MA CHE MESSA D`EGITTO! Cosa ci fa un prete egiziano a Milanino?

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CHIESA
MA CHE MESSA D’EGITTO!
Cosa ci fa un prete egiziano a Milanino? L’anafora è
un’anfora che sta sull’altare? E l’Aspadicon, cos’è?
Da qualche anno, per aiutare i nostri sacerdoti, in Parrocchia è stato periodicamente presente don Pietro: un
prete egiziano proveniente da Roma dove studiava
“Pastorale giovanile”. Come la nostra Chiesa diocesana
Ambrosiana, anche la Chiesa di don Pietro, la Chiesa
Copta, differisce dalla Chiesa universale di Roma per la
sua tradizione liturgica. Le differenze si notano particolarmente durante la celebrazione della Messa. Lo possono testimoniare i parrocchiani che, in una rovente mattina di luglio (che ricordava molto l’Egitto!), hanno potuto partecipare ad una Messa celebrata da don Pietro
secondo la liturgia della Chiesa di Alessandria. Anche a
beneficio dei lettori de “La Scossa” che a questa Messa
non erano presenti, abbiamo approfondito l’argomento
con don Pietro. Ecco quanto ci ha raccontato.
COPTO, COSA VUOL DIRE ?
Il termine “Copto” designa oggi, esclusivamente, il cristiano d’Egitto. Ma comprende di fatto una triplice realtà: etnica, religiosa e linguistica. In verità Copto è sinonimo di
Egiziano. Gli eruditi che si sono consacrati, a partire dal
XVI secolo, allo studio dell’Egitto cristiano hanno applicato l’aggettivo a tutte le manifestazioni della sua cultura: si
è così parlato di liturgia copta, di arte copta, e, soprattutto,
di lingua copta (simile alla lingua greca NdR).
[Cristian Cannyer, I Copti, ed Libreria Editrice Vaticana,
Città del Vaticano – 1994 pp. 7-8]
LA STORIA
La Chiesa Copta è una delle Chiese Orientali di origine
apostolica. Secondo la tradizione, l’origine del Patriarcato
di Alessandria risale a S.Marco. Questo Patriarcato, grazie
anche ai suoi grandi padri e teologi come Cirillo di Alessandria, Atanasio e tanti altri, gioca un ruolo importante all’interno della Chiesa Universale durante tutti i primi cinque secoli dell’era Cristiana. Nell’anno 451 con il Concilio
di Calcedonia (città della Turchia, di fronte all’odierna Istambul sulla sponda orientale dello stretto del Bosforo) c’è
stata la prima divisione all’interno della Chiesa Copta. La
maggioranza del popolo egiziano ha seguito il patriarca Discor la cui Chiesa ha preso il nome di Chiesa Copta Ortodossa. Altri hanno seguito l’Imperatore e sono diventati
Copti Cattolici. Oggi la Chiesa Copta Cattolica conta quasi
210.000 fedeli. La governa il Patriarca Stephanos II con 7
Vescovi e 200 sacerdoti Eparchiali (cioè diocesani; eparchia significa diocesi). Tutti insieme dirigono la Chiesa collaborando pastoralmente con due congregazioni di religiose
locali (la congregazione del “Sacro Cuore” e quella del
“Sacro Cuore di Gesù e Maria”) e con alcuni ordini e congregazioni di religiosi e religiose latini (Salesiani, Comboniani, Francescani...). Se la ricchezza dell’iconografia è più
appariscente, al centro della spiritualità dei Cristiani d’orien
te è la liturgia. Segnata dalla semplicità monastica, essa incarna tutta la grande ricchezza teologica e catechetica di
questa Chiesa che si scopre solo partecipando ad un suo rito.
I CRISTIANI COPTI: CATTOLICI ED ORTODOSSI
I Copti Cattolici di rito orientale
sono legati alla Chiesa di Roma. Per questo, in seguito ad un’apposita autorizzazione, don Pietro ha potuto celebrare la Messa col nostro rito.
I Copti Ortodossi
invece ne sono separati. Ad esempio non riconoscono il dogma dell’Immacolata
Concezione di Maria o il primato del Papa (il loro attuale Patriarca è Shenouda
III). Per questo non sono possibili concelebrazioni ecumeniche con i Cattolici.
La Santa Messa di San Basilio il Grande
Santa Messa di San Basilio il Grande
Dalle pareti della Cattedrale di Alessandria d’Egitto gli ori delle icone rilucono nella
penombra e nel silenzio dell’attesa. Poi il coro intona l’Inno a Cristo, Re della Pace ed
ecco entrare la processione. La apre il crocifero, seguono i chierici con triangoli e cembali, i presbiteri, i vescovi ed infine Sua Beatitudine, il Patriarca Stephanos II. Cominciano i riti di preparazione dell’altare. E’ la festa di S. Basilio il Grande (nato a Cesaréa
in Cappadocia, l’odierna Turchia centrale) perciò non si usano le Ostie come nelle
Messe feriali, si sceglie invece il Qorban, una pagnotta rotonda con incisa la Croce. Il
Patriarca purifica le proprie mani con l’acqua poi guida la processione dei Santi Doni
attorno all’altare, benedice le offerte ed eleva il triplice ringraziamento e la preghiera
di oblazione, detta di S. Marco. Ma sono passati i secoli XI e XII, e la preghiera di asSegue a pag. 13 >
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n. 3 - settembre 2002
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