L`economia dell`Europa e dell`Italia

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L’ECONOMIA IN EUROPA E IN ITALIA
Le attività economiche sono quelle a cui le persone si dedicano.
Sono divise in tre settori, più un quarto recentissimo aggiuntosi grazie allo sviluppo
tecnologico.
Il lavoro consente a una famiglia di produrre ricchezza per sé tramite il reddito dato
dagli stipendi e dalle proprietà di una famiglia che rappresentano il patrimonio.
Quindi RICCHEZZA DELLA FAMIGLIA è data da REDDITO + PATRIMONIO.
Ma anche lo STATO grazie ai settori dell’economia produce ricchezza.
La ricchezza dello Stato è il PIL, il Prodotto Interno Lordo, cioè il valore di tutti i beni e
i servizi prodotti in un anno in uno Stato (che si misura in dollari). Se divido questa cifra
per il numero dei cittadini dello Stato ottengo il reddito pro capite. Ma attenzione:
nella realtà non tutti i cittadini hanno la stessa ricchezza!
E allora come si fa a sapere se in uno Stato si vive bene?
Si calcola l’ISU, Indice di Sviluppo Umano, che ci dice la qualità della vita: se ci sono
servizi per tutti, istruzione, se si vive a lungo o meno.
Ricapitolando:
PIL: Prodotto Interno Lordo, valore di tutti i beni e i servizi prodotti in un Paese
in un anno.
REDDITO PRO CAPITE: valore medio che divide il PIL tra tutti i cittadini dello
Stato. Non è un dato reale della ricchezza dei cittadini.
ISU: Indice di Sviluppo Umano, è la vera qualità della vita dei cittadini data da
una serie di fattori come la scolarizzazione, l’istruzione, la sanità, la durata
media della vita…
I SETTORI DELL’ECONOMIA EUROPEA
PRIMARIO: comprende attività legate allo sfruttamento dell’ambiente naturale.
AGRICOLTURA, SFRUTTAMENTO DEI BOSCHI E ALLEVAMENTO. In passato,
l’uomo con la sua fatica e i suoi strumenti era il vero attore in agricoltura; oggi
l’agricoltura è diventata moderna e meccanizzata. I pochi uomini impiegati sono
aiutati dalle macchine.
In EUROPA tutte le attività agricole sono meccanizzate, l’agricoltura occupa il 40%
della superficie disponibile e appena l’8% dei lavoratori.
I boschi occupano il 30% della superficie europea; la metà sono sfruttati per la
silvicoltura (produzione di legno e derivati), specialmente nel nord Europa.
L’allevamento di bovini (mucche) e suini (maiali) è tipico delle grandi pianure
europee, dove si pratica un allevamento intensivo (che utilizza tecniche industriali
e scientifiche per ottenere la massima quantità di prodotto al minimo costo e
utilizzando il minimo spazio); l’allevamento di ovini (pecore) e caprini è tipico, per
esempio, dell’area atlantica, specialmente della Gran Bretagna, ed è un
SECONDARIO: comprende le attività industriali; ne fanno parte l’estrazione di
materie prime (industria mineraria), la trasformazione dei prodotti agricoli e delle
materie prime in semilavorati e prodotti finali (industria manifatturiera), l’industria
energetica e delle costruzioni (edilizia).
L’Europa era in passato il continente più industrializzato del mondo, quello in cui è
cominciata, a partire dal Regno Unito, la Rivoluzione industriale. Oggi l’industria
non coinvolge più la maggior parte dei lavoratori, anche a causa della crisi
economica mondiale del 2008 e la concorrenza di paesi emergenti di altri continenti
(es. la Cina in Asia). Molto spesso le industrie europee delocalizzano la produzione,
la spostano cioè dove costa meno investire in essa. Quindi la disoccupazione in
Europa del settore industriale sta aumentando.
Ci sono vari tipi di industrie:
Di base o pesante: tutte le attività che lavorano le materie prime, come
quella siderurgica e metallurgica (che trasforma ferro e metalli estratti dalle
miniere), meccanica, chimica e petrolchimica.
Di trasformazione o leggera: produce beni consumabili, come l’industria
alimentare (trasforma i prodotti agricoli), automobilistica (produce auto),
tessile, cantieristica (produce navi), industria del legno, degli elettrodomestici,
delle costruzioni, …
Avanzata: utilizza tecnologie avanzate per produrre, come l’informatica e
l’elettronica, le telecomunicazioni e l’industria aerospaziale.
In Italia: un terzo dei lavoratori italiani (29%) è impiegato nel secondario. Le
maggiori industrie sono nate dagli anni ’50 in poi nel triangolo industriale Milano,
Torino, Genova e si sono diffuse dopo gli anni ’80-’90 in Veneto e Friuli. Al sud il
settore secondario è sempre stato in difficoltà. Si tratta in generale di piccole e
medie imprese.
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TERZIARIO: comprende i servizi pubblici (sanità, scuola, amministrazione) e privati
(banche, assicurazioni), i trasporti, il commercio (negozi di vendita) e il turismo.
Il terziario è in crescita dal secondo dopoguerra, è il primo settore in Europa e
occupa il più alto numero di addetti. Numerosi sono i servizi pubblici e privati; il
commercio è sia interno (all’interno dello Stato) e estero (importazioni ed
esportazioni); nelle capitali e nei paesi del sud Europa è molto importante il
turismo con bellezze naturalistiche, architettoniche, ecc. In Europa c’è
un’efficiente rete di comunicazioni sia per lo spostamento di persone che di
merci: l’80% delle persone e delle merci si spostano su strada; le ferrovie sono
sviluppate specialmente nel centro Europa, con linee ad alta velocità, il trasporto
marittimo è legato sia al turismo (crociere) che allo spostamento di merci, in
genere nel nord Europa. Dagli anni ’50 in Italia è molto sviluppato il trasporto
aereo, incrementato grazie ai voli low cost.
In Italia: il 65% delle persone lavora nel terziario, che contribuisce per circa due
terzi al PIL. L’Italia è ai primi posti nel turismo, la rete stradale è molto
sviluppata, meno quella ferroviaria e marittima; gli aeroporti sono 40.
TERZIARIO AVANZATO O QUATERNARIO: si sviluppa dal terziario e riguarda la
finanza (la Borsa, cioè il luogo dove avvengono gli scambi finanziari, dove si vendono
e comprano azioni delle imprese), politica (i governi nazionali), culturale (industria dei
media, dello spettacolo e della cultura in generale), la ricerca e lo sviluppo in molti
settori e l’uso di Internet, che ha velocizzato comunicazioni e scambi (pensiamo all’ecommerce, il commercio di beni a distanza su Internet).
In Italia si concentra in grandi metropoli come Milano (Borsa, industria editoriale
e dei media) e Roma (sede del Parlamento e di tutti gli organi dello Stato).
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