(lavoratori, capitale, terra, etc.)
O servizio, o della «parte» di bene (vedi: iPhone e molti altri beni come automobili,
televisori, call center, proofreading): concettualmente non cambia nulla!
Vantaggi comparati
• Costo opportunità
– il costo opportunità è il sacrificio che un
operatore economico deve compiere per
effettuare una scelta economica (da
Wikipedia)
– Esempio: se un lavoratore in un giorno può
costruire una unità del bene A o due del bene
B, il costo opportunità di produrre una unità di
A è due unità di B, cioè quello che rinuncio a
produrre
Vantaggi comparati
• I vantaggi comparati possono venire da:
– Diverse tecnologie (idea della macchina a
vapore vs clima favorevole)
– Diverse dotazioni di fattori di produzione
(ingegneri vs operai)
– Economie di agglomerazione (Silicon Valley,
Automotive, Orologi, etc.)
Vantaggi comparati
• I vantaggi comparati per Ricardo:
produzione svolta solo da lavoro
Vino
Frontiera delle possibilità produttive,
paese X: dipende da tecnologia e indica
che il costo opportunità è relativamente
basso per il formaggio
Valore della produzione
R=V*PV+F*PF
Formaggio
Vantaggi comparati
• I vantaggi comparati per Ricardo:
produzione svolta solo da lavoro
Vino
Frontiera delle possibilità produttive,
paese Y: dipende da tecnologia e indica
che il costo opportunità è relativamente
basso per il vino
Valore della produzione
R=V*PV+F*PF
Formaggio
Apertura al commercio
• I paesi si specializzano nella produzione in
cui hanno un vantaggio comparato
• Possono consumare di più di quello che
potrebbero consumare in autarchia
Ma… stiamo meglio?
• E’ abbastanza facile vederlo nel modello di
Ricardo
• Meno ovvio quando ci sono diversi “attori”
nella produzioni dei beni scambiati
– Lavoro qualificato/lavoro poco qualificato
– Capitalisti/proprietari terrieri
Ma… stiamo meglio?
• Esempio con più fattori: Italia e Marocco
producono pomodori e computer
• In entrambe le produzioni si usano
lavoratori più e meno specializzati, in
diverse proporzioni (fattori di produzione)
• Se possono commerciare, ognuno si
specializzerà nella cosa che gli riesce
meglio: Italia in computer, Marocco in
pomodori
Ma… stiamo meglio?
• Si può dimostrare, con qualche pagina di
calcoli, che:
1. In aggregato, il mondo starà meglio (già
visto con le scarpe)
2. I lavoratori più specializzati staranno meglio
in Italia e peggio in Marocco
3. I lavoratori meno specializzati staranno
peggio in Italia e meglio in Marocco
4.  Problema politico…
Ma… stiamo meglio?
• …e infatti tanti pomodori che potrebbero
essere prodotti in Marocco vengono
prodotti in Europa: perché??
•  Distorsioni nel mercato internazionale
introdotte da dazi, quote, tariffe, etc. (es:
PAC, Politica Agricola Comune, 60 mld
€/anno, circa 40% del budget EU, ora in
ridimensionamento)
Ma… stiamo meglio?
• La risposta finale è SI se pensiamo ai
Paesi nel loro insieme, ma possono
esserci vincitori e perdenti all’interno dei
singoli paesi  possibilità di compensare
• Quindi lasciamo che la torta si espanda e
poi affettiamola come vogliamo, non
invertiamo l’ordine!
Un po’ di Trump-o-nomics…
• Punire chi fa outsourcing & richiamare i
produttori di auto in US
Un po’ di Trump-o-nomics…
• Punire chi fa outsourcing & richiamare i
produttori di auto in US
– Perché distorcere il mercato e impedire che
chi è più bravo a fare una cosa la faccia
(assemblare telefoni, costruire telai,
sviluppare tecnologie, etc.)?
Un po’ di Trump-o-nomics…
• Punire chi fa outsourcing & richiamare i
produttori di auto in US
– Perché distorcere il mercato e impedire che
chi è più bravo a fare una cosa la faccia
(assemblare telefoni, costruire telai,
sviluppare tecnologie, etc.)?
– Scusante per richiamare i produttori di auto
(ma probabilmente The Donald non lo sa…):
economie di agglomerazione
Un po’ di Trump-o-nomics…
• Mexican wall: perché? Chi paga?
Un po’ di Trump-o-nomics…
• Mexican wall: perché? Chi paga?
– Perché? Ridurre l’arrivo di lavoratori lowskilled  meno competizione per i lavoratori
low-skilled americani  salari più alti, MA…
perdita in aggregato (tipo TAXI/UBER)
Un po’ di Trump-o-nomics…
• Mexican wall: perché? Chi paga?
– Perché? Ridurre l’arrivo di lavoratori lowskilled  meno competizione per i lavoratori
low-skilled americani  salari più alti, MA…
perdita in aggregato (tipo TAXI/UBER)
– Chi paga? Visto che il Messico non vuole
pagare, US impone tariffe sui beni messicani
 prezzi si alzano (sia beni messicani che
americani)  il muro lo pagano gli americani!
Commercio internazionale, 632 DC
• Il commercio internazionale, come ogni
altro ramo dell’economia (e di ogni altra
scienza!), serve a dare una risposta ai
“perché?” di cui è disseminata la
conoscenza
• Perché un gruppo di abitanti del deserto in
soli 100 anni ha creato dal nulla un sistema
socio-economico in grado di conquistare e
dominare enormi aree per secoli?
Commercio internazionale, 632 DC
Commercio internazionale, 632 DC
• Usiamo gli strumenti dell’analisi
economica per cercare di dare una
(sempre parziale) risposta
• In particolare, il commercio internazionale
ha giocato un ruolo importante sotto
almeno due punti di vista:
– Arricchimento (di alcuni gruppi all’interno)
dell’Arabia
– Diffusione della religione
Commercio internazionale, 632 DC
• Beduini (tanti, nel deserto) e agricoltori
(pochi, nelle oasi) erano forzati ad essere
dei bravi commercianti  commercio
locale di sussistenza
• “Break strutturale” nel 500 DC: rotte
commerciali est-ovest deviate in Arabia 
possibilità di aumentare fortemente i
guadagni da commercio per i (pochi)
abitanti delle oasi, diventate ora centri del
commercio mondiale
Commercio internazionale, 632 DC
Commercio internazionale, 632 DC
Commercio internazionale, 632 DC
• Necessità di creare istituzioni che
ridistribuissero i vantaggi del commercio dai
pochi ricchi ai molti poveri, così da
evitare espropri da parte di questi ultimi 
religione/costituzione (shari’a) che diluisce
la ricchezza di generazione in generazione
• Con (la specializzazione nel) commercio la
religione ha raggiunto i 4 angoli del vecchio
mondo
Macroeconomia aperta
• (partendo dalla lezione di Vanin…) Come
si determinano i risultati economici
aggregati in contesto di economie
aperte
• Cioè guardiamo nello specifico alle
relazioni tra paesi, usando indicatori
macro specifici: tassi di cambio, tassi
d’interesse, inflazione…
Macroeconomia aperta
• Esempio: guardiamo al mercato delle
valute (Euro, Dollaro, Sterlina, etc.) e
come questo è legato allo scambio di beni
• Qual è il prezzo di una moneta?  tasso
di cambio nominale. Es: quanti $ compro
con 1 €?
• Ma come si determina il tasso di cambio?
Come sempre, attraverso l’incontro fra
domanda e offerta
Macroeconomia aperta
• Procedendo a ritroso, chi determina
domanda e offerta delle singole valute?
• Offerta: banche centrali
• Domanda: investitori
• Le banche centrali determinano quanto
costa detenere moneta nei singoli paesi 
tassi d’interesse e gli investitori decidono
dove investire
Macroeconomia aperta
Esempio: Ago 2007 – Feb 2008:
• US vuole uscire dalla crisi: da settembre
immette dollari quindi abbassa i tassi di
interesse
• Tassi in Europa più alti  investitori
vogliono Euro per comprare titoli Europei
 quindi l’Euro si apprezza rispetto al
Dollaro
• E il tasso di cambio si ripercuote sullo
scambio di beni…
Macroeconomia aperta
• Esempio:
– 1 Lamborghini: 500.000 €
– 1 GM: 50.000 $
– Tasso di cambio iniziale: 1.2 $/€ (= 5/6 €/$)
–  tasso di cambio reale: quante unità del
bene estero posso comprare con un’unità del
bene locale
– 1 Lamborghini  500.000 €  scambio per
1.2 $/€ * 500.000 € = 600.000 $  12 GM
Macroeconomia aperta
– Si apprezza l’Euro: 1.4 $/€  posso comprare
più Dollari con un Euro!
– 1 Lamborghini  500.000 €  scambio per
1.4 $/€ * 500.000 € = 700.000 $  14 GM
– Se la mia moneta si rivaluta, con la stessa
quantità di beni compro più beni esteri!
– …e allora perché tanti politici vogliono
svalutare l’euro/tornare alla lira??
Grazie per l’attenzione!
Giovanni Prarolo
[email protected]