LE BUSSOLE / 143 STUDI LINGUISTICO-LETTERARI 1a edizione, luglio 2004 © copyright 2004 by Carocci editore S.p.A., Roma Finito di stampare nel luglio 2004 per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali Srl, Urbino isbn 88-430-3097-3 Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico. I lettori che desiderano informazioni sui volumi pubblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a: Carocci editore Via Sardegna 50 00187 Roma. tel 06 42 81 84 17 fax 06 42 74 79 31 Visitateci sul nostro sito Internet: http://www.carocci.it Silvia Luraghi Anna M. Thornton Linguistica generale: esercitazioni e autoverifica Carocci editore Indice Premessa 7 1. Semiotica 11 1.1. 1.2. 1.3. Tipi di segni 11 Proprietà dei codici 20 Arbitrarietà e iconicità nei codici linguistici 24 2. Fonetica e fonologia 27 2.1. 2.2. 2.3. 2.4. 2.5. 2.6. 2.7. 2.8. 2.9. 2.10. Apparato fonatorio 27 Classi di suoni 27 Meccanismo articolatorio 28 Trascrizione ipa 30 Rapporto ortografia-fonologia 31 Distribuzione 31 Coppie minime 33 Allofoni 34 Regole fonologiche 36 Struttura della sillaba 38 3. Morfologia 3.1. 3.2. 3.3. 3.4. 3.5. Lemmi, forme e occorrenze 39 Scomposizione morfologica e allomorfia 40 Tipi morfologici 41 Derivazione e composizione 44 Paradigmi flessivi 47 4. Sintassi 51 4.1. 4.2. Struttura sintagmatica 51 Valenza verbale, funzioni sintattiche e ruoli semantici 53 39 5 4.3. 4.4. 4.5. Frasi complesse 55 Ordine dei costituenti 57 Coreferenza 60 5. Lessico, semantica e pragmatica 61 5.1. 5.2. 5.3. 5.4. 5.5. 5.6. 5.7. 5.8. Rapporti di significato 61 Tratti semantici 62 Meccanismi di estensione del significato 63 Riferimento 67 Meccanismi di arricchimento del lessico 67 Funzione degli enunciati 71 Struttura tematica 75 Presupposizioni 75 6. Soluzioni 6.1. 6.2. 6.3. 6.4. 6.5. Semiotica 77 Fonetica e fonologia 82 Morfologia 94 Sintassi 110 Lessico, semantica e pragmatica 124 77 Appendice 1 133 Appendice 2 135 Bibliografia 6 137 Premessa Negli ultimi anni, l’insegnamento della linguistica nei corsi universitari ha subito cambiamenti notevoli. In parte, si tratta di una sorte comune anche ad altre materie, dovuta all’introduzione dei corsi brevi (cosiddetti moduli), della durata di 24-36 ore, nell’ambito dei quali spesso ci si trova ad affrontare la materia a cui era dedicato prima un intero corso semestrale (o, in certi casi, perfino annuale). Un secondo motivo di mutamento è l’introduzione sempre più diffusa della linguistica generale come materia curricolare in tutti i corsi di studio dell’area umanistica, linguistica e delle comunicazioni. In molti casi, pensiamo soprattutto a corsi di studio come Scienze della comunicazione o Scienze dei beni culturali, il corso di base di linguistica generale rimane per gli studenti l’unico approccio alla linguistica in tutto il periodo per lo meno della laurea di primo livello: tale disciplina manca dunque di un contesto didattico più ampio, come quello che si può ipotizzare per i corsi di studio in Lingue straniere o in Lettere. L’isolamento dalle altre materie, insieme con il limitato numero di ore di insegnamento, rende urgente la necessità di strumenti didattici adeguati, che vengano incontro sia alle esigenze degli studenti, che devono contare su supporti semplici e chiari, sia a quelle dei docenti, che necessitano di materiale di approfondimento gestibile con facilità per esemplificazioni ed esercitazioni. La nostra esperienza di insegnamento in corsi di breve durata e con un numero consistente di studenti ci ha convinto della necessità di ripensare l’attività didattica non solo in termini di contenuti delle lezioni cattedratiche, ma anche per quanto riguarda le parti di supporto, per le quali ci sembra sempre più importante fornire agli studenti strumenti autonomi, che possano favorire anche lo studio individuale. Da questa convinzione, e dal nostro interesse sempre vivo per una didattica interattiva, è nato il progetto del libro che ora vede la luce. Rispetto al volume di esercizi di linguistica da noi precedentemente curato insieme con Miriam Voghera, questa seconda raccolta non 7 si vuole proporre come un’alternativa tout court: piuttosto, vogliamo sottolineare i diversi scopi, e in buona parte anche i diversi contenuti, dei due volumi. Se il libro che stiamo ora presentando è pensato per corsi di breve durata, con possibilità e anche necessità di approfondimento limitate, il precedente rimane a nostro avviso valido per i corsi dedicati a studenti che necessitino di maggiore approfondimento. I contenuti dei due volumi sono infatti, come dicevamo, in buona parte diversi. Per questo nuovo libro abbiamo voluto aggiungere un intero capitolo, il primo, dedicato alla semiotica, che può aiutare a collegare la linguistica anche con altre materie curricolari (semiologia o semiotica, appunto) spesso presenti nei corsi di studio degli studenti di area umanistica o comunicativa. Abbiamo invece rinunciato completamente alla parte di linguistica storica, che viene affrontata da studenti cui si richiede in generale una preparazione molto più ricca nel campo delle discipline linguistiche, i quali potranno continuare a utilizzare il nostro libro precedente. Per quanto riguarda gli altri capitoli, dedicati ai vari livelli linguistici, abbiamo cercato di fornire un numero maggiore di esercizi di base, evitando quelli troppo complicati che richiedessero conoscenze avanzate. I dati presentati sono presi per lo più dall’italiano e in parte più limitata dall’inglese; solo alcuni punti, ad esempio il rapporto fra fonologia e grafia, sono approfonditi con dati provenienti da altre lingue europee. Non abbiamo però rinunciato del tutto a presentare dati di lingue tipologicamente diverse: sia nel capitolo dedicato alla morfologia sia in quello dedicato alla sintassi, un piccolo numero di esercizi propone dati che possono essere usati per favorire la riflessione sulla varietà delle lingue del mondo. Una caratteristica di questa raccolta che a noi sembra rilevante è poi l’ampiezza dei materiali forniti nel testo degli esercizi: questi possono essere usati, oltre che per l’esercitazione in senso stretto, anche come supplemento di esemplificazione, che può integrare i manuali di uso più comune. Al converso, il volume può anche essere utilizzato indipendentemente dalla lezione del docente, dagli studenti che vogliano approfondire uno specifico argomento nello studio individuale: a questo scopo, gli esercizi sono corredati di soluzioni, 8 che spesso si configurano come vere e proprie spiegazioni della materia trattata. Data la vastità dei dati italiani presentati, pensiamo che questo volume abbia anche un secondo possibile utilizzo importante, cioè quello di fornire materiale integrativo per i corsi di educazione linguistica delle Scuole di specializzazione per insegnanti o delle future lauree specialistiche finalizzate all’insegnamento dell’italiano e di altre materie linguistiche. Gli esercizi che proponiamo sono stati in gran parte elaborati durante i nostri corsi e sono quindi già stati sperimentati a lezione: pensiamo pertanto che il loro livello rispecchi quello generalmente richiesto nei corsi introduttivi di linguistica generale. Inoltre, per renderli fruibili a colleghi e studenti, ci siamo attenute per quanto possibile alla terminologia e al modo in cui le nozioni sono presentate nei manuali di uso più diffuso. In questo modo si dovrebbe evitare nella misura maggiore possibile che lo studente incontri discrepanze fra quanto proposto a lezione e quanto poi presentato in sede di esercitazione. Ringraziamo amici e colleghi con cui, nel corso degli ultimi anni, abbiamo avuto scambi di idee sulla preparazione e l’utilizzazione degli esercizi nell’insegnamento della linguistica, in particolar modo Nicola Grandi, Luca Lorenzetti, Davide Ricca, Giancarlo Schirru e Miriam Voghera, nonché un vasto gruppo di colleghi e informanti, che ci hanno fornito dati di vario genere: Amilcare Buceti, Ursula Doleschal, Ray Fabri, Bernard Fradin, Koldo Garai, Maria Grossmann, Anna Rosa Guerriero, Sabine Kösters Gensini, Edoardo Lombardi Vallauri, Paco Matte Bon, Krista Ojutkangas, Diana Passino, Elisa Perego, Elena Pizzuto, Marc Plénat, Angela Ralli, Soufian Rasguie, Elisa Roma, Paolo Rossini, Renata Savy, Kuniko Shirane, Veli Tören, Maria Luisa Vassallo, Federica Venier, Ann Charlotte Welin. Diana Passino ha raccolto i dati per gli esercizi 33-35 del capitolo 2, e Simone Gozzano ha collaborato alla formulazione dell’esercizio 23 del capitolo 5. 9 Abbreviazioni e simboli Abbreviazioni A abl. acc. Agg. AN Art. Aus. Avv. C Det. F gen. ger. GN IPA loc. N NA NG nom. ogg. attacco, aggettivo ablativo accusativo aggettivo ordine aggettivo-nome articolo ausiliare avverbio consonante, coda determinante frase genitivo gerundio ordine genitivo-nome Alfabeto Fonetico Internazionale (International Phonetic Alphabet) locativo nucleo, nome ordine nome-aggettivo ordine nome-genitivo nominativo oggetto Simboli # + $ s ∼ {} // < > 10 confine di parola confine di morfema confine di sillaba sillaba opposizione fonologica trascrizione fonetica trascrizione fonologica trascrizione ortografica pl. poss. Prep. Prep. Art. pret. progr. Pron. R S SA SAvv. sg. SN sogg. SOV SP SV SVO V VSO plurale possessivo preposizione preposizione articolata preterito progressivo pronome rima sostantivo sintagma aggettivale sintagma avverbiale singolare sintagma nominale soggetto ordine soggetto-oggettoverbo sintagma preposizionale sintagma verbale ordine soggetto-verbooggetto vocale, verbo ordine verbo-soggettooggetto 1. Semiotica 1.1. Tipi di segni Esercizio 1 Dire se i seguenti segni sono icone, indici o simboli. a) Divieto di transito b) Strada sdrucciolevole c) Divieto di accesso d ) Strada deformata 11 e) Il ringhiare di un cane 1995 1991 1993 1989 1985 1987 1981 1983 1979 1975 1977 1971 1973 1969 1965 1967 1961 1963 1959 1955 1957 1951 1953 Numero dei nastri Datazione dei nastri dell'archivio originale 850 800 750 700 650 600 550 600 550 500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 Anni f ) Istogramma del numero delle registrazioni contenute negli archivi del teatro Alla Scala g) Il profumo che proviene da una pentola di arrosto h) Mappa di un quartiere di Milano 12 i) Segno cuneiforme (babilonese) per ‘donna’ l) Pittogramma sumerico per ‘donna’ m) L’orma di un lupo sulla neve Aosta Pisa Potenza Torino Ancona Cosenza Genova Firenze Reggio Calabria Milano Roma Catania Trento Perugia Palermo Udine L’Aquila Cagliari Venezia Pescara Sassari Trieste Napoli Bologna Bari n) Il tempo in Italia domani alle ore 6 (da KataWeb Meteo, 27 dicembre 2003) Esercizio 2 Come avviene la significazione: a) attraverso un indice? b) attraverso un simbolo? c) dei due procedimenti in a e b, quale possiamo definire di tipo metonimico e quale di tipo metaforico? d ) dalla risposta data in c consegue che i tre tipi di segni (indici, icone e simboli) possono essere raggruppati in due gruppi: come? Esercizio 3 Dire se i seguenti gesti di udenti sono iconici o simbolici. 13 14 a) Agitare la mano in segno di saluto b) Aprire e chiudere la mano in segno di saluto c) Fregarsi le mani per esprimere soddisfazione d) Fare le dita a V in segno di vittoria e) Passarsi la mano sotto il mento per esprimere indifferenza f) Battere le mani per esprimere approvazione g) Agitare la mano a palmo in giù per invitare ad avvicinarsi h) Mettere l'indice davanti alla bocca per invitare a fare silenzio Esercizio 4 Di seguito si presentano le immagini stilizzate di alcuni segni appartenenti alla lis, la Lingua dei segni italiana, utilizzata nella comunità dei non udenti. Dire per ciascun segno se la relazione tra il suo significante e il suo significato è di tipo iconico o arbitrario. a) Dattilografia, macchina da scrivere 15 b) Cinque c) Diecimila 16 d ) Tram e) Tagliare con le forbici 17 f ) Zio g) Residenza/Scommessa 18 h) Benzina Esercizio 5 Nella figura si esemplifica l’evoluzione dei segni pittografici sumerici per ‘pesce’, ‘bue’ e ‘uccello’ fino a divenire segni cuneiformi. Nelle tre fasi rappresentate, i segni sono icone o simboli? Quale fenomeno favorisce il passaggio da rappresentazione iconica a rappresentazione simbolica? Pittogramma Pittogramma Segno ruotato cuneiforme 19 Esercizio 6 Nella figura sono esemplificati gli smilies (o emoticons) scritti con la tastiera e le corrispondenti icone. Confrontando questi dati con quelli dell’esercizio precedente, osservare le somiglianze nell’evoluzione dei segni dovute ai mezzi di scrittura. Gli emoticons prodotti con la tastiera sono rappresentazioni iconiche o simboliche? :¯) :¯( “sono allegro” “sono triste” 1.2. Proprietà dei codici Esercizio 7 Scomporre le seguenti frasi in unità di prima e quindi di seconda articolazione. a) sono in casa b) oggi parto Esercizio 8 Nelle seguenti serie di segnali stradali possiamo riconoscere un principio di combinazione che avvicina l’uso di forme e simboli alla doppia articolazione del linguaggio. Descriverlo. a) 20 Prescrizione: svolta a sinistra obbligatoria Pericolo: curva a sinistra pericolosa b) Divieto di transito ai pedoni c) Divieto di transito con bicicletta Zona pedonale Pista ciclabile Pericolo per attraversamento ciclisti Divieto Fine di divieto Divieto di sorpasso Fine del divieto di sorpasso d) Esercizio 9 Di seguito presentiamo alcuni codici di diverso tipo. Per ciascuno di essi, rispondere alle seguenti domande. 21 • • • • Qual è la materia del piano del contenuto di questo codice? Su quale canale viaggiano i segnali di questo codice? Questo codice è dotato della proprietà della doppia articolazione? Se sì, quali sono le unità di seconda articolazione? E quali le unità di prima? • I segni di questo codice sono di numero finito o potenzialmente infinito? • La relazione tra significati e significanti dei segni di questo codice è di tipo iconico o di tipo arbitrario? È dello stesso tipo per tutti i segni del codice o varia? a) Codice Morse Lettera Morse Lettera Morse Cifra Morse A B C D E F G H I J K L M ·− −··· −·−· −·· · ··−· −−· ···· ·· ·−−− −·− ·−·· −− N O P Q R S T U V W X Y Z −· −−− ·−−· −−·− ·−· ··· − ··− ···− ·−− −··− −·−− −−·· 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 −−−−− ·−−−− ··−−− ···−− ····− ····· −···· −−··· −−−·· −−−−· Lettera Morse Segno di punteggiatura Morse Ä Á Å Ch É Ñ Ö Ü ·−·− ·−−·− ·−−·− −−−− ··−·· −−·−− −−−· ··−− Punto Virgola Due punti Punto interrogativo Apostrofo Trattino Barra di frazione Parentesi Virgolette ·−·−·− −−··−− −−−··· ··−−·· ·−−−−· −····− −··−· −·−−·− ·−··−· 22 Se la durata di un punto è fatta eguale a un’unità, la durata di una linea è tre unità. Lo spazio tra i componenti di un carattere è un’unità, quello tra caratteri è tre unità, e quello tra parole è sette unità. Per indicare che si è commesso un errore e che il ricevente deve cancellare l’ultima parola, inviare ........ (otto punti). b) Alfabeto manuale 23 c) Codice degli atteggiamenti dei cani 1 3 2 4 5 6 Gli atteggiamenti della coda comunicano differenti messaggi: 1. fiducia in sé 2. minaccia 3. indifferenza 4. incertezza 5. sottomissione amichevole 6. sottomissione 1.3. Arbitrarietà e iconicità nei codici linguistici Esercizio 10 Tenere presente la seguente tabella, proposta da Hjelmslev (1968, p. 58) per illustrare la differenza nella forma del piano del contenuto dell’inglese e del gallese nell’area della denominazione dei colori. Inglese Gallese green gwyrdd blue gray glas brown 24 llwyd Sulla base dei dati forniti di seguito, riguardanti una parte del lessico di parentela in svedese e in latino, completare le due tabelle che illustrano le differenze nella forma di quest’area del piano del contenuto tra italiano e svedese e tra italiano e latino. Svedese nonno paterno = farfar nonna paterna = farmor zio paterno = farbror zia paterna = faster nonno materno = morfar nonna materna = mormor zio materno = morbror zia materna = moster Latino nonno paterno = avus nonna paterna = ava zio paterno = patruus zia paterna = amita nonno materno = avus nonna materna = ava zio materno = avunculus zia materna = matertera Italiano Svedese nonno nonna zio zia Italiano Latino nonno nonna zio zia 25 Esercizio 11 Sul modello dell’esercizio precedente, illustrare graficamente le differenze nella forma del piano dell’espressione (relativamente al sistema vocalico) di italiano e spagnolo, in base ai dati presentati di seguito. Sistema fonologico vocalico dell’italiano standard i u e o ε ɔ a Sistema fonologico vocalico dello spagnolo i u e o a Esercizio 12 Nelle coppie di procedimenti elencati sotto, quale si basa su una strategia maggiormente iconica? a1) italiano sg. cane, pl. cani a2) inglese sg. dog, pl. dogs b1) giovane, superlativo giovanissimo b2) giovane, superlativo giovane giovane c1) Lucy ha bussato alla porta e Schroeder le ha aperto c2) Schroeder ha aperto la porta, dopo che Lucy ha bussato 26 2. Fonetica e fonologia 2.1. Apparato fonatorio Esercizio 1 Mettere i seguenti organi fonatori nell’ordine in cui si incontrano partendo dalla laringe e risalendo il canale verso le labbra: alveoli, denti, faringe, labbra, palato duro, pliche vocali (o corde vocali), ugola, velo del palato (o palato molle). Esercizio 2 Indicare quali dei seguenti organi sono articolatori mobili: alveoli, denti, faringe, labbra, lingua, palato duro, pliche vocali, velo del palato. 2.2. Classi di suoni Esercizio 3 Nei seguenti insiemi di parole, identificare e sottolineare quelle che cominciano con un suono che ha le caratteristiche specificate di volta in volta. a) consonante sonora: caffè, tè, vino, birra, latte, whisky, gin, rum b) fricativa sorda: stupido, sciocco, geniale, veloce, fantastico c) occlusiva sonora: rosso, giallo, verde, blu d) affricata: zucchero, saccarina, sciroppo, giulebbe e) consonante labiale: Paolo, Barbara, Franco, Maria, Laura, Walter Esercizio 4 Identificare e sottolineare, entro ciascun gruppo di parole, quella che inizia con un suono che non appartiene alla stessa classe degli altri. a) Fabio, Sergio, Claudio, Walter b) Mario, Nino, Toni, Maura c) Zosimo, Giorgio, Gaetano, Cinzia 27 d) Anna, Elena, Isabella, Iole, Orietta, Ulisse e) Paolo, Sergio, Franco, Claudio, Giorgio Esercizio 5 Quale caratteristica hanno in comune i suoni iniziali delle parole di ciascun gruppo? a) Marco, Nausicaa, Gneo b) Sandro, Franco, Walter c) Teo, Donatella, Nadia d) Christian, Gaia, Carla 2.3. Meccanismo articolatorio Esercizio 6 Quando pronunciamo il suono {k}: le pliche vocali vibrano il velo del palato è abbassato l’apice della lingua tocca il velo del palato vero falso vero falso vero falso vero falso Esercizio 7 Quando pronunciamo il suono {f}: le pliche vocali vibrano il velo del palato è abbassato i denti inferiori toccano il labbro superiore Esercizio 8 Quando pronunciamo il suono {u}: le pliche vocali vibrano il velo del palato è abbassato le labbra sono protruse Esercizio 9 Quando pronunciamo il suono {Õ}: le pliche vocali vibrano il velo del palato è abbassato i denti superiori toccano il labbro inferiore 28 Esercizio 10 Quando pronunciamo il suono {d}: le pliche vocali vibrano il velo del palato è abbassato l’apice della lingua tocca i denti superiori vero falso vero falso vero falso vero falso vero falso vero falso Esercizio 11 Quando pronunciamo il suono {z}: le pliche vocali vibrano il velo del palato è abbassato l’apice della lingua tocca gli alveoli Esercizio 12 Quando pronunciamo il suono {S}: le pliche vocali vibrano il velo del palato è abbassato la lingua è solcata la lingua si avvicina all’area palato-alveolare Esercizio 13 Quando pronunciamo il suono {h}: le pliche vocali vibrano il velo del palato è abbassato la lingua si avvicina all’area palato-alveolare Esercizio 14 Quando pronunciamo il suono {R}: le pliche vocali vibrano il velo del palato è abbassato la lingua è in posizione di riposo l’ugola vibra Esercizio 15 Quando pronunciamo il suono {?}: le pliche vocali vibrano il velo del palato è abbassato 29 l’ugola vibra i denti non partecipano alla produzione del suono vero falso vero falso vero falso Esercizio 16 Quando pronunciamo il suono {c}: le pliche vocali vibrano il velo del palato è abbassato il dorso della lingua tocca il palato duro Esercizio 17 Quando pronunciamo il suono {Æ}: le pliche vocali vibrano il velo del palato è abbassato il dorso della lingua tocca il palato duro Esercizio 18 Quando pronunciamo il suono {x}: le pliche vocali vibrano il velo del palato è abbassato il dorso della lingua tocca il palato molle 2.4. Trascrizione ipa Esercizio 19 Trascrivere in ipa le seguenti parole italiane. Per ogni parola, dare una trascrizione fonetica nella propria varietà. a) aglio; b) ansia; c) asma; d) azione; e) bacio; f ) barche; g) borsa; h) casa; i) piove; j ) fogli; k) gioco; l ) hanno; m) laghi; n) lasci; o) piace; p) piacque; q) ragno; r) rana; s) sciocco; t) tipo. Esercizio 20 Trovare gli errori nelle seguenti trascrizioni di parole italiane: a) piede {'piE:.de} {'pie:.de} {piE.'de} b) sciare {'Sja:.re} {'sja:.re} {si.'a.re} c) aggiustare {ad.'dZu.sta:.re} {ag.gZus.'ta.re} {a.dsu.'sta:re} d) sciocco {'SjOk.ko} {SO.'ko} {'SOc.co} e) giglio {'gi¥.¥o} {'dZi¥.¥jo} {dZi.'¥o} 30 2.5. Rapporto ortografia-fonologia Esercizio 21 Individuare nelle parole seguenti digrammi e trigrammi che rappresentano un unico fonema e lettere che non rappresentano alcun fonema. italiano: ciò, gli, figlio, già, che, chi, gnu, sci, scià, giù, aghi, ho, ha. inglese: shop, Asian, kick, too, two, leap, morph, the, thick, ghost, knee, sing. francese: chou, aimer, est, pas, donnent, faut. tedesco: ich, auch, die, Schade. spagnolo: hoy, que, guía, ella, chal. 2.6. Distribuzione Esercizio 22 Sono elencati qui di seguito diversi contesti in cui può comparire in italiano il fonema /a/. Trovare un esempio per ogni contesto. a) C___C b) C___V c) V___C d) V___V e) #___C f ) #___V g) C___# h) V___# Esercizio 23 Individuare, tra i seguenti contesti, quelli nei quali può comparire in italiano {z} e dare un esempio per ciascuno. a) #___b b) #___ t c) V___m d) V___V e) C___C f ) C___V g) m___V 31 h) t ___# i) t ___a Esercizio 24 Individuare, tra i seguenti contesti, quelli nei quali può comparire in italiano {p} e dare un esempio per ciascuno. a) #___V b) # r ___V c) #___ r V d) r ___V# Esercizio 25 Individuare, tra i seguenti contesti, quelli nei quali può comparire in italiano {h} e dare un esempio per ciascuno. a) #___o b) V___V c) #___a d) C___C e) k___e f ) a___# Esercizio 26 Individuare, tra i seguenti contesti, quelli nei quali può comparire in italiano {S} e dare un esempio per ciascuno. a) V___V b) p___V c) #___V d) n___V e) V___ t f ) l ___V g) m ___V h) r ___V Esercizio 27 I dati seguenti esemplificano la distribuzione di {dZ‹ } e {d :‹ Z} nella varietà romana di italiano. ‹ } ‘ragione’, {'andZ‹ elo} ‘angelo’, {'dZ‹ OrdZ‹ o} ‘Giorgio’, {rad':Zo:ne 32 {'pad :‹ Zina} ‘pagina’, {'dZ‹ O:ko} ‘gioco’, {lad' :‹ Zak:a} ‘la giacca’, {rid' :‹ ZO:ko} ‘rigioco’, {ad' :‹ ZEnte} ‘agente’, {lad' :‹ ZEnte} ‘l’agente’, {lad' :‹ ZEnte} ‘la gente’. Qual è la distribuzione di {dZ‹ }? Qual è la distribuzione di {d :‹ Z}? I due foni sono in distribuzione complementare o in distribuzione contrastiva? 2.7. Coppie minime Esercizio 28 Individuare almeno una coppia minima per ciascuna delle seguenti opposizioni in italiano. a) /t/ ∼ /d/ b) /a/ ∼ /u/ c) /s/ ∼ /m/ d) /k/ ∼ /p/ e) /tS‹ / ∼ /dZ‹ / f ) /S/ ∼ /f/ Esercizio 29 Dire se le seguenti coppie di parole costituiscono in italiano una coppia minima; in caso di risposta positiva, indicare quali fonemi sono in opposizione nella coppia. a) Cina china i) gusto fusto b) forte corte j) già là c) pascià papà k) giù su d) Piave chiave l) micio miro e) cielo gelo m) ciò no f ) Bari bachi n) Lucia cucia g) pesci pesti o) egli ebbi h) toghe toglie p) cocco ciocco Esercizio 30 Dire se le seguenti coppie di parole costituiscono in italiano una coppia minima; in caso di risposta positiva, indicare quali fonemi sono in opposizione nella coppia. 33 a) b) c) d) e) {'ri:.so} {'Vi:.so} {'ri:.so} {'vi:.so} {'ka:.ne} {'kA:.ne} {'kO:.no} {'ki:.no} {'ka:.ro} {'ka:.Ro} 2.8. Allofoni Esercizio 31 Pronunciare le seguenti sequenze, facendo attenzione al punto in cui si verifica l’occlusione orale durante la realizzazione della nasale finale della parola con. i) con Giorgio a) con Paolo j) con Gneo b) con Barbara k) con Carlo c) con Franca l) con Gaia d) con Valerio m) con Anna e) con Teresa n) con Isa f ) con Davide o) con Ursula g) con Sandro h) con Cinzia Trascrivere in ipa i foni nasali realizzati in ciascun caso e identificare ciò che regola la loro distribuzione. Esercizio 32 Analizzare la distribuzione di {a} e {a:} nelle seguenti parole italiane. {'ka:ne}, {'pa:ne}, {pa'ni:no}, {"peS:e'ka:ne}, {'sa:no}, {sani'ta}, {'kan:e}, {'pan:a}, {'santo}, {'kanto}, {kan'ta:vo}, {kan'tando}, {kan'tO}. Qual è la distribuzione di {a}? Qual è la distribuzione di {a:}? I due foni sono in distribuzione complementare o in distribuzione contrastiva? Si tratta di allofoni di fonemi diversi o di allofoni di uno stesso fonema? Esercizio 33 Analizzare la distribuzione di {a} e {a:} nelle seguenti parole latine. (I dati sono presentati in trascrizione ortografica semplificata; 34 < a > = {a}, < ā > = {a:}. L’accento delle parole polisillabiche presentate cade sempre sulla penultima sillaba). pater ‘padre (nom.)’; fār ‘farro (nom.)’; āmitto ‘perdo’; manus ‘mano (nom.)’; salus ‘salute (nom.)’; atrox ‘atroce (nom.)’; caro ‘carne (nom.)’; malum ‘male (nom.)’; ārā ‘altare (abl.)’; brāchiālis ‘relativo al braccio (nom.)’; mālum ‘mela (nom.)’; fas ‘destino (indeclinabile)’; pario ‘partorisco’; rosa ‘rosa (nom.)’; sāl ‘sale (nom.)’; Mānes ‘dei Mani (nom.)’; āra ‘altare (nom.)’; pāreo ‘appaio’; māter ‘madre (nom.)’; saltus ‘salto (nom.)’; grandis ‘grande (nom.)’; tragoedia ‘tragedia (nom.)’; acutus ‘acuto (nom.)’. Qual è la distribuzione di {a}? Qual è la distribuzione di {a:}? I due foni sono in distribuzione complementare o in distribuzione contrastiva? Si tratta di allofoni di fonemi diversi o di allofoni di uno stesso fonema? Esercizio 34 Qui di seguito è esemplificata la distribuzione di {g} e {Â} nell’abruzzese di Sciusciano (te). {'tiŒ.g@} ‘ho’; {'Â{t.t@} ‘gatto’; {p{.'Â{} ‘pagare’; {'lAŒ.gw@} ‘lingua’; {nu'ÂrOl.l@} ‘un grillo’; {'Œ[email protected]@} ‘incudine’; {'prE:.Â@} ‘prega’; {'zgrit.ts@} ‘schizzo’; {'Â{l.l@} ‘gallo’; {'Âr{d.dzi.j@} ‘grazie’; {'fOŒ.g@} ‘muffa’; {m{r.ÂE.'ri:.t@} ‘Margherita’; {la'Â{m.m@} ‘la gamba’; {'Âr{n.d@} ‘grande’; {Œgw{r.'t{s.s@} ‘ingrassarsi’; {'ÂOb.b@} ‘gobba’; {lu.Âu.'vEr.n@} ‘il governo’. Qual è la distribuzione di {g}? Qual è la distribuzione di {Â}? I due foni sono in distribuzione complementare o in distribuzione contrastiva? Si tratta di allofoni di fonemi diversi o di allofoni di uno stesso fonema? Esercizio 35 I dati seguenti esemplificano la distribuzione dei foni {t} e {d} nell’italiano regionale substandard parlato a Teramo. {'kOr.dE} ‘corde’; {'tOn.nO} ‘tonno’; {k{n.'d{n.di} ‘cantanti’; {'m{l.tO} ‘malto’; {SdEn.'d{:.ti} ‘sdentati’; {'fOn.dO} ‘fondo’; 35 {'dO:.pO} ‘dopo’; {'ti:pO} ‘tipo’; {f{n.'d{z.mi} ‘fantasmi’; {'pEr.dE} ‘perde’; {'frOn.dE} ‘fronte’; {k{.lEn.'d{r.rjO} ‘calendario’; {'di:tO} ‘dito’; {»{r.'tu:.rO} ‘Arturo’; {'fO:.tO} ‘foto’; {'»{l.dO} ‘Aldo’; {'krE:.dE} ‘crede’; {'fOr.tE} ‘forte’; {'mOn.dO} ‘mondo’; {'Stu.pi.dO} ‘stupido’. In base ai dati presentati, determinare se {t} e {d} costituiscono allofoni di un unico fonema o allofoni di due fonemi diversi. Ci sono neutralizzazioni dell’opposizione individuata? In quale contesto? In quale dei seguenti contesti non si può presentare {t} nella varietà illustrata? a) V___V b) #___V c) n___V d) r___V 2.9. Regole fonologiche Esercizio 36 Nelle varietà settentrionali di italiano, è attiva la seguente regola fonologica: /s/ → {z} / V___V. Indicare in quali delle seguenti parole è presente il contesto di applicazione di questa regola: casa, Pisa, sacco, sale, scappa, sbatte, asino, asma, gas. Esercizio 37 Nelle varietà toscane di italiano, è attiva la seguente regola fonologica: /k /→ {h} / V___V. Indicare in quali delle seguenti parole è presente il contesto di applicazione di questa regola: baco, casa, Coca, sacco, acca, doc, koala, foche, roco, fico. Esercizio 38 Scrivere sotto forma di regola fonologica: a) un’occlusiva sonora diventa sorda in fine di parola; 36 b) una nasale diventa velare in fine di sillaba; c) un’occlusiva diventa fricativa in posizione intervocalica. Esercizio 39 Osservare le seguenti parole latine, confrontandole con le parole italiane che da esse sono derivate. Quale fenomeno hanno subito le consonanti velari? Descriverlo in forma di regola fonologica (i dati sono presentati in trascrizione ortografica; in latino < c > = /k/, < g > = /g/). latino centum pacem carnem saeculum corpus circulum indigentem generare singularem gubernatorem legalem gigantem italiano cento pace carne secolo corpo circolo indigente generare singolare governatore legale gigante Esercizio 40 Osservare le seguenti parole latine, confrontandole con le parole italiane che da esse sono derivate. Quale fenomeno hanno subito i gruppi consonantici formati da due occlusive? latino octo septem optimum sectorem aptum lactem italiano otto sette ottimo settore atto latte 37 Esercizio 41 Diamo qui di seguito dati che esemplificano la distribuzione delle tre nasali {n}, {m}, {Œ} in tedesco. Si tratta di allofoni di uno stesso fonema o di allofoni di fonemi diversi? Se si tratta di allofoni di fonemi diversi, quali e quanti sono questi fonemi? La distinzione si ha in tutti i tipi di contesti o ci sono neutralizzazioni? Se la distinzione non si ha in tutti i contesti, quale regola determina la distribuzione degli allofoni? {?Ent'laŒ} ‘lungo’; {'lEŒ@} ‘lunghezza’; {'na:m@} ‘nome’; {maxt} ‘forza’; {naxt} ‘notte’, {'zIŒnµ } ‘cantare’; {'zIn@n} ‘riflettere’; {'me:·} ‘più’; {'k˚nnµ } ‘potere’; {'kOmnµ } ‘venire’; {'?Im·} ‘sempre’; {'?In·} ‘interno’; {'umb@nEnnµ } ‘rinominare’; {'?unt·rIct µ } ‘lezione’; {'?aŒg@ne:m} ‘piacevole’; {rIŒ} ‘anello’; {'zIŒ·} ‘cantante’; {uŒ'g@ra:d@} ‘dispari’. 2.10. Struttura della sillaba Esercizio 42 Rappresentare mediante diagrammi ad albero la struttura sillabica delle seguenti sequenze italiane. Per ottenere rappresentazioni corrette, è necessario operare su trascrizioni fonetiche delle sequenze in esame: quando; l’uomo; feudo; lo zaino; fuoco; piega; astuccio; azione; costruire; giocattolo; la scuola; l’ospite. 38 3. Morfologia 3.1. Lemmi, forme e occorrenze Esercizio 1 Considerare le seguenti frasi: a) Un uomo piccino e una donna piccina vivevano insieme in una casa piccina. b) Piangete, donne, e con voi pianga Amore (Petrarca). c) A egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti (Foscolo). d ) A ciascuna parete di ciascun esagono corrispondono cinque scaffali; ciascuno scaffale contiene trentadue libri di formato uniforme; ciascun libro di quattrocentodieci pagine; ciascuna pagina, di quaranta righe; ciascuna riga, di quaranta lettere di colore nero (Borges). Dire per ciascuna frase quante e quali forme, quanti e quali lemmi (o lessemi) e quante e quali occorrenze di ciascun lemma contiene. Esercizio 2 Le seguenti parole possono costituire diverse parole grammaticali. Determinare tutte le possibili lemmatizzazioni di ciascuna: volgo; suoni; letto; isolato; nuoto; successo; stato; caccia. Esercizio 3 Lemmatizzare le seguenti forme (cioè raggruppare insieme tutte quelle che appartengono a uno stesso lemma o lessema). Le forme ambigue, cioè quelle che potrebbero essere forme di lemmi diversi, devono essere lemmatizzate sotto tutti i lemmi di cui sono possibili forme. Disegna, parti, dei, disegniamo, piano, cagnolino, pianista, certissimo, cagnaccio, disegno, partono, sicuro, le, cassone, parte, delle, incasserà, ha disegnato, sicuramente, certe, quanto, disegnatrici, il, cagne. Discutere i criteri di lemmatizzazione adottati nello svolgere l’esercizio, confrontandoli con quelli adottati dal lif (Bortolini, Tagliavini, Zampolli, 1971) e dal lip (De Mauro et al., 1993). 39 3.2. Scomposizione morfologica e allomorfia Esercizio 4 Distinguere, nelle frasi seguenti, gli affissi flessivi da quelli derivazionali; fra gli affissi derivazionali, distinguere i prefissi dai suffissi. Le frasi contengono anche prefissi flessivi? Perché? a) Il dentista mi aveva toccato un nervo scoperto. b) Il guidatore dell’autobus è chiamato autista. c) Ieri siamo andati al mare. d ) Questo risotto è immangiabile. e) Il giornalaio salutò allegramente. Esercizio 5 Analizzare i seguenti esempi e distinguere fra affissi e clitici. Quanti lemmi contengono gli esempi? Quante forme? Quanti morfi? a) dammelo b) richiamami c) scongelarlo d ) abbottonagliela e) disarmandoti Esercizio 6 Scomporre in morfemi e rappresentare mediante parentesizzazione le seguenti forme. a) carroarmato; b) vedevamo; c) pietroso; d ) discoteca; e) ciclista; f ) vigile; g) facilmente; h) decontaminare; i) serratura; j) asprezza; k) camminatore; l ) americanata; m) rileggevano; n) disabile; o) inverosimilmente; p) agendina; q) operazione; r) concorrenza; s) scongelato. Esercizio 7 Nei seguenti gruppi di parole, dire se le parti in grassetto sono tutte allomorfi di uno stesso prefisso derivazionale. a) inchiostro, incoerente, inadatto, inglese, impossibile, illegale, immagine, irrealistico, imbevibile, inghippo, indaco, incomprensibile, illogico, infinito; b) disimparare, disfare, disegno, disarmare, disilludere, disvelare, discoteca; 40 c) scorretto, sperato, sconsolato, scoglio, scongelato, smeraldo, sgarbato, sleale. Esercizio 8 La soluzione dell’esercizio precedente ha individuato tre prefissi derivazionali. Tali prefissi presentano nelle forme elencate nell’esercizio diversi allomorfi. Individuarli e stabilire quali regole ne determinano la distribuzione, aiutandosi con la trascrizione fonetica degli esempi rilevanti. Esercizio 9 Stabilire sulla base degli esempi i possibili allomorfi del plurale in inglese. sg. tooth wall corpus crisis rose louse child pl. teeth walls corpora crises roses lice children Esercizio 10 Esaminare le seguenti forme di plurale inglesi e determinare quali allomorfi presenta il morfema di plurale e che cosa regola la loro distribuzione: beeches {'bi:.tS‹ Kz}; violets {'vai.o.lets}; drums {drˆmz}; lilies {'li.li:z}; roses {'rou.zKz}; tables {'tei.b.lz}; soups {su:ps}; marshes {'ma:.SKz}; cats {k{ts}; masses {'m{.sKz}; books {buks}. Esercizio 11 Esaminare le seguenti forme di passati inglesi e determinare quali allomorfi presenta il morfema di passato e che cosa regola la loro distribuzione: painted {'pein.tId}; defended {dI.'fen.dId}; seemed {si:md}; replayed {rI.'pleid}; hissed {hIst}; liked {laIkt}; chopped {tS‹ Opt}; leaned {li:nd}; called {kOld}; remembered {rI.'mem.b@rd}; patted {'p{.tId}; begged {begd}; laughed {la:ft}. 3.3. Tipi morfologici Esercizio 12 Determinare a quale tipo morfologico appartengono le lingue dalle quali sono tratti i seguenti gruppi di dati. 41 Lingua A aapa aapa aapat aapat aapaÂt aapatt aapan@l aapaÂn@l aapatn@l ‘culla (soggetto)’ ‘due culle (soggetto)’ ‘culle (soggetto)’ ‘nella culla’ ‘in due culle’ ‘nelle culle’ ‘dalla culla’ ‘da due culle’ ‘dalle culle’ Lingua B kniga knigi knig knigi knigu knige knigami ‘libro (soggetto)’ ‘del libro’ ‘dei libri’ ‘libri (soggetto)’ ‘libro (complemento oggetto)’ ‘al libro’ ‘con i libri’ Lingua C nan laoshi nü laoshi nan haizi nü haizi ‘maestro’ ‘maestra’ ‘ragazzo’ ‘ragazza’ Lingua D qalb øilm dars øulūm durūs qulūb ‘cuore’ ‘conoscenza’ ‘lezione’ ‘conoscenze’ ‘lezioni’ ‘cuori’ Esercizio 13 Il turco è una lingua agglutinante; di norma, a ciascun significato (lessicale o grammaticale) corrisponde un morfema ben individua42 bile. Segmentare le seguenti forme basandosi sulla glossa italiana, individuare i morfi grammaticali che vi compaiono e suddividerli in gruppi corrispondenti alle categorie grammaticali espresse; individuare inoltre la forma turca da inserire al punto m e gli altri possibili significati delle forme ai punti o, q, u, z. Come si può osservare, ciascun morfema presenta due allomorfi con vocali diverse. Che cosa regola la selezione degli allomorfi? (< K > rappresenta la vocale alta posteriore non arrotondata /Ì/ e < ö > rappresenta la vocale non alta, non posteriore arrotondata /ø/). a) evi ‘la casa (acc.)’ —————————— b) evlerin ‘delle case’ —————————— c) evi ‘la sua casa (nom.)’ —————————— d ) evlerini ‘le tue case (acc.)’ —————————— e) eve ‘alla casa’ —————————— f ) evlere ‘alle case’ —————————— g) evim ‘la mia casa (nom.)’ —————————— h) evin ‘la tua casa (nom.)’ —————————— i) evimiz ‘la nostra casa (nom.)’ —————————— j) eviniz ‘la vostra casa (nom.)’ —————————— k) evimden ‘dalla mia casa’ —————————— l ) evlerimden ‘dalle mie case’ —————————— m) ————— ‘le tue case (nom.)’ —————————— n) sakal ‘la barba (nom.)’ —————————— o) sakalKn ‘della barba’ (oppure: ...) —————————— p) sakallarKmKzKn ‘delle nostre barbe’ —————————— q) sakalK ‘la barba (acc.)’ (oppure: ...) —————————— r) sakalKma ‘alla mia barba’ —————————— s) ödev ‘il compito (nom.)’ —————————— t) ödevler ‘i compiti (nom.)’ —————————— u) ödevin ‘del compito’ (oppure: ...) —————————— v) dağ ‘la montagna’ —————————— w) dağa ‘alla montagna’ —————————— x) dağKmKz ‘la nostra montagna’ —————————— y) dağlardan ‘dalle montagne’ —————————— z) dağlarKn ‘delle montagne’ (oppure: ...) ———————— 43 Esercizio 14 Segmentare in morfi le seguenti forme ungheresi e inserire le forme mancanti (le vocali con l’accento acuto sono vocali lunghe; < ö > = /ø/; < ü > = /y/; < ny > = /Æ/; < sz > = /s/; < gy > = /dj/). a) az asztalok ‘i tavoli (nom.)’ —————————— b) az asztalokban ‘nei tavoli’ —————————— c) az asztalomban ‘nel mio tavolo’ —————————— d ) az asztalaimban ‘nei miei tavoli’ —————————— e) egy asztalban ‘in un tavolo’ —————————— f ) az asztalaim ‘i miei tavoli (nom.)’ —————————— g) az asztalodhoz ‘al tuo tavolo’ —————————— h) az asztalodra ‘sul tuo tavolo’ (moto a luogo) —————— i) az asztalaidra ‘sui tuoi tavoli’ (moto a luogo) —————— j) az asztalatokról ‘da sopra al vostro tavolo’ —————— k) az asztalaitokhoz ‘ai vostri tavoli’ —————————— l ) —————— ‘sui vostri tavoli’ —————————— m) az asztalaiktól ‘dai loro tavoli’ —————————— n) az asztaluktól ‘dal loro tavolo’ —————————— o) ——— ‘il mio tavolo (nom.)’ —————————— p) ——— ‘da sopra al mio tavolo’ —————————— q) könyvek ‘libri (nom.)’ —————————— r) a könyvem ‘il mio libro’ —————————— s) a könyvben ‘nel libro’ —————————— t) a könyveitekben ‘nei vostri libri’ —————————— u) a könyvükben ‘nel loro libro’ —————————— v) egy könyvre ‘su un libro’ —————————— w) ——— ‘nel mio libro’ —————————— 3.4. Derivazione e composizione Esercizio 15 Individuare almeno cinque derivati appartenenti a ciascuna delle seguenti categorie derivazionali; per ciascuna categoria, individuare derivati con almeno due diversi suffissi: a) nomi d’agente deverbali b) nomi d’agente denominali 44 c) d) e) f) g) h) i) j) nomi di qualità deaggettivali nomi d’azione deverbali nomi di strumento deverbali nomi di luogo denominali verbi denominali verbi deaggettivali aggettivi deverbali aggettivi denominali Esercizio 16 Determinare la categoria della base cui si applica e la categoria delle parole che produce ciascuno dei seguenti suffissi, utilizzando gli esempi. -ista accessorista, violinista, barista categoria della base ________ categoria del derivato ________ -aio gelataio, benzinaio, fioraio categoria della base ________ categoria del derivato ________ -iere barelliere, usciere, ferroviere categoria della base ________ categoria del derivato ________ -tore alimentatore, respiratore, caricatore categoria della base ________ categoria del derivato ________ -ezza ampiezza, bruttezza, lucentezza categoria della base ________ categoria del derivato ________ Esercizio 17 Esaminare i seguenti derivati con il suffisso -aio: acquaio, bagagliaio, benzinaio, bigliettaio, bottegaio, cappellaio, formicaio, ghiacciaio, ginepraio, giostraio, letamaio, libraio, liutaio, ombrellaio, pagliaio, pollaio, vetraio. In base al significato dei derivati, determinare se i dati presentati esemplificano un unico suffisso o due suffissi omofoni. Per ciascun suffisso individuato, determinare: a) quali dei derivati presentati lo contengono; b) la categoria delle basi a cui si applica; c) la categoria dei derivati che produce. 45 Esercizio 18 Esaminare i seguenti derivati con il suffisso -ese: abruzzese, albanese, amburghese, babilonese, barese, bellunese, calabrese, canadese, cartaginese, catanese, computerese, critichese, finlandese, giornalese, giornalistese, irlandese, pescarese, pugliese, sindacalese, sinistrese, thailandese, ungherese. In base al significato dei derivati, determinare se i dati presentati esemplificano un unico suffisso o due suffissi omofoni. Per ciascun suffisso individuato, determinare: a) quali dei derivati presentati lo contengono; b) la categoria delle basi a cui si applica; c) la categoria dei derivati che produce; d ) eventuali regole di riaggiustamento che si applicano nella derivazione. Esercizio 19 Considerare i seguenti derivati in -ese1: gallese, balinese, ateniese, imperiese. Ciascuno presenta una particolarità di ordine fonologico. Identificarla. Esercizio 20 Esaminare i seguenti derivati con il prefisso in-: inabile, inabissare, inadeguato, incartare, incassare, incerto, incorniciare, incosciente, indiretto, inscatolare. In base al significato dei derivati, determinare se i dati presentati esemplificano un unico prefisso o diversi prefissi omofoni. Per ciascun prefisso individuato, determinare: a) quali dei derivati presentati lo contengono; b) la categoria delle basi a cui si applica; c) la categoria dei derivati che produce. Esercizio 21 Esaminare i seguenti lessemi contenenti l’elemento tele-: teleabbonato, telecamera, telecinesi, telecomandare, telecomunicazione, telecronaca, telefax, telefono, telefilm, telegiornale. Determinare (eventualmente con l’aiuto di un vocabolario) quali 46 dei lessemi presentati contengono tele1- ‘a distanza’ e quali tele2‘televisione’. Esercizio 22 Gli elementi neoclassici entrano in composizione sia tra loro (come in cardiologo, ignifugo) sia con lessemi italiani, come negli esempi seguenti (tutti lessemi presenti nel disc – Dizionario Italiano Sabatini Coletti –, cui si rimanda per la specificazioneeel significato): cartoteca, discoteca, documentoteca, filmoteca, paninoteca, algologo, culturologo, dietologo, enzimologo, epidemiologo, laringologo, sismologo, musicologo, massmediologo, mariologo, mafiologo, callifugo, centrifugo, febbrifugo, grandinifugo, insettifugo, vermifugo, carnivoro, erbivoro, fruttivoro, insettivoro. Il primo elemento dei composti elencati termina a volte in -i-, a volte in -o-. Determinare in base a quale criterio si seleziona la vocale finale dei primi elementi. Esercizio 23 Determinare se i seguenti composti sono endocentrici o esocentrici: portachiavi, capoclasse, cassapanca, fuggifuggi, pellerossa, senzatetto, apriscatole, uomo rana, giallorosso, pescecane. Esercizio 24 Individuare almeno tpdfsempi di composti per ciascuno dei seguenti tipi: a) composti verbo-nome con valore di agente; b) composti verbo-nome con valore di strumento; c) composti nome-nome coordinativi (dvandva); d ) composti aggettivo-aggettivo coordinativi (dvandva). 3.5. Paradigmi flessivi Esercizio 25 Distinguere, tra i dati seguenti, i casi di suppletivismo da quelli di allomorfia morfologicamente o fonologicamente condizionata. 47 italiano a) viene b) capisco c) spengo d ) sono e) salgo f ) ho g) muoio h) reggo i) vado j) uomo k) bue l ) dio veniamo capiamo spegniamo eravamo saliamo avevamo moriamo reggiamo andiamo uomini buoi dei inglese a) (I) go ‘vado’ b) (I) think ‘penso’ c) (I) do ‘faccio’ d ) (I) am ‘io sono’ (I) went ‘andai’ (I) thought ‘pensai’ (I) did ‘feci’ (you) are ‘sei’ (he/she/it) is ‘è’ latino a) vis (nom.) b) corpus (nom./acc.) c) Iuppiter (nom.) d ) iecur (nom./acc.) e) eo ‘vado’ roboris (gen.) corporis (gen.) Iovis (gen.) iecinoris (gen.) ivi ‘andai’ ‘forza’ ‘corpo’ ‘Giove’ ‘fegato’ Esercizio 26 Considerare i seguenti paradigmi del presente indicativo di diversi verbi italiani. finire finisco finisci finisce finiamo finite finiscono 48 sedere siedo siedi siede sediamo sedete siedono uscire esco esci esce usciamo uscite escono udire odo odi ode udiamo udite odono Ogni verbo presenta nel presente indicativo due allomorfi. Determinare la forma dei due allomorfi di ciascun verbo e la loro distribuzione nel paradigma. Esercizio 27 Considerare i seguenti paradigmi del passato remoto di diversi verbi italiani. temere temetti temesti temette tememmo temeste temettero vedere vidi vedesti vide vedemmo vedeste videro vivere vissi vivesti visse vivemmo viveste vissero tacere tacqui tacesti tacque tacemmo taceste tacquero crescere crebbi crescesti crebbe crescemmo cresceste crebbero Ogni verbo presenta nel passato remoto due allomorfi. Determinare la forma dei due allomorfi di ciascun verbo e la loro distribuzione nel paradigma. 49 4. Sintassi 4.1. Struttura sintagmatica Esercizio 1 Dire se i seguenti sintagmi sono endocentrici o esocentrici e di che tipo di sintagmi si tratta. a) Maria l ) poco prima b) andato a casa m) la ragazza che corre c) il quaderno dello scolaro n) per Maria d) la palla rossa o) chiuso a chiave e) dello scolaro p) nel cassetto f ) la casa in cui è nato Mario q) molto veloce g) in cucina r) un uomo anziano h) molto meglio s) produrre in serie i) davvero bella t) tirare acqua al proprio mulino j) il calendario dell’anno passato u) correre velocemente k) mangiava la pasta Individuare la testa dei sintagmi endocentrici e rappresentarli con parentesi etichettate e con diagrammi ad albero. Per ciascun sintagma, elencare anche le regole di riscrittura utilizzate per generarlo. Esercizio 2 Per ogni regola di riscrittura, fornire possibili sintagmi. a) SN → N b) SN → Det SN SP c) SV → Aus V d) SV → V F e) SV → SV SP f ) SA → Avv A g) SP → Prep SN Esercizio 3 Considerare il seguente diagramma ad albero: 51 F SN SV SV SN SN SP Delle frasi che seguono, tre possono essere rappresentate con questo diagramma, una no. Individuare la frase, spiegare in che cosa si differenzia dalle altre e darne una rappresentazione con diagramma ad albero appropriato. a) Il mio amico ha mangiato un panino al salame. b) La sorella di Mario ha regalato dei fiori ai genitori. c) Il gatto ha bevuto l’acqua della ciotola. d) Mio cugino ha comprato un libro di duecento pagine. Esercizio 4 Considerare il seguente diagramma ad albero: F SN SN SV SP SV SP Delle frasi che seguono, tre possono essere rappresentate con questo diagramma, una no. Individuare la frase, spiegare in che cosa si differenzia dalle altre e darne una rappresentazione con diagramma ad albero appropriato. a) Il ragazzo con gli occhiali è andato a casa. b) La figlia di Mario vive a Roma. c) Il bambino ha dato un bacio alla mamma. d) Il cane al guinzaglio è di mio fratello. Esercizio 5 Dare una rappresentazione con parentesi etichettate, anziché con diagramma ad albero, delle frasi dei due esercizi precedenti. 52 Esercizio 6 Dividere in costituenti le frasi che seguono, servendosi di un diagramma ad albero. a) Il vento che soffia nel deserto del Sahara solleva grandi masse di sabbia, che giungono fino al nostro paese. b) Giovanni mette il libro sul tavolo. c) Giovanni dà il libro a Maria. d) Maria abita a Milano. e) Elisabetta ha comprato un libro a Milano. f) Ieri il cuscino era sul sofà. g) Il gatto dorme sul sofà. h) Il bambino mangia la pasta volentieri. Esercizio 7 Dire se nelle seguenti espressioni si trova un rapporto restrittivo o non restrittivo. a) Giovanna, che ho conosciuto ieri. b) L’uomo che ho visto poco fa. c) Una casa alta sei piani. d) La casa di Maria. e) Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. f ) Il ministro degli Esteri. g) Il professor Mario Rossi. 4.2. Valenza verbale, funzioni sintattiche e ruoli semantici Esercizio 8 Dire che funzione sintattica svolgono i costituenti evidenziati nelle frasi che seguono. a) Ieri a Mario la medicina l’ha data la mamma. b) La medicina non l’ho ancora presa. c) A te questo chi te l’ha detto? d) A te questo chi te l’ha detto? e) Io l’ho chiamato, ma lui non mi ha visto. f ) Non è ancora arrivato il treno da Genova? g) A me Mario non ha detto niente. 53 Esercizio 9 Dire qual è il ruolo semantico dei costituenti evidenziati nelle frasi che seguono. a) Mario è caduto. b) Giovanni affetta il pane col coltello. c) Maria ha un gattino. d) Il ghiaccio si scioglie. e) Il sole scioglie il ghiaccio. f ) I bambini hanno rovinato il pavimento giocando. g) Maria ha mal di testa. h) A Maria fa male la testa. i) A Paolo piace la pasta. j) Giovanni si è ammalato. k) Giorgio gioca a pallone. l ) Ho comprato un libro per Paola. Esercizio 10 Analizzare le frasi che seguono, specificando di ciascun costituente elencato quale sia la funzione sintattica (relazione grammaticale) e quale il ruolo semantico. a) Stamattina i bambini non sono andati al parco. stamattina ________________ _________________ i bambini ________________ _________________ al parco ________________ _________________ b) A mio zio piacciono i pasticcini. a mio zio ________________ _________________ i pasticcini ________________ _________________ c) I vigili del fuoco hanno spento un incendio a Milano. i vigili del fuoco ________________ _________________ un incendio ________________ _________________ a Milano ________________ _________________ d) Claudio ha colorato tutte le figure con i pastelli nuovi. Claudio ________________ _________________ tutte le figure ________________ _________________ con i pastelli nuovi ________________ _________________ 54 e) Chiara ha occupato un posto anche per la sua amica. Chiara ________________ _________________ un posto ________________ _________________ per la sua amica ________________ _________________ Esercizio 11 In base alle frasi in cui si trovano inseriti, determinare le valenze dei verbi svenire, vedere, distruggere, uccidere, arrabbiarsi, mangiare, soffiare, avere. Quali di questi verbi sono normalmente definiti transitivi? Sintatticamente, il comportamento di quest’ultimo gruppo di verbi è omogeneo? a) Mario è svenuto. b) Ho visto tuo fratello che usciva di casa. c) Il terremoto ha distrutto un intero paese. d) Il paese è stato distrutto. e) Il leone ha ucciso il cacciatore. f ) Giovanni si è ucciso. g) Mia sorella si è arrabbiata. h) Paola sta mangiando. i) Il vento soffia ad alta velocità. j) Chiara ha una bella casa. k) Maria mangia la pasta. Esercizio 12 Individuare in ogni frase dell’esercizio precedente il soggetto e specificarne la funzione semantica. Individuare l’oggetto diretto delle frasi che ne presentano uno. In quali frasi l’oggetto diretto denota un partecipante che subisce un cambiamento di stato? 4.3. Frasi complesse Esercizio 13 Dire se le proposizioni dipendenti nelle seguenti frasi hanno funzione di soggetto o di oggetto diretto. a) Mi ha meravigliato che il treno fosse in orario. b) Non so che cosa abbiano fatto loro. c) Gli spiace che tu rimanga a casa. 55 d) Lo ha stupito che tu non gli abbia fatto un regalo per Natale. e) Sapeva che gli amici non avrebbero tardato. f ) Credevi che ti avessi mentito? Esercizio 14 Nel seguente brano, individuare le frasi complesse (periodi). Nell’ambito di ciascuna di esse, individuare poi le frasi coordinate e quelle subordinate. Era la fine dell’anno e faceva molto freddo. Una povera bambina camminava a piedi nudi per le strade della città. La mamma le aveva dato un paio di pantofole, ma erano troppo grandi e la piccola le aveva perdute attraversando la strada. Un monello si era precipitato e aveva rubato una delle pantofole perdute, perché voleva farne una culla per la bambola della sorella. La piccola portava nel suo vecchio grembiule una gran quantità di fiammiferi che doveva vendere. Sfortunatamente c’era in giro poca gente. Infatti quasi tutti erano a casa impegnati nei preparativi della festa e la poverina non aveva guadagnato neanche un soldo. Tremante di freddo e spossata, la bambina si sedette nella neve. Non osava tornare a casa, poiché sapeva che il padre l’avrebbe picchiata vedendola tornare con tutti i fiammiferi e senza la più piccola moneta. Le mani della bambina erano quasi gelate. La piccola pensò che un pochino di calore avrebbe fatto loro bene, perciò prese un fiammifero e lo sfregò contro il muro. Una fiammella si accese e nella dolce luce alla bambina parve di essere seduta davanti a una grande stufa! Le mani e i piedi si riscaldarono un poco, ma la fiamma durò poco e la stufa scomparve. La piccola sfregò il secondo fiammifero e, attraverso il muro di una casa, vide una tavola riccamente preparata. In un piatto fumava un’oca arrosto... Il piatto con l’oca sormontava la tavola. La bambina, stupefatta, pensò che l’attendeva un delizioso pranzetto. Anche questa volta, il fiammifero si spense e non restò che il muro bianco e freddo. La povera piccola accese un terzo fiammifero e all’istante si trovò seduta sotto un magnifico albero di Natale. Mille candeline brillavano e immagini variopinte danzavano attorno all’abete, ma quando la piccola alzò le mani il fiammifero si spense. Tutte le candele salirono in alto verso il cielo e la piccola fiammiferaia si accorse che non erano che stelle. Una di loro tracciò una scia luminosa nel cielo. Era una stella cadente. La bambina pensò alla nonna che le parlava delle stelle, e che 56 era tanto buona, ma purtroppo non era più al mondo. Quando la bambina sfregò un altro fiammifero sul muro, apparve una grande luce. In quel momento la piccola vide la nonna tanto dolce e gentile che le sorrideva. Esercizio 15 Individuare in ciascuno degli esempi che seguono la frase principale e la frase dipendente; di ogni dipendente dire che funzione sintattica svolge, classificando le frasi dipendenti come argomentali, circostanziali o relative. Nell’ambito di ciascun gruppo specificare poi il tipo. a) Gli hanno detto che sua zia non sta più male. b) Non so se uscirò di casa. c) Paola, che non sapeva nulla, non andò alla festa. d) Dopo aver avuto un incidente in montagna, mio padre ha smesso di sciare. e) Non so perché tua sorella non sia partita. f ) Maria non è partita perché era malata. g) Giovanna è andata all’edicola per comprare il giornale. h) Giovanna è andata all’edicola perché voleva comprare il giornale. i) Non mi pare che ciò che dici sia falso. j) Non ha capito quello che gli hai detto. k) Quando è arrivato, mio fratello ha detto che sarebbe ripartito presto. l) Non so quando sia arrivato tuo fratello. m) Claudio ha detto a sua sorella di tornare presto. n) Maria ha telefonato a sua sorella per sapere l’ora della sua partenza. o) Mi ha chiesto perché non fossi arrivata all’ora stabilita. p) Sono arrivata in ritardo perché ho perso l’autobus. 4.4. Ordine dei costituenti Esercizio 16 Di che tipo sono, in base all’ordine dei costituenti, le frasi che seguono? a) È Mario che ho visto uscire. b) Mario l’ho visto uscire. 57 c) d) e) f) g) h) i) Quel libro lo devo ancora leggere. L’ho sentito arrivare, il treno. Me l’ha regalato mia madre il cappotto nuovo. Il cappotto mi ha regalato mia madre, non il giaccone. È mia madre che mi ha regalato il cappotto. Il giornale ho letto, non il libro. Mario, non gli ho ancora detto niente. Esercizio 17 Determinare a quale tipo sintattico appartengono le lingue dalle quali sono tratti i seguenti gruppi di dati. Lingua A a) Bill is eating a Bill aus mangiare-ger art “Bill sta mangiando un panino” sandwich panino b) John’s book John gen libro “il libro di John” c) the top of the mountain art cima di art montagna “la cima della montagna” d) a tall boy art alto ragazzo “un ragazzo alto” e) the cat is under the art gatto è sotto art “il gatto è sotto il letto” bed letto Lingua B a) Hasan ekmeği yiyor Hasan pane-acc mangiare-progr-3sg “Hasan sta mangiando il pane” 58 b) Hasanin kitabK Hasan-gen libro-suo “il libro di Hasan” tepesi c) dağKn montagna-gen cima-sua “la cima della montagna” d) ilginç adam interessante uomo “un uomo interessante” e) kedi yatağKn altKnda -dKr gatto letto-gen sotto-suo-loc è “il gatto è sotto il letto” Lingua C a) d’ith Bill ceapaire mangiare:pret3sg Bill panino “Bill ha mangiato un panino” b) leabhar Sheáin libro Sean:gen “il libro di Sean” c) barr an tsléibhe cima art montagna:gen “la cima della montagna” d) gasúr ard ragazzo alto “un ragazzo alto” e) tá an cat faoin è art gatto sotto:art “il gatto è sotto il letto” leaba letto Lingua D a) Hiroshi ga ringo o tabete Hiroshi sogg mela ogg mangiare-ger “Hiroshi sta mangiando la mela” iru aus 59 b) Akiko no hon Akiko gen libro “il libro di Akiko” c) yama no teppen montagna gen cima “la cima della montagna” d) takai yama alta montagna “una montagna alta” e) neko ga tsukue no gatto sogg scrivania gen “il gatto è sotto la scrivania” shita sotto ni loc imasu è 4.5. Coreferenza Esercizio 18 Nelle frasi seguenti quali elementi sono coreferenti? a) Mio fratello il film non l’ha visto. b) A Genova non ci sono mai stata. c) Mia sorella mi aveva detto che avrebbe chiesto il libro in prestito alla sua amica, invece non le ha chiesto niente. d) Di libri belli ne ho letti pochi. e) Ieri a Mario la medicina l’ha data la mamma. f ) La medicina non l’ho ancora presa. g) A te questo chi te l’ha detto? h) Io l’ho chiamato, ma lui non mi ha visto. 60 5. Lessico, semantica e pragmatica 5.1. Rapporti di significato Esercizio 1 Quali rapporti di significato esistono fra le seguenti coppie di parole? a) mela, frutto b) divano, sofà c) pillola, pastiglia d) porta ‘uscio’, porta ‘terza persona singolare del presente indicativo di portare’ e) ancora ‘strumento per tenere ferma una barca’, ancora ‘di nuovo’ f) giochi ‘seconda persona del presente del verbo giocare’, giochi ‘plurale di gioco’ g) principi ‘plurale di principe’, principi ‘plurale di principio’ h) carciofo, ortaggio i) cane, cavallo j) gatto, soriano k) cavallo, destriero l) amo ‘prima persona del verbo amare’, amo ‘strumento da pesca’ m) libro, volume n) animale, mammifero o) garofano, margherita Esercizio 2 Individuare, nell’ambito dei seguenti gruppi di sostantivi, i rapporti di iperonimia, iponimia e coiponimia. a) equino, leone, gatto, felino, mammifero, cetaceo, balena, delfino, pesce b) Cinquecento, Panda, treno, Fiat, Mercedes, automobile, aeroplano Esercizio 3 Per ciascuna delle parole elencate trovare un opposto e dire di che tipo di opposizione si tratta: caldo, alto, bianco, acceso, vivo, aperto, asciutto, vendere. 61 Esercizio 4 Per ciascuna delle parole trovare un sinonimo: giornale, babbo, abitazione, caseggiato, genitrice, neonato. Esercizio 5 Per ciascuna delle parole trovare un iponimo: albero, calzatura, formaggio, fiore, gioco, corso d’acqua, mammifero. Esercizio 6 Per ciascuna delle parole trovare un iperonimo: zebra, pioppo, prosciutto, nuoto, pesca, forchetta. Esercizio 7 Le seguenti parafrasi indicano oggetti che in diverse parti d’Italia sono denominati con parole differenti, dette geosinonimi. Con l’aiuto di un dizionario, e/o di parlanti di diversa provenienza regionale, individuare almeno due geosinonimi per ciascun caso. a) arnese di legno, di plastica o di metallo usato per tenere appesi gli abiti; b) pezzo di lana o cuscinetto di stoffa, specialmente imbottita, che si usa in cucina per maneggiare recipienti od oggetti caldi; c) vaschetta agganciata al muro o sorretta da un basamento, alimentata da acqua corrente e provvista di una conduttura di scarico; d) pantofola senza tacco, o con tacco basso, aperta sul tallone; e) dolce a forma di nastro o rombo dentellato fritto e cosparso di zucchero. 5.2. Tratti semantici Esercizio 8 Usando l’inventario di tratti fornito, dare una descrizione del significato delle parole che seguono. Tratti: {animato}, {umano}, {maschio}, {enumerabile}, {concreto}, {razionale} 62 a) tavolo; b) zio; c) acqua; d) amore; e) cagna; f ) nuoto; g) nuotata; h) margherita; i) neonato; j) pietra; k) folla; l) coraggio; m) frutta. 5.3. Meccanismi di estensione del significato Esercizio 9 Dire se le seguenti espressioni contengono metonimie o metafore. a) È una persona con la testa a posto. b) Ho bevuto tre bicchieri di vino. c) La Casa Bianca ha smentito la notizia. d) Quello studente è un vero somaro. e) Aspettami in testa al treno. f) Questa storia non ha né capo né coda. g) Questo treno è una lumaca. h) L’orchestra ha eseguito Beethoven. i) L’inflazione si sta divorando i nostri risparmi. j) Oggi mi sento giù. k) Ho quattro bocche da sfamare. l) Il Cremlino ha iniziato un negoziato con la Casa Bianca. m) Giovanna è una botte. n) Non ho finito di preparare Manzoni. Esercizio 10 Quanti domini concettuali entrano in gioco nella metafora? Esercizio 11 Qui di seguito diamo una parte dei lemmi tavola, cartella e macchina tratti dal Dizionario della lingua italiana di De Mauro (2000). Dire in che modo si sviluppano le estensioni semantiche. tavola tà|vo|la s.f. 1a FO asse di legno stretta e lunga di spessore minimo: una t. di abete , di ciliegio ; piallare , segare , inchiodare una t. , un pavimento fatto di tavole 1b CO fig., ciò che presenta una superficie piana: oggi il mare è una t. , calmo, privo di onde 63 1c BU al pl., insieme di assi connesse tra loro, tavolato 1d TS fal., edil., pezzo di legname da costruzione largo da 20 a 40 cm, spesso da 2 a 5 cm e lungo da 2,50 a 5 m 2a FO tavolo, spec. con riferimento a quello a cui ci si siede per consumare i pasti: una t. in noce , t. da pranzo ; apparecchiare , sparecchiare la t. ; è pronto , tutti a t.! | biancheria da t. , tovaglia e tovaglioli, servizi da t. , di piatti, bicchieri, tazze, posate e sim. 2b CO estens., il mangiare, ciò che si mangia, il cibo: amare la buona t. , la buona cucina 2c BU estens., l’insieme dei commensali, tavolata 3a CO banco da lavoro: t. da falegname | BU attrezzo o strumento costituito da un piano, spec. di legno: t. per tirare la pasta , t. da stiro , t. da lavare 3b TS arte, supporto, spec. di legno, levigato e opportunamente preparato per dipingere a olio o a tempera | il dipinto eseguito su tale supporto: una t. bizantina , una t. del Duecento | estens., quadro | OB ritratto 4a CO estens., lastra, lamina di forma rettangolare: una t. di marmo , di formica 4b BU tavoletta: una t. di cioccolato 5 CO pagina di un libro interamente occupata da una o più illustrazioni oppure da tabelle, grafici e sim. (abbr. tav.): tavole a colori , in bianco e nero ; tavole fuori testo , nel testo 6 CO tabella, prospetto, spec. elaborato graficamente: tavole statistiche , demografiche | tabella in cui sono riportati i quadrati, i cubi, le radici quadrate, ecc. di determinati numeri: tavole dei numeri primi , cerca la radice cubica di tre sulle tavole 7 CO documento, registro in cui sono elencati fatti, dati o elementi secondo precisi criteri: tavole testamentarie , tavole di fondazione di un istituto 8 BU indice: t. degli autori , delle materie 9 TS eccl., organo che presiede e coordina alcune chiese riformate: la t. valdese 10 TS filat., matrice per stampare i francobolli a fogli interi 11 TS orefic., la faccia superiore o inferiore di un diamante tagliato a rosetta 12 TS tecn., tavola di arricchimento 13 TS mecc., tavola rotante 14 TS arm., 2targone | 2pavese 15a TS stor., banco del cambiavalute: le tavole dei cambiatori... sempre piene di grossi e di fiorini (Boccaccio) 15b OB banca 16 TS anat., non com. 1lamina 17 OB TS metrol., unità di misura di superficie usata in Italia prima dell’adozione del sistema metrico decimale, con valori diversi a seconda dell’epoca e delle regioni 18 OB TS giochi, al pl., antico gioco che si svolgeva su un tavoliere con dadi e pedine 19 OB spazio quadrangolare 64 Polirematiche tavola amalfitana loc.s.f. TS st.mar., corpo delle consuetudini marittime osservate ad Amalfi che costituisce il codice di diritto nautico più antico e accreditato nel tempo, rimasto in vigore nel Regno di Napoli fino al xvi sec. tavola armonica loc.s.f. TS mus. piano armonico tavola astronomica loc.s.f. TS astron., mar. effemeride tavola a vela loc.s.f. TS sport windsurf tavola calda loc.s.f. CO 1 locale pubblico in cui si servono pasti o vivande da consumare velocemente al banco o seduti a un tavolo 2 assortimento di cibi caldi e freddi che si consumano in tali locali: servizio di t. calda cartella car|tèl|la s.f. AU 1 borsa rigida di materiale vario, spec. di forma rettangolare, per contenere libri, documenti e sim.: la c. di uno scolaro , di un ministro 2a custodia rettangolare formata da un cartone o cartoncino piegato in due, usata per conservare fogli, documenti, disegni e sim. | estens., l’insieme dei documenti in essa contenuti 2b certificato, polizza: c. di assicurazione 3 foglio o cartoncino stampato che fa parte di una serie: c. della tombola , c. della lotteria 4 ciascuno dei fogli di un testo dattiloscritto, contenenti di solito trenta righe di sessanta battute ognuna, scritti su una sola facciata: l’articolo non deve superare le cinque cartelle 5 TS econ., fin. 2azione 6 TS tipogr., l’insieme delle parti che formano la copertina di un libro 7 TS arm., nelle antiche armi da fuoco, piastra di forma allungata che collegava le parti del meccanismo di accensione | nelle pistole moderne, piastra che protegge il meccanismo di scatto 8 TS artig., ciascuna delle due piastre parallele, spec. di ottone, tra cui è inserito il meccanismo di un orologio 9 TS artig., intelaiatura interna del leggio di un messale 10 TS fal., la traversa più alta e più larga nella spalliera di una sedia 11 TS arte, elemento decorativo costituito da una tabella incorniciata in vario modo, contenente un motivo ornamentale o un’iscrizione funeraria 12 TS tecn., nella chiusura di alcuni serramenti, piastra metallica divisa in due parti in cui sono incluse le staffe entro cui scorre il catenaccio 65 13 TS tess., bozzolo del baco da seta a corteccia leggera 14 TS giochi, nel biliardo, segnapunti 15 TS lit., cartagloria 16 TS inform., in programmi a interfaccia grafica, rappresentazione di una o più directory alla quale si assegna un nome e un’icona a forma di contenitore per fogli 17 RE piem., pugno, schiaffo dato con forza Polirematiche cartella clinica loc.s.f. TS med., documentazione relativa alle condizioni di salute di una persona ricoverata in ospedale o sottoposta ad analisi e cure mediche cartella delle tasse loc.s.f. TS ammin. cartella esattoriale cartella di rendita loc.s.f. TS fin., econ., titolo a rendita annua che rappresenta un’obbligazione dello stato nei confronti del possessore cartella esattoriale loc.s.f. TS ammin., avviso che le esattorie comunali inviano ai contribuenti ogni anno per informarli delle imposte da pagare macchina màc|chi|na s.f. FO 1 strumento, apparato, congegno costituito da un numero variabile di parti collegate fra loro in rapporto cinematico, che serve per la trasformazione o per la trasmissione dell’energia o per il compimento di determinate operazioni: le macchine hanno rimpiazzato il lavoro umano ; m. semplice : quella formata da un solo elemento, come la leva, il cuneo o la puleggia; m. composta : quella formata da più elementi 2a spec. al pl., apparato motore di una nave; macchine avanti tutta , macchine indietro adagio , ecc.: come ordini impartiti alla sala macchine di una nave 2b veicolo mosso spec. a motore | per anton., automobile: la m. non parte , è una m. giapponese ; motrice, locomotiva: il treno fa sosta per il cambio della m. 3 TS cinem., macchina da presa, cinepresa 4 CO macchina da guerra 5 CO fig., chi agisce in modo meccanico e automatico, quasi senza pensare: il lavoro noioso l’ha ridotto a una m. ; una m. da goal : un grande goleador 6 CO fig., struttura, organizzazione complessa: la m. del partito , la m. elettorale 7 BU costruzione, impalcatura decorata in modo fastoso su cui si porta in processione la statua del santo 8 TS inform., dispositivo, apparecchiatura per l’elaborazione elettronica dei dati: m. per il trattamento delle informazioni | modello astratto di elaborazione 66 9 TS lett., struttura di un’opera letteraria; trama, intreccio: la m. drammatica del poema 10 TS sport, spec. nell’automobilismo, la lunghezza dell’auto, adottata nelle gare come unità di misura per indicare il distacco tra un concorrente e l’altro: è a due macchine dal terzo 11 LE fig., edificio, fabbricato imponente: vide quella gran m. del Duomo (Manzoni) 12 BU fig., intrigo, macchinazione Polirematiche a macchina loc.avv., loc.agg.inv. CO loc.avv., per mezzo di un’apparecchiatura, di un macchinario: fatto , prodotto , fabbricato a m. | loc.agg.inv., eseguito per mezzo di una macchina: cucitura , orlo a m. , battitura a m. della tesi 5.4. Riferimento Esercizio 12 L’estensione della parola aquila è: a) il concetto di aquila; b) il significato metaforico di aquila; c) tutti i possibili referenti dell’espressione aquila. Esercizio 13 Il referente di un segno linguistico è: a) il concetto espresso da una determinata forma; b) un oggetto esterno al linguaggio, a cui il segno linguistico si riferisce; c) un significato metaforico. 5.5. Meccanismi di arricchimento del lessico Esercizio 14 Le lingue utilizzano diversi procedimenti per arricchire continuamente il proprio inventario di lessemi, ad esempio quando si presenta la necessità di denominare nuovi oggetti. Tra i procedimenti si hanno almeno i seguenti: derivazione con affissi, composizione di parole native, composizione di elementi neoclassici, prestito da altre lingue, calco semantico, calco strutturale. 67 Qui di seguito si presentano dati su come diverse lingue hanno risolto il problema di denominare quattro oggetti: il telefono, la televisione, il computer e il mouse. Identificare i procedimenti messi in atto da ciascuna lingua in ciascun caso. telefono Inglese: telephone, attestato dal 1866; composto di tele- ‘a distanza’ e -phone ‘relativo alla voce, al suono’; francese: téléphone, attestato dal 1876; composto di télé- ‘a distanza’ e -phone ‘relativo alla voce, al suono’, sul modello dell’inglese telephone; italiano: telefono, attestato dal 1878; composto di tele- ‘a distanza’ e -fono ‘relativo alla voce, al suono’, sul modello dell’inglese telephone; spagnolo: teléfono, attestato dal 1884; composto di tele- ‘a distanza’ e -fono ‘relativo alla voce, al suono’, sul modello dell’inglese telephone; tedesco: Telefon; oppure, in disuso, Fernsprecher, composto di fern ‘lontano’ e Sprecher, derivato dal verbo sprechen ‘parlare’ con il suffisso -er che forma nomi di strumento; neogreco: tilefono, composto di tile- ‘a distanza’ e -fono ‘relativo alla voce, al suono’ (cfr. foni ‘voce’); ungherese: telefon; finlandese: puhelin, attestato dal 1897; derivato dal verbo puhella ‘conversare, chiacchierare’ con il suffisso -in che forma nomi di strumento; arabo tunisino: talifūn; turco: telefon; basco: telefono; giapponese: denwa, composto di due elementi di origine cinese, den- ‘elettricità’ e -wa ‘discorso, parlare’. televisione Francese: télévision, attestato dal 1900; composto di télé- ‘a distanza’ e vision ‘visione’. Per riferirsi all’apparecchio, si usano anche l’abbreviazione télé e l’acronimo tévé; 68 inglese: television, attestato dal 1907; composto di tele- ‘a distanza’ e vision, sul modello del francese télévision. Per riferirsi all’apparecchio, si usano anche l’abbreviazione telly (in inglese britannico) e l’acronimo tv; italiano: televisione, attestato dal 1909; composto di tele- ‘a distanza’ e visione, sul modello dell’inglese television e/o del francese télévision; spagnolo: televisión, composto di tele- ‘a distanza’ e visión, sul modello dell’inglese television e/o del francese télévision; tedesco: per indicare il sistema di trasmissione, Fernsehen, composto di fern ‘lontano’ e sehen ‘vedere’; per indicare l’apparecchio, Fernsehapparat, o Fernseher, composto di fern ‘lontano’ e -seher, derivato dal verbo sehen ‘vedere’ con il suffisso -er che forma nomi di strumento; neogreco: tileorasi, composto di tile- ‘a distanza’ e orasi ‘visione’, sul modello dell’inglese television e/o del francese télévision; ungherese: televízió; finlandese: televisi; arabo tunisino: talfza; turco: televizyon; basco: telebista, composto di tele-‘a distanza’ e -bista, ‘visione’, prestito da una varietà romanza; giapponese: terebi, abbreviazione di terebizjon; computer Inglese: computer, attestato dal 1897; derivato dal verbo (to) compute ‘calcolare’, con -er, suffisso che forma nomi di strumento; francese: ordinateur, adattamento del latino ordinator, derivato dal verbo ordinare ‘ordinare’ con il suffisso -tor che forma nomi di strumento; italiano: computer, attestato dal 1966, dall’inglese computer; voce meno usata, calcolatore, derivato dal verbo calcolare con il suffisso -tore che forma nomi di strumento; spagnolo: in Spagna ordenador (adattamento del latino ordinator, forse sul modello del francese ordinateur), e meno frequentemente computador, derivato dal verbo computar ‘calcolare’ con il suffisso -dor che forma nomi di strumento; 69 in America Latina computadora o computador, e meno frequentemente computer; tedesco: Computer o, con minore frequenza, Rechner, derivato dal verbo rechnen ‘contare, calcolare’ con il suffisso -er che forma nomi di strumento; neogreco: ipolojistis, derivato dal verbo ipolojizo ‘calcolare’ con il suffisso -tis che forma nomi di strumento; ungherese: számítógép, composto di számító ‘che calcola, calcolante, calcolatore’ (a sua volta derivato da számít ‘calcolare’ con il suffisso -ó che trasforma verbi in aggettivi) e gép ‘macchina’; questa forma è di gran lunga la più frequente. Raramente sono usate anche le forme komputer, kompjúter; finlandese: tietokone, composto di tieto, ‘conoscenza, informazione’ e kone ‘macchina’; arabo: ordinateur o computer; turco: bilgisayar, composto di bilgi, ‘informazione’, derivato dal verbo bilmeh, ‘sapere’, con il suffisso -gi che forma nomi astratti deverbali e sayar, derivato da saymak, ‘contare’, con il suffisso -ar che forma nomi di strumento; basco: ordenagailu, derivato dal verbo ordenatu ‘ordinare’ con il suffisso -gailu che forma nomi di strumento, o konputagailu, derivato con lo stesso suffisso da una base konputa da riconnettersi a voci straniere quali computer o computador; giapponese: konpjuutaa o paso-kon, derivato per doppio troncamento da paasonaru konpjuutaa, adattamento dell’inglese personal computer. mouse Inglese: mouse, attestato dal 1965 nel senso di ‘periferica del computer’; da mouse, propriamente ‘topo’, per la forma; francese: souris, letteralmente ‘topo’; attestato dal 1984 nel senso di ‘periferica del computer’; italiano: mouse, attestato dal 1985 nel senso di ‘periferica del computer’; dall’ingl. mouse, propriamente ‘topo’; spagnolo: ratón, letteralmente ‘topo’; tedesco: Maus, letteralmente ‘topo’; neogreco: pontiki, letteralmente ‘topo’; 70 ungherese: egér, letteralmente ‘topo’; finlandese: hiiri, letteralmente ‘topo’; arabo tunisino: mouse; turco: maus; basco: sagu, letteralmente ‘topo’; giapponese: mausu. 5.6. Funzione degli enunciati Esercizi 15 Identificare la funzione prevalente dei seguenti testi, secondo il modello delle funzioni della lingua elaborato da Roman Jakobson. a) Treno interregionale 2166 da Ventimiglia per Milano Centrale è in arrivo sul binario tre (annuncio in stazione) b) Capotreno Castellazzi capotreno Castellazzi si porti al tre (annuncio in stazione; Corpus lip, testo ma 10) c) Comunicazione di servizio fare attenzione al binario tredici per piazzamento treno diecimilaquattrocentosessantacinque in partenza alle ore quattordici e trenta (annuncio in stazione; Corpus lip, testo ma 10) d) Scusi? un foglio per la raccomandata andata e ritorno (cliente che si rivolge a un’impiegata dell’ufficio postale; Corpus lip, testo ra 6) e) ‘amo’ è la prima persona singolare del presente indicativo del verbo ‘amare’ f ) Mi senti? (da ascoltatore a conduttore di trasmissione radiofonica, conversazione al telefono) g) Ahi! (detto dopo essersi dati una martellata su un dito) h) Solo e pensoso i più deserti campi / vo mesurando a passi tardi e lenti (Petrarca) i) Parmalat, tutti in carcere. Arrestati otto manager del gruppo, tra cui gli ex direttori finanziari Tonna e Del Soldato. Oggi gli interrogatori. Bondi vuol vendere la squadra (“la Repubblica”, 2 gennaio 2003, titolo di prima pagina) j) Non ho voglia / di tuffarmi / in un gomitolo / di strade (Giuseppe Ungaretti, Natale) k) Osa la brillantezza Holographic (pubblicità di un rossetto) l) Più lo mandi giù, più ti tira su (pubblicità di una marca di caffè) 71 m) babbo bàb|bo s.m. FO fam., spec. in Toscana, padre (voce del Dizionario della lingua italiana di T. De Mauro, 2000) Esercizio 16 Identificare nel seguente testo, che costituisce la trascrizione di una conversazione telefonica, gli enunciati che hanno funzione prevalentemente referenziale, quelli che hanno funzione conativa, e quelli che hanno funzione fatica. 1 A: pronto < ?? > 2 B: ahah sì buongiorno senta io ho portato la settimana scorsa un registratore_ Philips a riparare_ 3 e volevo sapere se era pronto 4 A: mi date il numero della contromarca per favore? 5 B: dunque il numero dov < ’è? > ecco contromarca allora uno dunque_ diciamo uno zero zero zero quattro tre sei 6 A: quattro tre sei 7 attenda un attimino 8 B: sì grazie {ATTESA} 9 A: pronto? 10 B: sì? 11 A: è un registratore? 12 B: sì_ 13 A: sì è fatto signora 14 può venire a ritirarlo 15 B: va bene la ringrazio 16 A: buongiorno 17 B: buongiorno (Corpus lip, testo fb 20) Esercizio 17 Nel testo presentato nell’esercizio precedente identificare i segnali discorsivi. Esercizio 18 Nel testo seguente: 72 a) classificare gli enunciati prodotti nei diversi turni di conversazione secondo le funzioni di Jakobson; b) identificare gli enunciati che realizzano i seguenti tipi di atti illocutivi: domanda (richiesta di informazioni), richiesta (richiesta di azione), affermazione / asserzione; c) identificare gli enunciati che costituiscono frasi dei seguenti tipi: interrogative sì/no (o polari o totali o chiuse), interrogative wh- (o parziali o aperte), dichiarative; d) individuare i segnali discorsivi. 1 A: pronto? 2 B: eh buongiorno 3 parlo con arcobaleno ottantacinque? 4 A: sì_ 5 B: eh senta io sono la signora XYZ 6 A: sì 7 B: mi hanno_ indirizzato_ a questo centro_ eh Donata XYZ e Viviana XYZ 8 A: sì 9 B: io ho avuto una bambina che_ eh ha avuto l’allungamento 10 A: sì_ 11 B: degli arti 12 A: sì_ 13 B: a Bergamo eh e adesso avrebbe bisogno di una serie di fisioterapie al ginocchio eccetera 14 A: sì 15 B: ahah vorrei però Fr < ancesca > eh la_ eh la fisioterapista Francesca XYZ 16 A: bè in questo momento non c’è 17 B: va bene io volevo sapere quant’è il costo_ 18 A: guardi signora la terapia qui viene quarantacinque 19 B: a_ a seduta? 20 A: sì a seduta 21 B: eh e quanto tempo dura? 22 A: dura un’ora (Corpus lip, testo rb 13) 73 Esercizio 19 Specificare la modalità e il valore illocutivo delle frasi che seguono: a) Sai che ore sono? b) Esci subito di qui! c) Oggi piove. d) Mi dia per favore un chilo di mele. e) Paola oggi non è andata a scuola. f) Non andartene! g) Chi è arrivato per ultimo? h) C’è il dottore? Esercizio 20 Individuare, tra gli enunciati seguenti, quelli che hanno valore performativo e quelli che hanno valore constatativo. a) Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (detto da sacerdote a battezzando). b) Scusa (detto da un ragazzo a un suo compagno di scuola). c) La prego di accettare le mie scuse (scritto in una lettera di un condomino ad un altro). d) Ti consiglio di andare a vedere Dogville (detto da una signora a un’amica). e) Mi sono scusata con la professoressa (detto da una ragazza a una compagna di scuola). f) Mio figlio promette sempre che verrà a trovarmi. g) Ti prometto che ti porterò al mare in vacanza. h) Stamattina ho battezzato tre bambini (detto da un sacerdote a un altro). i) Vi dichiaro marito e moglie (detto dall’ufficiale di stato civile a una coppia che si sta sposando). j) Giovanni è incapace di chiedere scusa. k) Ti diffido dall’occupare il giardino di mia proprietà (scritto in una lettera da un condomino a un altro). l) Repubblica italiana. In nome del popolo italiano, il Tribunale di Roma {...} definitivamente pronunciando, dichiara la cessazione degli effetti civili di matrimonio contratto in Roma il 9/9/1999 fra Mario Rossi e Maria Bianchi (scritto nel dispositivo di una sentenza emessa dal Tribunale di Roma). 74 m) L’amministratore ha diffidato il mio vicino di casa dal suonare il pianoforte la sera. n) Repubblica italiana. In nome del popolo italiano, il Tribunale di Roma {...} definitivamente pronunciando sulla causa come sopra introdotta, dichiara Mario Rossi responsabile ex art. 2043 del danno cagionato a Antonio Russo (scritto nel dispositivo di una sentenza emessa dal Tribunale di Roma). o) Oggi ho condannato un uomo a dieci anni di carcere (detto da un giudice a un altro). p) Repubblica italiana. In nome del popolo italiano, il Tribunale di Roma {...} condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali (scritto nel dispositivo di una sentenza emessa dal Tribunale di Roma). 5.7. Struttura tematica Esercizio 21 Nelle seguenti frasi individuare il Tema, il Soggetto e l’Agente. a) Mario ha finito di bere il caffelatte. b) Il mio libro te lo sei portato via tu. c) Il caffelatte l’ha bevuto Mario. d) A casa non ci torno. e) Il museo è chiuso fino alle 12. f) Questo libro è stato letto da tutti i ragazzi. g) Tutti i ragazzi hanno letto questo libro. h) Questo libro lo hanno letto tutti i ragazzi. i) Quanto a me, non ho certo detto queste cose. j) Giovanni l’hanno guardato tutti. 5.8. Presupposizioni Esercizio 22 Individuare le conoscenze o i dati fattuali più immediatamente presupposti dall’enunciazione dei seguenti enunciati: a) Babbo Natale è entrato da là {indicando un caminetto}. b) I due si sono riconciliati. c) Che relazione c’è tra X e Y? 75 d) Carlo Azeglio Ciampi è l’attuale presidente della Repubblica italiana. e) Smettila! Te lo ordino! f) Accade ogni trent’anni. g) Sei andato a scuola ieri? h) Hai visto i miei occhiali? i) A Parigi ho incontrato il fratello di Maria. j) Anche questa volta ce l’abbiamo fatta. 76 6. Soluzioni 6.1. Semiotica Esercizio 1 a) simbolo; b) icona; c) simbolo; d) icona; e) indice; f ) icona; g) indice; h) icona; i) simbolo; l) icona; m) indice; n) icona. Esercizio 2 a) L’indice segnala la presenza di qualcos’altro: un’orma di animale indica che è passato un animale, il fumo indica la presenza del fuoco. L’indice e ciò che viene indicato sono o sono stati presenti nello stesso luogo e nello stesso tempo. b) Il simbolo sta in luogo dell’entità denotata, che non necessariamente è copresente o vicina: il legame fra simbolo e denotato è dato dalla sostituzione. Un segnale stradale normalmente ha anche la funzione di indicare una certa condizione (ad esempio, il segnale di pericolo è posto in luoghi dove ci sia effettivo pericolo), ma il suo significato resta lo stesso anche al di fuori del contesto (lo stesso segnale nel libro di quiz per la patente mantiene il significato ‘pericolo’, anche in mancanza di condizioni di effettivo pericolo). c) Il primo procedimento è di tipo metonimico, il secondo di tipo metaforico. d) Solo gli indici comportano la copresenza del denotato, mentre le icone mantengono il loro significato anche in assenza del denotato, allo stesso modo dei simboli. Pertanto, simboli e icone possono essere raggruppati insieme, in quanto opposti agli indici. Esercizio 3 a) Agitare la mano in segno di saluto: simbolico. b) Aprire e chiudere la mano in segno di saluto: simbolico. c) Fregarsi le mani per esprimere soddisfazione: simbolico. d) Fare le dita a V in segno di vittoria: si tratta di un gesto parzialmente e mediatamente iconico, in quanto la forma assunta dalle 77 dita è iconica rispetto alla lettera < V > , iniziale della parola italiana vittoria, il cui significato è paragonabile a quello del gesto. e) Passarsi la mano sotto il mento per esprimere indifferenza: simbolico. f ) Battere le mani per esprimere approvazione: simbolico. g) Agitare la mano a palmo in giù per invitare ad avvicinarsi: iconico rispetto al movimento di avvicinamento che si richiede al destinatario. h) Mettere l’indice davanti alla bocca per invitare a fare silenzio: iconico. Esercizio 4 a) Dattilografia, macchina da scrivere: iconico. b) Cinque: iconico. c) Diecimila: si ha una componente di iconicità nella presentazione delle dieci dita, a indicare la componente ‘dieci’ di ‘diecimila’. d) Tram: il segno può essere considerato iconico perché la posizione e il movimento delle dita sono originariamente icone dei fili di un tram. e) Tagliare con le forbici: iconico. f ) Zio: arbitrario. g) Residenza / Scommessa: arbitrario. h) Benzina: il segno appare iconico rispetto al movimento effettuato per riempire di benzina un serbatoio. Esercizio 5 Nelle prime due fasi (pittogramma e pittogramma ruotato) ci troviamo davanti a icone, mentre il segno cuneiforme è un simbolo. La rotazione, avvenuta a causa di abitudini scrittorie, ha comunque reso meno evidente il legame iconico fra segno e denotato, favorendo così l’ulteriore evoluzione dell’icona in simbolo, cioè la perdita di motivazione. Esercizio 6 Analogamente ai pittogrammi dell’esercizio precedente, anche gli emoticons hanno subito una rotazione di novanta gradi a sinistra dovuta al mezzo di scrittura. Si tratta ancora di segni iconici, ma la 78 motivazione fra segno e denotato è meno facilmente riconoscibile che per le icone della colonna a sinistra. Esercizio 7 Prima articolazione: morfemi son-, -o, in, cas-, -a, oggi, part-, -o; seconda articolazione: fonemi /s/, /O/, /n/, /o/, /i/, /n/, /k/, /a/, /s/, /a/, /O/, /dZ‹ /, /dZ‹ /, /i/, /p/, /a/, /r/, /t/, /o/. Esercizio 8 I tre tipi di forma (cerchio con bordo rosso: divieto, cerchio a fondo blu: prescrizione, triangolo: pericolo) sono combinati con elementi ricorrenti posti al loro interno. Nella serie d troviamo una quarta forma, cerchio bianco senza bordo, che si inserisce fra i segnali di divieto solo per indicarne la cessazione (quindi solo in concomitanza alla banda trasversale nera). Si trova pertanto in distribuzione complementare con la forma a cerchio con bordo rosso, che a volte contiene la stessa immagine. Esercizio 9 a) Codice Morse. La materia del contenuto di questo codice è costituita dalle lettere dell’alfabeto latino, dai segni di punteggiatura utilizzati nelle scritture in alfabeto latino, e dalle cifre arabe. I segni di questo codice possono viaggiare su diversi canali; normalmente si realizzano sotto forma di impulsi elettrici, che possono essere poi convertiti in segnali grafici; possono realizzarsi anche in forma di segnali luminosi (canale foto-visivo) o sonori (canale fonico-acustico). Il codice è dotato della proprietà della doppia articolazione. Le unità di seconda articolazione sono il punto e la linea. Le unità di prima articolazione sono segni che hanno come significante una sequenza di punti e linee e come significato una lettera dell’alfabeto latino o un segno di interpunzione o una cifra araba. I segni di questo codice sono di numero finito. Essi possono essere utilizzati per segnalare le unità di seconda articolazione di un codice linguistico (nella sua realizzazione scritta); è il codice linguistico 79 che può costituire, combinando le proprie unità di seconda articolazione, un numero potenzialmente infinito di segni. La relazione tra significanti e significati nel codice Morse è di tipo arbitrario: si osservi in particolare che /·/ significa ‘È” e /–/ significa ‘T’, mentre il punto come segno di interpunzione è espresso da / · – · – · –/ e il trattino come segno di interpunzione è espresso da /– · · · · –/. Una parziale iconicità si individua nell’espressione delle cifre: le cifre da 1 a 5 sono espresse da un numero corrispondente di punti, seguito da tanti trattini quanti ne sono necessari a formare un significante costituito da cinque unità di seconda articolazione. Anche nell’espressione delle cifre da 6 a 9 si individua un elemento di “arbitrarietà relativa”. b) Alfabeto manuale. La materia del piano del contenuto di questo codice è costituita dalle lettere dell’alfabeto latino. I segni di questo codice viaggiano sul canale mimico-visivo. Il codice non è dotato della proprietà della doppia articolazione: ogni configurazione della mano segnala nel suo insieme una lettera. I segni di questo codice sono di numero finito. Anche questi segni, come quelli del codice Morse, possono essere utilizzati per segnalare le unità di seconda articolazione di un codice linguistico (nella sua realizzazione scritta); è il codice linguistico che può costituire, combinando le proprie unità di seconda articolazione, un numero potenzialmente infinito di segni. La relazione tra significanti e significati nell’alfabeto manuale tende all’iconicità per la maggior parte dei segni: la mano assume una configurazione che ricorda l’aspetto della lettera segnalata (nella sua realizzazione in stampatello maiuscolo: si osservino in particolare i segni per C, G, I, L, V, W), o effettua un movimento che ricorda quello necessario per scrivere la lettera corrispondente (nel caso dei segni J, Z). Per alcuni segni, tuttavia, l’iconicità è meno evidente o assente (si osservino in particolare i segni per A, B, R). c) Codice degli atteggiamenti dei cani. La materia del piano del contenuto di questo codice è costituita dall’insieme dei possibili stati d’animo di un cane. I segnali di questo codice viaggiano sul canale mimico-visivo. 80 Il codice non è dotato di doppia articolazione: è la posizione della coda nella sua globalità che indica un dato stato psicologico. I segni di questo codice sono di numero finito. La relazione tra significati e significanti di questo codice è di tipo arbitrario. Esercizio 10 Italiano Svedese farfar nonno morfar farmor nonna mormor farbror zio morbror faster zia moster Italiano Latino nonno avus nonna ava avunculus zio patruus matertera zia amita 81 Esercizio 11 Segmentazione dello spazio vocalico in italiano standard Segmentazione dello spazio vocalico in spagnolo Esercizio 12 a) 2; b) 2; c) 1. 6.2. Fonetica e fonologia Esercizio 1 Pliche vocali, faringe, ugola, velo del palato, palato duro, alveoli, denti, labbra. Esercizio 2 Pliche vocali, velo del palato, lingua, labbra. Esercizio 3 Consonante sonora: vino, birra, latte, gin, rum; fricativa sorda: stupido, sciocco, fantastico; occlusiva sonora: blu; affricata: zucchero, giulebbe; consonante labiale: a) bilabiali: Paolo, Barbara, Maria; b) labiodentali: Franco, Walter. 82 Esercizio 4 a) Claudio inizia con occlusiva, le altre con fricativa; b) Toni inizia con occlusiva orale, le altre con nasale; c) Gaetano inizia con occlusiva, le altre con affricata; d) Iole inizia con approssimante, le altre con vocale; e) Giorgio inizia con ostruente sonora, le altre con ostruente sorda. Esercizio 5 a) Sono tutte consonanti nasali; b) sono tutte fricative; c) sono tutte consonanti dentali; d) sono tutte occlusive velari. Esercizio 6 F, F, F: il dorso della lingua tocca il velo, non l’apice. Esercizio 7 F, F, F: i denti superiori toccano il labbro inferiore, non viceversa. Esercizio 8 V, F, V. Esercizio 9 V, V, V. Esercizio 10 V, F, V. Esercizio 11 V, F, F: l’apice della lingua si avvicina agli alveoli, ma non li tocca. Esercizio 12 F, F, V, V. Esercizio 13 F, F, F. Esercizio 14 V, F, V, V. 83 Esercizio 15 F, F, F, V. Esercizio 16 F, F, V. Esercizio 17 V, V, V. Esercizio 18 F, F, F. Esercizio 19 Si riportano le trascrizioni in una varietà standard. Non si trascrive il confine di sillaba; la lunghezza consonantica è rappresentata con il segno di lunga {:}. In altri casi, in cui sia stato trascritto il confine di sillaba, invece, la lunghezza consonantica è rappresentata con la consonante doppia, ad esempio nella soluzione dell’esercizio 20. Entrambe le opzioni sono accettabili (cfr. Albano Leoni, Maturi, 2002, p. 71) . ‹ }; ‹ }; e) {'ba: tSo a) {'a˘:o}; b) {'ansja}; c) {'azma}; d) {at' tsjo:ne f ) {'barke}; g) {'borsa}; h) {'ka:sa}; i) {'pjO:ve}; j) {'fO¥:i}; ‹ }; k) {'dZ‹ O:ko}; l) {'an:o}; m) {'la:gi}; n) {'laS:i}; o) {'pja: tSe p) {'pjak:we}; q) {'raÆ:o}; r) {'ra:na}; s) {'SOk:o}; t) { 'ti:po}. Esercizio 20 Si riportano le trascrizioni corrette in una varietà standard: a) {'pjE:.de}; b) {'Si.a:.re}; c) {ad.'dZ‹ us.ta:.re}; d) {'SOk.ko}; e) {'dZ‹ i¥.¥o}. Esercizio 21 ‹ in gli, < gl > italiano: in ciò, < ci > rappresenta il fonema /tS/; rappresenta /˘/; in figlio, < gli > rappresenta /˘/; in già, < gi > rappresenta /dZ‹ /; in che, < ch > rappresenta /k/; in chi, < ch > rappresenta /k/; in gnu, < gn > rappresenta /Æ/; in sci, < sc > rappresenta 84 /S/; in scià, < sci > rappresenta /S/; in giù, < gi > rappresenta /dZ‹ /; in aghi, < gh > rappresenta /g/; in ho, < h > non rappresenta alcun fonema; in ha, < h > non rappresenta alcun fonema. inglese: in shop, < sh > rappresenta /S/; in Asian, < si > rappresenta /Z/; in kick, < ck > rappresenta /k/; in too, < oo > rappresenta /u:/; in leap, < ea > rappresenta /i:/; in morph, < ph > rappresenta /f/; in the, < th > rappresenta /D/; in thick, < th > rappresenta /T/ e < ck > rappresenta /k/; in ghost, < gh > rappresenta /g/; in knee, < k > non rappresenta alcun fonema; in sing, < ng > rappresenta /Œ/. francese: in chou, < ch > rappresenta /S/ e < ou > rappresenta /u/; in aimer, < ai > rappresenta /e/ e < r > non rappresenta alcun fonema; in est, < st > non rappresenta alcun fonema nella maggior parte dei casi, ma in contesto di liaison solo < s > non rappresenta alcun fonema; in pas, < s > non rappresenta alcun fonema nella maggior parte di casi, ma rappresenta /z/ in contesto di liaison; in donnent, < nent > non rappresenta alcun fonema; in faut, < au > rappresenta /o/ e < t > non rappresenta alcun fonema (ma in contesto di liaison < t > rappresenta il fonema /t/). tedesco: in ich, < ch > rappresenta {cµ }; in auch, < ch > rappresenta {x}; in die, < ie > rappresenta /i:/; in Schade, < Sch > rappresenta /S/. spagnolo: in hoy, < h > non rappresenta alcun fonema; in que, < qu > rappresenta /k/; in guía, < gu > rappresenta /g/; in ella, ‹ < ll > rappresenta /¥/; in chal, < ch > rappresenta /tS/. Esercizio 22 a) b) c) d) e) f) g) h) C___C C___V V___C V___V #___C #___V C___# V___# fan, dar, cane... mai... Fiat, sciare... sciai... al... ai... la... via, sia, zia... 85 Esercizio 23 a) b) c) d) e) f) g) h) i) #___b #___ t V___m V___V C___C C___V m___V t ___# t ___a sbatto... non compare asma, turismo... rosa... non compare non compare non compare non compare non compare Esercizio 24 a) b) c) d) #___V #r ___V #___ rV r ___V pane, pene, pino, pone, puro... non compare prato, prete, prima, pro, prugna... arpa, serpe, corpi, turpe... Esercizio 25 {h} non è allofono di alcun fonema in italiano standard. Esercizio 26 a) V___V nella varietà standard, in posizione intervocalica compare sempre {S:}, mai {S}; nelle varietà settentrionali, invece, /S/ è realizzato sempre scempio, anche in posizione intervocalica; in alcune varietà {S} compare in posizione intervocalica come allofono ‹ di /tS/ b) p___V non compare c) #___V sciabola, scemo, sci, sciopero, sciupato... d) n___V conscio e) V___ t nella varietà standard, {S} non compare in questo contesto; in alcune varietà non standard, {S} può comparire in questo contesto come allofono di /s/ f ) l ___V Volsci g) m ___V la sequenza /mSV/ in italiano è rarissima: occorre nel cognome Gramsci e nei suoi derivati (gramsciano, gramscianesimo). 86 h) r ___V la sequenza /rSV/ in italiano è rarissima: occorre nel toponimo Marsciano (pg) e nei suoi derivati, e in parole prefissate con iper- e inter-, come iperscialorrea e interscendente. Esercizio 27 ‹ } / V___V; { d‹Z } altrove. I due suoni sono in distribuzione {d :Z complementare. Esercizio 28 a) /t/ ∼ /d/ b) /a/ ∼ /u/ c) /s/ ∼ /m/ d) /k/ ∼ /p/ ‹ ∼ /dZ ‹ / e) /tS/ f ) /S/ ∼ /f/ topo / dopo lame / lume sano /mano costa / posta cielo / gelo sciame / fame Esercizio 29 a) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione ‹ ∼ /k/. /tS/ b) In varietà standard non costituiscono coppia minima perché oltre al fonema iniziale è diverso anche il fonema vocalico seguente: /'fOrte/ ∼ /'korte/. In varietà in cui il grado di apertura delle vocali intermedie non ha valore distintivo, la coppia può costituire una coppia minima che testimonia l’opposizione /f/ ∼ /k/. c) Poiché /S/ nella varietà standard di italiano è sempre foneticamente doppio in posizione intervocalica, si può discutere se le parole in cui questo fonema occorre in posizione intervocalica debbano essere contrastate, per individuare coppie minime, con parole che presentano consonanti scempie o consonanti doppie nella medesima posizione. Se si assume che il contrasto possa aver luogo anche con scempie (dato che in questa posizione la lunghezza di /S/ non ha valore contrastivo), la coppia costituisce coppia minima e attesta l’opposizione /S/ ∼ /p/. Anche nelle varietà settentrionali di italiano, in cui /S/ è realizzato sempre scempio, anche in posizione intervocalica, la coppia costituisce coppia minima. d) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione /p/ ∼ /k/. 87 e) In italiano standard costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione /tS‹ / ∼ /dZ‹ /. In alcune varietà non standard la pri‹ ‹ ma parola è pronunciata {tSiE:lo } e la seconda {dZE:lo }; in queste varietà le due parole non costituiscono coppia minima perché la prima presenta un fonema in più. f ) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione /r/ ∼ /k/. g) Non costituiscono coppia minima. L’ortografia è fuorviante. h) Anche /¥/, come /S/, è sempre lungo in posizione intervocalica nella varietà standard di italiano. Vale quindi lo stesso ragionamento fatto sopra (cfr. punto c): questa coppia costituisce coppia minima e attesta l’opposizione /g/ ∼ /¥/, solo se si assume che /¥/ intervocalico possa essere contrastato anche con consonanti scempie, dato che la sua lunghezza in questo contesto non è contrastiva. Nelle varietà settentrionali di italiano, nelle quali /¥/ è realizzato scempio anche in posizione intervocalica, la coppia costituisce coppia minima. i) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione /g/ ∼ /f/. j) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione /dZ‹ / ∼ /l/. k) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione /dZ‹ / ∼ /s/. l) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione ‹ ∼ /r/. /tS/ m) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione ‹ ∼ /n/. /tS/ n) Non costituiscono coppia minima; la prima parola contiene un fonema in più. L’ortografia è fuorviante. o) In questa coppia, /¥/ contrasta con /b/ doppia in posizione intervocalica. La coppia costituisce coppia minima se si ritiene che i fonemi che in italiano standard si realizzano sempre lunghi in posizione intervocalica debbano essere contrastati con consonanti doppie nella stessa posizione. Costituisce coppia minima anche in quelle varietà che non presentano mai consonanti doppie, e dove quindi i due fonemi si realizzano entrambi scempi. 88 p) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione ‹ /k/ ∼ /tS/. Esercizio 30 a) Non costituiscono coppia minima; si tratta di due possibili realizzazioni della parola riso. La seconda realizzazione è propria di parlanti che presentano un certo tipo di “r moscia” e realizzano il fonema /r/ con un’approssimante labiodentale. b) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione /r/ ∼ /v/. c) Non costituiscono coppia minima; si tratta di due possibili realizzazioni della parola cane. La seconda realizzazione è tipica di alcune varietà regionali di italiano (ad esempio dell’italiano campano). d) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione /O/ ∼ /i/. e) Non costituiscono coppia minima; si tratta di due possibili realizzazioni della parola caro. La seconda realizzazione è propria di parlanti che presentano un certo tipo di “r moscia” e realizzano il fonema /r/ con una vibrante uvulare. Esercizio 31 con Paolo, con Barbara: {m} con Franca, con Valerio {Õ} con Teresa, con Davide {n9 } con Sandro {n} con Cinzia, con Giorgio {n4 } con Gneo {Æ} con Carlo, con Gaia {Œ} con Anna, con Isa, con Ursula {n} La nasale si assimila per punto di articolazione all’ostruente che la segue. Se è seguita da vocale, è alveolare. Esercizio 32 Si ha {a:} in sillaba aperta tonica penultima di parola, {a} altrove. I due foni sono in distribuzione complementare e sono pertanto allofoni di uno stesso fonema. 89 Esercizio 33 Sia {a} che {a:} possono apparire in posizione iniziale di parola e in posizione interconsonantica; in entrambi i casi possono essere sia toniche sia atone; entrambe possono apparire anche in posizione finale di parola (in questa posizione sono tutte e due sempre atone). La loro distribuzione è dunque contrastiva. Si tratta quindi di allofoni di fonemi diversi – come si vede anche dalla presenza, nei dati, di coppie minime quali malum ‘male’ vs. mālum ‘mela’ e ārā ‘altare’ (abl.) vs. āra ‘altare’ (nom.). Esercizio 34 {g} / {Œ} ___ ; {Â} altrove (dopo V, dopo /r/ e dopo #). I due foni sono in distribuzione complementare e sono pertanto allofoni di uno stesso fonema. Esercizio 35 Nella varietà illustrata, {t} e {d} costituiscono allofoni di due diversi fonemi, /t/ e /d/. Il contrasto è testimoniato da opposizioni quali {'tOn.nO} ‘tonno’ vs. {'dO:.pO} ‘dopo’, e {'kOr.dE} ‘corde’ vs. {»{r.'tu:.rO} ‘Arturo’, dove i due fonemi appaiono nello stesso contesto (rispettivamente, /#___V e /r___V). L’opposizione è neutralizzata dopo /n/, perché in questo contesto appare solo {d} (cfr. forme quali {k{n.'d{n.di} ‘cantanti’, {SdEn.'d{:.ti} ‘sdentati’, {'frOn.dE} ‘fronte’). Nella varietà illustrata, {t} si presenta nei contesti a, b, d, cioè V___V ({'fO:.tO} ‘foto’), #___V ({'tOn.nO} ‘tonno’), e {r}___V ({'fOr.tE} ‘forte’), ma non nel contesto c, cioè {n}___V. Esercizio 36 casa, Pisa, asino. Esercizio 37 baco, Coca, foche, roco, fico. 90 Esercizio 38 a) { b) { + nasale } {+– ostruente continuo } c) + ostruente – continuo + sonoro } { → → → { { ... ... /—# – sonoro ... + velare / — $ ... + continuo / V — V } } } Esercizio 39 Il fenomeno esemplificato è detto ‘palatalizzazione’. Le occlusive velari del latino hanno subito una palatalizzazione e sono diventate affricate palatali davanti alle vocali anteriori, mentre sono rimaste occlusive velari altrove (per la rappresentazione in tratti adottiamo la terminologia usata in Graffi, Scalise, 2002, pp. 92-3). ‹ {dZ ‹ } / ___ {E}, {e}, {i} {k}, {g} → {tS}, + ostruente ... – continuo → + rilascio ritardato / — + vocale + arretrato – arretrato – arretrato { } { } { } Esercizio 40 Il fenomeno esemplificato è detto ‘assimilazione’. I gruppi consonantici /pt/ e /kt/ del latino, formati da due occlusive con diversi punti di articolazione, corrispondono in italiano a un’occlusiva lunga /t:/: la prima occlusiva ha acquisito il punto di articolazione della seconda. Esercizio 41 La distribuzione dei tre foni nasali considerati è la seguente: in fine di parola (/__#), in contesto intervocalico (/V__V), tra vocale e sonorante sillabica (/V__{nµ }), e tra vocale e occlusiva (/V__C{occlusiva}) si possono trovare tutti e tre i foni. Questo ci permette di concludere che i tre foni rappresentano allofoni di tre diversi fonemi, /n/, /m/ e /Œ/. Questi tre fonemi non hanno però identica distribuzione, perché /n/ e /m/ possono comparire, oltre 91 che nei contesti già elencati, anche in inizio di parola, mentre /Œ/ non ricorre mai in inizio di parola. Inoltre, osservando la distribuzione delle nasali davanti a occlusiva, possiamo notare che la nasale presenta sempre lo stesso punto di articolazione dell’occlusiva seguente: davanti a occlusiva, quindi, si ha neutralizzazione dell’opposizione tra i tre fonemi individuati. Si osservi che la grafia < ng > può rappresentare sia il suono {Œ}, come in sing, singen, sia il gruppo consonantico {Œg}, come in ungerade. Questa seconda possibilità si ha in genere quando fra le due consonanti vi sia un confine di morfema (un + gerade). Esercizio 42 Nella rappresentazione delle strutture sillabiche dell’italiano, alcuni argomenti possono essere oggetto di discussione, in particolare lo statuto di /s/ preconsonantica e lo statuto dei diversi membri dei dittonghi. Qui si adottano le rappresentazioni proposte ed argomentate in Marotta (1991), che opta per le seguenti soluzioni: • /s/ preconsonantica appartiene alla coda della sillaba precedente e non all’attacco della sillaba seguente; • le sequenze {kw} e {gw} sono analizzate come singoli fonemi doppiamente articolati, /kw/ e /gw/, e non come sequenze di due fonemi; • la sequenza /wO/ è analizzata come un nucleo ramificante (unico caso di nucleo ramificante nella fonologia dell’italiano, secondo l’analisi di Marotta); • uno /j/ prevocalico è rappresentato come appartenente all’attacco della sillaba di cui la vocale costituisce il nucleo; • le vocali alte che costituiscono il secondo elemento dei dittonghi cosiddetti discendenti sono analizzate come code sillabiche; • l’allungamento vocalico che colpisce le vocali accentate in sillaba aperta penultima viene a costituire una rima ramificata, con un elemento di peso nel nucleo e uno nella coda. Rappresentiamo solo alcune parole, che illustrano tutti i problemi; sulla base delle rappresentazioni fornite, è possibile costruire anche quelle mancanti. 92 σ σ A R A N C a n kw R N o d σ σ A R A N C w l R ɔ N o m σ σ A R A N C ε u σ o d σ A R l N ˘ f R A N C o d dz σ R A N C a ĭ N n o σ σ A p R A R N C ε j σ R N a g σ A R N C a s t σ R A N C u t R N tʃ o 93 6.3. Morfologia Esercizio 1 a) 11 forme: un, uomo, piccino, e, una, donna, piccina, vivevano, insieme, in, casa. 9 lemmi: un, uomo, piccino, e, donna, vivere, insieme, in, casa. 13 occorrenze: il lemma un ha tre occorrenze, una della forma un e due della forma una, uomo ha un’occorrenza, piccino ha tre occorrenze, una della forma piccino e due della forma piccina, e ha un’occorrenza, donna ha un’occorrenza, vivere ha un’occorrenza della forma vivevano, insieme ha un’occorrenza, in ha un’occorrenza, casa ha un’occorrenza. b) 7 forme: piangete, donne, e, con, voi, pianga, amore. 6 lemmi: piangere, donna, e, con, voi, amore. 7 occorrenze: piangere due (piangete, pianga), tutti gli altri lemmi una. c) 12 forme: a, egregie, cose, il, forte, animo, accendono, l’, urne, de-, -i, forti. 9 lemmi: a, egregio, cosa, il, forte, animo, accendere, urna, di. Abbiamo considerato l’aggettivo forte e il sostantivo forti come due occorrenze dello stesso lemma forte. 12 occorrenze: il ha tre occorrenze (il, l’, -i in dei), forte ha due occorrenze, tutti gli altri lemmi hanno un’occorrenza. d) 26 forme: a, ciascuna, parete, di, ciascun, esagono, corrispondono, cinque, scaffali, ciascuno, scaffale, contiene, trentadue, libri, formato, uniforme, libro, quattrocentodieci, pagine, pagina, quaranta, righe, riga, lettere, colore, nero. 20 lemmi: a, ciascuno, parete, di, esagono, corrispondere, cinque, scaffale, contenere, trentadue, libro, formato, uniforme, quattrocentodieci, pagina, quaranta, riga, lettera, colore, nero. 35 occorrenze: ciascuno ha sei occorrenze, di ha sei occorrenze, scaffale, libro, pagina, quaranta e riga hanno due occorrenze ciascuno, tutti gli altri lemmi hanno un’occorrenza. 94 Esercizio 2 volgo: prima persona singolare del presente indicativo del verbo volgere; singolare del sostantivo maschile volgo. suoni: seconda persona singolare del presente indicativo, e prima, seconda e terza persona singolare del presente congiuntivo del verbo suonare; plurale del sostantivo maschile suono. letto: participio passato maschile singolare del verbo leggere; singolare del sostantivo maschile letto. isolato: participio passato maschile singolare del verbo isolare; singolare del sostantivo maschile isolato. nuoto: prima persona singolare del presente indicativo del verbo nuotare; singolare del sostantivo maschile nuoto. successo: participio passato maschile singolare del verbo succedere; singolare del sostantivo maschile successo. stato: participio passato maschile singolare del verbo stare; singolare del sostantivo maschile stato. caccia: terza persona singolare del presente indicativo e seconda persona singolare dell’imperativo del verbo cacciare; singolare del sostantivo femminile caccia. Esercizio 3 Segnaliamo che le preposizioni articolate sono state lemmatizzate in due modi diversi, sia come unità lessicali sia riportando ciascun componente al lemma cui corrisponde se usato come forma libera. Gli alterati e i superlativi sono stati lemmatizzati sotto il lemma non alterato o di grado positivo corrispondente. Questa scelta non è obbligata: alcuni dizionari trattano gli alterati come lemmi separati. Gli avverbi in -mente sono stati lemmatizzati separatamente dagli aggettivi da cui derivano. Alcuni dizionari invece li lemmatizzano sotto l’aggettivo corrispondente. I sostantivi femminili animati sono stati lemmatizzati separatamente dal corrispondente maschile. Alcuni dizionari invece li lemmatizzano sotto il maschile (quindi disegnatrice è lemmatizzato sotto disegnatore). I tempi composti dei verbi sono stati lemmatizzati sotto l’infinito corrispondente. Questa scelta, che riteniamo la più corretta da un 95 punto di vista teorico, non è di solito effettuata nei lessici di frequenza esistenti, che riportano le forme dell’ausiliare all’infinito dell’ausiliare, e le forme del participio passato all’infinito del verbo corrispondente (quindi ha disegnato è lemmatizzato come: ha forma di avere, disegnato forma di disegnare). I criteri di lemmatizzazione adottati dal LIF sono illustrati nel par. 6 dell’introduzione all’opera (pp. XLII-XLVIII dell’edizione 1971; pp. 46-55 dell’edizione 1972). I criteri adottati dal LIP sono illustrati nel par. 5.2 dell’Introduzione (pp. 89-96). Lemma cagna cane cassa certo del del di dio disegnare S S S Agg Prep Art Art Prep S V disegnatrice disegno egli il incassare parte partire parto pianista piano piano piano quanto sicuramente sicuro sicuro S S Pron Art V S V S S S Agg Avv Avv Avv Agg Avv 96 Forme cagne cagnolino, cagnaccio cassone certissimo, certe dei, delle dei, delle de-, dedei disegna, disegniamo, disegno, ha disegnato disegnatrici disegno le -i, le, -lle, il incasserà parti, parte parti, partono, parte parti pianista piano piano piano quanto sicuramente sicuro sicuro Esercizio 4 affissi derivazionali Suffissi Prefissi a) -istsb) -tor-, -istc) d) -ott-, -bilime) -al-, -ai-, -mente Non ci sono prefissi flessivi perché solo di suffissi. affissi flessivi -a, -v-a, -t-o, -o, -t-o -e, -t-o, -a -iamo, -t-i, -e -o, -o, -e -o, -ò nella flessione l’italiano fa uso Esercizio 5 Nell’analisi delle forme presentate in questo esercizio e nel seguente, la vocale tematica che compare nelle forme verbali e deverbali italiane è stata sempre considerata un morfo a sé e non parte del morfo lessicale. a) Dammelo: 3 lemmi (dare, io, egli), 3 forme (dà, -mme-, lo), 5 morfi (d-, -a, -mme-, -l-, -o); b) richiamami: 2 lemmi (richiamare, io), 2 forme (richiama, mi), 4 morfi (ri-, -chiam-, -a-, -mi); c) scongelarlo: 2 lemmi (scongelare, egli), 2 forme (scongelar, lo), 7 morfi (s-, -con-, -gel-, -a-, -r-, -l-, -o); d) abbottonagliela: 2 lemmi (abbottonare, egli), 3 forme (abbottona, glie-, la), 6 morfi (ab-, -botton-, -a-, -glie-, -l-, -a); e) disarmandoti: 2 lemmi (disarmare, tu), 2 forme (disarmando, ti), 5 morfi (dis-, -arm-, -a-, -ndo-, -ti). Esercizio 6 a) b) c) d) e) f) g) h) {{{carr + }o}{{{{arm + }a + }t + } o}} {{{{ved + }e + }va + }mo} {{{pietr + }os + }o} {{{disc + }o}{{tec + }a}} {{{cicl + }ist + }a} {{vigil + }e} {{facil + } mente} {{de + {{contamin + }a + }}re} 97 i) j) k) l) m) n) o) p) q) r) s) {{{{serr + }a + }tur + }a} {{{aspr + }ezz + }a} {{{{cammin + }a + }tor + }e} {{{{americ + }an + }at + }a} {{{ri + {{legg + }e + }}va + }no} {{dis + {abil + }}e} {{in + {{{ver + }o + }{simil + }}}mente} {{{agend + }in + }a} {{{{oper + }a + }zion + }e} {{{con + {{corr + }e + }}nz + }a} {{{s + {con + {{gel + }a + }}}t + }o} Esercizio 7 a) incoerente, inadatto, impossibile, illegale, irrealistico, imbevibile, incomprensibile, illogico, infinito: presentano allomorfi del prefisso negativo in-; b) disimparare, disfare, disarmare, disilludere, disvelare: presentano allomorfi del prefisso reversativo dis-; c) scorretto, sconsolato, scongelato, sgarbato, sleale: presentano allomorfi del prefisso privativo s-. Esercizio 8 Per risolvere questo esercizio conviene in primo luogo dare la trascrizione fonetica delle forme da studiare: a) {iŒ.ko.e.'rEn.te}, {i.na.'dat.to}, {im.pos.'si.bi.le}, {il.le.'ga:.le}, {ir.re.a.'lis.ti.ko}, {im.be.'vi.bi.le}, {iŒ.kom.pren.'si.bi.le}, {il.'lO.dZ‹ i.ko}, {iÕ.fi.'ni:.to}. Nel gruppo a la nasale del prefisso davanti a consonante subisce sempre un’assimilazione, ma di due tipi diversi: davanti a ostruente l’assimilazione è parziale, mentre davanti a laterale e vibrante l’assimilazione è totale. Gli allomorfi individuabili sono pertanto: V {in} / __ + ostruente + dentale { {iŒ} / __ 98 {++ ostruente velare } } {++ ostruente bilabiale } + ostruente { } / __ { + labiodentale } − ostruente { } / __ { + laterale } − ostruente { } / __ { + vibrante } {im} / __ iÕ il ir b) {di.zim.pa.'ra:.re} o {di.sim.pa.'ra:.re}, {dis.'fa:.re}, {di.zar.'ma:.re} o {di.sar.'ma:.re}, {di.zil.'lu.de.re} o {di.sil.'lu.de.re}, {diz.ve.'la:.re} (in posizione intervocalica, la realizzazione di /s/ dipende dalla varietà di italiano). Nel gruppo b troviamo due allomorfi, {diz} davanti a vocale e davanti a consonante sonora, e {dis} davanti a consonante sorda. In questo caso, possiamo concludere che si ha una sonorizzazione davanti ad altro fono sonoro. Si osservi però che queste realizzazioni sono connotate diatopicamente: in particolare, la sonorizzazione di {s} in posizione intervocalica si riscontra nelle varietà settentrionali di italiano e non in quelle centromeridionali. Per i parlanti di queste seconde varietà, l’allomorfo {diz} compare solo nella forma disvelare, cioè solo davanti a consonante sonora. c) {skor.'rEt.to}, {skon.so.'la:.to}, {skon.dZ‹ e.'la:.to}, {zgar.'ba:.to}, {zle.'a:.le} Nel gruppo c individuiamo due allomorfi {s} e {z} del prefisso s-, cosí distribuiti: { +− ostruente sonora } ± ostruente { } / __ { + sonora } {s} / __ z Esercizio 9 Il plurale in inglese può essere espresso con tre diversi tipi di procedimenti morfologici: con l’aggiunta di un morfo alla radice, con la sostituzione di una desinenza o tramite apofonia. Nei dati a disposizione, l’espressione del plurale si realizza per aggiunta nei casi seguenti: 99 sg. wall pl. wall + s sg. child pl. child + ren sg. rose pl. rose + s /Kz/ Il plurale si esprime tramite sostituzione di una desinenza nei casi seguenti: sg. corp-us pl. corp-ora sg. cris-is pl. cris-es Si tratta di prestiti latini che non vengono integrati in inglese, e vengono flessi per numero secondo le regole del latino. Il plurale si realizza per apofonia nei casi seguenti: sg. tooth pl. teeth sg. louse pl. lice Esercizio 10 Nei dati presentati appaiono tre allomorfi del plurale. La loro distribuzione è governata fonologicamente: si ha /s/ dopo consonanti sorde non sibilanti, /z/ dopo consonanti sonore non sibilanti e dopo vocali (cioè dopo foni sonori non sibilanti), e /Kz/ dopo consonanti sibilanti. Esercizio 11 Nei dati presentati appaiono tre allomorfi del passato. La loro distribuzione è governata fonologicamente: si ha /Kd/ dopo ostruenti alveolari, /t/ dopo consonanti sorde diverse dalle ostruenti alveolari, /d/ altrove, cioè dopo consonanti sonore diverse dalle ostruenti alveolari e dopo vocali. Esercizio 12 Lingua A (vogul): agglutinante; Lingua B (russo): fusivo; Lingua C (cinese): isolante; Lingua D (arabo): introflettente. Esercizio 13 In primo luogo, dobbiamo cercare di isolare un morfo lessicale. Il confronto delle forme a e b ci porta a pensare che il morfo lessicale sia ev. Dalla glossa di a possiamo pensare che la forma contenga un suffisso corrispondente al caso accusativo e che il numero singolare non abbia un morfo specifico. La forma in b dovrebbe avere invece 100 due suffissi, uno corrispondente al numero (plurale) e uno corrispondente al caso che si traduce in italiano con la preposizione ‘di’, e che si chiama normalmente ‘genitivo’. Per ora però non sappiamo se il morfema di caso preceda o segua quello del numero. La forma in c complica il quadro: il suffisso è uguale a quello trovato in a, ma la glossa è diversa. Ciò sembra indicare che il suffisso -i può esprimere sia il caso accusativo sia il possessivo di terza persona singolare, e inoltre che non c’è un suffisso per il nominativo (cioè il nominativo singolare è uguale alla radice del nome senza suffissi). La forma in d introduce un nuovo suffisso possessivo, quello di seconda singolare, ma per ora non può essere segmentata. Solo l’analisi delle forme e e f ci permette di segmentare il morfo del plurale, che risulta essere -ler; in queste due forme individuiamo inoltre un altro morfema di caso, -e, e dalle glosse capiamo che si tratta del caso normalmente chiamato ‘dativo’ (che in turco ha anche funzione di locativo). Da queste forme capiamo che il suffisso del plurale precede quello del caso, come pure quello di possessivo (forme b e d). Tornando alla forma in b, possiamo ora stabilire che il suffisso del genitivo è -in. L’analisi della forma in d però non può essere completata, finché non si sia stabilito se il morfema di caso precede o segue il possessivo (dato che sappiamo che il suffisso di accusativo è -i, per ora potremmo segmentare la forma sia come ev-ler-i-ni, sia come evler-in-i). Dalle forme g e h deduciamo che i suffissi possessivi di prima singolare e seconda singolare sono rispettivamente -im e -in; questo secondo suffisso è omofono del suffisso di genitivo, individuato nella forma b (per cui la forma h potrebbe anche significare ‘della casa’ e la forma b anche ‘le tue case (nom.)’). Il fatto che il possessivo di seconda singolare sia -in, inoltre, ci permette di terminare l’analisi della forma in d, stabilendo che il possessivo precede il suffisso di caso accusativo (quindi l’analisi corretta è ev-ler-in-i, morfo lessicale + morfo di numero + possessivo + morfo di caso). Per completezza aggiungiamo che la forma in d potrebbe significare anche ‘le sue case (acc.)’, con una segmentazione: ev-ler-i-n-i, dove la -n- che intercorre fra il suffisso dell’accusativo e quello del possessivo è una consonante eufonica, inserita per evitare l’incontro delle due vocali uguali. Le forme i e j presentano i suffissi possessivi di prima plurale e seconda plurale, che appaiono formati dai corri101 spondenti possessivi singolari più l’ampliamento -iz (in realtà, considerando altri dati non presentati qui, si può dimostrare che le sequenze -imiz e -iniz non sono segmentabili in due morfi, ma costituiscono un raro caso di morfo amalgamato in turco. Lo stesso vale per gli allomorfi -KmKz e -KnKz, che incontreremo piú avanti). La forma k ci mostra di nuovo che i suffissi possessivi precedono gli eventuali suffissi di caso. Troviamo qui inoltre un nuovo suffisso di caso, -den, che, essendo glossato con la preposizione ‘da’, chiameremo ‘ablativo’. La forma l contiene nell’ordine i suffissi del plurale (-ler), del possessivo di prima singolare (-im) e del caso ablativo (-den). Da quanto abbiamo osservato fin qui, possiamo stabilire che la forma ‘le tue case (nom.)’ sarà evlerin, omofona della forma ‘delle case’, vista in b. In n troviamo un nuovo lessema; dato che come sappiamo né il caso nominativo né il numero singolare sono indicati con suffissi, possiamo concludere che sakal sia il morfo lessicale (la radice del sostantivo). La forma o contiene un suffisso -Kn; data la glossa, possiamo concludere che si deve trattare di un allomorfo di -in, suffisso del caso genitivo, che abbiamo incontrato in precedenza; inoltre, questa forma può significare anche ‘la tua barba (nom.)’, dato che il genitivo è omofono del possessivo di seconda singolare e che il nominativo non presenta uno specifico suffisso. La forma p contiene un’altra serie di allomorfi di suffissi trovati in precedenza, e cioè -lar, allomorfo di -ler, suffisso del plurale, -KmKz, allomorfo di -imiz, possessivo della prima persona plurale, e -Kn, già trovato nella forma precedente, che qui non può indicare altro che il caso genitivo, dato che la forma porta già un altro suffisso possessivo. La forma q contiene un allomorfo del suffisso già incontrato come -i, che può essere, oltre che il caso accusativo, anche il possessivo di terza singolare, quindi la forma q può significare anche ‘la sua barba (nom.)’. Infine dalla forma r possiamo stabilire che il suffisso del caso dativo ha un allomorfo -a oltre all’allomorfo -e trovato in precedenza. Dalle forme s-u vediamo che il sostantivo ödev seleziona gli stessi allomorfi selezionati da ev, mentre dalle forme v-z vediamo che il sostantivo dağ seleziona gli stessi allomorfi selezionati da sakal. A questo punto abbiamo trovato i seguenti morfemi: • morfemi lessicali: ev, ‘casa’; sakal, ‘barba’; ödev, ‘compito’, dağ, ‘montagna’; 102 • morfemi di numero grammaticale: singolare ø; plurale: -ler/-lar • possessivi: sg. 1. -im/-Km pl. 1. -im-iz/-Km-Kz 2. -in/-Kn 2. -in-iz / -Kn-Kz 3. -i/-K • morfemi di caso: nom. ø acc. -i/-K gen. -in/- Kn dat./loc. -e/-a abl. -den/-dan Per quanto riguarda la selezione degli allomorfi, possiamo vedere che ogni sostantivo seleziona allomorfi della stessa serie; ipotizziamo che l’allomorfia sia condizionata fonologicamente e che la condizione sia data dalle vocali presenti nei diversi morfemi lessicali. Questo fenomeno è noto come armonia vocalica ed è proprio di numerose lingue agglutinanti. In base ai dati a nostra disposizione, possiamo stabilire che nel sostantivo turco le vocali si armonizzano sempre per il tratto di anteriorità. Il sistema vocalico del turco è il seguente: alto posteriore arrotondato i e ü ö K a u o + – – – – – + – + – – + + + – – + – + + + – + + La scelta degli allomorfi è determinata dal tratto di posteriorità delle vocali del morfo lessicale. Dopo morfi lessicali contenenti vocali anteriori (come /e/ in ev e ödev e /ö/ in ödev) troviamo allomorfi contenenti anch’essi vocali anteriori, mentre con morfi lessicali contenenti vocali posteriori (come /a/ in dağ e sakal) troviamo allomorfi contenenti vocali posteriori. Per maggiore chiarezza diamo qui di seguito l’analisi delle forme studiate: a) ev-i; b) ev-ler-in, c) ev-i; d) ev-ler-in-i; e) ev-e; f ) ev-ler-e; g) ev-im; h) ev-in (potrebbe anche significare ‘della casa’); i) ev-im-iz; j) ev103 in-iz; k) ev-im-den; l) ev-ler-im-den; m) ev-ler-in; n) sakal; o) sakalKn (potrebbe anche significare ‘la tua barba (nom.)’); p) sakal-larKm-Kz-Kn; q) sakal-K (potrebbe anche significare ‘la sua barba (nom.)’); r) sakal-Km-a; s) ödev; t) ödev-ler; u) ödev-in (potrebbe anche significare ‘il tuo compito (nom.)’); v) dağ; w) dağ-a; x) dağ-KmKz; y) dağ-lar-dan; z) dağ-lar-Kn (potrebbe anche significare ‘le tue montagne (nom.)’). Esercizio 14 Procediamo in maniera analoga a quanto fatto nell’esercizio precedente. Innanzitutto vediamo che alcune forme sono precedute da un monosillabo che si presenta come az davanti a vocale e come a davanti a consonante. In base alle glosse, possiamo pensare si tratti dell’articolo determinativo; inoltre, le glosse delle forme e e v lasciano pensare che questa lingua possegga anche un articolo indeterminativo, egy. Passiamo ora a esaminare le singole forme. Dal confronto fra a e b possiamo stabilire subito che la preposizione italiana ‘in’ corrisponde a un suffisso -ban, suffisso del caso detto ‘inessivo’. Dalla forma c possiamo stabilire poi che il suffisso del plurale (forme a e b) deve essere -ok (o -k), mentre quello del possessivo di prima persona è -om (o -m). La forma e ci permette di segmentare con maggior esattezza le forme precedenti, facendoci decidere che, da quanto si può ricavare dai dati presentati, la vocale fa effettivamente parte del suffisso (quindi, plurale -ok, possessivo di prima singolare -om). La forma d presenta un suffisso glossato come plurale del possessivo di prima singolare. Si osservi che in questo caso non abbiamo il normale suffisso del plurale più quello del possessivo, ma una forma speciale del suffisso, -aim plurale del possessivo di prima singolare, usato qualora il posseduto sia plurale. Il confronto fra le forme f e g ci permette di individuare il possessivo di seconda persona singolare, -od, e due nuovi suffissi di caso, -hoz, detto ‘allativo’, e -ra, detto ‘sublativo’, che indica moto verso la superficie superiore di un oggetto. Procedendo nell’analisi si possono individuare altri suffissi di caso e i suffissi possessivi delle altre persone; inoltre, le forme di könyv ‘libro’ presentano allomorfi diversi dei suffissi visti fin qui: dato che la differenza risiede nelle vocali dei suffissi, possiamo ipotizzare che anche 104 in questo caso, come per il turco, la scelta dell’allomorfo sia condizionata dalle vocali presenti nel morfema lessicale. Riepilogo dei risultati La struttura delle forme nominali ungheresi è la seguente: a) forme senza possessivo: radice + numero + caso; b) forme con possessivo: radice + possessivo + caso. Il numero singolare e il caso nominativo sono espressi da morfi zero. L’analisi interna dei morfi di possessivo sarà discussa tra breve. In ungherese si ha il fenomeno dell’armonia vocalica. I morfi di caso e di possessività identificabili presentano quindi sia allomorfi con vocali anteriori sia allomorfi con vocali posteriori (ma i dati presentati nell’esercizio non comprendono tutti gli allomorfi esistenti). I paradigmi ricavabili dai dati presentati nell’esercizio sono i seguenti: a • • • • • Casi: inessivo (in) delativo (da) allativo (a) sublativo (su) ablativo ban / ben ról hoz ra / re tól b Possessivi (accanto ad ogni morfo, si indicano uno o più lettere che identificano la forma o le forme in cui esso occorre nei dati presentati): persona posseduto singolare posseduto plurale 1a sg. 2a sg. 3a sg. om c, o, p / em r, w od g, h aim d, f aid i atok j uk n / ük u aitok k, l / eitek t aik m 1a pl. 2a pl. 3a pl. 105 c Lessico: asztal = ‘tavolo’, könyv = ‘libro’. d Analisi esemplificativa di alcune forme: b) az asztal + ok + ban art ‘tavolo’ plur inessivo g) az art asztal ‘tavolo’ + od poss.2sg + hoz allativo u) a art könyv ‘libro’ + ük poss.3pl + ben inessivo e Forme mancanti: k) az asztalaitokra, o) az asztalom, p) az asztalomról, w) a könyvemben. Esercizio 15 Per questo esercizio le risposte possibili sono ovviamente molto numerose; diamo qui alcuni esempi, ma molti altri ne possono essere trovati. Per ulteriori dati rimandiamo a Dardano (1978) e a Grossmann, Rainer (2004) . a) nomi d’agente deverbali: compratore, venditore, rammendatrice, cantante, dirigente... b) nomi d’agente denominali: lattaio, giornalaio, giornalista, dentista, pompiere... c) nomi di qualità deaggettivali: bellezza, stupidità, testardaggine, pazienza, ingratitudine... d) nomi d’azione deverbali: creazione, ondeggiamento, rasatura, lavaggio, arrivo... e) nomi di strumento deverbali: lavatrice, calcolatore, stampante, attizzatoio, cancellino... f ) nomi di luogo denominali: pollaio, ghiacciaia, libreria, osteria, lanificio... g) verbi denominali: telefonare, abbottonare, vinificare, schiaffeggiare, polverizzare, nevicare... h) verbi deaggettivali: stancare, snellire, velocizzare, solidificare... 106 i) aggettivi deverbali: amabile, bevibile, mutevole, abbagliante, logoro... j) aggettivi denominali: personale, letterario, sassoso, italiano, francese... Esercizio 16 -ista, -aio, -iere: N → N -tore : N → V -ezza: A → N Esercizio 17 I dati presentati esemplificano due diversi suffissi: -aio1 che forma nomi d’agente (soprattutto di agenti che svolgono mestieri tradizionali) e -aio2 che forma nomi di luogo. Contengono -aio1 i seguenti derivati: benzinaio, bigliettaio, bottegaio, cappellaio, giostraio, libraio, liutaio, ombrellaio, vetraio. Contengono -aio2 i seguenti derivati: acquaio, bagagliaio, formicaio, ghiacciaio, ginepraio, letamaio, pagliaio, pollaio. Entrambi i suffissi si applicano a nomi e producono nomi. Esercizio 18 I dati presentati esemplificano due diversi suffissi: -ese1, che forma nomi di abitanti, e -ese2, che forma nomi di sottocodici o stili linguistici (spesso con connotazione scherzosa o spregiativa). Sono formati con -ese1 abruzzese, albanese, amburghese, babilonese, barese, bellunese, calabrese, canadese, cartaginese, catanese, finlandese, irlandese, pescarese, pugliese, thailandese, ungherese, e con -ese2 computerese, critichese, giornalese, giornalistese, sindacalese, sinistrese. Il suffisso -ese1 si applica a basi che siano nomi propri di luogo (toponimi) e produce derivati che possono essere usati sia come nomi di abitanti sia come aggettivi che indicano provenienza o relazione con il luogo designato dalla base. Il suffisso ese2 si applica soprattutto a basi nominali, ma in almeno un caso (sindacalese) a basi aggettivali, e produce derivati nominali. Nella derivazione con entrambi i suffissi, la vocale finale della base si cancella davanti alla vocale iniziale del suffisso (abruzzese, non *abruzzoese ecc.). 107 Nella derivazione con -ese1 si applica anche un’altra regola di riaggiustamento: le basi in -ia (Albania, Babilonia, Calabria, Catania, Finlandia, Thailandia, Ungheria) perdono tutte questo elemento nel derivato (albanese, non * albaniese, ecc.). Esercizio 19 In gallese si è applicata aplologia rispetto a un ipotetico derivato regolare *gallesese. In balinese si è inserita una n tra la base e il suffisso. In ateniese si è inserita una i tra la base e il suffisso. In imperiese non si è cancellata la i della sequenza -ia, come accade invece in altri derivati da basi in -ia (cfr. soluzione dell’esercizio 18). Esercizio 20 I dati presentati esemplificano due diversi prefissi: in1- con valore negativo, e in2- con valore locativo. Sono formati con in1- i seguenti derivati: inabile, inadeguato, incerto, incosciente, indiretto. Sono formati con in2- i seguenti derivati: inabissare, incartare, incassare, incorniciare, inscatolare. Il prefisso in1- si applica ad aggettivi e forma aggettivi. Il prefisso in2- si applica a nomi per formare verbi parasintetici. Esercizio 21 Contengono tele1- i seguenti lessemi: telecinesi, telecomandare, telecomunicazione, telefax, telefono. Contengono tele2- i seguenti lessemi: teleabbonato, telecamera, telecronaca, telefilm, telegiornale. Esercizio 22 I lessemi italiani presentano una forma terminante in -o- se combinati con secondi elementi di origine greca, come -teca e -logo, e una forma terminante in -i- se combinati con elementi di origine latina, come -fugo e -voro. Esercizio 23 Endocentrici: capoclasse, uomo rana, pescecane. Su cassapanca si può discutere: si tratta di un composto coordinativo (detto anche 108 dvandva), i cui due membri possono essere considerati entrambi teste (cfr. ad esempio Graffi, Scalise, 2002, p. 139). Anche giallorosso è un composto coordinativo, ma i suoi due costituenti non sono teste (non rispondono positivamente al test “È UN”: un X giallorosso non è un X giallo né un X rosso, mentre una cassapanca è una cassa ed è una panca). Esocentrici: portachiavi, fuggifuggi, pellerossa, senzatetto, apriscatole, giallorosso. Esercizio 24 a) b) c) d) portabandiera, guardamacchine, rompiscatole; apriscatole, fermacarte, coprisella; cassapanca, studente-lavoratore, compravendita; agrodolce, dolceamaro, sordomuto. Esercizio 25 Italiano: allomorfia: a, b, c, e, g, h, j, k, l; suppletivismo: d, f, i Inglese: allomorfia: b, c; suppletivismo: a, d. Latino: allomorfia: b, d; suppletivismo: a, c, e. Esercizio 26 finire: A finisc-, B fin-i-; sedere: A sied-, B sed-e-; uscire: A esc-, B usc-i-; udire: A od-, B ud-i-. I due allomorfi di ciascun verbo si distribuiscono nel paradigma nel modo seguente: allomorfo A allomorfo A allomorfo A allomorfo B allomorfo B allomorfo A Esercizio 27 temere: A temett-, B teme-; vedere: A vid-, B vede-; vivere: A viss-, B vive-; tacere: A tacqu-, B tace-; crescere: A crebb-, B cresce-. I due allomorfi di ciascun verbo si distribuiscono nel paradigma nel modo seguente: 109 allomorfo A allomorfo B allomorfo A allomorfo B allomorfo B allomorfo A 6.4. Sintassi Nelle soluzioni degli esercizi sulla struttura sintagmantica abbiamo cercato di essere il più accurate possibile, indicando tutti i nodi della struttura. Solo negli alberi delle soluzioni 3-6 abbiamo per lo piú omesso l’ultimo nodo N sotto SN, per ragioni di spazio. Pertanto, la notazione SN SP e Det Prep SN SN Sta per SN SP e Det SN N Prep SN N Nella parentesizzazione comunque questi livelli non sono mai omessi. Esercizio 1 Le regole di riscrittura vengono date solo nel primo caso in cui sono necessarie e non vengono ripetute in seguito. a) endocentrico, SN, testa: Maria {SN {N Maria}}; regola di riscrittura: SN → N; b) endocentrico, SV, testa: andato {SV {V andato} {SP {Prepa}{SN {Ncasa}}}}; regole di riscrittura: SV → V SP; SP → Prep SN; 110 c) endocentrico, SN, testa: quaderno {SN {Detil} {SN {Nquaderno} {SP {Prepdi} {SN{Det lo} {SN {Nscolaro}}}}}}; regole di riscrittura: SN → SN SP; SN → Det SN; d ) endocentrico, SN, testa: palla {SN {Detla} {SN {Npalla} {Arossa}}}; regole di riscrittura: SN → N A; e) esocentrico, SP {SP {Prepdi} {SN {Detlo} {SN {Nscolaro}}}}; f ) endocentrico, SN, testa: casa {SN {Detla} {SN {SN {Ncasa}} {F {SN {NMario}} {SV {SP {Prepin} {SN {Ncui}}}{SV {Aus è} {Vnato}}}}}}; regole di riscrittura: SN → SN F; F → SN SV; SV → SV SP; SV → Aus V; g) esocentrico, SP {SP {Prepin} {SN {Ncucina}}}; h) endocentrico, SAvv, testa: meglio {SAvv {Avvmolto} {Avvmeglio}}; regole di riscrittura: SAvv → Avv Avv; i) endocentrico, SA, testa: bella {SA {Avv davvero} {Abella}}; regole di riscrittura: SA → Avv A; j) endocentrico, SN, testa: calendario {SN {Detil} {SN {Ncalendario} {SP {Prepdi} {SN {Detil} {SN {Nanno} {Apassato}}}}}}; k) endocentrico, SV, testa: mangiava {SV {V mangiava} {SN {Detla} {SN {Npasta}}}}; regole di riscrittura: SV → V SN; l ) endocentrico SAvv, testa: prima {SAvv {Avvpoco} {Avvprima}}; m) endocentrico, SN, testa: ragazza {SN {Detla} {SN {SN {Nragazza}} {F {SN {Nche}} {SV {Vcorre}}}}}; n) esocentrico, SP {SP {Prepper} {SN {NMaria}}}; o) endocentrico, SV, testa: chiuso {SV {V chiuso} {SP {Prepa} {SN {Nchiave}}}}; p) esocentrico, SP {SP {Prepin} {SN {Det il} {SN {Ncassetto}}}}; q) endocentrico, SA testa: veloce {SA {Avv molto} {Aveloce}}; r) endocentrico, SN, testa: uomo {SN {Detun} {SN {Nuomo} {Aanziano}}}; s) endocentrico, SV, testa: produrre {SV {V produrre} {SP {Prepin} {SN {Nserie}}}}; t) endocentrico, SV, testa: tirare {SV {V tirare} {SN {Nacqua}}{SP {Prepa} {SN {Detil}{SN {Aproprio}{Nmulino}}}}}; regole di riscrittura: SV → V SN SP; u) endocentrico, SV, testa: correre {SV {Vcorrere}{Avvvelocemente}}; regole di riscrittura: SV → V Avv. 111 Diagrammi di albero: a) b) SN N V Maria andato c) SP SP Prep SN a N SN Det il d) casa SN SN SP N Prep quaderno di SN SN Det la e) Det SN lo N scolaro SN N A palla rossa SN Det la SN F SN N SN casa N Mario SV SN SV Aus V Prep è nato in SP N cui 112 Esercizio 2 a) Qualsiasi nome senza attributi o determinanti: Giovanni, Maria, Padova, Roma, amici, libri ecc. b) il libro di Giovanni, una ragazza con una pistola ecc. c) sono uscito, ho mangiato, sto arrivando ecc. d ) crede di dover uscire, si rallegra di essere arrivato, crede che sia vero ecc. e) è in treno, abita a Verona ecc. f ) molto bello, davvero veloce ecc. g) nella casa, sul balcone, con un ombrello, con Paolo ecc. Esercizio 3 Si tratta della frase b, che contiene un verbo trivalente: pertanto, il SP ai genitori dipende direttamente dal nodo V e non dal nodo SN dell’oggetto diretto, come nelle altre frasi. La sorella di Mario ha regalaro dei fiori ai genitori F SV SN Det la SN SN SV SN SP SP Aus sorella Prep V SN ha regalato di Mario Det SN Prep dei fiori a SN Det i SN genitori Esercizio 4 Si tratta della frase c, che contiene un primo SN soggetto senza modificatori (quindi senza SP dipendenti, come nelle altre frasi) e un verbo trivalente, da cui dipendono sia un SN oggetto sia un SP oggetto indiretto. 113 Il bambino ha dato un bacio alla mamma F SN SV Det SN il bambino SN SV Aus V ha dato SP Det SN Prep un bacio a SN Det SN la mamma Esercizio 5 a) {F {SN {Detil} {SN {Amio} {Namico}}} {SV {SV {Aus ha} {Vmangiato}} {SN {Detun} {SN {Npanino} {SP {Prepa}{SN {Detil} {SN {Nsalame}}}}}}}} b) {F {SN {Detla} {SN {Nsorella} {SP {Prepdi} {SN {NMario}}}}} {SV {SV {Aus ha} {Vregalato}} {SN {Detdei} {SN {Nfiori}}} {SP {Prepa}{SN {Deti} {SN {Ngenitori}}}}}} c) {F {SN {Detil} {SN {Ngatto}}} {SV {SV {Aus ha} {Vbevuto}} {SN {Detl’} {SN {Nacqua} {SP {Prepdi}{SN {Detla} {SN {Nciotola}}}}}}}} d ) {F {SN {Amio} {Ncugino}} {SV {SV {Aus ha} {Vcomprato}} {SN {Detun} {SN {Nlibro} {SP {Prepdi}{SN {Detduecento} {SN {Npagine}}}}}}}} a) {F {SN {Detil} {SN {Nragazzo}{SP {Prepcon} {SN {Detgli} {SN {Nocchiali}}}}}} {SV {SV {Aus è} {Vandato}} {SP {Prepa} {SN {Ncasa}}}}} b) {F {SN {Detla} {SN {Nfiglia}{SP {Prepdi} {SN {NMario}}}}} {SV {Vvive} {SP {Prepa} {SN {NRoma}}}}} c) {F {SN {Detil} {SN {Nbambino}}} {SV {SV {Aus ha} {Vdato}} {SN {Detun} {SN {Nbacio}}} {SP {Prepa}{SN {Detla} {SN {Nmamma}}}}}} d ) {F {SN {Detil} {SN {Ncane}{SP {Prepa} {SN {Detil} {SN {Nguinzaglio}}}}}} {SV {Vè} {SP {Prepdi} {SN {Amio} {Nfratello}}}}} 114 115 F V solleva SV SN Det SN SN F il vento SN SN SV SP SP SN SV che che soffia A N V SP SN Prep grandi masse giungono in Prep SP Prep SN SN Det di sabbia fino il Prep SN SP N a deserto Det SN SN Prep il di A SN Det N Sahara nostro paese il SN SN F a) Il vento che soffia nel deserto del Sahara solleva grandi masse di sabbia, che giungono fino al nostro paese Esercizio 6 b) Giovanni mette il libro sul tavolo F SV SN Giovanni V SN SP mette Det SN Prep il libro su SN Det SN il tavolo c) Giovanni dà il libro a Maria F SV SN Giovanni SP SN V dà 116 Det SN Prep SN il libro a Maria d) Maria abita a Milano F SV SN N V Maria SP abita Prep SN a N Milano e) Elisabetta ha comprato un libro a Milano F SN SV SP N Elisabetta Prep SV SN a Aus V Det SN ha comprato un N SN N Milano libro 117 f) Ieri il cuscino era sul sofà F SN SV Det SN il cuscino Avv ieri V SP era Prep SN su Det SN il sofà g) Il gatto dorme sul sofà F SN SV SP Det SN V Prep il gatto dorme su 118 SN Det SN il sofà h) Il bambino mangia la pasta volentieri F SN SV Avv volentieri Det SN il bambino SN V mangia Det SN la pasta Esercizio 7 a) Non restrittivo, b) restrittivo, c) restrittivo, d ) restrittivo, e) non restrittivo, f ) restrittivo, g) non restrittivo. Esercizio 8 a) Soggetto, b) Oggetto Diretto, c) Oggetto Indiretto, d ) Soggetto, e) Oggetto Diretto, f ) Soggetto, g) Oggetto Indiretto. Esercizio 9 Per i ruoli semantici facciamo riferimento a Bersani Berselli, Soffritti, Zanettin (1999). a) Esperiente (o Sperimentatore), b) Strumento, c) Possessore, d ) Paziente, e) Causa, f ) Paziente, g) Esperiente, h) Esperiente, i) Paziente, j) Esperiente, k) Agente, l ) Beneficiario. Esercizio 10 Nella soluzione di questo esercizio si usa il termine ‘Complemento’ per indicare un argomento obbligatorio che non sia Soggetto, Oggetto od Oggetto Indiretto; il termine ‘Avverbiale’ indica costituenti non obbligatori, anche detti ‘Circostanziali’. 119 a) stamattina: Avverbiale, Tempo; i bambini: Soggetto, Agente; al parco: Complemento, Direzione; b) a mio zio: Oggetto Indiretto, Esperiente; i pasticcini: Soggetto, Paziente; c) i vigili del fuoco: Soggetto, Agente; un incendio: Oggetto Diretto, Paziente; a Milano: Avverbiale, Locativo; d ) Claudio: Soggetto, Agente; tutte le figure: Oggetto Diretto, Paziente; con i pastelli nuovi: Avverbiale, Strumento; e) Chiara: Soggetto, Agente; un posto: Oggetto Diretto, Paziente; per la sua amica: Avverbiale, Benefattivo. Esercizio 11 Svenire = monovalente; vedere = bivalente; distruggere = bivalente in c, monovalente in d; uccidere = bivalente sia in e sia in f; arrabbiarsi = monovalente; mangiare = monovalente in h, bivalente in k; soffiare = monovalente; avere = bivalente. I verbi transitivi sono vedere, distruggere, uccidere, mangiare e avere. Da un punto di vista sintattico, possiamo osservare che avere, pur essendo costruito con un soggetto e un oggetto diretto, non ammette il passivo. Inoltre, nella frase h mangiare denota un’attività ed è costruito come monovalente, senza oggetto diretto. Questo non è possibile per tutti i verbi transitivi: difficilmente, infatti, distruggere potrebbe ricorrere in questa costruzione, se non in contesti altamente deittici, in cui un oggetto definito sia comunque recuperabile. Nella frase k lo stesso verbo mangiare è costruito come bivalente. Esercizio 12 Soggetto: a) Mario, Esperiente; b) io, Esperiente; c) il terremoto, Causa; d ) il paese, Paziente; e) il leone, Agente (o Causa, se si voglia considerare che solo gli esseri umani possono agire volontariamente); f ) Giovanni, Agente; g) mia sorella, Esperiente; h) Paola, Agente; i) il vento, Causa; j) Chiara, Possessore; k) Maria, Agente. Oggetto diretto: b) tuo fratello (non subisce cambiamento di stato); c) un intero paese (subisce cambiamento di stato); e) il cacciatore (subisce cambiamento di stato); f ) si (subisce cambiamento di stato); j) una bella casa (non subisce cambiamento di stato); k) la pasta (subisce cambiamento di stato). 120 Esercizio 13 a) Soggetto; b) Oggetto Diretto; c) Soggetto; d ) Soggetto; e) Oggetto Diretto; f ) Oggetto Diretto. Esercizio 14 Isoliamo qui solo le frasi complesse, quelle non ripetute dal testo sono frasi semplici. a) Era la fine dell’anno coordinata: e faceva molto freddo. b) La mamma le aveva dato un paio di pantofole, coordinata: ma erano troppo grandi coordinata: e la piccola le aveva perdute subordinata: attraversando la strada. c) Un monello si era precipitato coordinata: e aveva rubato una delle pantofole perdute, subordinata: perché voleva farne una culla per la bambola della sorella. d ) La piccola portava nel suo vecchio grembiule una gran quantità di fiammiferi subordinata: che doveva vendere. e) Infatti quasi tutti erano a casa impegnati nei preparativi della festa coordinata: e la poverina non aveva guadagnato neanche un soldo. f ) Non osava tornare a casa, subordinata: poiché sapeva che il padre l’avrebbe picchiata subordinata: vedendola tornare con tutti i fiammiferi e senza la più piccola moneta. g) La piccola pensò subordinata: che un pochino di calore avrebbe fatto loro bene, coordinata: perciò prese un fiammifero coordinata: e lo sfregò contro il muro. h) Una fiammella si accese coordinata: e nella dolce luce alla bambina parve subordinata: di essere seduta davanti a una grande stufa! i) Le mani e i piedi si riscaldarono un poco, coordinata: ma la fiamma durò poco coordinata: e la stufa scomparve. j) La piccola sfregò il secondo fiammifero coordinata: e, attraverso il muro di una casa, vide una tavola riccamente preparata. k) La bambina, stupefatta, pensò subordinata: che l’attendeva un delizioso pranzetto. l ) Anche questa volta, il fiammifero si spense coordinata: e non restò che il muro bianco e freddo. m) La povera piccola accese un terzo fiammifero coordinata: e all’istante si trovò seduta sotto un magnifico albero di Natale. 121 n) Mille candeline brillavano coordinata: e immagini variopinte danzavano attorno all’abete, coordinata: ma {subordinata: quando la piccola alzò le mani} il fiammifero si spense. o) Tutte le candele salirono in alto verso il cielo coordinata: e la piccola fiammiferaia si accorse subordinata: che non erano che stelle. p) La bambina pensò alla nonna subordinata: che le parlava delle stelle, coordinata alla subordinata: e che era tanto buona, coordinata alla subordinata: ma purtroppo non era più al mondo. q) subordinata: Quando la bambina sfregò un altro fiammifero sul muro, principale: apparve una grande luce. r) In quel momento la piccola vide la nonna tanto dolce e gentile subordinata: che le sorrideva. Esercizio 15 Le interrogative indirette sono normalmente distinte terminologicamente dalle soggettive e dalle oggettive, ma hanno funzione di soggetto o di oggetto diretto. a) Gli hanno detto principale che sua zia non sta più male dipendente (argomentale, oggettiva). b) Non so principale se uscirò di casa dipendente (argomentale, interrogativa indiretta). c) Paola non andò alla festa principale che non sapeva nulla dipendente (relativa non restrittiva). d ) Mio padre ha smesso di sciare principale dopo aver avuto un incidente in montagna dipendente (circostanziale, temporale). e) Non so principale perché tua sorella non sia partita dipendente (argomentale, interrogativa indiretta). f ) Maria non è partita principale perché era malata dipendente (circostanziale, causale). g) Giovanna è andata all’edicola principale per comprare il giornale dipendente (circostanziale, finale). h) Giovanna è andata all’edicola principale perché voleva comprare il giornale dipendente (circostanziale, causale). i) Non mi pare principale che sia falso ciò dipendente (argomentale, soggettiva) che dici dipendente (relativa restrittiva). j) Non ha capito quello principale che gli hai detto dipendente (relativa restrittiva). 122 k) Mio fratello ha detto principale che sarebbe ripartito presto dipendente (argomentale, oggettiva) quando è arrivato dipendente (circostanziale, temporale). l ) Non so principale quando sia arrivato tuo fratello dipendente (argomentale, interrogativa indiretta). m) Claudio ha detto a sua sorella principale di tornare presto dipendente (argomentale, oggettiva). n) Maria ha telefonato a sua sorella principale per sapere l’ora della sua partenza dipendente (circostanziale, finale). o) Mi ha chiesto principale perché non fossi arrivata all’ora stabilita dipendente (argomentale, interrogativa indiretta). p) Sono arrivata in ritardo principale perché ho perso l’autobus dipendente (circostanziale, causale). Esercizio 16 a) Scissa; b) dislocata a sinistra; c) dislocata a sinistra; d ) dislocata a destra; e) dislocata a destra; f ) con focus contrastivo; g) scissa; h) con focus contrastivo; i) con tema sospeso. Esercizio 17 Lingua A, inglese. Tipo SVO. Il verbo si trova in seconda posizione nella frase, dopo il soggetto (come in a ed e); precede l’oggetto diretto (a) e di norma anche gli altri complementi (e). Coerentemente con il tipo SVO, l’ausiliare precede il verbo principale (is eating in a). Nel caso dei modificatori di teste nominali, l’inglese presenta alcune incoerenze. Ricordiamo che l’ordine generalmente osservato nelle lingue SVO è quello in cui il modificatore segue la testa, come nell’italiano il libro di Giovanni (NG secondo la terminologia di Greenberg, 1976) o un ragazzo alto (NA). In inglese possiamo osservare in primo luogo che, nel caso che il modificatore sia un sostantivo, troviamo due ordini differenti: in b, dove il rapporto di dipendenza è indicato dal clitico ’s, abbiamo l’ordine GN, non coerente con il tipo SVO, mentre in c, dove il rapporto è indicato dalla preposizione of, abbiamo l’ordine coerente NG. Nel caso di aggettivi attributivi l’ordine è sempre quello esemplificato in d, cioè AN, non coerente con il tipo SVO. Nell’esempio e notiamo infine la 123 presenza di una preposizione, under, coerentemente con l’ordine SVO (cfr. anche la preposizione of in c). Lingua B, turco. Tipo SOV. Il verbo si trova in ultima posizione nella frase, come si vede in a ed e, e segue sia il soggetto, che si trova all’inizio della frase sia l’oggetto diretto, come in a, o gli altri complementi, come in e. I modificatori di testa nominale precedono sempre la testa: troviamo quindi gli ordini GN, come in b e c, e AN, come in d. Nell’esempio e troviamo inoltre la posposizione alt, ‘sotto’. Tutte le caratteristiche rilevate del turco sono coerenti con il tipo SOV. Lingua C, irlandese moderno. Tipo VSO. Il verbo si trova in prima posizione nella frase e precede sia il soggetto, che è immediatamente postverbale, sia l’oggetto diretto, come in a, o gli altri complementi, come in e. I modificatori di testa nominale seguono sempre la testa, come possiamo riscontrare da b e c (ordine NG) e da d (ordine NA). In e troviamo inoltre una preposizione. Tutte le caratteristiche dell’irlandese moderno evidenziate negli esempi sono coerenti con il tipo VSO. Lingua D, giapponese. Tipo SOV. Come in turco, il verbo si trova in ultima posizione nella frase, seguendo sia il soggetto sia l’oggetto diretto, come in a, o gli altri complementi, come in e. In a troviamo inoltre una forma verbale perifrastica, tabete iru, ‘sta mangiando’, in cui il verbo principale precede l’ausiliare, coerentemente con il tipo SOV. I modificatori di teste nominali precedono la testa; l’ordine è quindi GN in b e c e AN in d. L’esempio e contiene una posposizione, shita, ‘sotto’. Anche i dati del giapponese sono tutti coerenti con il tipo a cui esso appartiene. Esercizio 18 a) il film, l’; b) Genova, ci; c) alla sua amica, le; d ) di libri belli, ne; e) la medicina, l’; f ) la medicina, l’; g) a te, te; questo, l’; h) io, mi; l’, lui. 6.5. Lessico, semantica e pragmatica Nel dare la soluzione degli esercizi si adotta il modello di rapporti di significato presentato in Berruto (1976). In particolare, secondo questo modello si ha un rapporto di antonimia quando due parole 124 indicano i due estremi di una dimensione graduabile, e tra le due parole X e Y intercorre la seguente relazione: X implica non-Y, non-X non implica Y; si ha un rapporto di complementarità tra due parole quando l’una è la negazione dell’altra (X implica non-Y, non-X implica Y); si ha un rapporto di inversione quando due parole rappresentano una stessa realtà vista da opposti punti di vista: se A è nella relazione X con B, allora B è nella relazione Y con A. Bisogna inoltre osservare che la relazione di sinonimia non è praticamente mai completa, nel senso che praticamente mai due parole possono essere sostituite l’una all’altra in tutti i contesti, senza variazioni di tipo stilistico, diafasico, diastratico, diatopico, diacronico o diamesico. Esercizio 1 a) mela è iponimo di frutto b) divano e sofà sono sinonimi c) pillola e pastiglia sono in molti contesti sinonimi d ) porta ‘uscio’ e porta ‘terza persona singolare del presente indicativo di portare’ sono omografi e omofoni e) ancora ‘strumento per tenere ferma una barca’ e ancora ‘di nuovo’ sono omografi ma non omofoni f ) giochi ‘seconda persona del presente del verbo giocare’ e giochi ‘plurale di gioco’ sono omografi e omofoni g) principi ‘plurale di principe’ e principi ‘plurale di principio’ sono omografi ma non omofoni h) carciofo è iponimo di ortaggio i) cane e cavallo sono coiponimi di quadrupede, mammifero, animale... j) gatto è iperonimo di soriano k) cavallo e destriero sono sinonimi ma appartengono a registri diversi l ) amo ‘prima persona del verbo amare’ e amo ‘strumento da pesca’ sono omografi e omofoni m) libro e volume sono sinonimi in alcuni contesti n) animale è iperonimo di mammifero o) garofano e margherita sono coiponimi di fiore 125 Esercizio 2 a) Mammifero e pesce sono coiponimi di un iperonimo non presentato nei dati (animale). Le altre parole sono legate fra loro da rapporti di iponimia e iperonimia nel modo seguente: pesce mammifero equino felino leone cetaceo delfino gatto balena b) Treno, automobile e aeroplano sono coiponimi di un iperonimo non presentato nei dati (il lessema complesso mezzo di trasporto). Le altre parole sono legate fra loro da rapporti di iponimia e iperonimia nel modo seguente: treno aereoplano automobile Mercedes Fiat Cinquecento Panda Esercizio 3 Caldo ha come antonimo freddo; alto ha come antonimo basso; bianco ha come antonimo nero; acceso ha come complementare spento; vivo ha come complementare morto; aperto ha come antonimo chiuso; asciutto ha come antonimo bagnato; vendere ha come inverso comprare. Esercizio 4 Giornale: quotidiano; babbo: papà; abitazione: casa; caseggiato: palazzo; genitrice: madre; neonato: bebè. 126 Esercizio 5 Albero: pino, quercia, faggio... Calzatura: scarpa, stivale, sandalo... Formaggio: grana, fontina, caciocavallo... Fiore: tulipano, rosa, margherita... Gioco: tombola, nascondino, briscola... Corso d’acqua: fiume, torrente, ruscello... Mammifero: cane, balena, mucca... Esercizio 6 Zebra: mammifero; pioppo: albero; prosciutto: salume; nuoto: sport; pesca: frutto; forchetta: posata. Esercizio 7 a) gruccia, stampella, ometto...; b) presina, chiappino...; c) lavandino, lavello, acquaio...; d ) pianella, ciabatta...; e) frappe, chiacchiere, bugie... Esercizio 8 animato umano maschio enumerabile concreto tavolo zio – + acqua amore cagna nuoto – – + – nuotata margherita neonato pietra – – folla coraggio frutta + – ? – – + + + – – + + – – – + – + – + + + + + + – – – + + + – + + + ? – razionale + – ? 127 Il tratto {razionale} può essere usato per distinguere lessemi caratterizzati dal tratto {umano}; non si considerano normalmente razionali i neonati. Si può discutere anche se i collettivi che indicano gruppi di umani, come folla, debbano essere classificati come animati (e quindi come umani ed eventualmente come razionali) o meno. Alcuni tratti dipendono da altri ({umano} e {maschio} da {animato}, {razionale} da {umano}); quando è selezionato il valore negativo del tratto sovraordinato non può essere selezionato nessun valore del tratto dipendente. Nella soluzione, ciò è stato indicato schermando in grigio le caselle corrispondenti. Esercizio 9 a) metonimia; b) metonimia; c) metonimia; d ) metafora; e) metafora; f ) metafora; g) metafora; h) metonimia; i) metafora; j) metafora; k) metonimia; l ) metonimia; m) metafora; n) metonimia. Esercizio 10 Due, che nella metafora si sovrappongono per mappatura. Ad esempio, nell’espressione ‘la gamba del tavolo’, abbiamo un dominio di base, il corpo umano, e un dominio di arrivo, che comprende le parti di un manufatto. Per ulteriori approfondimenti su questo argomento cfr. Gaeta, Luraghi (2003, capp. 1 e 4). Esercizio 11 Di questo esercizio non si riporta una soluzione univoca. Si consiglia di svolgerlo sotto forma di discussione di gruppo. Esercizio 12 c. Esercizio 13 b. Esercizio 14 telefono: in inglese si è formato un composto con elementi neoclassici di origine greca; questo composto ha fatto da modello per altre lingue indoeuropee (francese, italiano, spagnolo, neogreco, e 128 in parte tedesco), che hanno formato anch’esse composti neoclassici con gli stessi elementi; in tedesco una delle due forme è un composto con elementi nativi, calco strutturale del composto neoclassico delle altre lingue. Molte lingue non indoeuropee (ungherese, turco, arabo, basco) hanno preso a prestito questa parola da una lingua indoeuropea. Il finlandese ha fatto ricorso alla derivazione da un verbo nativo. In giapponese si è formato un composto neoclassico con elementi legati di origine cinese. televisione: in francese è stato formato un composto con un elemento nativo, vision, e uno neoclassico, télé-. Il composto francese ha fatto da modello per altre lingue indoeuropee (inglese, italiano, spagnolo, neogreco), che hanno formato un composto con i corrispondenti elementi. In tedesco, è stato formato un composto con elementi nativi. Molte lingue non indoeuropee (ungherese, finlandese, arabo, turco, giapponese) hanno preso a prestito la parola da una lingua indoeuropea. In diverse lingue, la parola per riferirsi all’apparecchio televisivo è stata abbreviata negli usi familiari e colloquiali. In basco la parola telebista è formata sul modello dello spagnolo, ma il secondo membro del composto, pur avendo origine spagnola (la parola vista in spagnolo significa ‘vista’), non è lo stesso termine che è usato come secondo membro nel composto spagnolo che ha fatto da modello. computer: l’inglese computer, derivato con un suffisso che forma nomi di strumento dal verbo che significa ‘calcolare’, ha fatto da modello per un calco strutturale in molte lingue (it. calcolatore, sp. computador / computadora, ted. Rechner, neogr. ipolojistis, basco konputagailu) ed è stato preso a prestito in diverse lingue (dove spesso il prestito coesiste con una forma nativa o con il calco). Il francese ordinateur, adattamento di un deverbale di strumento già latino, ha fatto da modello per il calco strutturale spagnolo ordenador e per il basco ordenagailu ed è stato preso in prestito dall’arabo tunisino (accanto alla voce inglese). In ungherese e finlandese sono stati formati composti nativi che hanno come testa un elemento che significa ‘macchina’. In turco è stato formato un composto da basi del lessico nativo. mouse: in inglese questo strumento è stato denominato con un’estensione metaforica del significato della parola il cui significato di 129 base è ‘topo’, in base a una somiglianza nella forma tra lo strumento e l’animale. Questa metafora ha fatto da modello per un calco semantico in moltissime lingue, indoeuropee e non. Altre lingue hanno invece preso a prestito la voce inglese, a volte adattandola ortograficamente e fonologicamente. Esercizio 15 a) referenziale; b) conativa; c) conativa; d ) conativa; e) metalinguistica; f ) fatica; g) emotiva; h) poetica; i) referenziale; j) emotiva; k) conativa; l ) poetica; m) metalinguistica. Si ricorda che normalmente un testo ha più funzioni; qui si è indicata la funzione che si ritiene prevalente, anche se non esclusiva. In particolare, si può osservare che i testi pubblicitari hanno sempre una componente conativa e quelli poetici sempre una componente poetica; tuttavia, nel testo pubblicitario l abbiamo ritenuto prevalente la funzione poetica e nel testo poetico j la funzione emotiva. Esercizio 16 Funzione prevalentemente referenziale: enunciati 2, 5, 12, 13. Funzione fatica: enunciati 1, 9, 10. Funzione conativa: 3, 4, 7, 11, 14. Abbiamo considerato prevalentemente conativi gli enunciati 3, 4 e 11, che costituiscono richieste di informazione, e che hanno anche funzione referenziale, e l’enunciato 14, che abbiamo interpretato come invito ad agire. Esercizio 17 2: ahah sì... senta 5: dunque... ecco... allora... dunque_ diciamo Esercizio 18 a) Funzioni degli enunciati: 1, 2, 6, 8, 10, 12, 14: funzione fatica 4, 5, 7, 9 + 11, 13, 16, 18, 20 22: funzione referenziale 3, 15, 17, 19, 21: funzione conativa 130 b) 3, 17, 19, 21: domanda 4, 5, 7, 9 + 11, 13, 16, 18, 20, 22: affermazione/asserzione 15: richiesta c) 3, 19: interrogativa sì-no (o polare o totale o chiusa) 21: interrogativa wh- (o parziale o aperta) 5, 7, 9 + 11, 13, 15, 16, 17, 18, 20, 22: dichiarativa d ) Costituiscono segnali discorsivi i seguenti elementi: senta nell’enunciato 5; i sì degli enunciati 6, 8, 10, 12, 14 (ma non quelli degli enunciati 4 e 20, che costituiscono risposte a domande); la sequenza guardi, signora dell’enunciato 18. Esercizio 19 a) Interrogativa, richiesta; b) imperativa, ordine; c) dichiarativa, asserzione; d ) imperativa, richiesta; e) dichiarativa, asserzione; f ) imperativa, ordine o richiesta (a seconda della relazione fra emittente e destinatario); g) interrogativa, domanda; h) interrogativa, domanda. Esercizio 20 a) Performativo; b) performativo; c) performativo; d ) performativo; e) constatativo; f ) constatativo, g) performativo; h) constatativo; i) performativo; j) constatativo; k) performativo; l ) performativo; m) constatativo; n) performativo; o) constatativo; p) performativo. Esercizio 21 a) b) c) d) e) f) g) h) i) j) Tema: Mario, Soggetto: Mario; Agente: Mario; Tema: il mio libro, Soggetto: tu; Agente: tu; Tema: il caffelatte, Soggetto: Mario; Agente: Mario; Tema: a casa, Soggetto: io; Agente: io; Tema: il museo, Soggetto: il museo; Agente: non pertinente; Tema: questo libro, Soggetto: questo libro; Agente: tutti i ragazzi; Tema: tutti i ragazzi, Soggetto: tutti i ragazzi; Agente: tutti i ragazzi; Tema: questo libro, Soggetto: tutti i ragazzi; Agente: tutti i ragazzi; Tema: quanto a me, Soggetto: io; Agente: io; Tema: Giovanni, Soggetto: tutti; Agente: tutti. 131 Esercizio 22 a) Il parlante crede o vuol far credere l’interlocutore nell’esistenza fisica di Babbo Natale. b) I due di cui si parla avevano avuto uno screzio. c) X e Y sono viste come entità distinte, e il parlante presuppone che possa esistere una relazione tra le due entità. d ) Esiste la figura del presidente della Repubblica italiana, esiste Carlo Azeglio Ciampi. e) Esiste tra il parlante e l’interlocutore una qualche forma di gerarchia, per cui il parlante può dare ordini all’interlocutore. f ) Esiste una serie storica sufficientemente estesa dalla quale si evince che l’evento di cui si parla ha una ciclicità di trent’anni. g) Il parlante crede che la persona a cui è rivolta la domanda sarebbe dovuta andare a scuola il giorno prima. h) La persona che rivolge la domanda porta/possiede un paio di occhiali. i) Il parlante è stato a Parigi; Maria ha un fratello. j) C’è qualcosa che parlante e ascoltatore hanno già fatto almeno un’altra volta, di non banale, e c’era il rischio che in questa occasione i due non riuscissero a fare o a finire in tempo questa cosa. 132 Appendice 1 Alfabeto fonetico internazionale (revisione del 1993) CONSONANTI (POLMONARI) Bilabiali Labiodentali Dentali Alveolari Postalveolari Retrofl Plosive Palatali Velari Uvulari Faringali Glottidali esse pb Nasali Vibranti Monovibranti Fricative Laterali fricative Approssimanti Laterali Quando appare una coppia dei simboli, quello a destra rappresenta una consonante sonora. Le aree in grigio indicano articolazioni considerate impossibili. CONSONANTI (NON-POLMONARI) Clicks Implosive sonore Eiettive Bilabiale Bilabiale come in: Dentale Dentale/alveolare (Post) alveolare Palatale Palatoalveolare Alveolare laterale Velare Bilabiale Dentale/ alveolare Velare Fricativa alveolare Uvulare VOCALI Anteriori Chiuse Centrali Posteriori Semichiuse Semiaperte Aperte Quando appare una coppia di simboli, quello a destra rappresenta una vocale arrotondata. ALTRI SIMBOLI SOPRASEGMENTALI TONI E ACCENTI DI PAROLA Accento primario LIVELLO ANDAMENTO Accento secondario Ascendente o Altissimo o Lunga Discendente Alto Semi-lunga Ascendente Medio Brevissima Alto Confine Ascendente Basso di sillaba Basso Ascendente Gruppo minore (piede) Bassissimo Discendente Gruppo maggiore (intonazione) Abbassato Ascesa globale Legamento (assenza di confine) Innalzato Discesa globale DIACRITICI i diacritici si possono collocare al di sopra del simbolo se questo scende sotto il rigo, p.es. Sonoro Dentale Sordo mormorato Sonoro Apicale Sonoro laringalizzato Aspirato Linguolabiale Laminale Più arrotondato Labializzato Nasalizzato Meno arrotondato Palatalizzato Rilascio nasale Avanzato Velarizzato Rilascio laterale Arretrato Faringalizzato Fricative Fricativa labio-velare sorda alveolo-palatali Monovibrante Approssimante Centralizzato alveolare laterale labio-velare sonora Simultae Approssimante Semi-centralizzato neamente labio-palatale sonora Le affricate e le articolazioni Fricativa epiglottidale sorda doppie si possono rappresentare Sillabico Fricativa epiglottidale sonora con due simboli uniti da un legamento, se è necessario. Non sillabico Plosiva epiglottidale Rotacizzato Rilascio non udibile Velarizzato o faringalizzato Innalzato Abbassato fricativa alveolare sonora approssimante bilabiale sonora Radice della lingua avanzata Radice della lingua arretrata Fonte: adattata, da Intenational Phonetic Association (1993), in Albano Leoni, Maturi (2002). 133 Appendice 2 Rappresentazione schematica dell’apparato fonatorio cavità nasali palato duro denti dorso radice apice ugola lingua laringe faringe labbra alveoli velo del palato pliche vocali trachea bronchi polmoni Fonte: Albano Leoni, Maturi (2002). 135 Bibliografia Fonti dei dati Semiotica Le figure dell’esercizio 3 sono tratte da p. diadori, Senza parole. 100 gesti degli italiani, Bonacci, Roma 19902. Le figure dell’esercizio 4 sono tratte dal Dizionario bilingue elementare della lingua italiana dei segni, a cura di E. Radutzky, Kappa, Roma 1992. La figura dell’esercizio 9, punto b è stata scaricata da Internet ed è tratta da l. barone et al., L’integrazione scolastica e sociale dei bambini minorati dell’udito, utet, Torino 1996. La figura dell’esercizio 9, punto c è tratta da e. capanna, d. mainardi, e. sparvoli, Biologia, Laterza, Roma-Bari 1984. Tutte le altre immagini che appaiono in questo capitolo sono state scaricate da Internet. Morfologia Per l’esercizio 12, i dati del vogul e dell’arabo sono tratti da j. t. jensen, Morphology, Benjamins, Amsterdam-Philadelphia 1990. Gli elenchi di parole usati per gli esercizi 15-24 e per le loro soluzioni sono stati tratti dal disc, da de mauro (1999), da dardano (1978) e da grossmann, rainer (2004). Sintassi Il testo della fiaba La piccola fiammiferaia di Hans Christian Andersen usato per l’esercizio 14 è stato scaricato da Internet: http:// www.pinu.it/la%20fiammiferaia.htm. Lessico, semantica e pragmatica La soluzione dell’esercizio 7 è stata svolta con l’aiuto di de mauro (1999). I dati dell’esercizio 11 sono stati tratti da Il dizionario della lingua italiana per il terzo millennio, di t. de mauro, consultabile sul sito http://www.demauroparavia.it/. I dati dell’esercizio 14 sono stati raccolti utilizzando numerosi dizionari delle lingue analizzate e con l’aiuto di numerosi informanti. I testi usati per gli esercizi 16-18 sono tratti dal lip (de mauro et al., 1993). 137 Riferimenti bibliografici albano leoni f., maturi p. (2002), Manuale di fonetica, Carocci, Roma (3a ed.). berruto g. (1976), La semantica, Zanichelli, Bologna. bersani berselli g., soffritti m., zanettin f. (a cura di) (1999), Introduzione alla linguistica. Un approccio cognitivo, clueb, Bologna (ed. or. a cura di R. Dirven, M. Verspoor, Cognitive Exploration of Language and Linguistics, John Benjamins, Amsterdam-Philadelphia 1998). bortolini u., tagliavini c., zampolli a. (1971), Lessico di frequenza della lingua italiana contemporanea, ibm Italia, Milano (anche Garzanti, Milano 1972). dardano m. (1978), La formazione delle parole nell’italiano di oggi, Bulzoni, Roma. de mauro t. (1999), Grande dizionario italiano dell’uso, utet, Torino. id. (2000), Il dizionario della lingua italiana, Paravia, Torino. de mauro t., mancini f., vedovelli m., voghera m. (1993), Lessico di frequenza dell’italiano parlato, Etaslibri, Milano. disc = sabatini, coletti (1997). gaeta l., luraghi s. (a cura di) (2003), Introduzione alla linguistica cognitiva, Carocci, Roma. graffi g., scalise s. (2002), Le lingue e il linguaggio. Introduzione alla linguistica, il Mulino, Bologna. greenberg j. (1976), Alcuni universali della grammatica con particolare riferimento all’ordine degli elementi significativi, in P. Ramat (a cura di), La tipologia linguistica, il Mulino, Bologna, pp. 115-54 (ed. or. Some Universals of Grammar with Particular Reference to the Order of Meaningful Elements, in Id. (ed.), Universals of Language, mit Press, Cambridge, ma, 1963). grossmann m., rainer f. (a cura di) (2004), La formazione delle parole in italiano, Niemeyer, Tübingen. hjelmslev l. (1968), I fondamenti della teoria del linguaggio, Einaudi, Torino (ed. or. Omkring Sprogteoriens Grundlæggelse, København 1943; la trad. it. è dell’ed. ingl. rielaborata da F. J. Whitfield, Prolegomena to a Theory of Language, University of Wisconsin, Madison 1961). 138 lif = bortolini, tagliavini, zampolli (1971). lip = de mauro, mancini, vedovelli, voghera (1993). marotta g. (1991), The Italian Diphthongs and the Autosegmental Framework, in P. M. Bertinetto, M. Loporcaro (a cura di), Certamen phonologicum, Rosenberg & Sellier, Torino, pp. 389-420. sabatini f., coletti v. (1997), Dizionario Italiano Sabatini Coletti, Giunti, Firenze. 139 Altri volumi pubblicati nelle Bussole Roberto Bertinetti Dai Beatles a Blair: la cultura inglese contemporanea Paolo D’Achille Breve grammatica storica dell’italiano Maurizio Tarantino Guida alla biblioteca di italianistica Chiara Dini Ariosto: guida all’ Orlando Furioso Serena Fornasiero Petrarca: guida al Canzoniere Federica Casadei Breve dizionario di linguistica Gian Mario Anselmi Paolo Ferratini Letteratura italiana: secoli ed epoche Loredana Chines Carlo Varotti Che cos’è un testo letterario Sara Antonelli Dai sixties a Bush jr.: La cultura usa contemporanea Matteo Baraldi L’ultima terra: la cultura australiana contemporanea M. Giulia Fabi America nera: la cultura afroamericana Alfredo Cottignoli Manzoni: guida ai Promessi Sposi Giorgio Inglese Dante: guida alla Divina Commedia Paolo Milizia Le lingue indoeuropee Luca Lorenzetti L’italiano contemporaneo Emilia Di Rocco Chaucer: guida ai Canterbury Tales Jaime Riera Rehren Argentina, Cile, Uruguay: le culture contemporanee Maria Pia De Angelis Cristina Fiallega Carla Fratta I Caraibi: la cultura contemporanea Riccardo Capoferro Defoe: guida al Robinson Crusoe Stefano Colangelo Come si legge una poesia Nicola Grandi Fondamenti di tipologia linguistica Giacomo Manzoli Cinema e letteratura Nicoletta Francovich Onesti Maria Rita Digilio Breve storia della lingua inglese Gianfranca Lavezzi Breve dizionario di retorica e stilistica Fabio M. Bertolo Paolo Cherubini Giorgio Inglese Luisa Miglio Breve storia della scrittura e del libro Di prossima pubblicazione Claudio Marazzini Le fiabe Sebastiana Claudia Nobili Pirandello: guida al Fu Mattia Pascal