LE BUSSOLE / 143
STUDI LINGUISTICO-LETTERARI
1a edizione, luglio 2004
© copyright 2004 by Carocci editore S.p.A., Roma
Finito di stampare nel luglio 2004
per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali Srl, Urbino
isbn 88-430-3097-3
Riproduzione vietata ai sensi di legge
(art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633)
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Silvia Luraghi
Anna M. Thornton
Linguistica generale:
esercitazioni e autoverifica
Carocci editore
Indice
Premessa 7
1.
Semiotica 11
1.1.
1.2.
1.3.
Tipi di segni 11
Proprietà dei codici 20
Arbitrarietà e iconicità nei codici linguistici 24
2.
Fonetica e fonologia 27
2.1.
2.2.
2.3.
2.4.
2.5.
2.6.
2.7.
2.8.
2.9.
2.10.
Apparato fonatorio 27
Classi di suoni 27
Meccanismo articolatorio 28
Trascrizione ipa 30
Rapporto ortografia-fonologia 31
Distribuzione 31
Coppie minime 33
Allofoni 34
Regole fonologiche 36
Struttura della sillaba 38
3.
Morfologia
3.1.
3.2.
3.3.
3.4.
3.5.
Lemmi, forme e occorrenze 39
Scomposizione morfologica e allomorfia 40
Tipi morfologici 41
Derivazione e composizione 44
Paradigmi flessivi 47
4.
Sintassi 51
4.1.
4.2.
Struttura sintagmatica 51
Valenza verbale, funzioni sintattiche e ruoli semantici 53
39
5
4.3.
4.4.
4.5.
Frasi complesse 55
Ordine dei costituenti 57
Coreferenza 60
5.
Lessico, semantica e pragmatica 61
5.1.
5.2.
5.3.
5.4.
5.5.
5.6.
5.7.
5.8.
Rapporti di significato 61
Tratti semantici 62
Meccanismi di estensione del significato 63
Riferimento 67
Meccanismi di arricchimento del lessico 67
Funzione degli enunciati 71
Struttura tematica 75
Presupposizioni 75
6.
Soluzioni
6.1.
6.2.
6.3.
6.4.
6.5.
Semiotica 77
Fonetica e fonologia 82
Morfologia 94
Sintassi 110
Lessico, semantica e pragmatica 124
77
Appendice 1 133
Appendice 2 135
Bibliografia
6
137
Premessa
Negli ultimi anni, l’insegnamento della linguistica nei corsi universitari ha subito cambiamenti notevoli. In parte, si tratta di una sorte
comune anche ad altre materie, dovuta all’introduzione dei corsi
brevi (cosiddetti moduli), della durata di 24-36 ore, nell’ambito dei
quali spesso ci si trova ad affrontare la materia a cui era dedicato
prima un intero corso semestrale (o, in certi casi, perfino annuale).
Un secondo motivo di mutamento è l’introduzione sempre più diffusa della linguistica generale come materia curricolare in tutti i
corsi di studio dell’area umanistica, linguistica e delle comunicazioni. In molti casi, pensiamo soprattutto a corsi di studio come Scienze della comunicazione o Scienze dei beni culturali, il corso di base
di linguistica generale rimane per gli studenti l’unico approccio alla
linguistica in tutto il periodo per lo meno della laurea di primo livello: tale disciplina manca dunque di un contesto didattico più
ampio, come quello che si può ipotizzare per i corsi di studio in
Lingue straniere o in Lettere. L’isolamento dalle altre materie, insieme con il limitato numero di ore di insegnamento, rende urgente
la necessità di strumenti didattici adeguati, che vengano incontro
sia alle esigenze degli studenti, che devono contare su supporti semplici e chiari, sia a quelle dei docenti, che necessitano di materiale di
approfondimento gestibile con facilità per esemplificazioni ed esercitazioni.
La nostra esperienza di insegnamento in corsi di breve durata e con
un numero consistente di studenti ci ha convinto della necessità di
ripensare l’attività didattica non solo in termini di contenuti delle
lezioni cattedratiche, ma anche per quanto riguarda le parti di supporto, per le quali ci sembra sempre più importante fornire agli studenti strumenti autonomi, che possano favorire anche lo studio individuale. Da questa convinzione, e dal nostro interesse sempre
vivo per una didattica interattiva, è nato il progetto del libro che
ora vede la luce.
Rispetto al volume di esercizi di linguistica da noi precedentemente
curato insieme con Miriam Voghera, questa seconda raccolta non
7
si vuole proporre come un’alternativa tout court: piuttosto, vogliamo sottolineare i diversi scopi, e in buona parte anche i diversi contenuti, dei due volumi. Se il libro che stiamo ora presentando è
pensato per corsi di breve durata, con possibilità e anche necessità
di approfondimento limitate, il precedente rimane a nostro avviso
valido per i corsi dedicati a studenti che necessitino di maggiore approfondimento. I contenuti dei due volumi sono infatti, come dicevamo, in buona parte diversi. Per questo nuovo libro abbiamo
voluto aggiungere un intero capitolo, il primo, dedicato alla semiotica, che può aiutare a collegare la linguistica anche con altre materie curricolari (semiologia o semiotica, appunto) spesso presenti nei
corsi di studio degli studenti di area umanistica o comunicativa.
Abbiamo invece rinunciato completamente alla parte di linguistica
storica, che viene affrontata da studenti cui si richiede in generale
una preparazione molto più ricca nel campo delle discipline linguistiche, i quali potranno continuare a utilizzare il nostro libro precedente.
Per quanto riguarda gli altri capitoli, dedicati ai vari livelli linguistici, abbiamo cercato di fornire un numero maggiore di esercizi di
base, evitando quelli troppo complicati che richiedessero conoscenze avanzate. I dati presentati sono presi per lo più dall’italiano e in
parte più limitata dall’inglese; solo alcuni punti, ad esempio il rapporto fra fonologia e grafia, sono approfonditi con dati provenienti
da altre lingue europee. Non abbiamo però rinunciato del tutto a
presentare dati di lingue tipologicamente diverse: sia nel capitolo
dedicato alla morfologia sia in quello dedicato alla sintassi, un piccolo numero di esercizi propone dati che possono essere usati per
favorire la riflessione sulla varietà delle lingue del mondo.
Una caratteristica di questa raccolta che a noi sembra rilevante è poi
l’ampiezza dei materiali forniti nel testo degli esercizi: questi possono essere usati, oltre che per l’esercitazione in senso stretto, anche
come supplemento di esemplificazione, che può integrare i manuali
di uso più comune. Al converso, il volume può anche essere utilizzato indipendentemente dalla lezione del docente, dagli studenti
che vogliano approfondire uno specifico argomento nello studio individuale: a questo scopo, gli esercizi sono corredati di soluzioni,
8
che spesso si configurano come vere e proprie spiegazioni della materia trattata.
Data la vastità dei dati italiani presentati, pensiamo che questo volume abbia anche un secondo possibile utilizzo importante, cioè
quello di fornire materiale integrativo per i corsi di educazione linguistica delle Scuole di specializzazione per insegnanti o delle future
lauree specialistiche finalizzate all’insegnamento dell’italiano e di
altre materie linguistiche.
Gli esercizi che proponiamo sono stati in gran parte elaborati durante i nostri corsi e sono quindi già stati sperimentati a lezione:
pensiamo pertanto che il loro livello rispecchi quello generalmente
richiesto nei corsi introduttivi di linguistica generale. Inoltre, per
renderli fruibili a colleghi e studenti, ci siamo attenute per quanto
possibile alla terminologia e al modo in cui le nozioni sono presentate nei manuali di uso più diffuso. In questo modo si dovrebbe
evitare nella misura maggiore possibile che lo studente incontri discrepanze fra quanto proposto a lezione e quanto poi presentato in
sede di esercitazione.
Ringraziamo amici e colleghi con cui, nel corso degli ultimi anni,
abbiamo avuto scambi di idee sulla preparazione e l’utilizzazione
degli esercizi nell’insegnamento della linguistica, in particolar
modo Nicola Grandi, Luca Lorenzetti, Davide Ricca, Giancarlo
Schirru e Miriam Voghera, nonché un vasto gruppo di colleghi e
informanti, che ci hanno fornito dati di vario genere: Amilcare Buceti, Ursula Doleschal, Ray Fabri, Bernard Fradin, Koldo Garai,
Maria Grossmann, Anna Rosa Guerriero, Sabine Kösters Gensini,
Edoardo Lombardi Vallauri, Paco Matte Bon, Krista Ojutkangas,
Diana Passino, Elisa Perego, Elena Pizzuto, Marc Plénat, Angela
Ralli, Soufian Rasguie, Elisa Roma, Paolo Rossini, Renata Savy,
Kuniko Shirane, Veli Tören, Maria Luisa Vassallo, Federica Venier, Ann Charlotte Welin. Diana Passino ha raccolto i dati per gli
esercizi 33-35 del capitolo 2, e Simone Gozzano ha collaborato alla
formulazione dell’esercizio 23 del capitolo 5.
9
Abbreviazioni e simboli
Abbreviazioni
A
abl.
acc.
Agg.
AN
Art.
Aus.
Avv.
C
Det.
F
gen.
ger.
GN
IPA
loc.
N
NA
NG
nom.
ogg.
attacco, aggettivo
ablativo
accusativo
aggettivo
ordine aggettivo-nome
articolo
ausiliare
avverbio
consonante, coda
determinante
frase
genitivo
gerundio
ordine genitivo-nome
Alfabeto Fonetico Internazionale (International
Phonetic Alphabet)
locativo
nucleo, nome
ordine nome-aggettivo
ordine nome-genitivo
nominativo
oggetto
Simboli
#
+
$
s
∼
{}
//
< >
10
confine di parola
confine di morfema
confine di sillaba
sillaba
opposizione fonologica
trascrizione fonetica
trascrizione fonologica
trascrizione ortografica
pl.
poss.
Prep.
Prep. Art.
pret.
progr.
Pron.
R
S
SA
SAvv.
sg.
SN
sogg.
SOV
SP
SV
SVO
V
VSO
plurale
possessivo
preposizione
preposizione articolata
preterito
progressivo
pronome
rima
sostantivo
sintagma aggettivale
sintagma avverbiale
singolare
sintagma nominale
soggetto
ordine soggetto-oggettoverbo
sintagma preposizionale
sintagma verbale
ordine soggetto-verbooggetto
vocale, verbo
ordine verbo-soggettooggetto
1. Semiotica
1.1. Tipi di segni
Esercizio 1
Dire se i seguenti segni sono icone, indici o simboli.
a) Divieto di transito
b) Strada sdrucciolevole
c) Divieto di accesso
d ) Strada deformata
11
e) Il ringhiare di un cane
1995
1991
1993
1989
1985
1987
1981
1983
1979
1975
1977
1971
1973
1969
1965
1967
1961
1963
1959
1955
1957
1951
1953
Numero dei nastri
Datazione dei nastri dell'archivio originale
850
800
750
700
650
600
550
600
550
500
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
Anni
f ) Istogramma del numero delle registrazioni contenute negli archivi del teatro Alla Scala
g) Il profumo che proviene da una pentola di arrosto
h) Mappa di un quartiere di Milano
12
i)
Segno cuneiforme (babilonese) per ‘donna’
l)
Pittogramma sumerico per ‘donna’
m) L’orma di un lupo sulla neve
Aosta
Pisa
Potenza
Torino
Ancona
Cosenza
Genova
Firenze
Reggio Calabria
Milano
Roma
Catania
Trento
Perugia
Palermo
Udine
L’Aquila
Cagliari
Venezia
Pescara
Sassari
Trieste
Napoli
Bologna
Bari
n) Il tempo in Italia domani alle ore 6 (da KataWeb Meteo, 27 dicembre 2003)
Esercizio 2
Come avviene la significazione:
a) attraverso un indice?
b) attraverso un simbolo?
c) dei due procedimenti in a e b, quale possiamo definire di tipo
metonimico e quale di tipo metaforico?
d ) dalla risposta data in c consegue che i tre tipi di segni (indici,
icone e simboli) possono essere raggruppati in due gruppi: come?
Esercizio 3
Dire se i seguenti gesti di udenti sono iconici o simbolici.
13
14
a) Agitare la mano
in segno di saluto
b) Aprire e chiudere la mano
in segno di saluto
c) Fregarsi le mani per
esprimere soddisfazione
d) Fare le dita a V
in segno di vittoria
e) Passarsi la mano sotto il mento
per esprimere indifferenza
f) Battere le mani per
esprimere approvazione
g) Agitare la mano a palmo in
giù per invitare ad avvicinarsi
h) Mettere l'indice davanti alla
bocca per invitare a fare silenzio
Esercizio 4
Di seguito si presentano le immagini stilizzate di alcuni segni appartenenti alla lis, la Lingua dei segni italiana, utilizzata nella comunità dei non udenti. Dire per ciascun segno se la relazione tra il
suo significante e il suo significato è di tipo iconico o arbitrario.
a) Dattilografia, macchina da scrivere
15
b) Cinque
c) Diecimila
16
d ) Tram
e) Tagliare con le forbici
17
f ) Zio
g) Residenza/Scommessa
18
h) Benzina
Esercizio 5
Nella figura si esemplifica l’evoluzione dei segni pittografici sumerici per ‘pesce’, ‘bue’ e ‘uccello’ fino a divenire segni cuneiformi. Nelle tre fasi rappresentate, i segni sono icone o simboli? Quale fenomeno favorisce il passaggio da rappresentazione iconica a rappresentazione simbolica?
Pittogramma Pittogramma
Segno
ruotato
cuneiforme
19
Esercizio 6
Nella figura sono esemplificati gli smilies (o emoticons) scritti con la
tastiera e le corrispondenti icone. Confrontando questi dati con
quelli dell’esercizio precedente, osservare le somiglianze nell’evoluzione dei segni dovute ai mezzi di scrittura.
Gli emoticons prodotti con la tastiera sono rappresentazioni iconiche o simboliche?
:¯)
:¯(
“sono allegro”
“sono triste”
1.2. Proprietà dei codici
Esercizio 7
Scomporre le seguenti frasi in unità di prima e quindi di seconda
articolazione.
a) sono in casa
b) oggi parto
Esercizio 8
Nelle seguenti serie di segnali stradali possiamo riconoscere un
principio di combinazione che avvicina l’uso di forme e simboli alla
doppia articolazione del linguaggio. Descriverlo.
a)
20
Prescrizione: svolta
a sinistra obbligatoria
Pericolo: curva
a sinistra pericolosa
b)
Divieto di transito
ai pedoni
c) Divieto di transito
con bicicletta
Zona pedonale
Pista ciclabile
Pericolo per attraversamento ciclisti
Divieto
Fine di divieto
Divieto di sorpasso
Fine del divieto di sorpasso
d)
Esercizio 9
Di seguito presentiamo alcuni codici di diverso tipo. Per ciascuno
di essi, rispondere alle seguenti domande.
21
•
•
•
•
Qual è la materia del piano del contenuto di questo codice?
Su quale canale viaggiano i segnali di questo codice?
Questo codice è dotato della proprietà della doppia articolazione?
Se sì, quali sono le unità di seconda articolazione? E quali le
unità di prima?
• I segni di questo codice sono di numero finito o potenzialmente infinito?
• La relazione tra significati e significanti dei segni di questo codice è di tipo iconico o di tipo arbitrario? È dello stesso tipo per tutti i segni del codice o varia?
a) Codice Morse
Lettera
Morse
Lettera
Morse
Cifra
Morse
A
B
C
D
E
F
G
H
I
J
K
L
M
·−
−···
−·−·
−··
·
··−·
−−·
····
··
·−−−
−·−
·−··
−−
N
O
P
Q
R
S
T
U
V
W
X
Y
Z
−·
−−−
·−−·
−−·−
·−·
···
−
··−
···−
·−−
−··−
−·−−
−−··
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
−−−−−
·−−−−
··−−−
···−−
····−
·····
−····
−−···
−−−··
−−−−·
Lettera
Morse
Segno di punteggiatura
Morse
Ä
Á
Å
Ch
É
Ñ
Ö
Ü
·−·−
·−−·−
·−−·−
−−−−
··−··
−−·−−
−−−·
··−−
Punto
Virgola
Due punti
Punto interrogativo
Apostrofo
Trattino
Barra di frazione
Parentesi
Virgolette
·−·−·−
−−··−−
−−−···
··−−··
·−−−−·
−····−
−··−·
−·−−·−
·−··−·
22
Se la durata di un punto è fatta eguale a un’unità, la durata di una
linea è tre unità. Lo spazio tra i componenti di un carattere è un’unità, quello tra caratteri è tre unità, e quello tra parole è sette unità.
Per indicare che si è commesso un errore e che il ricevente deve cancellare l’ultima parola, inviare ........ (otto punti).
b) Alfabeto manuale
23
c) Codice degli atteggiamenti dei cani
1
3
2
4
5
6
Gli atteggiamenti della coda comunicano differenti messaggi:
1. fiducia in sé
2. minaccia
3. indifferenza
4. incertezza
5. sottomissione amichevole
6. sottomissione
1.3. Arbitrarietà e iconicità nei codici linguistici
Esercizio 10
Tenere presente la seguente tabella, proposta da Hjelmslev (1968, p.
58) per illustrare la differenza nella forma del piano del contenuto
dell’inglese e del gallese nell’area della denominazione dei colori.
Inglese
Gallese
green
gwyrdd
blue
gray
glas
brown
24
llwyd
Sulla base dei dati forniti di seguito, riguardanti una parte del lessico di parentela in svedese e in latino, completare le due tabelle che
illustrano le differenze nella forma di quest’area del piano del contenuto tra italiano e svedese e tra italiano e latino.
Svedese
nonno paterno = farfar
nonna paterna = farmor
zio paterno = farbror
zia paterna = faster
nonno materno = morfar
nonna materna = mormor
zio materno = morbror
zia materna = moster
Latino
nonno paterno = avus
nonna paterna = ava
zio paterno = patruus
zia paterna = amita
nonno materno = avus
nonna materna = ava
zio materno = avunculus
zia materna = matertera
Italiano
Svedese
nonno
nonna
zio
zia
Italiano
Latino
nonno
nonna
zio
zia
25
Esercizio 11
Sul modello dell’esercizio precedente, illustrare graficamente le differenze nella forma del piano dell’espressione (relativamente al sistema
vocalico) di italiano e spagnolo, in base ai dati presentati di seguito.
Sistema fonologico vocalico dell’italiano standard
i
u
e
o
ε
ɔ
a
Sistema fonologico vocalico dello spagnolo
i
u
e
o
a
Esercizio 12
Nelle coppie di procedimenti elencati sotto, quale si basa su una
strategia maggiormente iconica?
a1) italiano sg. cane, pl. cani
a2) inglese sg. dog, pl. dogs
b1) giovane, superlativo giovanissimo
b2) giovane, superlativo giovane giovane
c1) Lucy ha bussato alla porta e Schroeder le ha aperto
c2) Schroeder ha aperto la porta, dopo che Lucy ha bussato
26
2. Fonetica e fonologia
2.1. Apparato fonatorio
Esercizio 1
Mettere i seguenti organi fonatori nell’ordine in cui si incontrano
partendo dalla laringe e risalendo il canale verso le labbra: alveoli,
denti, faringe, labbra, palato duro, pliche vocali (o corde vocali),
ugola, velo del palato (o palato molle).
Esercizio 2
Indicare quali dei seguenti organi sono articolatori mobili: alveoli,
denti, faringe, labbra, lingua, palato duro, pliche vocali, velo del
palato.
2.2. Classi di suoni
Esercizio 3
Nei seguenti insiemi di parole, identificare e sottolineare quelle che
cominciano con un suono che ha le caratteristiche specificate di
volta in volta.
a) consonante sonora: caffè, tè, vino, birra, latte, whisky, gin, rum
b) fricativa sorda: stupido, sciocco, geniale, veloce, fantastico
c) occlusiva sonora: rosso, giallo, verde, blu
d) affricata: zucchero, saccarina, sciroppo, giulebbe
e) consonante labiale: Paolo, Barbara, Franco, Maria, Laura,
Walter
Esercizio 4
Identificare e sottolineare, entro ciascun gruppo di parole, quella
che inizia con un suono che non appartiene alla stessa classe degli
altri.
a) Fabio, Sergio, Claudio, Walter
b) Mario, Nino, Toni, Maura
c) Zosimo, Giorgio, Gaetano, Cinzia
27
d) Anna, Elena, Isabella, Iole, Orietta, Ulisse
e) Paolo, Sergio, Franco, Claudio, Giorgio
Esercizio 5
Quale caratteristica hanno in comune i suoni iniziali delle parole di
ciascun gruppo?
a) Marco, Nausicaa, Gneo
b) Sandro, Franco, Walter
c) Teo, Donatella, Nadia
d) Christian, Gaia, Carla
2.3. Meccanismo articolatorio
Esercizio 6
Quando pronunciamo il suono {k}:
le pliche vocali vibrano
il velo del palato è abbassato
l’apice della lingua tocca il velo del palato
vero
falso
vero
falso
vero
falso
vero
falso
Esercizio 7
Quando pronunciamo il suono {f}:
le pliche vocali vibrano
il velo del palato è abbassato
i denti inferiori toccano il labbro superiore
Esercizio 8
Quando pronunciamo il suono {u}:
le pliche vocali vibrano
il velo del palato è abbassato
le labbra sono protruse
Esercizio 9
Quando pronunciamo il suono {Õ}:
le pliche vocali vibrano
il velo del palato è abbassato
i denti superiori toccano il labbro inferiore
28
Esercizio 10
Quando pronunciamo il suono {d}:
le pliche vocali vibrano
il velo del palato è abbassato
l’apice della lingua tocca i denti superiori
vero
falso
vero
falso
vero
falso
vero
falso
vero
falso
vero
falso
Esercizio 11
Quando pronunciamo il suono {z}:
le pliche vocali vibrano
il velo del palato è abbassato
l’apice della lingua tocca gli alveoli
Esercizio 12
Quando pronunciamo il suono {S}:
le pliche vocali vibrano
il velo del palato è abbassato
la lingua è solcata
la lingua si avvicina all’area palato-alveolare
Esercizio 13
Quando pronunciamo il suono {h}:
le pliche vocali vibrano
il velo del palato è abbassato
la lingua si avvicina all’area palato-alveolare
Esercizio 14
Quando pronunciamo il suono {R}:
le pliche vocali vibrano
il velo del palato è abbassato
la lingua è in posizione di riposo
l’ugola vibra
Esercizio 15
Quando pronunciamo il suono {?}:
le pliche vocali vibrano
il velo del palato è abbassato
29
l’ugola vibra
i denti non partecipano alla produzione del suono
vero
falso
vero
falso
vero
falso
Esercizio 16
Quando pronunciamo il suono {c}:
le pliche vocali vibrano
il velo del palato è abbassato
il dorso della lingua tocca il palato duro
Esercizio 17
Quando pronunciamo il suono {Æ}:
le pliche vocali vibrano
il velo del palato è abbassato
il dorso della lingua tocca il palato duro
Esercizio 18
Quando pronunciamo il suono {x}:
le pliche vocali vibrano
il velo del palato è abbassato
il dorso della lingua tocca il palato molle
2.4. Trascrizione ipa
Esercizio 19
Trascrivere in ipa le seguenti parole italiane. Per ogni parola, dare
una trascrizione fonetica nella propria varietà.
a) aglio; b) ansia; c) asma; d) azione; e) bacio; f ) barche; g) borsa;
h) casa; i) piove; j ) fogli; k) gioco; l ) hanno; m) laghi; n) lasci; o) piace; p) piacque; q) ragno; r) rana; s) sciocco; t) tipo.
Esercizio 20
Trovare gli errori nelle seguenti trascrizioni di parole italiane:
a) piede
{'piE:.de}
{'pie:.de}
{piE.'de}
b) sciare
{'Sja:.re}
{'sja:.re}
{si.'a.re}
c) aggiustare {ad.'dZu.sta:.re} {ag.gZus.'ta.re} {a.dsu.'sta:re}
d) sciocco
{'SjOk.ko}
{SO.'ko}
{'SOc.co}
e) giglio
{'gi¥.¥o}
{'dZi¥.¥jo}
{dZi.'¥o}
30
2.5. Rapporto ortografia-fonologia
Esercizio 21
Individuare nelle parole seguenti digrammi e trigrammi che rappresentano un unico fonema e lettere che non rappresentano alcun
fonema.
italiano: ciò, gli, figlio, già, che, chi, gnu, sci, scià, giù, aghi, ho, ha.
inglese: shop, Asian, kick, too, two, leap, morph, the, thick, ghost,
knee, sing.
francese: chou, aimer, est, pas, donnent, faut.
tedesco: ich, auch, die, Schade.
spagnolo: hoy, que, guía, ella, chal.
2.6. Distribuzione
Esercizio 22
Sono elencati qui di seguito diversi contesti in cui può comparire in
italiano il fonema /a/. Trovare un esempio per ogni contesto.
a) C___C
b) C___V
c) V___C
d) V___V
e) #___C
f ) #___V
g) C___#
h) V___#
Esercizio 23
Individuare, tra i seguenti contesti, quelli nei quali può comparire
in italiano {z} e dare un esempio per ciascuno.
a) #___b
b) #___ t
c) V___m
d) V___V
e) C___C
f ) C___V
g) m___V
31
h) t ___#
i) t ___a
Esercizio 24
Individuare, tra i seguenti contesti, quelli nei quali può comparire
in italiano {p} e dare un esempio per ciascuno.
a) #___V
b) # r ___V
c) #___ r V
d) r ___V#
Esercizio 25
Individuare, tra i seguenti contesti, quelli nei quali può comparire
in italiano {h} e dare un esempio per ciascuno.
a) #___o
b) V___V
c) #___a
d) C___C
e) k___e
f ) a___#
Esercizio 26
Individuare, tra i seguenti contesti, quelli nei quali può comparire
in italiano {S} e dare un esempio per ciascuno.
a) V___V
b) p___V
c) #___V
d) n___V
e) V___ t
f ) l ___V
g) m ___V
h) r ___V
Esercizio 27
I dati seguenti esemplificano la distribuzione di {dZ‹ } e {d :‹ Z} nella
varietà romana di italiano.
‹
} ‘ragione’, {'andZ‹ elo} ‘angelo’,
{'dZ‹ OrdZ‹ o} ‘Giorgio’, {rad':Zo:ne
32
{'pad :‹ Zina} ‘pagina’, {'dZ‹ O:ko} ‘gioco’, {lad' :‹ Zak:a} ‘la giacca’,
{rid' :‹ ZO:ko} ‘rigioco’, {ad' :‹ ZEnte} ‘agente’, {lad' :‹ ZEnte} ‘l’agente’,
{lad' :‹ ZEnte} ‘la gente’.
Qual è la distribuzione di {dZ‹ }? Qual è la distribuzione di {d :‹ Z}?
I due foni sono in distribuzione complementare o in distribuzione
contrastiva?
2.7. Coppie minime
Esercizio 28
Individuare almeno una coppia minima per ciascuna delle seguenti
opposizioni in italiano.
a) /t/ ∼ /d/
b) /a/ ∼ /u/
c) /s/ ∼ /m/
d) /k/ ∼ /p/
e) /tS‹ / ∼ /dZ‹ /
f ) /S/ ∼ /f/
Esercizio 29
Dire se le seguenti coppie di parole costituiscono in italiano una
coppia minima; in caso di risposta positiva, indicare quali fonemi
sono in opposizione nella coppia.
a) Cina
china
i) gusto
fusto
b) forte
corte
j) già
là
c) pascià papà
k) giù
su
d) Piave chiave
l) micio miro
e) cielo
gelo
m) ciò
no
f ) Bari
bachi
n) Lucia cucia
g) pesci
pesti
o) egli
ebbi
h) toghe
toglie
p) cocco
ciocco
Esercizio 30
Dire se le seguenti coppie di parole costituiscono in italiano una
coppia minima; in caso di risposta positiva, indicare quali fonemi
sono in opposizione nella coppia.
33
a)
b)
c)
d)
e)
{'ri:.so} {'Vi:.so}
{'ri:.so} {'vi:.so}
{'ka:.ne} {'kA:.ne}
{'kO:.no} {'ki:.no}
{'ka:.ro} {'ka:.Ro}
2.8. Allofoni
Esercizio 31
Pronunciare le seguenti sequenze, facendo attenzione al punto in
cui si verifica l’occlusione orale durante la realizzazione della nasale
finale della parola con.
i) con Giorgio
a) con Paolo
j) con Gneo
b) con Barbara
k) con Carlo
c) con Franca
l) con Gaia
d) con Valerio
m) con Anna
e) con Teresa
n) con Isa
f ) con Davide
o) con Ursula
g) con Sandro
h) con Cinzia
Trascrivere in ipa i foni nasali realizzati in ciascun caso e identificare ciò che regola la loro distribuzione.
Esercizio 32
Analizzare la distribuzione di {a} e {a:} nelle seguenti parole italiane.
{'ka:ne}, {'pa:ne}, {pa'ni:no}, {"peS:e'ka:ne}, {'sa:no}, {sani'ta},
{'kan:e}, {'pan:a}, {'santo}, {'kanto}, {kan'ta:vo}, {kan'tando},
{kan'tO}.
Qual è la distribuzione di {a}? Qual è la distribuzione di {a:}?
I due foni sono in distribuzione complementare o in distribuzione
contrastiva?
Si tratta di allofoni di fonemi diversi o di allofoni di uno stesso fonema?
Esercizio 33
Analizzare la distribuzione di {a} e {a:} nelle seguenti parole latine.
(I dati sono presentati in trascrizione ortografica semplificata;
34
< a > = {a}, < ā > = {a:}. L’accento delle parole polisillabiche presentate cade sempre sulla penultima sillaba).
pater ‘padre (nom.)’; fār ‘farro (nom.)’; āmitto ‘perdo’; manus ‘mano
(nom.)’; salus ‘salute (nom.)’; atrox ‘atroce (nom.)’; caro ‘carne
(nom.)’; malum ‘male (nom.)’; ārā ‘altare (abl.)’; brāchiālis ‘relativo
al braccio (nom.)’; mālum ‘mela (nom.)’; fas ‘destino (indeclinabile)’; pario ‘partorisco’; rosa ‘rosa (nom.)’; sāl ‘sale (nom.)’; Mānes ‘dei
Mani (nom.)’; āra ‘altare (nom.)’; pāreo ‘appaio’; māter ‘madre
(nom.)’; saltus ‘salto (nom.)’; grandis ‘grande (nom.)’; tragoedia ‘tragedia (nom.)’; acutus ‘acuto (nom.)’.
Qual è la distribuzione di {a}? Qual è la distribuzione di {a:}?
I due foni sono in distribuzione complementare o in distribuzione
contrastiva?
Si tratta di allofoni di fonemi diversi o di allofoni di uno stesso fonema?
Esercizio 34
Qui di seguito è esemplificata la distribuzione di {g} e {Â} nell’abruzzese di Sciusciano (te).
{'tiŒ.g@} ‘ho’; {'Â{t.t@} ‘gatto’; {p{.'Â{} ‘pagare’; {'lAŒ.gw@} ‘lingua’; {nu'ÂrOl.l@} ‘un grillo’; {'Œ[email protected]@} ‘incudine’; {'prE:.Â@}
‘prega’; {'zgrit.ts@} ‘schizzo’; {'Â{l.l@} ‘gallo’; {'Âr{d.dzi.j@} ‘grazie’; {'fOŒ.g@} ‘muffa’; {m{r.ÂE.'ri:.t@} ‘Margherita’; {la'Â{m.m@}
‘la gamba’; {'Âr{n.d@} ‘grande’; {Œgw{r.'t{s.s@} ‘ingrassarsi’;
{'ÂOb.b@} ‘gobba’; {lu.Âu.'vEr.n@} ‘il governo’.
Qual è la distribuzione di {g}? Qual è la distribuzione di {Â}?
I due foni sono in distribuzione complementare o in distribuzione
contrastiva?
Si tratta di allofoni di fonemi diversi o di allofoni di uno stesso fonema?
Esercizio 35
I dati seguenti esemplificano la distribuzione dei foni {t} e {d} nell’italiano regionale substandard parlato a Teramo.
{'kOr.dE} ‘corde’; {'tOn.nO} ‘tonno’; {k{n.'d{n.di} ‘cantanti’;
{'m{l.tO} ‘malto’; {SdEn.'d{:.ti} ‘sdentati’; {'fOn.dO} ‘fondo’;
35
{'dO:.pO} ‘dopo’; {'ti:pO} ‘tipo’; {f{n.'d{z.mi} ‘fantasmi’; {'pEr.dE}
‘perde’; {'frOn.dE} ‘fronte’; {k{.lEn.'d{r.rjO} ‘calendario’; {'di:tO}
‘dito’; {»{r.'tu:.rO} ‘Arturo’; {'fO:.tO} ‘foto’; {'»{l.dO} ‘Aldo’;
{'krE:.dE} ‘crede’; {'fOr.tE} ‘forte’; {'mOn.dO} ‘mondo’; {'Stu.pi.dO}
‘stupido’.
In base ai dati presentati, determinare se {t} e {d} costituiscono allofoni di un unico fonema o allofoni di due fonemi diversi.
Ci sono neutralizzazioni dell’opposizione individuata? In quale
contesto?
In quale dei seguenti contesti non si può presentare {t} nella varietà
illustrata?
a) V___V
b) #___V
c) n___V
d) r___V
2.9. Regole fonologiche
Esercizio 36
Nelle varietà settentrionali di italiano, è attiva la seguente regola
fonologica:
/s/ → {z} / V___V.
Indicare in quali delle seguenti parole è presente il contesto di applicazione di questa regola: casa, Pisa, sacco, sale, scappa, sbatte, asino, asma, gas.
Esercizio 37
Nelle varietà toscane di italiano, è attiva la seguente regola fonologica:
/k /→ {h} / V___V.
Indicare in quali delle seguenti parole è presente il contesto di applicazione di questa regola: baco, casa, Coca, sacco, acca, doc, koala,
foche, roco, fico.
Esercizio 38
Scrivere sotto forma di regola fonologica:
a) un’occlusiva sonora diventa sorda in fine di parola;
36
b) una nasale diventa velare in fine di sillaba;
c) un’occlusiva diventa fricativa in posizione intervocalica.
Esercizio 39
Osservare le seguenti parole latine, confrontandole con le parole
italiane che da esse sono derivate. Quale fenomeno hanno subito le
consonanti velari? Descriverlo in forma di regola fonologica (i dati
sono presentati in trascrizione ortografica; in latino < c > = /k/,
< g > = /g/).
latino
centum
pacem
carnem
saeculum
corpus
circulum
indigentem
generare
singularem
gubernatorem
legalem
gigantem
italiano
cento
pace
carne
secolo
corpo
circolo
indigente
generare
singolare
governatore
legale
gigante
Esercizio 40
Osservare le seguenti parole latine, confrontandole con le parole
italiane che da esse sono derivate. Quale fenomeno hanno subito i
gruppi consonantici formati da due occlusive?
latino
octo
septem
optimum
sectorem
aptum
lactem
italiano
otto
sette
ottimo
settore
atto
latte
37
Esercizio 41
Diamo qui di seguito dati che esemplificano la distribuzione delle
tre nasali {n}, {m}, {Œ} in tedesco. Si tratta di allofoni di uno stesso
fonema o di allofoni di fonemi diversi? Se si tratta di allofoni di fonemi diversi, quali e quanti sono questi fonemi? La distinzione si
ha in tutti i tipi di contesti o ci sono neutralizzazioni? Se la distinzione non si ha in tutti i contesti, quale regola determina la distribuzione degli allofoni?
{?Ent'laŒ} ‘lungo’; {'lEŒ@} ‘lunghezza’; {'na:m@} ‘nome’; {maxt} ‘forza’; {naxt} ‘notte’, {'zIŒnµ } ‘cantare’; {'zIn@n} ‘riflettere’; {'me:·} ‘più’;
{'k˚nnµ } ‘potere’; {'kOmnµ } ‘venire’; {'?Im·} ‘sempre’; {'?In·} ‘interno’; {'umb@nEnnµ } ‘rinominare’; {'?unt·rIct
µ } ‘lezione’; {'?aŒg@ne:m}
‘piacevole’; {rIŒ} ‘anello’; {'zIŒ·} ‘cantante’; {uŒ'g@ra:d@} ‘dispari’.
2.10. Struttura della sillaba
Esercizio 42
Rappresentare mediante diagrammi ad albero la struttura sillabica
delle seguenti sequenze italiane. Per ottenere rappresentazioni corrette, è necessario operare su trascrizioni fonetiche delle sequenze in
esame: quando; l’uomo; feudo; lo zaino; fuoco; piega; astuccio; azione;
costruire; giocattolo; la scuola; l’ospite.
38
3. Morfologia
3.1. Lemmi, forme e occorrenze
Esercizio 1
Considerare le seguenti frasi:
a) Un uomo piccino e una donna piccina vivevano insieme in una
casa piccina.
b) Piangete, donne, e con voi pianga Amore (Petrarca).
c) A egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti (Foscolo).
d ) A ciascuna parete di ciascun esagono corrispondono cinque scaffali;
ciascuno scaffale contiene trentadue libri di formato uniforme; ciascun
libro di quattrocentodieci pagine; ciascuna pagina, di quaranta righe;
ciascuna riga, di quaranta lettere di colore nero (Borges).
Dire per ciascuna frase quante e quali forme, quanti e quali lemmi
(o lessemi) e quante e quali occorrenze di ciascun lemma contiene.
Esercizio 2
Le seguenti parole possono costituire diverse parole grammaticali.
Determinare tutte le possibili lemmatizzazioni di ciascuna: volgo;
suoni; letto; isolato; nuoto; successo; stato; caccia.
Esercizio 3
Lemmatizzare le seguenti forme (cioè raggruppare insieme tutte
quelle che appartengono a uno stesso lemma o lessema). Le forme
ambigue, cioè quelle che potrebbero essere forme di lemmi diversi,
devono essere lemmatizzate sotto tutti i lemmi di cui sono possibili
forme. Disegna, parti, dei, disegniamo, piano, cagnolino, pianista,
certissimo, cagnaccio, disegno, partono, sicuro, le, cassone, parte, delle,
incasserà, ha disegnato, sicuramente, certe, quanto, disegnatrici, il, cagne.
Discutere i criteri di lemmatizzazione adottati nello svolgere l’esercizio, confrontandoli con quelli adottati dal lif (Bortolini, Tagliavini, Zampolli, 1971) e dal lip (De Mauro et al., 1993).
39
3.2. Scomposizione morfologica e allomorfia
Esercizio 4
Distinguere, nelle frasi seguenti, gli affissi flessivi da quelli derivazionali; fra gli affissi derivazionali, distinguere i prefissi dai suffissi.
Le frasi contengono anche prefissi flessivi? Perché?
a) Il dentista mi aveva toccato un nervo scoperto.
b) Il guidatore dell’autobus è chiamato autista.
c) Ieri siamo andati al mare.
d ) Questo risotto è immangiabile.
e) Il giornalaio salutò allegramente.
Esercizio 5
Analizzare i seguenti esempi e distinguere fra affissi e clitici. Quanti
lemmi contengono gli esempi? Quante forme? Quanti morfi?
a) dammelo
b) richiamami
c) scongelarlo
d ) abbottonagliela
e) disarmandoti
Esercizio 6
Scomporre in morfemi e rappresentare mediante parentesizzazione
le seguenti forme.
a) carroarmato; b) vedevamo; c) pietroso; d ) discoteca; e) ciclista; f )
vigile; g) facilmente; h) decontaminare; i) serratura; j) asprezza; k)
camminatore; l ) americanata; m) rileggevano; n) disabile; o) inverosimilmente; p) agendina; q) operazione; r) concorrenza; s) scongelato.
Esercizio 7
Nei seguenti gruppi di parole, dire se le parti in grassetto sono tutte
allomorfi di uno stesso prefisso derivazionale.
a) inchiostro, incoerente, inadatto, inglese, impossibile, illegale, immagine, irrealistico, imbevibile, inghippo, indaco, incomprensibile, illogico, infinito;
b) disimparare, disfare, disegno, disarmare, disilludere, disvelare,
discoteca;
40
c) scorretto, sperato, sconsolato, scoglio, scongelato, smeraldo, sgarbato, sleale.
Esercizio 8
La soluzione dell’esercizio precedente ha individuato tre prefissi derivazionali. Tali prefissi presentano nelle forme elencate nell’esercizio diversi allomorfi. Individuarli e stabilire quali regole ne determinano la distribuzione, aiutandosi con la trascrizione fonetica degli esempi rilevanti.
Esercizio 9
Stabilire sulla base degli esempi i possibili allomorfi del plurale in
inglese.
sg. tooth wall
corpus
crisis
rose
louse child
pl.
teeth
walls
corpora
crises
roses
lice
children
Esercizio 10
Esaminare le seguenti forme di plurale inglesi e determinare quali
allomorfi presenta il morfema di plurale e che cosa regola la loro distribuzione: beeches {'bi:.tS‹ Kz}; violets {'vai.o.lets}; drums {drˆmz};
lilies {'li.li:z}; roses {'rou.zKz}; tables {'tei.b.lz}; soups {su:ps}; marshes
{'ma:.SKz}; cats {k{ts}; masses {'m{.sKz}; books {buks}.
Esercizio 11
Esaminare le seguenti forme di passati inglesi e determinare quali
allomorfi presenta il morfema di passato e che cosa regola la loro distribuzione: painted {'pein.tId}; defended {dI.'fen.dId}; seemed
{si:md}; replayed {rI.'pleid}; hissed {hIst}; liked {laIkt}; chopped
{tS‹ Opt}; leaned {li:nd}; called {kOld}; remembered {rI.'mem.b@rd};
patted {'p{.tId}; begged {begd}; laughed {la:ft}.
3.3. Tipi morfologici
Esercizio 12
Determinare a quale tipo morfologico appartengono le lingue dalle
quali sono tratti i seguenti gruppi di dati.
41
Lingua A
aapa
aapaÂ
aapat
aapat
aapaÂt
aapatt
aapan@l
aapaÂn@l
aapatn@l
‘culla (soggetto)’
‘due culle (soggetto)’
‘culle (soggetto)’
‘nella culla’
‘in due culle’
‘nelle culle’
‘dalla culla’
‘da due culle’
‘dalle culle’
Lingua B
kniga
knigi
knig
knigi
knigu
knige
knigami
‘libro (soggetto)’
‘del libro’
‘dei libri’
‘libri (soggetto)’
‘libro (complemento oggetto)’
‘al libro’
‘con i libri’
Lingua C
nan laoshi
nü laoshi
nan haizi
nü haizi
‘maestro’
‘maestra’
‘ragazzo’
‘ragazza’
Lingua D
qalb
øilm
dars
øulūm
durūs
qulūb
‘cuore’
‘conoscenza’
‘lezione’
‘conoscenze’
‘lezioni’
‘cuori’
Esercizio 13
Il turco è una lingua agglutinante; di norma, a ciascun significato
(lessicale o grammaticale) corrisponde un morfema ben individua42
bile. Segmentare le seguenti forme basandosi sulla glossa italiana,
individuare i morfi grammaticali che vi compaiono e suddividerli
in gruppi corrispondenti alle categorie grammaticali espresse; individuare inoltre la forma turca da inserire al punto m e gli altri possibili significati delle forme ai punti o, q, u, z. Come si può osservare,
ciascun morfema presenta due allomorfi con vocali diverse. Che
cosa regola la selezione degli allomorfi? (< K > rappresenta la vocale
alta posteriore non arrotondata /Ì/ e < ö > rappresenta la vocale
non alta, non posteriore arrotondata /ø/).
a) evi ‘la casa (acc.)’
——————————
b) evlerin ‘delle case’
——————————
c) evi ‘la sua casa (nom.)’
——————————
d ) evlerini ‘le tue case (acc.)’
——————————
e) eve ‘alla casa’
——————————
f ) evlere ‘alle case’
——————————
g) evim ‘la mia casa (nom.)’
——————————
h) evin ‘la tua casa (nom.)’
——————————
i) evimiz ‘la nostra casa (nom.)’
——————————
j) eviniz ‘la vostra casa (nom.)’
——————————
k) evimden ‘dalla mia casa’
——————————
l ) evlerimden ‘dalle mie case’
——————————
m) ————— ‘le tue case (nom.)’
——————————
n) sakal ‘la barba (nom.)’
——————————
o) sakalKn ‘della barba’ (oppure: ...) ——————————
p) sakallarKmKzKn ‘delle nostre barbe’ ——————————
q) sakalK ‘la barba (acc.)’ (oppure: ...) ——————————
r) sakalKma ‘alla mia barba’
——————————
s) ödev ‘il compito (nom.)’
——————————
t) ödevler ‘i compiti (nom.)’
——————————
u) ödevin ‘del compito’ (oppure: ...) ——————————
v) dağ ‘la montagna’
——————————
w) dağa ‘alla montagna’
——————————
x) dağKmKz ‘la nostra montagna’
——————————
y) dağlardan ‘dalle montagne’
——————————
z) dağlarKn ‘delle montagne’ (oppure: ...) ————————
43
Esercizio 14
Segmentare in morfi le seguenti forme ungheresi e inserire le forme mancanti (le vocali con l’accento acuto sono vocali lunghe;
< ö > = /ø/; < ü > = /y/; < ny > = /Æ/; < sz > = /s/; < gy > = /dj/).
a) az asztalok ‘i tavoli (nom.)’
——————————
b) az asztalokban ‘nei tavoli’
——————————
c) az asztalomban ‘nel mio tavolo’
——————————
d ) az asztalaimban ‘nei miei tavoli’ ——————————
e) egy asztalban ‘in un tavolo’
——————————
f ) az asztalaim ‘i miei tavoli (nom.)’ ——————————
g) az asztalodhoz ‘al tuo tavolo’
——————————
h) az asztalodra ‘sul tuo tavolo’ (moto a luogo) ——————
i) az asztalaidra ‘sui tuoi tavoli’ (moto a luogo) ——————
j) az asztalatokról ‘da sopra al vostro tavolo’
——————
k) az asztalaitokhoz ‘ai vostri tavoli’ ——————————
l ) —————— ‘sui vostri tavoli’ ——————————
m) az asztalaiktól ‘dai loro tavoli’
——————————
n) az asztaluktól ‘dal loro tavolo’
——————————
o) ——— ‘il mio tavolo (nom.)’
——————————
p) ——— ‘da sopra al mio tavolo’
——————————
q) könyvek ‘libri (nom.)’
——————————
r) a könyvem ‘il mio libro’
——————————
s) a könyvben ‘nel libro’
——————————
t) a könyveitekben ‘nei vostri libri’
——————————
u) a könyvükben ‘nel loro libro’
——————————
v) egy könyvre ‘su un libro’
——————————
w) ——— ‘nel mio libro’
——————————
3.4. Derivazione e composizione
Esercizio 15
Individuare almeno cinque derivati appartenenti a ciascuna delle
seguenti categorie derivazionali; per ciascuna categoria, individuare
derivati con almeno due diversi suffissi:
a) nomi d’agente deverbali
b) nomi d’agente denominali
44
c)
d)
e)
f)
g)
h)
i)
j)
nomi di qualità deaggettivali
nomi d’azione deverbali
nomi di strumento deverbali
nomi di luogo denominali
verbi denominali
verbi deaggettivali
aggettivi deverbali
aggettivi denominali
Esercizio 16
Determinare la categoria della base cui si applica e la categoria delle
parole che produce ciascuno dei seguenti suffissi, utilizzando gli
esempi.
-ista
accessorista, violinista, barista
categoria della base ________ categoria del derivato ________
-aio
gelataio, benzinaio, fioraio
categoria della base ________ categoria del derivato ________
-iere
barelliere, usciere, ferroviere
categoria della base ________ categoria del derivato ________
-tore
alimentatore, respiratore, caricatore
categoria della base ________ categoria del derivato ________
-ezza
ampiezza, bruttezza, lucentezza
categoria della base ________ categoria del derivato ________
Esercizio 17
Esaminare i seguenti derivati con il suffisso -aio: acquaio, bagagliaio, benzinaio, bigliettaio, bottegaio, cappellaio, formicaio, ghiacciaio, ginepraio, giostraio, letamaio, libraio, liutaio, ombrellaio, pagliaio, pollaio, vetraio.
In base al significato dei derivati, determinare se i dati presentati
esemplificano un unico suffisso o due suffissi omofoni.
Per ciascun suffisso individuato, determinare:
a) quali dei derivati presentati lo contengono;
b) la categoria delle basi a cui si applica;
c) la categoria dei derivati che produce.
45
Esercizio 18
Esaminare i seguenti derivati con il suffisso -ese: abruzzese, albanese,
amburghese, babilonese, barese, bellunese, calabrese, canadese, cartaginese, catanese, computerese, critichese, finlandese, giornalese, giornalistese, irlandese, pescarese, pugliese, sindacalese, sinistrese, thailandese,
ungherese.
In base al significato dei derivati, determinare se i dati presentati
esemplificano un unico suffisso o due suffissi omofoni.
Per ciascun suffisso individuato, determinare:
a) quali dei derivati presentati lo contengono;
b) la categoria delle basi a cui si applica;
c) la categoria dei derivati che produce;
d ) eventuali regole di riaggiustamento che si applicano nella derivazione.
Esercizio 19
Considerare i seguenti derivati in -ese1: gallese, balinese, ateniese, imperiese. Ciascuno presenta una particolarità di ordine fonologico.
Identificarla.
Esercizio 20
Esaminare i seguenti derivati con il prefisso in-: inabile, inabissare,
inadeguato, incartare, incassare, incerto, incorniciare, incosciente, indiretto, inscatolare.
In base al significato dei derivati, determinare se i dati presentati
esemplificano un unico prefisso o diversi prefissi omofoni.
Per ciascun prefisso individuato, determinare:
a) quali dei derivati presentati lo contengono;
b) la categoria delle basi a cui si applica;
c) la categoria dei derivati che produce.
Esercizio 21
Esaminare i seguenti lessemi contenenti l’elemento tele-: teleabbonato, telecamera, telecinesi, telecomandare, telecomunicazione, telecronaca, telefax, telefono, telefilm, telegiornale.
Determinare (eventualmente con l’aiuto di un vocabolario) quali
46
dei lessemi presentati contengono tele1- ‘a distanza’ e quali tele2‘televisione’.
Esercizio 22
Gli elementi neoclassici entrano in composizione sia tra loro (come
in cardiologo, ignifugo) sia con lessemi italiani, come negli esempi
seguenti (tutti lessemi presenti nel disc – Dizionario Italiano Sabatini Coletti –, cui si rimanda per la specificazioneeel significato):
cartoteca, discoteca, documentoteca, filmoteca, paninoteca, algologo,
culturologo, dietologo, enzimologo, epidemiologo, laringologo, sismologo, musicologo, massmediologo, mariologo, mafiologo, callifugo, centrifugo, febbrifugo, grandinifugo, insettifugo, vermifugo, carnivoro, erbivoro, fruttivoro, insettivoro.
Il primo elemento dei composti elencati termina a volte in -i-, a
volte in -o-. Determinare in base a quale criterio si seleziona la vocale finale dei primi elementi.
Esercizio 23
Determinare se i seguenti composti sono endocentrici o esocentrici:
portachiavi, capoclasse, cassapanca, fuggifuggi, pellerossa, senzatetto,
apriscatole, uomo rana, giallorosso, pescecane.
Esercizio 24
Individuare almeno tpdfsempi di composti per ciascuno dei seguenti tipi:
a) composti verbo-nome con valore di agente;
b) composti verbo-nome con valore di strumento;
c) composti nome-nome coordinativi (dvandva);
d ) composti aggettivo-aggettivo coordinativi (dvandva).
3.5. Paradigmi flessivi
Esercizio 25
Distinguere, tra i dati seguenti, i casi di suppletivismo da quelli di
allomorfia morfologicamente o fonologicamente condizionata.
47
italiano
a) viene
b) capisco
c) spengo
d ) sono
e) salgo
f ) ho
g) muoio
h) reggo
i) vado
j) uomo
k) bue
l ) dio
veniamo
capiamo
spegniamo
eravamo
saliamo
avevamo
moriamo
reggiamo
andiamo
uomini
buoi
dei
inglese
a) (I) go ‘vado’
b) (I) think ‘penso’
c) (I) do ‘faccio’
d ) (I) am ‘io sono’
(I) went ‘andai’
(I) thought ‘pensai’
(I) did ‘feci’
(you) are ‘sei’ (he/she/it) is ‘è’
latino
a) vis (nom.)
b) corpus (nom./acc.)
c) Iuppiter (nom.)
d ) iecur (nom./acc.)
e) eo ‘vado’
roboris (gen.)
corporis (gen.)
Iovis (gen.)
iecinoris (gen.)
ivi ‘andai’
‘forza’
‘corpo’
‘Giove’
‘fegato’
Esercizio 26
Considerare i seguenti paradigmi del presente indicativo di diversi
verbi italiani.
finire
finisco
finisci
finisce
finiamo
finite
finiscono
48
sedere
siedo
siedi
siede
sediamo
sedete
siedono
uscire
esco
esci
esce
usciamo
uscite
escono
udire
odo
odi
ode
udiamo
udite
odono
Ogni verbo presenta nel presente indicativo due allomorfi. Determinare la forma dei due allomorfi di ciascun verbo e la loro distribuzione nel paradigma.
Esercizio 27
Considerare i seguenti paradigmi del passato remoto di diversi verbi italiani.
temere
temetti
temesti
temette
tememmo
temeste
temettero
vedere
vidi
vedesti
vide
vedemmo
vedeste
videro
vivere
vissi
vivesti
visse
vivemmo
viveste
vissero
tacere
tacqui
tacesti
tacque
tacemmo
taceste
tacquero
crescere
crebbi
crescesti
crebbe
crescemmo
cresceste
crebbero
Ogni verbo presenta nel passato remoto due allomorfi. Determinare la forma dei due allomorfi di ciascun verbo e la loro distribuzione
nel paradigma.
49
4. Sintassi
4.1. Struttura sintagmatica
Esercizio 1
Dire se i seguenti sintagmi sono endocentrici o esocentrici e di che
tipo di sintagmi si tratta.
a) Maria
l ) poco prima
b) andato a casa
m) la ragazza che corre
c) il quaderno dello scolaro
n) per Maria
d) la palla rossa
o) chiuso a chiave
e) dello scolaro
p) nel cassetto
f ) la casa in cui è nato Mario
q) molto veloce
g) in cucina
r) un uomo anziano
h) molto meglio
s) produrre in serie
i) davvero bella
t) tirare acqua al proprio mulino
j) il calendario dell’anno passato u) correre velocemente
k) mangiava la pasta
Individuare la testa dei sintagmi endocentrici e rappresentarli con
parentesi etichettate e con diagrammi ad albero. Per ciascun sintagma, elencare anche le regole di riscrittura utilizzate per generarlo.
Esercizio 2
Per ogni regola di riscrittura, fornire possibili sintagmi.
a) SN → N
b) SN → Det SN SP
c) SV → Aus V
d) SV → V F
e) SV → SV SP
f ) SA → Avv A
g) SP → Prep SN
Esercizio 3
Considerare il seguente diagramma ad albero:
51
F
SN
SV
SV
SN
SN
SP
Delle frasi che seguono, tre possono essere rappresentate con questo
diagramma, una no. Individuare la frase, spiegare in che cosa si differenzia dalle altre e darne una rappresentazione con diagramma ad
albero appropriato.
a) Il mio amico ha mangiato un panino al salame.
b) La sorella di Mario ha regalato dei fiori ai genitori.
c) Il gatto ha bevuto l’acqua della ciotola.
d) Mio cugino ha comprato un libro di duecento pagine.
Esercizio 4
Considerare il seguente diagramma ad albero:
F
SN
SN
SV
SP
SV
SP
Delle frasi che seguono, tre possono essere rappresentate con questo
diagramma, una no. Individuare la frase, spiegare in che cosa si differenzia dalle altre e darne una rappresentazione con diagramma ad
albero appropriato.
a) Il ragazzo con gli occhiali è andato a casa.
b) La figlia di Mario vive a Roma.
c) Il bambino ha dato un bacio alla mamma.
d) Il cane al guinzaglio è di mio fratello.
Esercizio 5
Dare una rappresentazione con parentesi etichettate, anziché con
diagramma ad albero, delle frasi dei due esercizi precedenti.
52
Esercizio 6
Dividere in costituenti le frasi che seguono, servendosi di un diagramma ad albero.
a) Il vento che soffia nel deserto del Sahara solleva grandi masse di
sabbia, che giungono fino al nostro paese.
b) Giovanni mette il libro sul tavolo.
c) Giovanni dà il libro a Maria.
d) Maria abita a Milano.
e) Elisabetta ha comprato un libro a Milano.
f) Ieri il cuscino era sul sofà.
g) Il gatto dorme sul sofà.
h) Il bambino mangia la pasta volentieri.
Esercizio 7
Dire se nelle seguenti espressioni si trova un rapporto restrittivo o
non restrittivo.
a) Giovanna, che ho conosciuto ieri.
b) L’uomo che ho visto poco fa.
c) Una casa alta sei piani.
d) La casa di Maria.
e) Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
f ) Il ministro degli Esteri.
g) Il professor Mario Rossi.
4.2. Valenza verbale, funzioni sintattiche e ruoli semantici
Esercizio 8
Dire che funzione sintattica svolgono i costituenti evidenziati nelle
frasi che seguono.
a) Ieri a Mario la medicina l’ha data la mamma.
b) La medicina non l’ho ancora presa.
c) A te questo chi te l’ha detto?
d) A te questo chi te l’ha detto?
e) Io l’ho chiamato, ma lui non mi ha visto.
f ) Non è ancora arrivato il treno da Genova?
g) A me Mario non ha detto niente.
53
Esercizio 9
Dire qual è il ruolo semantico dei costituenti evidenziati nelle frasi
che seguono.
a) Mario è caduto.
b) Giovanni affetta il pane col coltello.
c) Maria ha un gattino.
d) Il ghiaccio si scioglie.
e) Il sole scioglie il ghiaccio.
f ) I bambini hanno rovinato il pavimento giocando.
g) Maria ha mal di testa.
h) A Maria fa male la testa.
i) A Paolo piace la pasta.
j) Giovanni si è ammalato.
k) Giorgio gioca a pallone.
l ) Ho comprato un libro per Paola.
Esercizio 10
Analizzare le frasi che seguono, specificando di ciascun costituente
elencato quale sia la funzione sintattica (relazione grammaticale) e
quale il ruolo semantico.
a) Stamattina i bambini non sono andati al parco.
stamattina
________________ _________________
i bambini
________________ _________________
al parco
________________ _________________
b) A mio zio piacciono i pasticcini.
a mio zio
________________ _________________
i pasticcini
________________ _________________
c) I vigili del fuoco hanno spento un incendio a Milano.
i vigili del fuoco
________________ _________________
un incendio
________________ _________________
a Milano
________________ _________________
d) Claudio ha colorato tutte le figure con i pastelli nuovi.
Claudio
________________ _________________
tutte le figure
________________ _________________
con i pastelli nuovi ________________ _________________
54
e) Chiara ha occupato un posto anche per la sua amica.
Chiara
________________ _________________
un posto
________________ _________________
per la sua amica
________________ _________________
Esercizio 11
In base alle frasi in cui si trovano inseriti, determinare le valenze dei
verbi svenire, vedere, distruggere, uccidere, arrabbiarsi, mangiare, soffiare, avere. Quali di questi verbi sono normalmente definiti transitivi? Sintatticamente, il comportamento di quest’ultimo gruppo di
verbi è omogeneo?
a) Mario è svenuto.
b) Ho visto tuo fratello che usciva di casa.
c) Il terremoto ha distrutto un intero paese.
d) Il paese è stato distrutto.
e) Il leone ha ucciso il cacciatore.
f ) Giovanni si è ucciso.
g) Mia sorella si è arrabbiata.
h) Paola sta mangiando.
i) Il vento soffia ad alta velocità.
j) Chiara ha una bella casa.
k) Maria mangia la pasta.
Esercizio 12
Individuare in ogni frase dell’esercizio precedente il soggetto e specificarne la funzione semantica. Individuare l’oggetto diretto delle
frasi che ne presentano uno. In quali frasi l’oggetto diretto denota
un partecipante che subisce un cambiamento di stato?
4.3. Frasi complesse
Esercizio 13
Dire se le proposizioni dipendenti nelle seguenti frasi hanno funzione di soggetto o di oggetto diretto.
a) Mi ha meravigliato che il treno fosse in orario.
b) Non so che cosa abbiano fatto loro.
c) Gli spiace che tu rimanga a casa.
55
d) Lo ha stupito che tu non gli abbia fatto un regalo per Natale.
e) Sapeva che gli amici non avrebbero tardato.
f ) Credevi che ti avessi mentito?
Esercizio 14
Nel seguente brano, individuare le frasi complesse (periodi). Nell’ambito di ciascuna di esse, individuare poi le frasi coordinate e
quelle subordinate.
Era la fine dell’anno e faceva molto freddo. Una povera bambina camminava a piedi nudi per le strade della città. La mamma le aveva dato
un paio di pantofole, ma erano troppo grandi e la piccola le aveva perdute attraversando la strada. Un monello si era precipitato e aveva rubato una delle pantofole perdute, perché voleva farne una culla per la
bambola della sorella. La piccola portava nel suo vecchio grembiule
una gran quantità di fiammiferi che doveva vendere. Sfortunatamente
c’era in giro poca gente. Infatti quasi tutti erano a casa impegnati nei
preparativi della festa e la poverina non aveva guadagnato neanche un
soldo. Tremante di freddo e spossata, la bambina si sedette nella neve.
Non osava tornare a casa, poiché sapeva che il padre l’avrebbe picchiata vedendola tornare con tutti i fiammiferi e senza la più piccola moneta. Le mani della bambina erano quasi gelate. La piccola pensò che un
pochino di calore avrebbe fatto loro bene, perciò prese un fiammifero e
lo sfregò contro il muro. Una fiammella si accese e nella dolce luce alla
bambina parve di essere seduta davanti a una grande stufa! Le mani e
i piedi si riscaldarono un poco, ma la fiamma durò poco e la stufa
scomparve. La piccola sfregò il secondo fiammifero e, attraverso il muro
di una casa, vide una tavola riccamente preparata. In un piatto fumava un’oca arrosto... Il piatto con l’oca sormontava la tavola. La bambina, stupefatta, pensò che l’attendeva un delizioso pranzetto. Anche questa volta, il fiammifero si spense e non restò che il muro bianco e freddo.
La povera piccola accese un terzo fiammifero e all’istante si trovò seduta
sotto un magnifico albero di Natale. Mille candeline brillavano e immagini variopinte danzavano attorno all’abete, ma quando la piccola
alzò le mani il fiammifero si spense. Tutte le candele salirono in alto
verso il cielo e la piccola fiammiferaia si accorse che non erano che stelle. Una di loro tracciò una scia luminosa nel cielo. Era una stella cadente. La bambina pensò alla nonna che le parlava delle stelle, e che
56
era tanto buona, ma purtroppo non era più al mondo. Quando la
bambina sfregò un altro fiammifero sul muro, apparve una grande
luce. In quel momento la piccola vide la nonna tanto dolce e gentile che
le sorrideva.
Esercizio 15
Individuare in ciascuno degli esempi che seguono la frase principale
e la frase dipendente; di ogni dipendente dire che funzione sintattica svolge, classificando le frasi dipendenti come argomentali, circostanziali o relative. Nell’ambito di ciascun gruppo specificare poi il
tipo.
a) Gli hanno detto che sua zia non sta più male.
b) Non so se uscirò di casa.
c) Paola, che non sapeva nulla, non andò alla festa.
d) Dopo aver avuto un incidente in montagna, mio padre ha smesso
di sciare.
e) Non so perché tua sorella non sia partita.
f ) Maria non è partita perché era malata.
g) Giovanna è andata all’edicola per comprare il giornale.
h) Giovanna è andata all’edicola perché voleva comprare il giornale.
i) Non mi pare che ciò che dici sia falso.
j) Non ha capito quello che gli hai detto.
k) Quando è arrivato, mio fratello ha detto che sarebbe ripartito presto.
l) Non so quando sia arrivato tuo fratello.
m) Claudio ha detto a sua sorella di tornare presto.
n) Maria ha telefonato a sua sorella per sapere l’ora della sua partenza.
o) Mi ha chiesto perché non fossi arrivata all’ora stabilita.
p) Sono arrivata in ritardo perché ho perso l’autobus.
4.4. Ordine dei costituenti
Esercizio 16
Di che tipo sono, in base all’ordine dei costituenti, le frasi che seguono?
a) È Mario che ho visto uscire.
b) Mario l’ho visto uscire.
57
c)
d)
e)
f)
g)
h)
i)
Quel libro lo devo ancora leggere.
L’ho sentito arrivare, il treno.
Me l’ha regalato mia madre il cappotto nuovo.
Il cappotto mi ha regalato mia madre, non il giaccone.
È mia madre che mi ha regalato il cappotto.
Il giornale ho letto, non il libro.
Mario, non gli ho ancora detto niente.
Esercizio 17
Determinare a quale tipo sintattico appartengono le lingue dalle
quali sono tratti i seguenti gruppi di dati.
Lingua A
a) Bill is
eating
a
Bill aus mangiare-ger
art
“Bill sta mangiando un panino”
sandwich
panino
b) John’s
book
John gen libro
“il libro di John”
c) the
top
of the
mountain
art cima di art montagna
“la cima della montagna”
d) a
tall boy
art alto ragazzo
“un ragazzo alto”
e) the
cat
is under the
art gatto è sotto art
“il gatto è sotto il letto”
bed
letto
Lingua B
a) Hasan ekmeği
yiyor
Hasan pane-acc mangiare-progr-3sg
“Hasan sta mangiando il pane”
58
b) Hasanin
kitabK
Hasan-gen libro-suo
“il libro di Hasan”
tepesi
c) dağKn
montagna-gen cima-sua
“la cima della montagna”
d) ilginç
adam
interessante uomo
“un uomo interessante”
e) kedi yatağKn
altKnda
-dKr
gatto letto-gen sotto-suo-loc è
“il gatto è sotto il letto”
Lingua C
a) d’ith
Bill ceapaire
mangiare:pret3sg Bill panino
“Bill ha mangiato un panino”
b) leabhar Sheáin
libro
Sean:gen
“il libro di Sean”
c) barr an
tsléibhe
cima art montagna:gen
“la cima della montagna”
d) gasúr
ard
ragazzo alto
“un ragazzo alto”
e) tá an cat
faoin
è
art gatto sotto:art
“il gatto è sotto il letto”
leaba
letto
Lingua D
a) Hiroshi ga
ringo o
tabete
Hiroshi sogg mela ogg mangiare-ger
“Hiroshi sta mangiando la mela”
iru
aus
59
b) Akiko no
hon
Akiko gen libro
“il libro di Akiko”
c) yama
no
teppen
montagna gen cima
“la cima della montagna”
d) takai yama
alta montagna
“una montagna alta”
e) neko ga
tsukue
no
gatto sogg scrivania gen
“il gatto è sotto la scrivania”
shita
sotto
ni
loc
imasu
è
4.5. Coreferenza
Esercizio 18
Nelle frasi seguenti quali elementi sono coreferenti?
a) Mio fratello il film non l’ha visto.
b) A Genova non ci sono mai stata.
c) Mia sorella mi aveva detto che avrebbe chiesto il libro in prestito
alla sua amica, invece non le ha chiesto niente.
d) Di libri belli ne ho letti pochi.
e) Ieri a Mario la medicina l’ha data la mamma.
f ) La medicina non l’ho ancora presa.
g) A te questo chi te l’ha detto?
h) Io l’ho chiamato, ma lui non mi ha visto.
60
5. Lessico, semantica e pragmatica
5.1. Rapporti di significato
Esercizio 1
Quali rapporti di significato esistono fra le seguenti coppie di parole?
a) mela, frutto
b) divano, sofà
c) pillola, pastiglia
d) porta ‘uscio’, porta ‘terza persona singolare del presente indicativo di portare’
e) ancora ‘strumento per tenere ferma una barca’, ancora ‘di nuovo’
f) giochi ‘seconda persona del presente del verbo giocare’, giochi
‘plurale di gioco’
g) principi ‘plurale di principe’, principi ‘plurale di principio’
h) carciofo, ortaggio
i) cane, cavallo
j) gatto, soriano
k) cavallo, destriero
l) amo ‘prima persona del verbo amare’, amo ‘strumento da pesca’
m) libro, volume
n) animale, mammifero
o) garofano, margherita
Esercizio 2
Individuare, nell’ambito dei seguenti gruppi di sostantivi, i rapporti
di iperonimia, iponimia e coiponimia.
a) equino, leone, gatto, felino, mammifero, cetaceo, balena, delfino,
pesce
b) Cinquecento, Panda, treno, Fiat, Mercedes, automobile, aeroplano
Esercizio 3
Per ciascuna delle parole elencate trovare un opposto e dire di che
tipo di opposizione si tratta: caldo, alto, bianco, acceso, vivo, aperto,
asciutto, vendere.
61
Esercizio 4
Per ciascuna delle parole trovare un sinonimo: giornale, babbo, abitazione, caseggiato, genitrice, neonato.
Esercizio 5
Per ciascuna delle parole trovare un iponimo: albero, calzatura, formaggio, fiore, gioco, corso d’acqua, mammifero.
Esercizio 6
Per ciascuna delle parole trovare un iperonimo: zebra, pioppo, prosciutto, nuoto, pesca, forchetta.
Esercizio 7
Le seguenti parafrasi indicano oggetti che in diverse parti d’Italia
sono denominati con parole differenti, dette geosinonimi. Con
l’aiuto di un dizionario, e/o di parlanti di diversa provenienza regionale, individuare almeno due geosinonimi per ciascun caso.
a) arnese di legno, di plastica o di metallo usato per tenere appesi
gli abiti;
b) pezzo di lana o cuscinetto di stoffa, specialmente imbottita, che
si usa in cucina per maneggiare recipienti od oggetti caldi;
c) vaschetta agganciata al muro o sorretta da un basamento, alimentata da acqua corrente e provvista di una conduttura di scarico;
d) pantofola senza tacco, o con tacco basso, aperta sul tallone;
e) dolce a forma di nastro o rombo dentellato fritto e cosparso di
zucchero.
5.2. Tratti semantici
Esercizio 8
Usando l’inventario di tratti fornito, dare una descrizione del significato delle parole che seguono.
Tratti: {animato}, {umano}, {maschio}, {enumerabile}, {concreto},
{razionale}
62
a) tavolo; b) zio; c) acqua; d) amore; e) cagna; f ) nuoto; g) nuotata; h) margherita; i) neonato; j) pietra; k) folla; l) coraggio;
m) frutta.
5.3. Meccanismi di estensione del significato
Esercizio 9
Dire se le seguenti espressioni contengono metonimie o metafore.
a) È una persona con la testa a posto.
b) Ho bevuto tre bicchieri di vino.
c) La Casa Bianca ha smentito la notizia.
d) Quello studente è un vero somaro.
e) Aspettami in testa al treno.
f) Questa storia non ha né capo né coda.
g) Questo treno è una lumaca.
h) L’orchestra ha eseguito Beethoven.
i) L’inflazione si sta divorando i nostri risparmi.
j) Oggi mi sento giù.
k) Ho quattro bocche da sfamare.
l) Il Cremlino ha iniziato un negoziato con la Casa Bianca.
m) Giovanna è una botte.
n) Non ho finito di preparare Manzoni.
Esercizio 10
Quanti domini concettuali entrano in gioco nella metafora?
Esercizio 11
Qui di seguito diamo una parte dei lemmi tavola, cartella e
macchina tratti dal Dizionario della lingua italiana di De Mauro
(2000). Dire in che modo si sviluppano le estensioni semantiche.
tavola tà|vo|la
s.f.
1a FO asse di legno stretta e lunga di spessore minimo: una t. di abete , di ciliegio ; piallare , segare , inchiodare una t. , un pavimento fatto di tavole
1b CO fig., ciò che presenta una superficie piana: oggi il mare è una t. , calmo, privo di
onde
63
1c BU al pl., insieme di assi connesse tra loro, tavolato
1d TS fal., edil., pezzo di legname da costruzione largo da 20 a 40 cm, spesso da 2 a 5 cm
e lungo da 2,50 a 5 m
2a FO tavolo, spec. con riferimento a quello a cui ci si siede per consumare i pasti: una t.
in noce , t. da pranzo ; apparecchiare , sparecchiare la t. ; è pronto , tutti a t.! | biancheria
da t. , tovaglia e tovaglioli, servizi da t. , di piatti, bicchieri, tazze, posate e sim.
2b CO estens., il mangiare, ciò che si mangia, il cibo: amare la buona t. , la buona cucina
2c BU estens., l’insieme dei commensali, tavolata
3a CO banco da lavoro: t. da falegname | BU attrezzo o strumento costituito da un piano,
spec. di legno: t. per tirare la pasta , t. da stiro , t. da lavare
3b TS arte, supporto, spec. di legno, levigato e opportunamente preparato per dipingere
a olio o a tempera | il dipinto eseguito su tale supporto: una t. bizantina , una t. del Duecento | estens., quadro | OB ritratto
4a CO estens., lastra, lamina di forma rettangolare: una t. di marmo , di formica
4b BU tavoletta: una t. di cioccolato
5 CO pagina di un libro interamente occupata da una o più illustrazioni oppure da tabelle,
grafici e sim. (abbr. tav.): tavole a colori , in bianco e nero ; tavole fuori testo , nel testo
6 CO tabella, prospetto, spec. elaborato graficamente: tavole statistiche , demografiche |
tabella in cui sono riportati i quadrati, i cubi, le radici quadrate, ecc. di determinati numeri: tavole dei numeri primi , cerca la radice cubica di tre sulle tavole
7 CO documento, registro in cui sono elencati fatti, dati o elementi secondo precisi criteri: tavole testamentarie , tavole di fondazione di un istituto
8 BU indice: t. degli autori , delle materie
9 TS eccl., organo che presiede e coordina alcune chiese riformate: la t. valdese
10 TS filat., matrice per stampare i francobolli a fogli interi
11 TS orefic., la faccia superiore o inferiore di un diamante tagliato a rosetta
12 TS tecn., tavola di arricchimento
13 TS mecc., tavola rotante
14 TS arm., 2targone | 2pavese
15a TS stor., banco del cambiavalute: le tavole dei cambiatori... sempre piene di grossi e
di fiorini (Boccaccio)
15b OB banca
16 TS anat., non com. 1lamina
17 OB TS metrol., unità di misura di superficie usata in Italia prima dell’adozione del sistema metrico decimale, con valori diversi a seconda dell’epoca e delle regioni
18 OB TS giochi, al pl., antico gioco che si svolgeva su un tavoliere con dadi e pedine
19 OB spazio quadrangolare
64
Polirematiche
tavola amalfitana loc.s.f. TS st.mar., corpo delle consuetudini marittime osservate ad
Amalfi che costituisce il codice di diritto nautico più antico e accreditato nel tempo, rimasto in vigore nel Regno di Napoli fino al xvi sec. tavola armonica loc.s.f. TS mus.
piano armonico tavola astronomica loc.s.f. TS astron., mar. effemeride tavola a vela
loc.s.f. TS sport windsurf tavola calda loc.s.f. CO
1 locale pubblico in cui si servono pasti o vivande da consumare velocemente al banco
o seduti a un tavolo
2 assortimento di cibi caldi e freddi che si consumano in tali locali: servizio di t. calda
cartella car|tèl|la
s.f.
AU
1 borsa rigida di materiale vario, spec. di forma rettangolare, per contenere libri, documenti e sim.: la c. di uno scolaro , di un ministro
2a custodia rettangolare formata da un cartone o cartoncino piegato in due, usata per
conservare fogli, documenti, disegni e sim. | estens., l’insieme dei documenti in essa
contenuti
2b certificato, polizza: c. di assicurazione
3 foglio o cartoncino stampato che fa parte di una serie: c. della tombola , c. della lotteria
4 ciascuno dei fogli di un testo dattiloscritto, contenenti di solito trenta righe di sessanta battute ognuna, scritti su una sola facciata: l’articolo non deve superare le cinque
cartelle
5 TS econ., fin. 2azione
6 TS tipogr., l’insieme delle parti che formano la copertina di un libro
7 TS arm., nelle antiche armi da fuoco, piastra di forma allungata che collegava le parti
del meccanismo di accensione | nelle pistole moderne, piastra che protegge il meccanismo di scatto
8 TS artig., ciascuna delle due piastre parallele, spec. di ottone, tra cui è inserito il meccanismo di un orologio
9 TS artig., intelaiatura interna del leggio di un messale
10 TS fal., la traversa più alta e più larga nella spalliera di una sedia
11 TS arte, elemento decorativo costituito da una tabella incorniciata in vario modo,
contenente un motivo ornamentale o un’iscrizione funeraria
12 TS tecn., nella chiusura di alcuni serramenti, piastra metallica divisa in due parti in
cui sono incluse le staffe entro cui scorre il catenaccio
65
13 TS tess., bozzolo del baco da seta a corteccia leggera
14 TS giochi, nel biliardo, segnapunti
15 TS lit., cartagloria
16 TS inform., in programmi a interfaccia grafica, rappresentazione di una o più directory alla quale si assegna un nome e un’icona a forma di contenitore per fogli
17 RE piem., pugno, schiaffo dato con forza
Polirematiche
cartella clinica loc.s.f. TS med., documentazione relativa alle condizioni di salute di una
persona ricoverata in ospedale o sottoposta ad analisi e cure mediche cartella delle
tasse loc.s.f. TS ammin. cartella esattoriale cartella di rendita loc.s.f. TS fin., econ., titolo
a rendita annua che rappresenta un’obbligazione dello stato nei confronti del possessore cartella esattoriale loc.s.f. TS ammin., avviso che le esattorie comunali inviano ai
contribuenti ogni anno per informarli delle imposte da pagare
macchina màc|chi|na
s.f.
FO
1 strumento, apparato, congegno costituito da un numero variabile di parti collegate fra
loro in rapporto cinematico, che serve per la trasformazione o per la trasmissione dell’energia o per il compimento di determinate operazioni: le macchine hanno rimpiazzato il lavoro umano ; m. semplice : quella formata da un solo elemento, come la leva, il
cuneo o la puleggia; m. composta : quella formata da più elementi
2a spec. al pl., apparato motore di una nave; macchine avanti tutta , macchine indietro
adagio , ecc.: come ordini impartiti alla sala macchine di una nave
2b veicolo mosso spec. a motore | per anton., automobile: la m. non parte , è una m.
giapponese ; motrice, locomotiva: il treno fa sosta per il cambio della m.
3 TS cinem., macchina da presa, cinepresa
4 CO macchina da guerra
5 CO fig., chi agisce in modo meccanico e automatico, quasi senza pensare: il lavoro
noioso l’ha ridotto a una m. ; una m. da goal : un grande goleador
6 CO fig., struttura, organizzazione complessa: la m. del partito , la m. elettorale
7 BU costruzione, impalcatura decorata in modo fastoso su cui si porta in processione
la statua del santo
8 TS inform., dispositivo, apparecchiatura per l’elaborazione elettronica dei dati: m. per
il trattamento delle informazioni | modello astratto di elaborazione
66
9 TS lett., struttura di un’opera letteraria; trama, intreccio: la m. drammatica del poema
10 TS sport, spec. nell’automobilismo, la lunghezza dell’auto, adottata nelle gare come
unità di misura per indicare il distacco tra un concorrente e l’altro: è a due macchine
dal terzo
11 LE fig., edificio, fabbricato imponente: vide quella gran m. del Duomo (Manzoni)
12 BU fig., intrigo, macchinazione
Polirematiche
a macchina loc.avv., loc.agg.inv. CO loc.avv., per mezzo di un’apparecchiatura, di un
macchinario: fatto , prodotto , fabbricato a m. | loc.agg.inv., eseguito per mezzo di una
macchina: cucitura , orlo a m. , battitura a m. della tesi
5.4. Riferimento
Esercizio 12
L’estensione della parola aquila è:
a) il concetto di aquila;
b) il significato metaforico di aquila;
c) tutti i possibili referenti dell’espressione aquila.
Esercizio 13
Il referente di un segno linguistico è:
a) il concetto espresso da una determinata forma;
b) un oggetto esterno al linguaggio, a cui il segno linguistico si riferisce;
c) un significato metaforico.
5.5. Meccanismi di arricchimento del lessico
Esercizio 14
Le lingue utilizzano diversi procedimenti per arricchire continuamente il proprio inventario di lessemi, ad esempio quando si presenta la necessità di denominare nuovi oggetti. Tra i procedimenti
si hanno almeno i seguenti: derivazione con affissi, composizione di
parole native, composizione di elementi neoclassici, prestito da altre lingue, calco semantico, calco strutturale.
67
Qui di seguito si presentano dati su come diverse lingue hanno risolto il problema di denominare quattro oggetti: il telefono, la televisione, il computer e il mouse.
Identificare i procedimenti messi in atto da ciascuna lingua in ciascun caso.
telefono
Inglese: telephone, attestato dal 1866; composto di tele- ‘a distanza’ e
-phone ‘relativo alla voce, al suono’;
francese: téléphone, attestato dal 1876; composto di télé- ‘a distanza’
e -phone ‘relativo alla voce, al suono’, sul modello dell’inglese telephone;
italiano: telefono, attestato dal 1878; composto di tele- ‘a distanza’ e
-fono ‘relativo alla voce, al suono’, sul modello dell’inglese telephone;
spagnolo: teléfono, attestato dal 1884; composto di tele- ‘a distanza’ e
-fono ‘relativo alla voce, al suono’, sul modello dell’inglese telephone;
tedesco: Telefon; oppure, in disuso, Fernsprecher, composto di fern
‘lontano’ e Sprecher, derivato dal verbo sprechen ‘parlare’ con il suffisso -er che forma nomi di strumento;
neogreco: tilefono, composto di tile- ‘a distanza’ e -fono ‘relativo alla
voce, al suono’ (cfr. foni ‘voce’);
ungherese: telefon;
finlandese: puhelin, attestato dal 1897; derivato dal verbo puhella
‘conversare, chiacchierare’ con il suffisso -in che forma nomi di
strumento;
arabo tunisino: talifūn;
turco: telefon;
basco: telefono;
giapponese: denwa, composto di due elementi di origine cinese,
den- ‘elettricità’ e -wa ‘discorso, parlare’.
televisione
Francese: télévision, attestato dal 1900; composto di télé- ‘a distanza’
e vision ‘visione’. Per riferirsi all’apparecchio, si usano anche l’abbreviazione télé e l’acronimo tévé;
68
inglese: television, attestato dal 1907; composto di tele- ‘a distanza’ e
vision, sul modello del francese télévision. Per riferirsi all’apparecchio, si usano anche l’abbreviazione telly (in inglese britannico) e
l’acronimo tv;
italiano: televisione, attestato dal 1909; composto di tele- ‘a distanza’
e visione, sul modello dell’inglese television e/o del francese télévision;
spagnolo: televisión, composto di tele- ‘a distanza’ e visión, sul modello dell’inglese television e/o del francese télévision;
tedesco: per indicare il sistema di trasmissione, Fernsehen, composto di fern ‘lontano’ e sehen ‘vedere’; per indicare l’apparecchio,
Fernsehapparat, o Fernseher, composto di fern ‘lontano’ e -seher, derivato dal verbo sehen ‘vedere’ con il suffisso -er che forma nomi di
strumento;
neogreco: tileorasi, composto di tile- ‘a distanza’ e orasi ‘visione’, sul
modello dell’inglese television e/o del francese télévision;
ungherese: televízió;
finlandese: televisi;
arabo tunisino: talfza;
turco: televizyon;
basco: telebista, composto di tele-‘a distanza’ e -bista, ‘visione’, prestito da una varietà romanza;
giapponese: terebi, abbreviazione di terebizjon;
computer
Inglese: computer, attestato dal 1897; derivato dal verbo (to) compute
‘calcolare’, con -er, suffisso che forma nomi di strumento;
francese: ordinateur, adattamento del latino ordinator, derivato dal
verbo ordinare ‘ordinare’ con il suffisso -tor che forma nomi di
strumento;
italiano: computer, attestato dal 1966, dall’inglese computer; voce
meno usata, calcolatore, derivato dal verbo calcolare con il suffisso
-tore che forma nomi di strumento;
spagnolo: in Spagna ordenador (adattamento del latino ordinator,
forse sul modello del francese ordinateur), e meno frequentemente
computador, derivato dal verbo computar ‘calcolare’ con il suffisso
-dor che forma nomi di strumento;
69
in America Latina computadora o computador, e meno frequentemente computer;
tedesco: Computer o, con minore frequenza, Rechner, derivato dal
verbo rechnen ‘contare, calcolare’ con il suffisso -er che forma nomi
di strumento;
neogreco: ipolojistis, derivato dal verbo ipolojizo ‘calcolare’ con il
suffisso -tis che forma nomi di strumento;
ungherese: számítógép, composto di számító ‘che calcola, calcolante,
calcolatore’ (a sua volta derivato da számít ‘calcolare’ con il suffisso
-ó che trasforma verbi in aggettivi) e gép ‘macchina’; questa forma è
di gran lunga la più frequente. Raramente sono usate anche le forme komputer, kompjúter;
finlandese: tietokone, composto di tieto, ‘conoscenza, informazione’
e kone ‘macchina’;
arabo: ordinateur o computer;
turco: bilgisayar, composto di bilgi, ‘informazione’, derivato dal
verbo bilmeh, ‘sapere’, con il suffisso -gi che forma nomi astratti deverbali e sayar, derivato da saymak, ‘contare’, con il suffisso -ar che
forma nomi di strumento;
basco: ordenagailu, derivato dal verbo ordenatu ‘ordinare’ con il suffisso -gailu che forma nomi di strumento, o konputagailu, derivato
con lo stesso suffisso da una base konputa da riconnettersi a voci
straniere quali computer o computador;
giapponese: konpjuutaa o paso-kon, derivato per doppio troncamento da paasonaru konpjuutaa, adattamento dell’inglese personal
computer.
mouse
Inglese: mouse, attestato dal 1965 nel senso di ‘periferica del computer’; da mouse, propriamente ‘topo’, per la forma;
francese: souris, letteralmente ‘topo’; attestato dal 1984 nel senso di
‘periferica del computer’;
italiano: mouse, attestato dal 1985 nel senso di ‘periferica del computer’; dall’ingl. mouse, propriamente ‘topo’;
spagnolo: ratón, letteralmente ‘topo’;
tedesco: Maus, letteralmente ‘topo’;
neogreco: pontiki, letteralmente ‘topo’;
70
ungherese: egér, letteralmente ‘topo’;
finlandese: hiiri, letteralmente ‘topo’;
arabo tunisino: mouse;
turco: maus;
basco: sagu, letteralmente ‘topo’;
giapponese: mausu.
5.6. Funzione degli enunciati
Esercizi 15
Identificare la funzione prevalente dei seguenti testi, secondo il modello delle funzioni della lingua elaborato da Roman Jakobson.
a) Treno interregionale 2166 da Ventimiglia per Milano Centrale è
in arrivo sul binario tre (annuncio in stazione)
b) Capotreno Castellazzi capotreno Castellazzi si porti al tre (annuncio in stazione; Corpus lip, testo ma 10)
c) Comunicazione di servizio fare attenzione al binario tredici per
piazzamento treno diecimilaquattrocentosessantacinque in partenza
alle ore quattordici e trenta (annuncio in stazione; Corpus lip, testo
ma 10)
d) Scusi? un foglio per la raccomandata andata e ritorno (cliente che
si rivolge a un’impiegata dell’ufficio postale; Corpus lip, testo ra 6)
e) ‘amo’ è la prima persona singolare del presente indicativo del verbo
‘amare’
f ) Mi senti? (da ascoltatore a conduttore di trasmissione radiofonica, conversazione al telefono)
g) Ahi! (detto dopo essersi dati una martellata su un dito)
h) Solo e pensoso i più deserti campi / vo mesurando a passi tardi e
lenti (Petrarca)
i) Parmalat, tutti in carcere. Arrestati otto manager del gruppo, tra
cui gli ex direttori finanziari Tonna e Del Soldato. Oggi gli interrogatori. Bondi vuol vendere la squadra (“la Repubblica”, 2 gennaio
2003, titolo di prima pagina)
j) Non ho voglia / di tuffarmi / in un gomitolo / di strade (Giuseppe
Ungaretti, Natale)
k) Osa la brillantezza Holographic (pubblicità di un rossetto)
l) Più lo mandi giù, più ti tira su (pubblicità di una marca di caffè)
71
m) babbo bàb|bo s.m. FO fam., spec. in Toscana, padre (voce del
Dizionario della lingua italiana di T. De Mauro, 2000)
Esercizio 16
Identificare nel seguente testo, che costituisce la trascrizione di una
conversazione telefonica, gli enunciati che hanno funzione prevalentemente referenziale, quelli che hanno funzione conativa, e quelli che hanno funzione fatica.
1 A: pronto < ?? >
2 B: ahah sì buongiorno senta io ho portato la settimana scorsa un
registratore_ Philips a riparare_
3
e volevo sapere se era pronto
4 A: mi date il numero della contromarca per favore?
5 B: dunque il numero dov < ’è? > ecco contromarca allora uno
dunque_ diciamo uno zero zero zero quattro tre sei
6 A: quattro tre sei
7
attenda un attimino
8 B: sì grazie
{ATTESA}
9 A: pronto?
10 B: sì?
11 A: è un registratore?
12 B: sì_
13 A: sì è fatto signora
14
può venire a ritirarlo
15 B: va bene la ringrazio
16 A: buongiorno
17 B: buongiorno
(Corpus lip, testo fb 20)
Esercizio 17
Nel testo presentato nell’esercizio precedente identificare i segnali
discorsivi.
Esercizio 18
Nel testo seguente:
72
a) classificare gli enunciati prodotti nei diversi turni di conversazione secondo le funzioni di Jakobson;
b) identificare gli enunciati che realizzano i seguenti tipi di atti illocutivi: domanda (richiesta di informazioni), richiesta (richiesta di
azione), affermazione / asserzione;
c) identificare gli enunciati che costituiscono frasi dei seguenti
tipi: interrogative sì/no (o polari o totali o chiuse), interrogative
wh- (o parziali o aperte), dichiarative;
d) individuare i segnali discorsivi.
1 A: pronto?
2 B: eh buongiorno
3
parlo con arcobaleno ottantacinque?
4 A: sì_
5 B: eh senta io sono la signora XYZ
6 A: sì
7 B: mi hanno_ indirizzato_ a questo centro_ eh Donata XYZ e
Viviana XYZ
8 A: sì
9 B: io ho avuto una bambina che_ eh ha avuto l’allungamento
10 A: sì_
11 B: degli arti
12 A: sì_
13 B: a Bergamo eh e adesso avrebbe bisogno di una serie di fisioterapie al ginocchio eccetera
14 A: sì
15 B: ahah vorrei però Fr < ancesca > eh la_ eh la fisioterapista
Francesca XYZ
16 A: bè in questo momento non c’è
17 B: va bene io volevo sapere quant’è il costo_
18 A: guardi signora la terapia qui viene quarantacinque
19 B: a_ a seduta?
20 A: sì a seduta
21 B: eh e quanto tempo dura?
22 A: dura un’ora
(Corpus lip, testo rb 13)
73
Esercizio 19
Specificare la modalità e il valore illocutivo delle frasi che seguono:
a) Sai che ore sono?
b) Esci subito di qui!
c) Oggi piove.
d) Mi dia per favore un chilo di mele.
e) Paola oggi non è andata a scuola.
f) Non andartene!
g) Chi è arrivato per ultimo?
h) C’è il dottore?
Esercizio 20
Individuare, tra gli enunciati seguenti, quelli che hanno valore performativo e quelli che hanno valore constatativo.
a) Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
(detto da sacerdote a battezzando).
b) Scusa (detto da un ragazzo a un suo compagno di scuola).
c) La prego di accettare le mie scuse (scritto in una lettera di un condomino ad un altro).
d) Ti consiglio di andare a vedere Dogville (detto da una signora a
un’amica).
e) Mi sono scusata con la professoressa (detto da una ragazza a una
compagna di scuola).
f) Mio figlio promette sempre che verrà a trovarmi.
g) Ti prometto che ti porterò al mare in vacanza.
h) Stamattina ho battezzato tre bambini (detto da un sacerdote a
un altro).
i) Vi dichiaro marito e moglie (detto dall’ufficiale di stato civile a
una coppia che si sta sposando).
j) Giovanni è incapace di chiedere scusa.
k) Ti diffido dall’occupare il giardino di mia proprietà (scritto in
una lettera da un condomino a un altro).
l) Repubblica italiana. In nome del popolo italiano, il Tribunale di
Roma {...} definitivamente pronunciando, dichiara la cessazione degli
effetti civili di matrimonio contratto in Roma il 9/9/1999 fra Mario
Rossi e Maria Bianchi (scritto nel dispositivo di una sentenza emessa
dal Tribunale di Roma).
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m) L’amministratore ha diffidato il mio vicino di casa dal suonare il
pianoforte la sera.
n) Repubblica italiana. In nome del popolo italiano, il Tribunale di
Roma {...} definitivamente pronunciando sulla causa come sopra introdotta, dichiara Mario Rossi responsabile ex art. 2043 del danno cagionato a Antonio Russo (scritto nel dispositivo di una sentenza emessa
dal Tribunale di Roma).
o) Oggi ho condannato un uomo a dieci anni di carcere (detto da un
giudice a un altro).
p) Repubblica italiana. In nome del popolo italiano, il Tribunale di
Roma {...} condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali
(scritto nel dispositivo di una sentenza emessa dal Tribunale di
Roma).
5.7. Struttura tematica
Esercizio 21
Nelle seguenti frasi individuare il Tema, il Soggetto e l’Agente.
a) Mario ha finito di bere il caffelatte.
b) Il mio libro te lo sei portato via tu.
c) Il caffelatte l’ha bevuto Mario.
d) A casa non ci torno.
e) Il museo è chiuso fino alle 12.
f) Questo libro è stato letto da tutti i ragazzi.
g) Tutti i ragazzi hanno letto questo libro.
h) Questo libro lo hanno letto tutti i ragazzi.
i) Quanto a me, non ho certo detto queste cose.
j) Giovanni l’hanno guardato tutti.
5.8. Presupposizioni
Esercizio 22
Individuare le conoscenze o i dati fattuali più immediatamente presupposti dall’enunciazione dei seguenti enunciati:
a) Babbo Natale è entrato da là {indicando un caminetto}.
b) I due si sono riconciliati.
c) Che relazione c’è tra X e Y?
75
d) Carlo Azeglio Ciampi è l’attuale presidente della Repubblica italiana.
e) Smettila! Te lo ordino!
f) Accade ogni trent’anni.
g) Sei andato a scuola ieri?
h) Hai visto i miei occhiali?
i) A Parigi ho incontrato il fratello di Maria.
j) Anche questa volta ce l’abbiamo fatta.
76
6. Soluzioni
6.1. Semiotica
Esercizio 1
a) simbolo; b) icona; c) simbolo; d) icona; e) indice; f ) icona; g) indice; h) icona; i) simbolo; l) icona; m) indice; n) icona.
Esercizio 2
a) L’indice segnala la presenza di qualcos’altro: un’orma di animale
indica che è passato un animale, il fumo indica la presenza del fuoco. L’indice e ciò che viene indicato sono o sono stati presenti nello
stesso luogo e nello stesso tempo.
b) Il simbolo sta in luogo dell’entità denotata, che non necessariamente è copresente o vicina: il legame fra simbolo e denotato è
dato dalla sostituzione. Un segnale stradale normalmente ha anche la funzione di indicare una certa condizione (ad esempio, il
segnale di pericolo è posto in luoghi dove ci sia effettivo pericolo),
ma il suo significato resta lo stesso anche al di fuori del contesto
(lo stesso segnale nel libro di quiz per la patente mantiene il significato ‘pericolo’, anche in mancanza di condizioni di effettivo pericolo).
c) Il primo procedimento è di tipo metonimico, il secondo di tipo
metaforico.
d) Solo gli indici comportano la copresenza del denotato, mentre le
icone mantengono il loro significato anche in assenza del denotato,
allo stesso modo dei simboli. Pertanto, simboli e icone possono essere raggruppati insieme, in quanto opposti agli indici.
Esercizio 3
a) Agitare la mano in segno di saluto: simbolico.
b) Aprire e chiudere la mano in segno di saluto: simbolico.
c) Fregarsi le mani per esprimere soddisfazione: simbolico.
d) Fare le dita a V in segno di vittoria: si tratta di un gesto parzialmente e mediatamente iconico, in quanto la forma assunta dalle
77
dita è iconica rispetto alla lettera < V > , iniziale della parola italiana
vittoria, il cui significato è paragonabile a quello del gesto.
e) Passarsi la mano sotto il mento per esprimere indifferenza:
simbolico.
f ) Battere le mani per esprimere approvazione: simbolico.
g) Agitare la mano a palmo in giù per invitare ad avvicinarsi: iconico rispetto al movimento di avvicinamento che si richiede al destinatario.
h) Mettere l’indice davanti alla bocca per invitare a fare silenzio:
iconico.
Esercizio 4
a) Dattilografia, macchina da scrivere: iconico.
b) Cinque: iconico.
c) Diecimila: si ha una componente di iconicità nella presentazione delle dieci dita, a indicare la componente ‘dieci’ di ‘diecimila’.
d) Tram: il segno può essere considerato iconico perché la posizione e il movimento delle dita sono originariamente icone dei fili di
un tram.
e) Tagliare con le forbici: iconico.
f ) Zio: arbitrario.
g) Residenza / Scommessa: arbitrario.
h) Benzina: il segno appare iconico rispetto al movimento effettuato per riempire di benzina un serbatoio.
Esercizio 5
Nelle prime due fasi (pittogramma e pittogramma ruotato) ci troviamo davanti a icone, mentre il segno cuneiforme è un simbolo.
La rotazione, avvenuta a causa di abitudini scrittorie, ha comunque
reso meno evidente il legame iconico fra segno e denotato, favorendo così l’ulteriore evoluzione dell’icona in simbolo, cioè la perdita
di motivazione.
Esercizio 6
Analogamente ai pittogrammi dell’esercizio precedente, anche gli
emoticons hanno subito una rotazione di novanta gradi a sinistra
dovuta al mezzo di scrittura. Si tratta ancora di segni iconici, ma la
78
motivazione fra segno e denotato è meno facilmente riconoscibile
che per le icone della colonna a sinistra.
Esercizio 7
Prima articolazione: morfemi son-, -o, in, cas-, -a, oggi, part-, -o; seconda articolazione: fonemi /s/, /O/, /n/, /o/, /i/, /n/, /k/, /a/, /s/,
/a/, /O/, /dZ‹ /, /dZ‹ /, /i/, /p/, /a/, /r/, /t/, /o/.
Esercizio 8
I tre tipi di forma (cerchio con bordo rosso: divieto, cerchio a fondo blu: prescrizione, triangolo: pericolo) sono combinati con elementi ricorrenti posti al loro interno. Nella serie d troviamo una
quarta forma, cerchio bianco senza bordo, che si inserisce fra i segnali di divieto solo per indicarne la cessazione (quindi solo in concomitanza alla banda trasversale nera). Si trova pertanto in distribuzione complementare con la forma a cerchio con bordo rosso, che a
volte contiene la stessa immagine.
Esercizio 9
a) Codice Morse.
La materia del contenuto di questo codice è costituita dalle lettere
dell’alfabeto latino, dai segni di punteggiatura utilizzati nelle scritture in alfabeto latino, e dalle cifre arabe.
I segni di questo codice possono viaggiare su diversi canali; normalmente si realizzano sotto forma di impulsi elettrici, che possono essere poi convertiti in segnali grafici; possono realizzarsi anche in
forma di segnali luminosi (canale foto-visivo) o sonori (canale fonico-acustico).
Il codice è dotato della proprietà della doppia articolazione. Le unità di seconda articolazione sono il punto e la linea. Le unità di prima articolazione sono segni che hanno come significante una sequenza di punti e linee e come significato una lettera dell’alfabeto
latino o un segno di interpunzione o una cifra araba.
I segni di questo codice sono di numero finito. Essi possono essere
utilizzati per segnalare le unità di seconda articolazione di un codice
linguistico (nella sua realizzazione scritta); è il codice linguistico
79
che può costituire, combinando le proprie unità di seconda articolazione, un numero potenzialmente infinito di segni.
La relazione tra significanti e significati nel codice Morse è di tipo
arbitrario: si osservi in particolare che /·/ significa ‘È” e /–/ significa
‘T’, mentre il punto come segno di interpunzione è espresso da
/ · – · – · –/ e il trattino come segno di interpunzione è espresso da
/– · · · · –/. Una parziale iconicità si individua nell’espressione delle
cifre: le cifre da 1 a 5 sono espresse da un numero corrispondente di
punti, seguito da tanti trattini quanti ne sono necessari a formare
un significante costituito da cinque unità di seconda articolazione.
Anche nell’espressione delle cifre da 6 a 9 si individua un elemento
di “arbitrarietà relativa”.
b) Alfabeto manuale.
La materia del piano del contenuto di questo codice è costituita
dalle lettere dell’alfabeto latino.
I segni di questo codice viaggiano sul canale mimico-visivo.
Il codice non è dotato della proprietà della doppia articolazione:
ogni configurazione della mano segnala nel suo insieme una lettera.
I segni di questo codice sono di numero finito. Anche questi segni,
come quelli del codice Morse, possono essere utilizzati per segnalare le unità di seconda articolazione di un codice linguistico (nella
sua realizzazione scritta); è il codice linguistico che può costituire,
combinando le proprie unità di seconda articolazione, un numero
potenzialmente infinito di segni.
La relazione tra significanti e significati nell’alfabeto manuale tende
all’iconicità per la maggior parte dei segni: la mano assume una
configurazione che ricorda l’aspetto della lettera segnalata (nella sua
realizzazione in stampatello maiuscolo: si osservino in particolare i
segni per C, G, I, L, V, W), o effettua un movimento che ricorda
quello necessario per scrivere la lettera corrispondente (nel caso dei
segni J, Z). Per alcuni segni, tuttavia, l’iconicità è meno evidente o
assente (si osservino in particolare i segni per A, B, R).
c) Codice degli atteggiamenti dei cani.
La materia del piano del contenuto di questo codice è costituita
dall’insieme dei possibili stati d’animo di un cane.
I segnali di questo codice viaggiano sul canale mimico-visivo.
80
Il codice non è dotato di doppia articolazione: è la posizione della
coda nella sua globalità che indica un dato stato psicologico.
I segni di questo codice sono di numero finito.
La relazione tra significati e significanti di questo codice è di tipo
arbitrario.
Esercizio 10
Italiano
Svedese
farfar
nonno
morfar
farmor
nonna
mormor
farbror
zio
morbror
faster
zia
moster
Italiano
Latino
nonno
avus
nonna
ava
avunculus
zio
patruus
matertera
zia
amita
81
Esercizio 11
Segmentazione dello spazio vocalico in italiano standard
Segmentazione dello spazio vocalico in spagnolo
Esercizio 12
a) 2; b) 2; c) 1.
6.2. Fonetica e fonologia
Esercizio 1
Pliche vocali, faringe, ugola, velo del palato, palato duro, alveoli,
denti, labbra.
Esercizio 2
Pliche vocali, velo del palato, lingua, labbra.
Esercizio 3
Consonante sonora: vino, birra, latte, gin, rum; fricativa sorda: stupido, sciocco, fantastico; occlusiva sonora: blu; affricata: zucchero,
giulebbe; consonante labiale: a) bilabiali: Paolo, Barbara, Maria; b)
labiodentali: Franco, Walter.
82
Esercizio 4
a) Claudio inizia con occlusiva, le altre con fricativa; b) Toni inizia
con occlusiva orale, le altre con nasale; c) Gaetano inizia con occlusiva, le altre con affricata; d) Iole inizia con approssimante, le altre
con vocale; e) Giorgio inizia con ostruente sonora, le altre con
ostruente sorda.
Esercizio 5
a) Sono tutte consonanti nasali; b) sono tutte fricative; c) sono tutte
consonanti dentali; d) sono tutte occlusive velari.
Esercizio 6
F, F, F: il dorso della lingua tocca il velo, non l’apice.
Esercizio 7
F, F, F: i denti superiori toccano il labbro inferiore, non viceversa.
Esercizio 8
V, F, V.
Esercizio 9
V, V, V.
Esercizio 10
V, F, V.
Esercizio 11
V, F, F: l’apice della lingua si avvicina agli alveoli, ma non li tocca.
Esercizio 12
F, F, V, V.
Esercizio 13
F, F, F.
Esercizio 14
V, F, V, V.
83
Esercizio 15
F, F, F, V.
Esercizio 16
F, F, V.
Esercizio 17
V, V, V.
Esercizio 18
F, F, F.
Esercizio 19
Si riportano le trascrizioni in una varietà standard. Non si trascrive
il confine di sillaba; la lunghezza consonantica è rappresentata con
il segno di lunga {:}. In altri casi, in cui sia stato trascritto il confine
di sillaba, invece, la lunghezza consonantica è rappresentata con la
consonante doppia, ad esempio nella soluzione dell’esercizio 20.
Entrambe le opzioni sono accettabili (cfr. Albano Leoni, Maturi,
2002, p. 71) .
‹ };
‹
}; e) {'ba: tSo
a) {'a˘:o}; b) {'ansja}; c) {'azma}; d) {at' tsjo:ne
f ) {'barke}; g) {'borsa}; h) {'ka:sa}; i) {'pjO:ve}; j) {'fO¥:i};
‹ };
k) {'dZ‹ O:ko}; l) {'an:o}; m) {'la:gi}; n) {'laS:i}; o) {'pja: tSe
p) {'pjak:we}; q) {'raÆ:o}; r) {'ra:na}; s) {'SOk:o}; t) { 'ti:po}.
Esercizio 20
Si riportano le trascrizioni corrette in una varietà standard:
a) {'pjE:.de}; b) {'Si.a:.re}; c) {ad.'dZ‹ us.ta:.re}; d) {'SOk.ko};
e) {'dZ‹ i¥.¥o}.
Esercizio 21
‹ in gli, < gl >
italiano: in ciò, < ci > rappresenta il fonema /tS/;
rappresenta /˘/; in figlio, < gli > rappresenta /˘/; in già, < gi > rappresenta /dZ‹ /; in che, < ch > rappresenta /k/; in chi, < ch > rappresenta /k/; in gnu, < gn > rappresenta /Æ/; in sci, < sc > rappresenta
84
/S/; in scià, < sci > rappresenta /S/; in giù, < gi > rappresenta /dZ‹ /;
in aghi, < gh > rappresenta /g/; in ho, < h > non rappresenta alcun
fonema; in ha, < h > non rappresenta alcun fonema.
inglese: in shop, < sh > rappresenta /S/; in Asian, < si > rappresenta /Z/; in kick, < ck > rappresenta /k/; in too, < oo > rappresenta
/u:/; in leap, < ea > rappresenta /i:/; in morph, < ph > rappresenta
/f/; in the, < th > rappresenta /D/; in thick, < th > rappresenta /T/ e
< ck > rappresenta /k/; in ghost, < gh > rappresenta /g/; in knee,
< k > non rappresenta alcun fonema; in sing, < ng > rappresenta
/Œ/.
francese: in chou, < ch > rappresenta /S/ e < ou > rappresenta
/u/; in aimer, < ai > rappresenta /e/ e < r > non rappresenta alcun fonema; in est, < st > non rappresenta alcun fonema nella
maggior parte dei casi, ma in contesto di liaison solo < s > non
rappresenta alcun fonema; in pas, < s > non rappresenta alcun fonema nella maggior parte di casi, ma rappresenta /z/ in contesto
di liaison; in donnent, < nent > non rappresenta alcun fonema; in
faut, < au > rappresenta /o/ e < t > non rappresenta alcun fonema (ma in contesto di liaison < t > rappresenta il fonema /t/).
tedesco: in ich, < ch > rappresenta {cµ }; in auch, < ch > rappresenta {x}; in die, < ie > rappresenta /i:/; in Schade, < Sch > rappresenta /S/.
spagnolo: in hoy, < h > non rappresenta alcun fonema; in que,
< qu > rappresenta /k/; in guía, < gu > rappresenta /g/; in ella,
‹
< ll > rappresenta /¥/; in chal, < ch > rappresenta /tS/.
Esercizio 22
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
C___C
C___V
V___C
V___V
#___C
#___V
C___#
V___#
fan, dar, cane...
mai...
Fiat, sciare...
sciai...
al...
ai...
la...
via, sia, zia...
85
Esercizio 23
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
i)
#___b
#___ t
V___m
V___V
C___C
C___V
m___V
t ___#
t ___a
sbatto...
non compare
asma, turismo...
rosa...
non compare
non compare
non compare
non compare
non compare
Esercizio 24
a)
b)
c)
d)
#___V
#r ___V
#___ rV
r ___V
pane, pene, pino, pone, puro...
non compare
prato, prete, prima, pro, prugna...
arpa, serpe, corpi, turpe...
Esercizio 25
{h} non è allofono di alcun fonema in italiano standard.
Esercizio 26
a) V___V
nella varietà standard, in posizione intervocalica
compare sempre {S:}, mai {S}; nelle varietà settentrionali, invece,
/S/ è realizzato sempre scempio, anche in posizione intervocalica; in
alcune varietà {S} compare in posizione intervocalica come allofono
‹
di /tS/
b) p___V
non compare
c) #___V
sciabola, scemo, sci, sciopero, sciupato...
d) n___V
conscio
e) V___ t
nella varietà standard, {S} non compare in questo
contesto; in alcune varietà non standard, {S} può comparire in questo contesto come allofono di /s/
f ) l ___V
Volsci
g) m ___V la sequenza /mSV/ in italiano è rarissima: occorre nel
cognome Gramsci e nei suoi derivati (gramsciano, gramscianesimo).
86
h) r ___V
la sequenza /rSV/ in italiano è rarissima: occorre nel
toponimo Marsciano (pg) e nei suoi derivati, e in parole prefissate
con iper- e inter-, come iperscialorrea e interscendente.
Esercizio 27
‹ } / V___V; { d‹Z } altrove. I due suoni sono in distribuzione
{d :Z
complementare.
Esercizio 28
a) /t/ ∼ /d/
b) /a/ ∼ /u/
c) /s/ ∼ /m/
d) /k/ ∼ /p/
‹ ∼ /dZ
‹ /
e) /tS/
f ) /S/ ∼ /f/
topo / dopo
lame / lume
sano /mano
costa / posta
cielo / gelo
sciame / fame
Esercizio 29
a) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione
‹ ∼ /k/.
/tS/
b) In varietà standard non costituiscono coppia minima perché oltre al fonema iniziale è diverso anche il fonema vocalico seguente:
/'fOrte/ ∼ /'korte/. In varietà in cui il grado di apertura delle vocali
intermedie non ha valore distintivo, la coppia può costituire una
coppia minima che testimonia l’opposizione /f/ ∼ /k/.
c) Poiché /S/ nella varietà standard di italiano è sempre foneticamente doppio in posizione intervocalica, si può discutere se le parole in cui questo fonema occorre in posizione intervocalica debbano
essere contrastate, per individuare coppie minime, con parole che
presentano consonanti scempie o consonanti doppie nella medesima posizione. Se si assume che il contrasto possa aver luogo anche
con scempie (dato che in questa posizione la lunghezza di /S/ non
ha valore contrastivo), la coppia costituisce coppia minima e attesta
l’opposizione /S/ ∼ /p/. Anche nelle varietà settentrionali di italiano, in cui /S/ è realizzato sempre scempio, anche in posizione intervocalica, la coppia costituisce coppia minima.
d) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione
/p/ ∼ /k/.
87
e) In italiano standard costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione /tS‹ / ∼ /dZ‹ /. In alcune varietà non standard la pri‹
‹
ma parola è pronunciata {tSiE:lo
} e la seconda {dZE:lo
}; in queste
varietà le due parole non costituiscono coppia minima perché la
prima presenta un fonema in più.
f ) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione
/r/ ∼ /k/.
g) Non costituiscono coppia minima. L’ortografia è fuorviante.
h) Anche /¥/, come /S/, è sempre lungo in posizione intervocalica
nella varietà standard di italiano. Vale quindi lo stesso ragionamento fatto sopra (cfr. punto c): questa coppia costituisce coppia minima e attesta l’opposizione /g/ ∼ /¥/, solo se si assume che /¥/ intervocalico possa essere contrastato anche con consonanti scempie,
dato che la sua lunghezza in questo contesto non è contrastiva. Nelle varietà settentrionali di italiano, nelle quali /¥/ è realizzato scempio anche in posizione intervocalica, la coppia costituisce coppia
minima.
i) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione
/g/ ∼ /f/.
j) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione
/dZ‹ / ∼ /l/.
k) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione
/dZ‹ / ∼ /s/.
l) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione
‹ ∼ /r/.
/tS/
m) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione
‹ ∼ /n/.
/tS/
n) Non costituiscono coppia minima; la prima parola contiene un
fonema in più. L’ortografia è fuorviante.
o) In questa coppia, /¥/ contrasta con /b/ doppia in posizione intervocalica. La coppia costituisce coppia minima se si ritiene che i
fonemi che in italiano standard si realizzano sempre lunghi in posizione intervocalica debbano essere contrastati con consonanti doppie nella stessa posizione. Costituisce coppia minima anche in quelle varietà che non presentano mai consonanti doppie, e dove quindi
i due fonemi si realizzano entrambi scempi.
88
p) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione
‹
/k/ ∼ /tS/.
Esercizio 30
a) Non costituiscono coppia minima; si tratta di due possibili realizzazioni della parola riso. La seconda realizzazione è propria di
parlanti che presentano un certo tipo di “r moscia” e realizzano il
fonema /r/ con un’approssimante labiodentale.
b) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione
/r/ ∼ /v/.
c) Non costituiscono coppia minima; si tratta di due possibili realizzazioni della parola cane. La seconda realizzazione è tipica di alcune varietà regionali di italiano (ad esempio dell’italiano campano).
d) Costituiscono coppia minima; la coppia attesta l’opposizione
/O/ ∼ /i/.
e) Non costituiscono coppia minima; si tratta di due possibili realizzazioni della parola caro. La seconda realizzazione è propria di
parlanti che presentano un certo tipo di “r moscia” e realizzano il
fonema /r/ con una vibrante uvulare.
Esercizio 31
con Paolo, con Barbara:
{m}
con Franca, con Valerio
{Õ}
con Teresa, con Davide
{n9 }
con Sandro
{n}
con Cinzia, con Giorgio
{n4 }
con Gneo
{Æ}
con Carlo, con Gaia
{Œ}
con Anna, con Isa, con Ursula {n}
La nasale si assimila per punto di articolazione all’ostruente che la
segue. Se è seguita da vocale, è alveolare.
Esercizio 32
Si ha {a:} in sillaba aperta tonica penultima di parola, {a} altrove. I
due foni sono in distribuzione complementare e sono pertanto allofoni di uno stesso fonema.
89
Esercizio 33
Sia {a} che {a:} possono apparire in posizione iniziale di parola e in
posizione interconsonantica; in entrambi i casi possono essere sia
toniche sia atone; entrambe possono apparire anche in posizione finale di parola (in questa posizione sono tutte e due sempre atone).
La loro distribuzione è dunque contrastiva. Si tratta quindi di allofoni di fonemi diversi – come si vede anche dalla presenza, nei dati,
di coppie minime quali malum ‘male’ vs. mālum ‘mela’ e ārā ‘altare’
(abl.) vs. āra ‘altare’ (nom.).
Esercizio 34
{g} / {Œ} ___ ; {Â} altrove (dopo V, dopo /r/ e dopo #). I due foni
sono in distribuzione complementare e sono pertanto allofoni di
uno stesso fonema.
Esercizio 35
Nella varietà illustrata, {t} e {d} costituiscono allofoni di due diversi
fonemi, /t/ e /d/. Il contrasto è testimoniato da opposizioni quali
{'tOn.nO} ‘tonno’ vs. {'dO:.pO} ‘dopo’, e {'kOr.dE} ‘corde’ vs.
{»{r.'tu:.rO} ‘Arturo’, dove i due fonemi appaiono nello stesso contesto (rispettivamente, /#___V e /r___V).
L’opposizione è neutralizzata dopo /n/, perché in questo contesto appare solo {d} (cfr. forme quali {k{n.'d{n.di} ‘cantanti’,
{SdEn.'d{:.ti} ‘sdentati’, {'frOn.dE} ‘fronte’).
Nella varietà illustrata, {t} si presenta nei contesti a, b, d, cioè
V___V ({'fO:.tO} ‘foto’), #___V ({'tOn.nO} ‘tonno’), e {r}___V
({'fOr.tE} ‘forte’), ma non nel contesto c, cioè {n}___V.
Esercizio 36
casa, Pisa, asino.
Esercizio 37
baco, Coca, foche, roco, fico.
90
Esercizio 38
a)
{
b)
{ + nasale }
{+– ostruente
continuo }
c)
+ ostruente
– continuo
+ sonoro
} {
→
→
→
{
{
...
...
/—#
– sonoro
...
+ velare / — $
...
+ continuo / V — V
}
}
}
Esercizio 39
Il fenomeno esemplificato è detto ‘palatalizzazione’. Le occlusive
velari del latino hanno subito una palatalizzazione e sono diventate
affricate palatali davanti alle vocali anteriori, mentre sono rimaste
occlusive velari altrove (per la rappresentazione in tratti adottiamo
la terminologia usata in Graffi, Scalise, 2002, pp. 92-3).
‹ {dZ
‹ } / ___ {E}, {e}, {i}
{k}, {g} → {tS},
+ ostruente
...
– continuo
→ + rilascio ritardato / — + vocale
+ arretrato
– arretrato
– arretrato
{
} {
} {
}
Esercizio 40
Il fenomeno esemplificato è detto ‘assimilazione’. I gruppi consonantici /pt/ e /kt/ del latino, formati da due occlusive con diversi
punti di articolazione, corrispondono in italiano a un’occlusiva
lunga /t:/: la prima occlusiva ha acquisito il punto di articolazione
della seconda.
Esercizio 41
La distribuzione dei tre foni nasali considerati è la seguente: in
fine di parola (/__#), in contesto intervocalico (/V__V), tra vocale e sonorante sillabica (/V__{nµ }), e tra vocale e occlusiva
(/V__C{occlusiva}) si possono trovare tutti e tre i foni. Questo ci
permette di concludere che i tre foni rappresentano allofoni di tre
diversi fonemi, /n/, /m/ e /Œ/. Questi tre fonemi non hanno però
identica distribuzione, perché /n/ e /m/ possono comparire, oltre
91
che nei contesti già elencati, anche in inizio di parola, mentre /Œ/
non ricorre mai in inizio di parola. Inoltre, osservando la distribuzione delle nasali davanti a occlusiva, possiamo notare che la
nasale presenta sempre lo stesso punto di articolazione dell’occlusiva seguente: davanti a occlusiva, quindi, si ha neutralizzazione
dell’opposizione tra i tre fonemi individuati. Si osservi che la grafia < ng > può rappresentare sia il suono {Œ}, come in sing, singen,
sia il gruppo consonantico {Œg}, come in ungerade. Questa seconda possibilità si ha in genere quando fra le due consonanti vi sia
un confine di morfema (un + gerade).
Esercizio 42
Nella rappresentazione delle strutture sillabiche dell’italiano, alcuni
argomenti possono essere oggetto di discussione, in particolare lo
statuto di /s/ preconsonantica e lo statuto dei diversi membri dei
dittonghi. Qui si adottano le rappresentazioni proposte ed argomentate in Marotta (1991), che opta per le seguenti soluzioni:
• /s/ preconsonantica appartiene alla coda della sillaba precedente e non all’attacco della sillaba seguente;
• le sequenze {kw} e {gw} sono analizzate come singoli fonemi
doppiamente articolati, /kw/ e /gw/, e non come sequenze di due
fonemi;
• la sequenza /wO/ è analizzata come un nucleo ramificante (unico caso di nucleo ramificante nella fonologia dell’italiano, secondo
l’analisi di Marotta);
• uno /j/ prevocalico è rappresentato come appartenente all’attacco della sillaba di cui la vocale costituisce il nucleo;
• le vocali alte che costituiscono il secondo elemento dei dittonghi cosiddetti discendenti sono analizzate come code sillabiche;
• l’allungamento vocalico che colpisce le vocali accentate in sillaba aperta penultima viene a costituire una rima ramificata, con un
elemento di peso nel nucleo e uno nella coda.
Rappresentiamo solo alcune parole, che illustrano tutti i problemi;
sulla base delle rappresentazioni fornite, è possibile costruire anche
quelle mancanti.
92
σ
σ
A
R
A
N
C
a
n
kw
R
N
o
d
σ
σ
A
R
A
N
C
w
l
R
ɔ
N
o
m
σ
σ
A
R
A
N
C
ε
u
σ
o
d
σ
A
R
l
N
˘
f
R
A
N
C
o
d
dz
σ
R
A
N
C
a
ĭ
N
n
o
σ
σ
A
p
R
A
R
N
C
ε
j
σ
R
N
a
g
σ
A
R
N
C
a
s
t
σ
R
A
N
C
u
t
R
N
tʃ
o
93
6.3. Morfologia
Esercizio 1
a) 11 forme: un, uomo, piccino, e, una, donna, piccina, vivevano, insieme, in, casa.
9 lemmi: un, uomo, piccino, e, donna, vivere, insieme, in,
casa.
13 occorrenze: il lemma un ha tre occorrenze, una della forma un e
due della forma una, uomo ha un’occorrenza, piccino ha tre occorrenze, una della forma piccino e due della forma piccina, e ha
un’occorrenza, donna ha un’occorrenza, vivere ha un’occorrenza
della forma vivevano, insieme ha un’occorrenza, in ha un’occorrenza, casa ha un’occorrenza.
b) 7 forme: piangete, donne, e, con, voi, pianga, amore.
6 lemmi: piangere, donna, e, con, voi, amore.
7 occorrenze: piangere due (piangete, pianga), tutti gli altri lemmi
una.
c) 12 forme: a, egregie, cose, il, forte, animo, accendono, l’, urne, de-,
-i, forti.
9 lemmi: a, egregio, cosa, il, forte, animo, accendere,
urna, di. Abbiamo considerato l’aggettivo forte e il sostantivo forti
come due occorrenze dello stesso lemma forte.
12 occorrenze: il ha tre occorrenze (il, l’, -i in dei), forte ha due
occorrenze, tutti gli altri lemmi hanno un’occorrenza.
d) 26 forme: a, ciascuna, parete, di, ciascun, esagono, corrispondono,
cinque, scaffali, ciascuno, scaffale, contiene, trentadue, libri, formato,
uniforme, libro, quattrocentodieci, pagine, pagina, quaranta, righe,
riga, lettere, colore, nero.
20 lemmi: a, ciascuno, parete, di, esagono, corrispondere,
cinque, scaffale, contenere, trentadue, libro, formato,
uniforme, quattrocentodieci, pagina, quaranta, riga,
lettera, colore, nero.
35 occorrenze: ciascuno ha sei occorrenze, di ha sei occorrenze,
scaffale, libro, pagina, quaranta e riga hanno due occorrenze ciascuno, tutti gli altri lemmi hanno un’occorrenza.
94
Esercizio 2
volgo: prima persona singolare del presente indicativo del verbo
volgere; singolare del sostantivo maschile volgo.
suoni: seconda persona singolare del presente indicativo, e prima,
seconda e terza persona singolare del presente congiuntivo del verbo suonare; plurale del sostantivo maschile suono.
letto: participio passato maschile singolare del verbo leggere; singolare del sostantivo maschile letto.
isolato: participio passato maschile singolare del verbo isolare;
singolare del sostantivo maschile isolato.
nuoto: prima persona singolare del presente indicativo del verbo
nuotare; singolare del sostantivo maschile nuoto.
successo: participio passato maschile singolare del verbo succedere; singolare del sostantivo maschile successo.
stato: participio passato maschile singolare del verbo stare; singolare del sostantivo maschile stato.
caccia: terza persona singolare del presente indicativo e seconda persona singolare dell’imperativo del verbo cacciare; singolare del
sostantivo femminile caccia.
Esercizio 3
Segnaliamo che le preposizioni articolate sono state lemmatizzate
in due modi diversi, sia come unità lessicali sia riportando ciascun
componente al lemma cui corrisponde se usato come forma libera.
Gli alterati e i superlativi sono stati lemmatizzati sotto il lemma
non alterato o di grado positivo corrispondente. Questa scelta non
è obbligata: alcuni dizionari trattano gli alterati come lemmi separati.
Gli avverbi in -mente sono stati lemmatizzati separatamente dagli
aggettivi da cui derivano. Alcuni dizionari invece li lemmatizzano
sotto l’aggettivo corrispondente.
I sostantivi femminili animati sono stati lemmatizzati separatamente dal corrispondente maschile. Alcuni dizionari invece li lemmatizzano sotto il maschile (quindi disegnatrice è lemmatizzato sotto disegnatore).
I tempi composti dei verbi sono stati lemmatizzati sotto l’infinito
corrispondente. Questa scelta, che riteniamo la più corretta da un
95
punto di vista teorico, non è di solito effettuata nei lessici di frequenza esistenti, che riportano le forme dell’ausiliare all’infinito
dell’ausiliare, e le forme del participio passato all’infinito del verbo
corrispondente (quindi ha disegnato è lemmatizzato come: ha forma di avere, disegnato forma di disegnare).
I criteri di lemmatizzazione adottati dal LIF sono illustrati nel par. 6
dell’introduzione all’opera (pp. XLII-XLVIII dell’edizione 1971; pp.
46-55 dell’edizione 1972). I criteri adottati dal LIP sono illustrati nel
par. 5.2 dell’Introduzione (pp. 89-96).
Lemma
cagna
cane
cassa
certo
del
del
di
dio
disegnare
S
S
S
Agg
Prep Art
Art
Prep
S
V
disegnatrice
disegno
egli
il
incassare
parte
partire
parto
pianista
piano
piano
piano
quanto
sicuramente
sicuro
sicuro
S
S
Pron
Art
V
S
V
S
S
S
Agg
Avv
Avv
Avv
Agg
Avv
96
Forme
cagne
cagnolino, cagnaccio
cassone
certissimo, certe
dei, delle
dei, delle
de-, dedei
disegna, disegniamo, disegno, ha disegnato
disegnatrici
disegno
le
-i, le, -lle, il
incasserà
parti, parte
parti, partono, parte
parti
pianista
piano
piano
piano
quanto
sicuramente
sicuro
sicuro
Esercizio 4
affissi derivazionali
Suffissi
Prefissi
a) -istsb) -tor-, -istc)
d) -ott-, -bilime) -al-, -ai-, -mente
Non ci sono prefissi flessivi perché
solo di suffissi.
affissi flessivi
-a, -v-a, -t-o, -o, -t-o
-e, -t-o, -a
-iamo, -t-i, -e
-o, -o, -e
-o, -ò
nella flessione l’italiano fa uso
Esercizio 5
Nell’analisi delle forme presentate in questo esercizio e nel seguente, la vocale tematica che compare nelle forme verbali e deverbali
italiane è stata sempre considerata un morfo a sé e non parte del
morfo lessicale.
a) Dammelo: 3 lemmi (dare, io, egli), 3 forme (dà, -mme-, lo), 5
morfi (d-, -a, -mme-, -l-, -o);
b) richiamami: 2 lemmi (richiamare, io), 2 forme (richiama,
mi), 4 morfi (ri-, -chiam-, -a-, -mi);
c) scongelarlo: 2 lemmi (scongelare, egli), 2 forme (scongelar,
lo), 7 morfi (s-, -con-, -gel-, -a-, -r-, -l-, -o);
d) abbottonagliela: 2 lemmi (abbottonare, egli), 3 forme (abbottona, glie-, la), 6 morfi (ab-, -botton-, -a-, -glie-, -l-, -a);
e) disarmandoti: 2 lemmi (disarmare, tu), 2 forme (disarmando,
ti), 5 morfi (dis-, -arm-, -a-, -ndo-, -ti).
Esercizio 6
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
{{{carr + }o}{{{{arm + }a + }t + } o}}
{{{{ved + }e + }va + }mo}
{{{pietr + }os + }o}
{{{disc + }o}{{tec + }a}}
{{{cicl + }ist + }a}
{{vigil + }e}
{{facil + } mente}
{{de + {{contamin + }a + }}re}
97
i)
j)
k)
l)
m)
n)
o)
p)
q)
r)
s)
{{{{serr + }a + }tur + }a}
{{{aspr + }ezz + }a}
{{{{cammin + }a + }tor + }e}
{{{{americ + }an + }at + }a}
{{{ri + {{legg + }e + }}va + }no}
{{dis + {abil + }}e}
{{in + {{{ver + }o + }{simil + }}}mente}
{{{agend + }in + }a}
{{{{oper + }a + }zion + }e}
{{{con + {{corr + }e + }}nz + }a}
{{{s + {con + {{gel + }a + }}}t + }o}
Esercizio 7
a) incoerente, inadatto, impossibile, illegale, irrealistico, imbevibile,
incomprensibile, illogico, infinito: presentano allomorfi del prefisso
negativo in-;
b) disimparare, disfare, disarmare, disilludere, disvelare: presentano allomorfi del prefisso reversativo dis-;
c) scorretto, sconsolato, scongelato, sgarbato, sleale: presentano allomorfi del prefisso privativo s-.
Esercizio 8
Per risolvere questo esercizio conviene in primo luogo dare la trascrizione fonetica delle forme da studiare:
a) {iŒ.ko.e.'rEn.te}, {i.na.'dat.to}, {im.pos.'si.bi.le}, {il.le.'ga:.le},
{ir.re.a.'lis.ti.ko}, {im.be.'vi.bi.le}, {iŒ.kom.pren.'si.bi.le},
{il.'lO.dZ‹ i.ko}, {iÕ.fi.'ni:.to}.
Nel gruppo a la nasale del prefisso davanti a consonante subisce
sempre un’assimilazione, ma di due tipi diversi: davanti a ostruente
l’assimilazione è parziale, mentre davanti a laterale e vibrante l’assimilazione è totale. Gli allomorfi individuabili sono pertanto:
V


{in} / __  + ostruente 
 + dentale

{
{iŒ} / __
98
{++ ostruente
velare }
}
{++ ostruente
bilabiale }
+ ostruente
{ } / __ {
+ labiodentale }
− ostruente
{ } / __ {
+ laterale }
− ostruente
{ } / __ {
+ vibrante }
{im} / __
iÕ
il
ir
b) {di.zim.pa.'ra:.re} o {di.sim.pa.'ra:.re}, {dis.'fa:.re}, {di.zar.'ma:.re} o {di.sar.'ma:.re}, {di.zil.'lu.de.re} o {di.sil.'lu.de.re},
{diz.ve.'la:.re} (in posizione intervocalica, la realizzazione di /s/ dipende dalla varietà di italiano).
Nel gruppo b troviamo due allomorfi, {diz} davanti a vocale e davanti a consonante sonora, e {dis} davanti a consonante sorda. In
questo caso, possiamo concludere che si ha una sonorizzazione davanti ad altro fono sonoro. Si osservi però che queste realizzazioni
sono connotate diatopicamente: in particolare, la sonorizzazione di
{s} in posizione intervocalica si riscontra nelle varietà settentrionali
di italiano e non in quelle centromeridionali. Per i parlanti di queste seconde varietà, l’allomorfo {diz} compare solo nella forma disvelare, cioè solo davanti a consonante sonora.
c) {skor.'rEt.to}, {skon.so.'la:.to}, {skon.dZ‹ e.'la:.to}, {zgar.'ba:.to},
{zle.'a:.le}
Nel gruppo c individuiamo due allomorfi {s} e {z} del prefisso s-,
cosí distribuiti:
{ +− ostruente
sonora }
± ostruente
{ } / __ {
+ sonora }
{s} / __
z
Esercizio 9
Il plurale in inglese può essere espresso con tre diversi tipi di procedimenti morfologici: con l’aggiunta di un morfo alla radice, con la
sostituzione di una desinenza o tramite apofonia.
Nei dati a disposizione, l’espressione del plurale si realizza per aggiunta nei casi seguenti:
99
sg. wall
pl. wall + s
sg. child
pl. child + ren
sg. rose
pl. rose + s /Kz/
Il plurale si esprime tramite sostituzione di una desinenza nei casi
seguenti:
sg. corp-us pl. corp-ora
sg. cris-is
pl. cris-es
Si tratta di prestiti latini che non vengono integrati in inglese, e
vengono flessi per numero secondo le regole del latino.
Il plurale si realizza per apofonia nei casi seguenti:
sg. tooth
pl. teeth
sg. louse
pl. lice
Esercizio 10
Nei dati presentati appaiono tre allomorfi del plurale. La loro distribuzione è governata fonologicamente: si ha /s/ dopo consonanti
sorde non sibilanti, /z/ dopo consonanti sonore non sibilanti e
dopo vocali (cioè dopo foni sonori non sibilanti), e /Kz/ dopo consonanti sibilanti.
Esercizio 11
Nei dati presentati appaiono tre allomorfi del passato. La loro distribuzione è governata fonologicamente: si ha /Kd/ dopo ostruenti
alveolari, /t/ dopo consonanti sorde diverse dalle ostruenti alveolari, /d/ altrove, cioè dopo consonanti sonore diverse dalle ostruenti
alveolari e dopo vocali.
Esercizio 12
Lingua A (vogul): agglutinante; Lingua B (russo): fusivo; Lingua C
(cinese): isolante; Lingua D (arabo): introflettente.
Esercizio 13
In primo luogo, dobbiamo cercare di isolare un morfo lessicale. Il
confronto delle forme a e b ci porta a pensare che il morfo lessicale
sia ev. Dalla glossa di a possiamo pensare che la forma contenga un
suffisso corrispondente al caso accusativo e che il numero singolare
non abbia un morfo specifico. La forma in b dovrebbe avere invece
100
due suffissi, uno corrispondente al numero (plurale) e uno corrispondente al caso che si traduce in italiano con la preposizione ‘di’,
e che si chiama normalmente ‘genitivo’. Per ora però non sappiamo
se il morfema di caso preceda o segua quello del numero. La forma
in c complica il quadro: il suffisso è uguale a quello trovato in a, ma
la glossa è diversa. Ciò sembra indicare che il suffisso -i può esprimere sia il caso accusativo sia il possessivo di terza persona singolare,
e inoltre che non c’è un suffisso per il nominativo (cioè il nominativo singolare è uguale alla radice del nome senza suffissi). La forma
in d introduce un nuovo suffisso possessivo, quello di seconda singolare, ma per ora non può essere segmentata. Solo l’analisi delle
forme e e f ci permette di segmentare il morfo del plurale, che risulta
essere -ler; in queste due forme individuiamo inoltre un altro morfema di caso, -e, e dalle glosse capiamo che si tratta del caso normalmente chiamato ‘dativo’ (che in turco ha anche funzione di locativo). Da queste forme capiamo che il suffisso del plurale precede
quello del caso, come pure quello di possessivo (forme b e d). Tornando alla forma in b, possiamo ora stabilire che il suffisso del genitivo è -in. L’analisi della forma in d però non può essere completata,
finché non si sia stabilito se il morfema di caso precede o segue il
possessivo (dato che sappiamo che il suffisso di accusativo è -i, per
ora potremmo segmentare la forma sia come ev-ler-i-ni, sia come evler-in-i). Dalle forme g e h deduciamo che i suffissi possessivi di prima singolare e seconda singolare sono rispettivamente -im e -in;
questo secondo suffisso è omofono del suffisso di genitivo, individuato nella forma b (per cui la forma h potrebbe anche significare
‘della casa’ e la forma b anche ‘le tue case (nom.)’). Il fatto che il
possessivo di seconda singolare sia -in, inoltre, ci permette di terminare l’analisi della forma in d, stabilendo che il possessivo precede il
suffisso di caso accusativo (quindi l’analisi corretta è ev-ler-in-i,
morfo lessicale + morfo di numero + possessivo + morfo di caso).
Per completezza aggiungiamo che la forma in d potrebbe significare
anche ‘le sue case (acc.)’, con una segmentazione: ev-ler-i-n-i, dove
la -n- che intercorre fra il suffisso dell’accusativo e quello del possessivo è una consonante eufonica, inserita per evitare l’incontro delle
due vocali uguali. Le forme i e j presentano i suffissi possessivi di
prima plurale e seconda plurale, che appaiono formati dai corri101
spondenti possessivi singolari più l’ampliamento -iz (in realtà, considerando altri dati non presentati qui, si può dimostrare che le sequenze -imiz e -iniz non sono segmentabili in due morfi, ma costituiscono un raro caso di morfo amalgamato in turco. Lo stesso vale
per gli allomorfi -KmKz e -KnKz, che incontreremo piú avanti). La forma k ci mostra di nuovo che i suffissi possessivi precedono gli eventuali suffissi di caso. Troviamo qui inoltre un nuovo suffisso di caso,
-den, che, essendo glossato con la preposizione ‘da’, chiameremo
‘ablativo’. La forma l contiene nell’ordine i suffissi del plurale (-ler),
del possessivo di prima singolare (-im) e del caso ablativo (-den). Da
quanto abbiamo osservato fin qui, possiamo stabilire che la forma
‘le tue case (nom.)’ sarà evlerin, omofona della forma ‘delle case’, vista in b. In n troviamo un nuovo lessema; dato che come sappiamo
né il caso nominativo né il numero singolare sono indicati con suffissi, possiamo concludere che sakal sia il morfo lessicale (la radice
del sostantivo). La forma o contiene un suffisso -Kn; data la glossa,
possiamo concludere che si deve trattare di un allomorfo di -in, suffisso del caso genitivo, che abbiamo incontrato in precedenza; inoltre, questa forma può significare anche ‘la tua barba (nom.)’, dato
che il genitivo è omofono del possessivo di seconda singolare e che il
nominativo non presenta uno specifico suffisso. La forma p contiene un’altra serie di allomorfi di suffissi trovati in precedenza, e cioè
-lar, allomorfo di -ler, suffisso del plurale, -KmKz, allomorfo di -imiz,
possessivo della prima persona plurale, e -Kn, già trovato nella forma
precedente, che qui non può indicare altro che il caso genitivo, dato
che la forma porta già un altro suffisso possessivo. La forma q contiene un allomorfo del suffisso già incontrato come -i, che può essere, oltre che il caso accusativo, anche il possessivo di terza singolare,
quindi la forma q può significare anche ‘la sua barba (nom.)’. Infine
dalla forma r possiamo stabilire che il suffisso del caso dativo ha un
allomorfo -a oltre all’allomorfo -e trovato in precedenza. Dalle forme s-u vediamo che il sostantivo ödev seleziona gli stessi allomorfi
selezionati da ev, mentre dalle forme v-z vediamo che il sostantivo
dağ seleziona gli stessi allomorfi selezionati da sakal. A questo punto
abbiamo trovato i seguenti morfemi:
• morfemi lessicali: ev, ‘casa’; sakal, ‘barba’; ödev, ‘compito’, dağ,
‘montagna’;
102
• morfemi di numero grammaticale: singolare ø; plurale: -ler/-lar
• possessivi: sg. 1. -im/-Km pl. 1. -im-iz/-Km-Kz
2. -in/-Kn
2. -in-iz / -Kn-Kz
3. -i/-K
• morfemi di caso: nom. ø
acc.
-i/-K
gen.
-in/- Kn
dat./loc. -e/-a
abl.
-den/-dan
Per quanto riguarda la selezione degli allomorfi, possiamo vedere
che ogni sostantivo seleziona allomorfi della stessa serie; ipotizziamo che l’allomorfia sia condizionata fonologicamente e che la condizione sia data dalle vocali presenti nei diversi morfemi lessicali.
Questo fenomeno è noto come armonia vocalica ed è proprio di
numerose lingue agglutinanti. In base ai dati a nostra disposizione,
possiamo stabilire che nel sostantivo turco le vocali si armonizzano
sempre per il tratto di anteriorità.
Il sistema vocalico del turco è il seguente:
alto
posteriore
arrotondato
i
e
ü
ö
K
a
u
o
+
–
–
–
–
–
+
–
+
–
–
+
+
+
–
–
+
–
+
+
+
–
+
+
La scelta degli allomorfi è determinata dal tratto di posteriorità delle vocali del morfo lessicale. Dopo morfi lessicali contenenti vocali
anteriori (come /e/ in ev e ödev e /ö/ in ödev) troviamo allomorfi
contenenti anch’essi vocali anteriori, mentre con morfi lessicali
contenenti vocali posteriori (come /a/ in dağ e sakal) troviamo allomorfi contenenti vocali posteriori.
Per maggiore chiarezza diamo qui di seguito l’analisi delle forme
studiate:
a) ev-i; b) ev-ler-in, c) ev-i; d) ev-ler-in-i; e) ev-e; f ) ev-ler-e; g) ev-im;
h) ev-in (potrebbe anche significare ‘della casa’); i) ev-im-iz; j) ev103
in-iz; k) ev-im-den; l) ev-ler-im-den; m) ev-ler-in; n) sakal; o) sakalKn (potrebbe anche significare ‘la tua barba (nom.)’); p) sakal-larKm-Kz-Kn; q) sakal-K (potrebbe anche significare ‘la sua barba
(nom.)’); r) sakal-Km-a; s) ödev; t) ödev-ler; u) ödev-in (potrebbe anche significare ‘il tuo compito (nom.)’); v) dağ; w) dağ-a; x) dağ-KmKz; y) dağ-lar-dan; z) dağ-lar-Kn (potrebbe anche significare ‘le tue
montagne (nom.)’).
Esercizio 14
Procediamo in maniera analoga a quanto fatto nell’esercizio precedente. Innanzitutto vediamo che alcune forme sono precedute da un
monosillabo che si presenta come az davanti a vocale e come a davanti a consonante. In base alle glosse, possiamo pensare si tratti dell’articolo determinativo; inoltre, le glosse delle forme e e v lasciano
pensare che questa lingua possegga anche un articolo indeterminativo, egy. Passiamo ora a esaminare le singole forme. Dal confronto fra
a e b possiamo stabilire subito che la preposizione italiana ‘in’ corrisponde a un suffisso -ban, suffisso del caso detto ‘inessivo’. Dalla
forma c possiamo stabilire poi che il suffisso del plurale (forme a e b)
deve essere -ok (o -k), mentre quello del possessivo di prima persona
è -om (o -m). La forma e ci permette di segmentare con maggior
esattezza le forme precedenti, facendoci decidere che, da quanto si
può ricavare dai dati presentati, la vocale fa effettivamente parte del
suffisso (quindi, plurale -ok, possessivo di prima singolare -om). La
forma d presenta un suffisso glossato come plurale del possessivo di
prima singolare. Si osservi che in questo caso non abbiamo il normale suffisso del plurale più quello del possessivo, ma una forma speciale del suffisso, -aim plurale del possessivo di prima singolare, usato
qualora il posseduto sia plurale. Il confronto fra le forme f e g ci permette di individuare il possessivo di seconda persona singolare, -od,
e due nuovi suffissi di caso, -hoz, detto ‘allativo’, e -ra, detto ‘sublativo’, che indica moto verso la superficie superiore di un oggetto. Procedendo nell’analisi si possono individuare altri suffissi di caso e i
suffissi possessivi delle altre persone; inoltre, le forme di könyv ‘libro’
presentano allomorfi diversi dei suffissi visti fin qui: dato che la differenza risiede nelle vocali dei suffissi, possiamo ipotizzare che anche
104
in questo caso, come per il turco, la scelta dell’allomorfo sia condizionata dalle vocali presenti nel morfema lessicale.
Riepilogo dei risultati
La struttura delle forme nominali ungheresi è la seguente:
a) forme senza possessivo: radice + numero + caso;
b) forme con possessivo: radice + possessivo + caso.
Il numero singolare e il caso nominativo sono espressi da morfi
zero.
L’analisi interna dei morfi di possessivo sarà discussa tra breve.
In ungherese si ha il fenomeno dell’armonia vocalica. I morfi di caso
e di possessività identificabili presentano quindi sia allomorfi con
vocali anteriori sia allomorfi con vocali posteriori (ma i dati presentati nell’esercizio non comprendono tutti gli allomorfi esistenti).
I paradigmi ricavabili dai dati presentati nell’esercizio sono i seguenti:
a
•
•
•
•
•
Casi:
inessivo (in)
delativo (da)
allativo (a)
sublativo (su)
ablativo
ban / ben
ról
hoz
ra / re
tól
b Possessivi (accanto ad ogni morfo, si indicano uno o più lettere
che identificano la forma o le forme in cui esso occorre nei dati
presentati):
persona
posseduto singolare
posseduto plurale
1a sg.
2a sg.
3a sg.
om c, o, p / em r, w
od g, h
aim d, f
aid i
atok j
uk n / ük u
aitok k, l / eitek t
aik m
1a pl.
2a pl.
3a pl.
105
c
Lessico:
asztal = ‘tavolo’, könyv = ‘libro’.
d Analisi esemplificativa di alcune forme:
b) az
asztal
+ ok
+ ban
art ‘tavolo’ plur
inessivo
g)
az
art
asztal
‘tavolo’
+ od
poss.2sg
+ hoz
allativo
u)
a
art
könyv
‘libro’
+ ük
poss.3pl
+ ben
inessivo
e Forme mancanti:
k) az asztalaitokra, o) az asztalom, p) az asztalomról, w) a könyvemben.
Esercizio 15
Per questo esercizio le risposte possibili sono ovviamente molto numerose; diamo qui alcuni esempi, ma molti altri ne possono essere
trovati. Per ulteriori dati rimandiamo a Dardano (1978) e a Grossmann, Rainer (2004) .
a) nomi d’agente deverbali: compratore, venditore, rammendatrice,
cantante, dirigente...
b) nomi d’agente denominali: lattaio, giornalaio, giornalista, dentista, pompiere...
c) nomi di qualità deaggettivali: bellezza, stupidità, testardaggine,
pazienza, ingratitudine...
d) nomi d’azione deverbali: creazione, ondeggiamento, rasatura, lavaggio, arrivo...
e) nomi di strumento deverbali: lavatrice, calcolatore, stampante,
attizzatoio, cancellino...
f ) nomi di luogo denominali: pollaio, ghiacciaia, libreria, osteria,
lanificio...
g) verbi denominali: telefonare, abbottonare, vinificare, schiaffeggiare, polverizzare, nevicare...
h) verbi deaggettivali: stancare, snellire, velocizzare, solidificare...
106
i) aggettivi deverbali: amabile, bevibile, mutevole, abbagliante, logoro...
j) aggettivi denominali: personale, letterario, sassoso, italiano, francese...
Esercizio 16
-ista, -aio, -iere: N → N
-tore : N → V
-ezza: A → N
Esercizio 17
I dati presentati esemplificano due diversi suffissi: -aio1 che forma
nomi d’agente (soprattutto di agenti che svolgono mestieri tradizionali) e -aio2 che forma nomi di luogo.
Contengono -aio1 i seguenti derivati: benzinaio, bigliettaio, bottegaio, cappellaio, giostraio, libraio, liutaio, ombrellaio, vetraio.
Contengono -aio2 i seguenti derivati: acquaio, bagagliaio, formicaio,
ghiacciaio, ginepraio, letamaio, pagliaio, pollaio.
Entrambi i suffissi si applicano a nomi e producono nomi.
Esercizio 18
I dati presentati esemplificano due diversi suffissi: -ese1, che forma
nomi di abitanti, e -ese2, che forma nomi di sottocodici o stili linguistici (spesso con connotazione scherzosa o spregiativa).
Sono formati con -ese1 abruzzese, albanese, amburghese, babilonese,
barese, bellunese, calabrese, canadese, cartaginese, catanese, finlandese,
irlandese, pescarese, pugliese, thailandese, ungherese, e con -ese2 computerese, critichese, giornalese, giornalistese, sindacalese, sinistrese.
Il suffisso -ese1 si applica a basi che siano nomi propri di luogo (toponimi) e produce derivati che possono essere usati sia come nomi
di abitanti sia come aggettivi che indicano provenienza o relazione
con il luogo designato dalla base.
Il suffisso ese2 si applica soprattutto a basi nominali, ma in almeno
un caso (sindacalese) a basi aggettivali, e produce derivati nominali.
Nella derivazione con entrambi i suffissi, la vocale finale della base
si cancella davanti alla vocale iniziale del suffisso (abruzzese, non
*abruzzoese ecc.).
107
Nella derivazione con -ese1 si applica anche un’altra regola di riaggiustamento: le basi in -ia (Albania, Babilonia, Calabria, Catania,
Finlandia, Thailandia, Ungheria) perdono tutte questo elemento
nel derivato (albanese, non * albaniese, ecc.).
Esercizio 19
In gallese si è applicata aplologia rispetto a un ipotetico derivato regolare *gallesese.
In balinese si è inserita una n tra la base e il suffisso.
In ateniese si è inserita una i tra la base e il suffisso.
In imperiese non si è cancellata la i della sequenza -ia, come accade invece in altri derivati da basi in -ia (cfr. soluzione dell’esercizio 18).
Esercizio 20
I dati presentati esemplificano due diversi prefissi: in1- con valore
negativo, e in2- con valore locativo.
Sono formati con in1- i seguenti derivati: inabile, inadeguato, incerto, incosciente, indiretto.
Sono formati con in2- i seguenti derivati: inabissare, incartare, incassare, incorniciare, inscatolare.
Il prefisso in1- si applica ad aggettivi e forma aggettivi.
Il prefisso in2- si applica a nomi per formare verbi parasintetici.
Esercizio 21
Contengono tele1- i seguenti lessemi: telecinesi, telecomandare, telecomunicazione, telefax, telefono.
Contengono tele2- i seguenti lessemi: teleabbonato, telecamera, telecronaca, telefilm, telegiornale.
Esercizio 22
I lessemi italiani presentano una forma terminante in -o- se combinati
con secondi elementi di origine greca, come -teca e -logo, e una forma
terminante in -i- se combinati con elementi di origine latina, come
-fugo e -voro.
Esercizio 23
Endocentrici: capoclasse, uomo rana, pescecane. Su cassapanca si può
discutere: si tratta di un composto coordinativo (detto anche
108
dvandva), i cui due membri possono essere considerati entrambi teste (cfr. ad esempio Graffi, Scalise, 2002, p. 139). Anche giallorosso è
un composto coordinativo, ma i suoi due costituenti non sono teste
(non rispondono positivamente al test “È UN”: un X giallorosso
non è un X giallo né un X rosso, mentre una cassapanca è una cassa
ed è una panca). Esocentrici: portachiavi, fuggifuggi, pellerossa, senzatetto, apriscatole, giallorosso.
Esercizio 24
a)
b)
c)
d)
portabandiera, guardamacchine, rompiscatole;
apriscatole, fermacarte, coprisella;
cassapanca, studente-lavoratore, compravendita;
agrodolce, dolceamaro, sordomuto.
Esercizio 25
Italiano: allomorfia: a, b, c, e, g, h, j, k, l; suppletivismo: d, f, i
Inglese: allomorfia: b, c; suppletivismo: a, d.
Latino: allomorfia: b, d; suppletivismo: a, c, e.
Esercizio 26
finire: A finisc-, B fin-i-; sedere: A sied-, B sed-e-; uscire: A esc-, B
usc-i-; udire: A od-, B ud-i-.
I due allomorfi di ciascun verbo si distribuiscono nel paradigma nel
modo seguente:
allomorfo A
allomorfo A
allomorfo A
allomorfo B
allomorfo B
allomorfo A
Esercizio 27
temere: A temett-, B teme-; vedere: A vid-, B vede-; vivere: A viss-, B
vive-; tacere: A tacqu-, B tace-; crescere: A crebb-, B cresce-.
I due allomorfi di ciascun verbo si distribuiscono nel paradigma nel
modo seguente:
109
allomorfo A
allomorfo B
allomorfo A
allomorfo B
allomorfo B
allomorfo A
6.4. Sintassi
Nelle soluzioni degli esercizi sulla struttura sintagmantica abbiamo
cercato di essere il più accurate possibile, indicando tutti i nodi della struttura. Solo negli alberi delle soluzioni 3-6 abbiamo per lo piú
omesso l’ultimo nodo N sotto SN, per ragioni di spazio. Pertanto,
la notazione
SN
SP
e
Det
Prep
SN
SN
Sta per
SN
SP
e
Det
SN
N
Prep
SN
N
Nella parentesizzazione comunque questi livelli non sono mai
omessi.
Esercizio 1
Le regole di riscrittura vengono date solo nel primo caso in cui sono
necessarie e non vengono ripetute in seguito.
a) endocentrico, SN, testa: Maria {SN {N Maria}}; regola di riscrittura: SN → N;
b) endocentrico, SV, testa: andato {SV {V andato} {SP {Prepa}{SN
{Ncasa}}}}; regole di riscrittura: SV → V SP; SP → Prep SN;
110
c) endocentrico, SN, testa: quaderno {SN {Detil} {SN {Nquaderno}
{SP {Prepdi} {SN{Det lo} {SN {Nscolaro}}}}}}; regole di riscrittura:
SN → SN SP; SN → Det SN;
d ) endocentrico, SN, testa: palla {SN {Detla} {SN {Npalla} {Arossa}}};
regole di riscrittura: SN → N A;
e) esocentrico, SP {SP {Prepdi} {SN {Detlo} {SN {Nscolaro}}}};
f ) endocentrico, SN, testa: casa {SN {Detla} {SN {SN {Ncasa}} {F
{SN {NMario}} {SV {SP {Prepin} {SN {Ncui}}}{SV {Aus è} {Vnato}}}}}};
regole di riscrittura: SN → SN F; F → SN SV; SV → SV SP;
SV → Aus V;
g) esocentrico, SP {SP {Prepin} {SN {Ncucina}}};
h) endocentrico, SAvv, testa: meglio {SAvv {Avvmolto} {Avvmeglio}};
regole di riscrittura: SAvv → Avv Avv;
i) endocentrico, SA, testa: bella {SA {Avv davvero} {Abella}}; regole
di riscrittura: SA → Avv A;
j) endocentrico, SN, testa: calendario {SN {Detil} {SN {Ncalendario}
{SP {Prepdi} {SN {Detil} {SN {Nanno} {Apassato}}}}}};
k) endocentrico, SV, testa: mangiava {SV {V mangiava} {SN {Detla}
{SN {Npasta}}}}; regole di riscrittura: SV → V SN;
l ) endocentrico SAvv, testa: prima {SAvv {Avvpoco} {Avvprima}};
m) endocentrico, SN, testa: ragazza {SN {Detla} {SN {SN {Nragazza}}
{F {SN {Nche}} {SV {Vcorre}}}}};
n) esocentrico, SP {SP {Prepper} {SN {NMaria}}};
o) endocentrico, SV, testa: chiuso {SV {V chiuso} {SP {Prepa} {SN
{Nchiave}}}};
p) esocentrico, SP {SP {Prepin} {SN {Det il} {SN {Ncassetto}}}};
q) endocentrico, SA testa: veloce {SA {Avv molto} {Aveloce}};
r) endocentrico, SN, testa: uomo {SN {Detun} {SN {Nuomo} {Aanziano}}};
s) endocentrico, SV, testa: produrre {SV {V produrre} {SP {Prepin}
{SN {Nserie}}}};
t) endocentrico, SV, testa: tirare {SV {V tirare} {SN {Nacqua}}{SP
{Prepa} {SN {Detil}{SN {Aproprio}{Nmulino}}}}}; regole di riscrittura:
SV → V SN SP;
u) endocentrico, SV, testa: correre {SV {Vcorrere}{Avvvelocemente}};
regole di riscrittura: SV → V Avv.
111
Diagrammi di albero:
a)
b)
SN
N
V
Maria
andato
c)
SP
SP
Prep
SN
a
N
SN
Det
il
d)
casa
SN
SN
SP
N
Prep
quaderno
di
SN
SN
Det
la
e)
Det
SN
lo
N
scolaro
SN
N
A
palla
rossa
SN
Det
la
SN
F
SN
N
SN
casa
N
Mario
SV
SN
SV
Aus
V
Prep
è
nato
in
SP
N
cui
112
Esercizio 2
a) Qualsiasi nome senza attributi o determinanti: Giovanni, Maria, Padova, Roma, amici, libri ecc.
b) il libro di Giovanni, una ragazza con una pistola ecc.
c) sono uscito, ho mangiato, sto arrivando ecc.
d ) crede di dover uscire, si rallegra di essere arrivato, crede che sia vero ecc.
e) è in treno, abita a Verona ecc.
f ) molto bello, davvero veloce ecc.
g) nella casa, sul balcone, con un ombrello, con Paolo ecc.
Esercizio 3
Si tratta della frase b, che contiene un verbo trivalente: pertanto, il
SP ai genitori dipende direttamente dal nodo V e non dal nodo SN
dell’oggetto diretto, come nelle altre frasi.
La sorella di Mario ha regalaro dei fiori ai genitori
F
SV
SN
Det
la
SN
SN
SV
SN
SP
SP
Aus
sorella Prep
V
SN
ha regalato
di
Mario
Det
SN
Prep
dei
fiori
a
SN
Det
i
SN
genitori
Esercizio 4
Si tratta della frase c, che contiene un primo SN soggetto senza modificatori (quindi senza SP dipendenti, come nelle altre frasi) e un
verbo trivalente, da cui dipendono sia un SN oggetto sia un SP oggetto indiretto.
113
Il bambino ha dato un bacio alla mamma
F
SN
SV
Det
SN
il
bambino
SN
SV
Aus
V
ha
dato
SP
Det
SN
Prep
un
bacio
a
SN
Det
SN
la
mamma
Esercizio 5
a) {F {SN {Detil} {SN {Amio} {Namico}}} {SV {SV {Aus ha} {Vmangiato}} {SN {Detun} {SN {Npanino} {SP {Prepa}{SN {Detil} {SN {Nsalame}}}}}}}}
b) {F {SN {Detla} {SN {Nsorella} {SP {Prepdi} {SN {NMario}}}}} {SV {SV
{Aus ha} {Vregalato}} {SN {Detdei} {SN {Nfiori}}} {SP {Prepa}{SN {Deti}
{SN {Ngenitori}}}}}}
c) {F {SN {Detil} {SN {Ngatto}}} {SV {SV {Aus ha} {Vbevuto}} {SN
{Detl’} {SN {Nacqua} {SP {Prepdi}{SN {Detla} {SN {Nciotola}}}}}}}}
d ) {F {SN {Amio} {Ncugino}} {SV {SV {Aus ha} {Vcomprato}} {SN {Detun} {SN {Nlibro} {SP {Prepdi}{SN {Detduecento} {SN {Npagine}}}}}}}}
a) {F {SN {Detil} {SN {Nragazzo}{SP {Prepcon} {SN {Detgli} {SN {Nocchiali}}}}}} {SV {SV {Aus è} {Vandato}} {SP {Prepa} {SN {Ncasa}}}}}
b) {F {SN {Detla} {SN {Nfiglia}{SP {Prepdi} {SN {NMario}}}}} {SV {Vvive} {SP {Prepa} {SN {NRoma}}}}}
c) {F {SN {Detil} {SN {Nbambino}}} {SV {SV {Aus ha} {Vdato}} {SN
{Detun} {SN {Nbacio}}} {SP {Prepa}{SN {Detla} {SN {Nmamma}}}}}}
d ) {F {SN {Detil} {SN {Ncane}{SP {Prepa} {SN {Detil} {SN {Nguinzaglio}}}}}} {SV {Vè} {SP {Prepdi} {SN {Amio} {Nfratello}}}}}
114
115
F
V
solleva
SV
SN
Det SN
SN
F
il vento
SN
SN SV SP
SP SN
SV
che
che soffia
A
N
V
SP
SN
Prep
grandi masse
giungono
in
Prep
SP
Prep SN
SN
Det
di sabbia
fino
il
Prep
SN
SP
N
a
deserto
Det
SN
SN
Prep
il
di
A
SN
Det
N
Sahara
nostro paese
il
SN
SN
F
a) Il vento che soffia nel deserto del Sahara solleva grandi masse di sabbia, che giungono fino al nostro
paese
Esercizio 6
b) Giovanni mette il libro sul tavolo
F
SV
SN
Giovanni
V
SN
SP
mette
Det
SN
Prep
il
libro
su
SN
Det
SN
il
tavolo
c) Giovanni dà il libro a Maria
F
SV
SN
Giovanni
SP
SN
V
dà
116
Det
SN
Prep
SN
il
libro
a
Maria
d) Maria abita a Milano
F
SV
SN
N
V
Maria
SP
abita
Prep
SN
a
N
Milano
e) Elisabetta ha comprato un libro a Milano
F
SN
SV
SP
N
Elisabetta
Prep
SV
SN
a
Aus
V
Det
SN
ha
comprato
un
N
SN
N
Milano
libro
117
f) Ieri il cuscino era sul sofà
F
SN
SV
Det
SN
il
cuscino
Avv
ieri
V
SP
era
Prep
SN
su
Det
SN
il
sofà
g) Il gatto dorme sul sofà
F
SN
SV
SP
Det
SN
V
Prep
il
gatto
dorme
su
118
SN
Det
SN
il
sofà
h) Il bambino mangia la pasta volentieri
F
SN
SV
Avv
volentieri
Det
SN
il
bambino
SN
V
mangia
Det
SN
la
pasta
Esercizio 7
a) Non restrittivo, b) restrittivo, c) restrittivo, d ) restrittivo, e) non
restrittivo, f ) restrittivo, g) non restrittivo.
Esercizio 8
a) Soggetto, b) Oggetto Diretto, c) Oggetto Indiretto, d ) Soggetto,
e) Oggetto Diretto, f ) Soggetto, g) Oggetto Indiretto.
Esercizio 9
Per i ruoli semantici facciamo riferimento a Bersani Berselli, Soffritti, Zanettin (1999).
a) Esperiente (o Sperimentatore), b) Strumento, c) Possessore, d )
Paziente, e) Causa, f ) Paziente, g) Esperiente, h) Esperiente, i) Paziente, j) Esperiente, k) Agente, l ) Beneficiario.
Esercizio 10
Nella soluzione di questo esercizio si usa il termine ‘Complemento’
per indicare un argomento obbligatorio che non sia Soggetto, Oggetto od Oggetto Indiretto; il termine ‘Avverbiale’ indica costituenti non obbligatori, anche detti ‘Circostanziali’.
119
a) stamattina: Avverbiale, Tempo; i bambini: Soggetto, Agente; al
parco: Complemento, Direzione; b) a mio zio: Oggetto Indiretto,
Esperiente; i pasticcini: Soggetto, Paziente; c) i vigili del fuoco: Soggetto, Agente; un incendio: Oggetto Diretto, Paziente; a Milano:
Avverbiale, Locativo; d ) Claudio: Soggetto, Agente; tutte le figure:
Oggetto Diretto, Paziente; con i pastelli nuovi: Avverbiale, Strumento; e) Chiara: Soggetto, Agente; un posto: Oggetto Diretto, Paziente; per la sua amica: Avverbiale, Benefattivo.
Esercizio 11
Svenire = monovalente; vedere = bivalente; distruggere = bivalente in
c, monovalente in d; uccidere = bivalente sia in e sia in f; arrabbiarsi = monovalente; mangiare = monovalente in h, bivalente in k; soffiare = monovalente; avere = bivalente.
I verbi transitivi sono vedere, distruggere, uccidere, mangiare e avere. Da un punto di vista sintattico, possiamo osservare che avere,
pur essendo costruito con un soggetto e un oggetto diretto, non
ammette il passivo. Inoltre, nella frase h mangiare denota un’attività ed è costruito come monovalente, senza oggetto diretto. Questo non è possibile per tutti i verbi transitivi: difficilmente, infatti,
distruggere potrebbe ricorrere in questa costruzione, se non in contesti altamente deittici, in cui un oggetto definito sia comunque
recuperabile. Nella frase k lo stesso verbo mangiare è costruito
come bivalente.
Esercizio 12
Soggetto: a) Mario, Esperiente; b) io, Esperiente; c) il terremoto,
Causa; d ) il paese, Paziente; e) il leone, Agente (o Causa, se si voglia
considerare che solo gli esseri umani possono agire volontariamente); f ) Giovanni, Agente; g) mia sorella, Esperiente; h) Paola, Agente; i) il vento, Causa; j) Chiara, Possessore; k) Maria, Agente.
Oggetto diretto: b) tuo fratello (non subisce cambiamento di stato);
c) un intero paese (subisce cambiamento di stato); e) il cacciatore
(subisce cambiamento di stato); f ) si (subisce cambiamento di stato); j) una bella casa (non subisce cambiamento di stato); k) la pasta
(subisce cambiamento di stato).
120
Esercizio 13
a) Soggetto; b) Oggetto Diretto; c) Soggetto; d ) Soggetto; e) Oggetto Diretto; f ) Oggetto Diretto.
Esercizio 14
Isoliamo qui solo le frasi complesse, quelle non ripetute dal testo
sono frasi semplici.
a) Era la fine dell’anno coordinata: e faceva molto freddo.
b) La mamma le aveva dato un paio di pantofole, coordinata: ma
erano troppo grandi coordinata: e la piccola le aveva perdute subordinata: attraversando la strada.
c) Un monello si era precipitato coordinata: e aveva rubato una delle
pantofole perdute, subordinata: perché voleva farne una culla per la
bambola della sorella.
d ) La piccola portava nel suo vecchio grembiule una gran quantità di
fiammiferi subordinata: che doveva vendere.
e) Infatti quasi tutti erano a casa impegnati nei preparativi della festa
coordinata: e la poverina non aveva guadagnato neanche un soldo.
f ) Non osava tornare a casa, subordinata: poiché sapeva che il padre
l’avrebbe picchiata subordinata: vedendola tornare con tutti i fiammiferi e senza la più piccola moneta.
g) La piccola pensò subordinata: che un pochino di calore avrebbe
fatto loro bene, coordinata: perciò prese un fiammifero coordinata: e
lo sfregò contro il muro.
h) Una fiammella si accese coordinata: e nella dolce luce alla bambina parve subordinata: di essere seduta davanti a una grande stufa!
i) Le mani e i piedi si riscaldarono un poco, coordinata: ma la fiamma durò poco coordinata: e la stufa scomparve.
j) La piccola sfregò il secondo fiammifero coordinata: e, attraverso il
muro di una casa, vide una tavola riccamente preparata.
k) La bambina, stupefatta, pensò subordinata: che l’attendeva un
delizioso pranzetto.
l ) Anche questa volta, il fiammifero si spense coordinata: e non restò
che il muro bianco e freddo.
m) La povera piccola accese un terzo fiammifero coordinata: e all’istante si trovò seduta sotto un magnifico albero di Natale.
121
n) Mille candeline brillavano coordinata: e immagini variopinte
danzavano attorno all’abete, coordinata: ma {subordinata: quando
la piccola alzò le mani} il fiammifero si spense.
o) Tutte le candele salirono in alto verso il cielo coordinata: e la piccola fiammiferaia si accorse subordinata: che non erano che stelle.
p) La bambina pensò alla nonna subordinata: che le parlava delle
stelle, coordinata alla subordinata: e che era tanto buona, coordinata alla subordinata: ma purtroppo non era più al mondo.
q) subordinata: Quando la bambina sfregò un altro fiammifero sul
muro, principale: apparve una grande luce.
r) In quel momento la piccola vide la nonna tanto dolce e gentile subordinata: che le sorrideva.
Esercizio 15
Le interrogative indirette sono normalmente distinte terminologicamente dalle soggettive e dalle oggettive, ma hanno funzione di
soggetto o di oggetto diretto.
a) Gli hanno detto principale che sua zia non sta più male dipendente (argomentale, oggettiva).
b) Non so principale se uscirò di casa dipendente (argomentale, interrogativa indiretta).
c) Paola non andò alla festa principale che non sapeva nulla dipendente (relativa non restrittiva).
d ) Mio padre ha smesso di sciare principale dopo aver avuto un incidente in montagna dipendente (circostanziale, temporale).
e) Non so principale perché tua sorella non sia partita dipendente
(argomentale, interrogativa indiretta).
f ) Maria non è partita principale perché era malata dipendente
(circostanziale, causale).
g) Giovanna è andata all’edicola principale per comprare il giornale
dipendente (circostanziale, finale).
h) Giovanna è andata all’edicola principale perché voleva comprare
il giornale dipendente (circostanziale, causale).
i) Non mi pare principale che sia falso ciò dipendente (argomentale, soggettiva) che dici dipendente (relativa restrittiva).
j) Non ha capito quello principale che gli hai detto dipendente (relativa restrittiva).
122
k) Mio fratello ha detto principale che sarebbe ripartito presto dipendente (argomentale, oggettiva) quando è arrivato dipendente
(circostanziale, temporale).
l ) Non so principale quando sia arrivato tuo fratello dipendente
(argomentale, interrogativa indiretta).
m) Claudio ha detto a sua sorella principale di tornare presto dipendente (argomentale, oggettiva).
n) Maria ha telefonato a sua sorella principale per sapere l’ora della
sua partenza dipendente (circostanziale, finale).
o) Mi ha chiesto principale perché non fossi arrivata all’ora stabilita
dipendente (argomentale, interrogativa indiretta).
p) Sono arrivata in ritardo principale perché ho perso l’autobus dipendente (circostanziale, causale).
Esercizio 16
a) Scissa; b) dislocata a sinistra; c) dislocata a sinistra; d ) dislocata a
destra; e) dislocata a destra; f ) con focus contrastivo; g) scissa; h)
con focus contrastivo; i) con tema sospeso.
Esercizio 17
Lingua A, inglese. Tipo SVO. Il verbo si trova in seconda posizione
nella frase, dopo il soggetto (come in a ed e); precede l’oggetto diretto (a) e di norma anche gli altri complementi (e). Coerentemente con il tipo SVO, l’ausiliare precede il verbo principale (is eating
in a). Nel caso dei modificatori di teste nominali, l’inglese presenta
alcune incoerenze. Ricordiamo che l’ordine generalmente osservato
nelle lingue SVO è quello in cui il modificatore segue la testa, come
nell’italiano il libro di Giovanni (NG secondo la terminologia di
Greenberg, 1976) o un ragazzo alto (NA). In inglese possiamo osservare in primo luogo che, nel caso che il modificatore sia un sostantivo, troviamo due ordini differenti: in b, dove il rapporto di
dipendenza è indicato dal clitico ’s, abbiamo l’ordine GN, non coerente con il tipo SVO, mentre in c, dove il rapporto è indicato dalla
preposizione of, abbiamo l’ordine coerente NG. Nel caso di aggettivi attributivi l’ordine è sempre quello esemplificato in d, cioè AN,
non coerente con il tipo SVO. Nell’esempio e notiamo infine la
123
presenza di una preposizione, under, coerentemente con l’ordine
SVO (cfr. anche la preposizione of in c).
Lingua B, turco. Tipo SOV. Il verbo si trova in ultima posizione nella
frase, come si vede in a ed e, e segue sia il soggetto, che si trova all’inizio della frase sia l’oggetto diretto, come in a, o gli altri complementi,
come in e. I modificatori di testa nominale precedono sempre la testa: troviamo quindi gli ordini GN, come in b e c, e AN, come in d.
Nell’esempio e troviamo inoltre la posposizione alt, ‘sotto’. Tutte le
caratteristiche rilevate del turco sono coerenti con il tipo SOV.
Lingua C, irlandese moderno. Tipo VSO. Il verbo si trova in prima
posizione nella frase e precede sia il soggetto, che è immediatamente postverbale, sia l’oggetto diretto, come in a, o gli altri complementi, come in e. I modificatori di testa nominale seguono sempre
la testa, come possiamo riscontrare da b e c (ordine NG) e da d (ordine NA). In e troviamo inoltre una preposizione. Tutte le caratteristiche dell’irlandese moderno evidenziate negli esempi sono coerenti con il tipo VSO.
Lingua D, giapponese. Tipo SOV. Come in turco, il verbo si trova
in ultima posizione nella frase, seguendo sia il soggetto sia l’oggetto
diretto, come in a, o gli altri complementi, come in e. In a troviamo
inoltre una forma verbale perifrastica, tabete iru, ‘sta mangiando’,
in cui il verbo principale precede l’ausiliare, coerentemente con il
tipo SOV. I modificatori di teste nominali precedono la testa; l’ordine è quindi GN in b e c e AN in d. L’esempio e contiene una posposizione, shita, ‘sotto’. Anche i dati del giapponese sono tutti coerenti con il tipo a cui esso appartiene.
Esercizio 18
a) il film, l’; b) Genova, ci; c) alla sua amica, le; d ) di libri belli, ne;
e) la medicina, l’; f ) la medicina, l’; g) a te, te; questo, l’; h) io, mi;
l’, lui.
6.5. Lessico, semantica e pragmatica
Nel dare la soluzione degli esercizi si adotta il modello di rapporti
di significato presentato in Berruto (1976). In particolare, secondo
questo modello si ha un rapporto di antonimia quando due parole
124
indicano i due estremi di una dimensione graduabile, e tra le due
parole X e Y intercorre la seguente relazione: X implica non-Y,
non-X non implica Y; si ha un rapporto di complementarità tra due
parole quando l’una è la negazione dell’altra (X implica non-Y,
non-X implica Y); si ha un rapporto di inversione quando due parole rappresentano una stessa realtà vista da opposti punti di vista:
se A è nella relazione X con B, allora B è nella relazione Y con A. Bisogna inoltre osservare che la relazione di sinonimia non è praticamente mai completa, nel senso che praticamente mai due parole
possono essere sostituite l’una all’altra in tutti i contesti, senza variazioni di tipo stilistico, diafasico, diastratico, diatopico, diacronico o diamesico.
Esercizio 1
a) mela è iponimo di frutto
b) divano e sofà sono sinonimi
c) pillola e pastiglia sono in molti contesti sinonimi
d ) porta ‘uscio’ e porta ‘terza persona singolare del presente indicativo di portare’ sono omografi e omofoni
e) ancora ‘strumento per tenere ferma una barca’ e ancora ‘di nuovo’ sono omografi ma non omofoni
f ) giochi ‘seconda persona del presente del verbo giocare’ e giochi
‘plurale di gioco’ sono omografi e omofoni
g) principi ‘plurale di principe’ e principi ‘plurale di principio’ sono
omografi ma non omofoni
h) carciofo è iponimo di ortaggio
i) cane e cavallo sono coiponimi di quadrupede, mammifero, animale...
j) gatto è iperonimo di soriano
k) cavallo e destriero sono sinonimi ma appartengono a registri diversi
l ) amo ‘prima persona del verbo amare’ e amo ‘strumento da pesca’
sono omografi e omofoni
m) libro e volume sono sinonimi in alcuni contesti
n) animale è iperonimo di mammifero
o) garofano e margherita sono coiponimi di fiore
125
Esercizio 2
a) Mammifero e pesce sono coiponimi di un iperonimo non presentato nei dati (animale).
Le altre parole sono legate fra loro da rapporti di iponimia e iperonimia nel modo seguente:
pesce
mammifero
equino
felino
leone
cetaceo
delfino
gatto
balena
b) Treno, automobile e aeroplano sono coiponimi di un iperonimo
non presentato nei dati (il lessema complesso mezzo di trasporto).
Le altre parole sono legate fra loro da rapporti di iponimia e iperonimia nel modo seguente:
treno
aereoplano
automobile
Mercedes
Fiat
Cinquecento
Panda
Esercizio 3
Caldo ha come antonimo freddo; alto ha come antonimo basso;
bianco ha come antonimo nero; acceso ha come complementare
spento; vivo ha come complementare morto; aperto ha come antonimo chiuso; asciutto ha come antonimo bagnato; vendere ha come inverso comprare.
Esercizio 4
Giornale: quotidiano; babbo: papà; abitazione: casa; caseggiato: palazzo; genitrice: madre; neonato: bebè.
126
Esercizio 5
Albero: pino, quercia, faggio...
Calzatura: scarpa, stivale, sandalo...
Formaggio: grana, fontina, caciocavallo...
Fiore: tulipano, rosa, margherita...
Gioco: tombola, nascondino, briscola...
Corso d’acqua: fiume, torrente, ruscello...
Mammifero: cane, balena, mucca...
Esercizio 6
Zebra: mammifero; pioppo: albero; prosciutto: salume; nuoto: sport;
pesca: frutto; forchetta: posata.
Esercizio 7
a) gruccia, stampella, ometto...; b) presina, chiappino...; c) lavandino,
lavello, acquaio...; d ) pianella, ciabatta...; e) frappe, chiacchiere, bugie...
Esercizio 8
animato umano maschio enumerabile concreto
tavolo
zio
–
+
acqua
amore
cagna
nuoto
–
–
+
–
nuotata
margherita
neonato
pietra
–
–
folla
coraggio
frutta
+
–
?
–
–
+
+
+
–
–
+
+
–
–
–
+
–
+
–
+
+
+
+
+
+
–
–
–
+
+
+
–
+
+
+
?
–
razionale
+
–
?
127
Il tratto {razionale} può essere usato per distinguere lessemi caratterizzati dal tratto {umano}; non si considerano normalmente razionali i neonati. Si può discutere anche se i collettivi che indicano
gruppi di umani, come folla, debbano essere classificati come animati (e quindi come umani ed eventualmente come razionali) o
meno. Alcuni tratti dipendono da altri ({umano} e {maschio} da
{animato}, {razionale} da {umano}); quando è selezionato il valore
negativo del tratto sovraordinato non può essere selezionato nessun
valore del tratto dipendente. Nella soluzione, ciò è stato indicato
schermando in grigio le caselle corrispondenti.
Esercizio 9
a) metonimia; b) metonimia; c) metonimia; d ) metafora; e) metafora; f ) metafora; g) metafora; h) metonimia; i) metafora; j) metafora; k) metonimia; l ) metonimia; m) metafora; n) metonimia.
Esercizio 10
Due, che nella metafora si sovrappongono per mappatura. Ad
esempio, nell’espressione ‘la gamba del tavolo’, abbiamo un dominio di base, il corpo umano, e un dominio di arrivo, che comprende le parti di un manufatto. Per ulteriori approfondimenti su questo argomento cfr. Gaeta, Luraghi (2003, capp. 1 e 4).
Esercizio 11
Di questo esercizio non si riporta una soluzione univoca. Si consiglia di svolgerlo sotto forma di discussione di gruppo.
Esercizio 12
c.
Esercizio 13
b.
Esercizio 14
telefono: in inglese si è formato un composto con elementi neoclassici di origine greca; questo composto ha fatto da modello per
altre lingue indoeuropee (francese, italiano, spagnolo, neogreco, e
128
in parte tedesco), che hanno formato anch’esse composti neoclassici con gli stessi elementi; in tedesco una delle due forme è un composto con elementi nativi, calco strutturale del composto neoclassico delle altre lingue. Molte lingue non indoeuropee (ungherese,
turco, arabo, basco) hanno preso a prestito questa parola da una
lingua indoeuropea. Il finlandese ha fatto ricorso alla derivazione da
un verbo nativo. In giapponese si è formato un composto neoclassico con elementi legati di origine cinese.
televisione: in francese è stato formato un composto con un elemento nativo, vision, e uno neoclassico, télé-. Il composto francese
ha fatto da modello per altre lingue indoeuropee (inglese, italiano,
spagnolo, neogreco), che hanno formato un composto con i corrispondenti elementi. In tedesco, è stato formato un composto con
elementi nativi. Molte lingue non indoeuropee (ungherese, finlandese, arabo, turco, giapponese) hanno preso a prestito la parola da
una lingua indoeuropea. In diverse lingue, la parola per riferirsi all’apparecchio televisivo è stata abbreviata negli usi familiari e colloquiali. In basco la parola telebista è formata sul modello dello spagnolo, ma il secondo membro del composto, pur avendo origine
spagnola (la parola vista in spagnolo significa ‘vista’), non è lo stesso
termine che è usato come secondo membro nel composto spagnolo
che ha fatto da modello.
computer: l’inglese computer, derivato con un suffisso che forma
nomi di strumento dal verbo che significa ‘calcolare’, ha fatto da
modello per un calco strutturale in molte lingue (it. calcolatore, sp.
computador / computadora, ted. Rechner, neogr. ipolojistis, basco
konputagailu) ed è stato preso a prestito in diverse lingue (dove
spesso il prestito coesiste con una forma nativa o con il calco). Il
francese ordinateur, adattamento di un deverbale di strumento già
latino, ha fatto da modello per il calco strutturale spagnolo ordenador e per il basco ordenagailu ed è stato preso in prestito dall’arabo
tunisino (accanto alla voce inglese).
In ungherese e finlandese sono stati formati composti nativi che
hanno come testa un elemento che significa ‘macchina’.
In turco è stato formato un composto da basi del lessico nativo.
mouse: in inglese questo strumento è stato denominato con un’estensione metaforica del significato della parola il cui significato di
129
base è ‘topo’, in base a una somiglianza nella forma tra lo strumento
e l’animale. Questa metafora ha fatto da modello per un calco semantico in moltissime lingue, indoeuropee e non. Altre lingue hanno invece preso a prestito la voce inglese, a volte adattandola ortograficamente e fonologicamente.
Esercizio 15
a) referenziale; b) conativa; c) conativa; d ) conativa; e) metalinguistica; f ) fatica; g) emotiva; h) poetica; i) referenziale; j) emotiva; k)
conativa; l ) poetica; m) metalinguistica.
Si ricorda che normalmente un testo ha più funzioni; qui si è indicata la funzione che si ritiene prevalente, anche se non esclusiva.
In particolare, si può osservare che i testi pubblicitari hanno sempre una componente conativa e quelli poetici sempre una componente poetica; tuttavia, nel testo pubblicitario l abbiamo ritenuto
prevalente la funzione poetica e nel testo poetico j la funzione
emotiva.
Esercizio 16
Funzione prevalentemente referenziale: enunciati 2, 5, 12, 13.
Funzione fatica: enunciati 1, 9, 10.
Funzione conativa: 3, 4, 7, 11, 14.
Abbiamo considerato prevalentemente conativi gli enunciati 3, 4 e
11, che costituiscono richieste di informazione, e che hanno anche
funzione referenziale, e l’enunciato 14, che abbiamo interpretato
come invito ad agire.
Esercizio 17
2: ahah sì... senta
5: dunque... ecco... allora... dunque_ diciamo
Esercizio 18
a) Funzioni degli enunciati:
1, 2, 6, 8, 10, 12, 14: funzione fatica
4, 5, 7, 9 + 11, 13, 16, 18, 20 22: funzione referenziale
3, 15, 17, 19, 21: funzione conativa
130
b) 3, 17, 19, 21: domanda
4, 5, 7, 9 + 11, 13, 16, 18, 20, 22: affermazione/asserzione
15: richiesta
c) 3, 19: interrogativa sì-no (o polare o totale o chiusa)
21: interrogativa wh- (o parziale o aperta)
5, 7, 9 + 11, 13, 15, 16, 17, 18, 20, 22: dichiarativa
d ) Costituiscono segnali discorsivi i seguenti elementi:
senta nell’enunciato 5;
i sì degli enunciati 6, 8, 10, 12, 14 (ma non quelli degli enunciati 4 e
20, che costituiscono risposte a domande);
la sequenza guardi, signora dell’enunciato 18.
Esercizio 19
a) Interrogativa, richiesta; b) imperativa, ordine; c) dichiarativa, asserzione; d ) imperativa, richiesta; e) dichiarativa, asserzione; f ) imperativa, ordine o richiesta (a seconda della relazione fra emittente e
destinatario); g) interrogativa, domanda; h) interrogativa, domanda.
Esercizio 20
a) Performativo; b) performativo; c) performativo; d ) performativo; e) constatativo; f ) constatativo, g) performativo; h) constatativo; i) performativo; j) constatativo; k) performativo; l ) performativo; m) constatativo; n) performativo; o) constatativo; p) performativo.
Esercizio 21
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
i)
j)
Tema: Mario, Soggetto: Mario; Agente: Mario;
Tema: il mio libro, Soggetto: tu; Agente: tu;
Tema: il caffelatte, Soggetto: Mario; Agente: Mario;
Tema: a casa, Soggetto: io; Agente: io;
Tema: il museo, Soggetto: il museo; Agente: non pertinente;
Tema: questo libro, Soggetto: questo libro; Agente: tutti i ragazzi;
Tema: tutti i ragazzi, Soggetto: tutti i ragazzi; Agente: tutti i ragazzi;
Tema: questo libro, Soggetto: tutti i ragazzi; Agente: tutti i ragazzi;
Tema: quanto a me, Soggetto: io; Agente: io;
Tema: Giovanni, Soggetto: tutti; Agente: tutti.
131
Esercizio 22
a) Il parlante crede o vuol far credere l’interlocutore nell’esistenza
fisica di Babbo Natale.
b) I due di cui si parla avevano avuto uno screzio.
c) X e Y sono viste come entità distinte, e il parlante presuppone
che possa esistere una relazione tra le due entità.
d ) Esiste la figura del presidente della Repubblica italiana, esiste
Carlo Azeglio Ciampi.
e) Esiste tra il parlante e l’interlocutore una qualche forma di gerarchia, per cui il parlante può dare ordini all’interlocutore.
f ) Esiste una serie storica sufficientemente estesa dalla quale si
evince che l’evento di cui si parla ha una ciclicità di trent’anni.
g) Il parlante crede che la persona a cui è rivolta la domanda sarebbe dovuta andare a scuola il giorno prima.
h) La persona che rivolge la domanda porta/possiede un paio di
occhiali.
i) Il parlante è stato a Parigi; Maria ha un fratello.
j) C’è qualcosa che parlante e ascoltatore hanno già fatto almeno
un’altra volta, di non banale, e c’era il rischio che in questa occasione i due non riuscissero a fare o a finire in tempo questa cosa.
132
Appendice 1
Alfabeto fonetico internazionale (revisione del 1993)
CONSONANTI (POLMONARI)
Bilabiali Labiodentali Dentali Alveolari Postalveolari Retrofl
Plosive
Palatali
Velari
Uvulari
Faringali Glottidali
esse
pb
Nasali
Vibranti
Monovibranti
Fricative
Laterali
fricative
Approssimanti
Laterali
Quando appare una coppia dei simboli, quello a destra rappresenta una consonante sonora. Le aree in grigio indicano articolazioni considerate impossibili.
CONSONANTI (NON-POLMONARI)
Clicks
Implosive sonore Eiettive
Bilabiale
Bilabiale
come in:
Dentale
Dentale/alveolare
(Post) alveolare
Palatale
Palatoalveolare
Alveolare
laterale
Velare
Bilabiale
Dentale/
alveolare
Velare
Fricativa
alveolare
Uvulare
VOCALI
Anteriori
Chiuse
Centrali
Posteriori
Semichiuse
Semiaperte
Aperte
Quando appare una coppia di simboli, quello
a destra rappresenta una vocale arrotondata.
ALTRI SIMBOLI
SOPRASEGMENTALI
TONI E ACCENTI DI PAROLA
Accento primario
LIVELLO ANDAMENTO
Accento
secondario
Ascendente
o Altissimo o
Lunga
Discendente
Alto
Semi-lunga
Ascendente
Medio
Brevissima
Alto
Confine
Ascendente
Basso
di sillaba
Basso
Ascendente
Gruppo minore (piede)
Bassissimo
Discendente
Gruppo maggiore (intonazione) Abbassato
Ascesa globale
Legamento (assenza di confine) Innalzato
Discesa globale
DIACRITICI i diacritici si possono collocare al di sopra
del simbolo se questo scende sotto il rigo, p.es.
Sonoro
Dentale
Sordo
mormorato
Sonoro
Apicale
Sonoro
laringalizzato
Aspirato
Linguolabiale
Laminale
Più arrotondato
Labializzato
Nasalizzato
Meno arrotondato
Palatalizzato
Rilascio nasale
Avanzato
Velarizzato
Rilascio laterale
Arretrato
Faringalizzato
Fricative
Fricativa labio-velare sorda
alveolo-palatali
Monovibrante
Approssimante
Centralizzato
alveolare laterale
labio-velare sonora
Simultae
Approssimante
Semi-centralizzato
neamente
labio-palatale sonora
Le affricate e le articolazioni
Fricativa epiglottidale sorda doppie si possono rappresentare
Sillabico
Fricativa epiglottidale sonora con due simboli uniti da un
legamento, se è necessario.
Non sillabico
Plosiva epiglottidale
Rotacizzato
Rilascio non udibile
Velarizzato
o faringalizzato
Innalzato
Abbassato
fricativa alveolare
sonora
approssimante
bilabiale sonora
Radice della lingua avanzata
Radice della lingua arretrata
Fonte: adattata, da Intenational Phonetic Association (1993), in Albano Leoni, Maturi (2002).
133
Appendice 2
Rappresentazione schematica dell’apparato fonatorio
cavità nasali
palato duro
denti
dorso
radice
apice
ugola
lingua
laringe
faringe
labbra
alveoli
velo
del palato
pliche
vocali
trachea
bronchi
polmoni
Fonte: Albano Leoni, Maturi (2002).
135
Bibliografia
Fonti dei dati
Semiotica Le figure dell’esercizio 3 sono tratte da p. diadori, Senza
parole. 100 gesti degli italiani, Bonacci, Roma 19902. Le figure dell’esercizio 4 sono tratte dal Dizionario bilingue elementare della lingua
italiana dei segni, a cura di E. Radutzky, Kappa, Roma 1992. La figura
dell’esercizio 9, punto b è stata scaricata da Internet ed è tratta da l. barone et al., L’integrazione scolastica e sociale dei bambini minorati dell’udito, utet, Torino 1996. La figura dell’esercizio 9, punto c è tratta da e.
capanna, d. mainardi, e. sparvoli, Biologia, Laterza, Roma-Bari
1984. Tutte le altre immagini che appaiono in questo capitolo sono state scaricate da Internet.
Morfologia Per l’esercizio 12, i dati del vogul e dell’arabo sono tratti da j.
t. jensen, Morphology, Benjamins, Amsterdam-Philadelphia 1990. Gli
elenchi di parole usati per gli esercizi 15-24 e per le loro soluzioni sono stati tratti dal disc, da de mauro (1999), da dardano (1978) e da grossmann, rainer (2004).
Sintassi Il testo della fiaba La piccola fiammiferaia di Hans Christian
Andersen usato per l’esercizio 14 è stato scaricato da Internet: http://
www.pinu.it/la%20fiammiferaia.htm.
Lessico, semantica e pragmatica La soluzione dell’esercizio 7 è stata
svolta con l’aiuto di de mauro (1999). I dati dell’esercizio 11 sono stati
tratti da Il dizionario della lingua italiana per il terzo millennio, di t. de
mauro, consultabile sul sito http://www.demauroparavia.it/. I dati dell’esercizio 14 sono stati raccolti utilizzando numerosi dizionari delle lingue
analizzate e con l’aiuto di numerosi informanti. I testi usati per gli esercizi
16-18 sono tratti dal lip (de mauro et al., 1993).
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