Statuto 2016 ultima.cdr

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BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI OSTUNI
Società Cooperativa
Iscritta all’Albo delle Società Cooperative al n. A157302
OSTUNI (BR) - Largo Mons. Italo Pignatelli, 2
approvato dal Consiglio di Amministrazione
giusta verbale a rogito del Notaio Cristina
Capozzi di Ostuni, 29 dicembre 2015, repertorio n° 12482, raccolta 6608, registrato in Ostuni
presso l’Agenzia delle Entrate il 30 dicembre
2015 al n° 4796, iscritto nel Registro delle
Imprese presso la C. C. I. A. A. di Brindisi il 22
gennaio 2016.
TITOLO I
COSTITUZIONE - DENOMINAZIONE E SCOPO MUTUALISTICO PRINCIPI ISPIRATORI - SEDE - COMPETENZA TERRITORIALE - DURATA
Art. 1
DENOMINAZIONE. SCOPO MUTUALISTICO
È costituita una società cooperativa per azioni denominata “Banca di Credito
Cooperativo di Ostuni - Società cooperativa”.
La Banca di Credito Cooperativo di Ostuni è una società cooperativa a mutualità
prevalente.
Art. 2
PRINCIPI ISPIRATORI
Nell'esercizio della sua attività, la Società si ispira ai principi cooperativi della
mutualità senza fini di speculazione privata. Essa ha lo scopo di favorire i soci e gli
appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo
il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e
promuovendo lo sviluppo della cooperazione e l'educazione al risparmio e alla
previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del
territorio nel quale opera.
La Società si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di
costruire il bene comune. È altresì impegnata ad agire in coerenza con la Carta dei
Valori del Credito Cooperativo e a rendere effettivi forme adeguate di democrazia
economico-finanziaria e lo scambio mutualistico tra i soci nonché la partecipazione
degli stessi alla vita sociale.
Art. 3
SEDE E COMPETENZA TERRITORIALE
La Società ha sede nel Comune di Ostuni.
La competenza territoriale, ai sensi delle disposizioni di vigilanza, comprende il
territorio di detto Comune, dei Comuni ove la Società ha proprie succursali, nonché dei
Comuni ad essi limitrofi.
Art. 4
ADESIONE ALLE FEDERAZIONI
La Società aderisce alla Federazione delle Banche di Credito Cooperativo di
Puglia e Basilicata e per il tramite di questa alla Federazione Nazionale e alla
associazione nazionale di rappresentanza del movimento cooperativo alla quale
questa, a sua volta, aderisce.
La Società si avvale preferenzialmente dei servizi bancari e finanziari offerti dagli
organismi promossi dalla categoria, nel rispetto delle norme poste a tutela della
concorrenza.
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Art. 5
DURATA
La durata della Società è fissata al trentuno (31) dicembre duemilaventi (2020) e potrà
essere prorogata una o più volte con delibera dell'assemblea straordinaria.
TITOLO II
SOCI
Art. 6
AMMISSIBILITÀ A SOCIO
Possono essere ammessi a socio le persone fisiche e giuridiche, le società di ogni
tipo regolarmente costituite, i consorzi, gli enti e le associazioni, che risiedono o
svolgono la loro attività in via continuativa nella zona di competenza territoriale della
Società. Per i soggetti diversi dalle persone fisiche si tiene conto dell'ubicazione della
sede legale, della direzione, degli stabilimenti o di altre unità operative.
È fatto obbligo al socio di comunicare ogni variazione che comporti il venir meno dei
requisiti di cui al comma precedente.
I soci diversi dalle persone fisiche devono designare per iscritto la persona fisica,
scelta tra gli amministratori, autorizzata a rappresentarli; qualsiasi modificazione a detta
designazione è inopponibile alla Società finché non sia stata ad essa formalmente
comunicata.
I rappresentanti legali dei soci e quelli designati ai sensi del comma precedente
esercitano tutti i diritti sociali spettanti ai loro rappresentati, ma non sono eleggibili, in
tale veste, alle cariche sociali.
Art. 7
LIMITAZIONI ALL' ACQUISTO DELLA QUALITÀ DI SOCIO
Non possono far parte della Società i soggetti che:
a) siano interdetti, inabilitati, falliti;
b) non siano in possesso dei requisiti determinati ai sensi del D. Lgs. 1° settembre
1993, n. 385;
c) svolgano, a giudizio del consiglio di amministrazione, attività in concorrenza
con la Società;
d) siano, a giudizio del consiglio di amministrazione, inadempienti verso la
Società o abbiano costretto quest'ultima ad atti giudiziari per l'adempimento di
obbligazioni da essi assunte nei suoi confronti.
Art. 8
PROCEDURA DI AMMISSIONE A SOCIO
Per l'ammissione a socio, l'aspirante socio deve presentare al consiglio di amministrazione una domanda scritta contenente, oltre al numero delle azioni richieste in
sottoscrizione o acquistate, le informazioni e dichiarazioni dovute ai sensi del presente statuto o richieste dalla Società in via generale.
Il consiglio di amministrazione decide sulla richiesta di ammissione entro il termine di
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novanta giorni dal suo ricevimento e dispone la comunicazione della deliberazione all'interessato. In caso di accoglimento, unitamente alla comunicazione della delibera, il
consiglio provvede immediatamente ad informare l'interessato che dovrà effettuare il
versamento integrale dell'importo delle azioni sottoscritte e dell'eventuale sovrapprezzo
nel termine perentorio di sessanta giorni dal ricevimento della delibera. Verificato
l'avvenuto versamento degli importi dovuti, è disposta l'annotazione della delibera nel
libro dei soci, a far tempo dalla quale si acquista la qualità di socio.
Nessun socio può possedere azioni per un valore nominale complessivo
eccedente i limiti fissati dalla legge.
Gli amministratori nella relazione al bilancio illustrano le ragioni delle determinazioni
assunte con riguardo all'ammissione di nuovi soci.
Art. 9
DIRITTI E DOVERI DEI SOCI
I soci, che a norma delle disposizioni precedenti sono stati ammessi nella Società ed
iscritti nel libro soci, esercitano i diritti sociali e patrimoniali e:
a) intervengono in assemblea ed esercitano il diritto di voto, secondo quanto
stabilito dall'art. 25;
b) partecipano al dividendo deliberato dall'assemblea a partire dal mese successivo a quello di acquisto della qualità di socio e nel caso di sottoscrizione di
nuove azioni a quello successivo al pagamento delle azioni stesse;
c) hanno diritto di usufruire dei servizi e dei vantaggi offerti dalla Società ai propri
soci nei modi e nei limiti fissati dai regolamenti e dalle deliberazioni sociali.
I dividendi non riscossi entro il quinquennio dal giorno in cui divengono esigibili
restano devoluti alla Società ed imputati alla riserva legale.
I soci hanno l'obbligo di osservare lo statuto, i regolamenti e le deliberazioni degli organi
sociali e di collaborare al buon andamento della Società, operando in modo significativo,
partecipando all'assemblea e favorendo in ogni modo gli interessi sociali.
Art. 10
DOMICILIAZIONE DEI SOCI
I soci, per quanto concerne ogni rapporto con la Società e ad ogni altro effetto di legge
e del presente statuto, si ritengono domiciliati all'indirizzo risultante dal libro dei soci.
Art. 11
PERDITA DELLA QUALITÀ DI SOCIO
La qualità di socio si perde con la morte, col recesso e con l'esclusione.
Art. 12
MORTE DEL SOCIO
In caso di morte del socio, qualora gli eredi non abbiano richiesto, nel termine di un
anno dalla data del decesso del de cuius, il trasferimento delle azioni a nome di uno fra di
essi designato, o detto trasferimento non sia stato approvato dal consiglio di amministrazione, la Società provvederà al rimborso delle azioni ai sensi del successivo art. 15.
In pendenza del termine di cui al comma precedente, i coeredi dovranno
designare un rappresentante comune che tuttavia, in tale qualità, non può partecipare all'assemblea e non è eleggibile alle cariche sociali.
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Art. 13
RECESSO DEL SOCIO
Oltre che negli altri casi previsti dalla legge, il socio ha diritto di recedere dalla Società,
qualora non abbia concorso alle deliberazioni assembleari riguardanti la fusione con
banche di diversa natura ai sensi dell'art. 36 del Testo Unico bancario, nonché nell'ipotesi in
cui siano venuti meno I requisiti di cui all'art. 6. Il recesso non può essere parziale.
La relativa dichiarazione deve farsi per iscritto con lettera raccomandata diretta al
consiglio di amministrazione che dovrà esaminarla entro sessanta giorni dal
ricevimento e comunicarne gli esiti al socio.
Il socio può altresì richiedere, con le formalità di cui al comma precedente, di recedere
dalla Società, oltre che nel caso in cui il consiglio di amministrazione non abbia autorizzato il trasferimento delle azioni da lui possedute ad altro soggetto non socio, nel caso
di dissenso dalle deliberazioni aventi ad oggetto la proroga della durata della società.
Nei casi di cui al comma precedente, il consiglio di amministrazione, sentito il collegio
sindacale e tenuto conto della situazione economica e patrimoniale della Società, deve
deliberare entro sessanta giorni dal ricevimento della relativa richiesta.
Il recesso produce effetto dal momento della comunicazione al socio del provvedimento di accoglimento della richiesta.
Con riferimento ai rapporti mutualistici il recesso ha effetto con la chiusura
dell'esercizio in corso, se comunicato tre mesi prima, e, in caso contrario, con la
chiusura dell'esercizio successivo.
Nei casi previsti dal terzo comma il recesso non può essere esercitato, e la relativa
richiesta non ha comunque effetto, prima che il socio abbia adempiuto tutte le sue
obbligazioni verso la Società.
Art. 14
ESCLUSIONE DEL SOCIO
Il consiglio di amministrazione, previo accertamento delle circostanze che seguono,
pronuncia l'esclusione dei soci:
– che siano privi dei requisiti di cui all'art. 6, nonché quelli che vengano a trovarsi
nelle condizioni di cui alle lett. a) e b) dell'art. 7;
– nei cui confronti sia stata pronunciata, in primo grado, sentenza di condanna a
seguito dell'esercizio dell'azione di responsabilità nella loro qualità di
amministratori, di sindaci o di direttori;
Il consiglio di amministrazione, con deliberazione presa a maggioranza dei suoi
componenti, può altresì escludere dalla Società il socio che:
a) abbia arrecato in qualsiasi modo danno alla Società o svolga attività in concorrenza con la stessa;
b) in relazione a gravi inadempienze, abbia costretto la Società ad assumere provvedimenti per l'adempimento delle obbligazioni a qualunque titolo contratte con essa;
c) sia stato interdetto dall'emissione di assegni bancari;
d) abbia mostrato, nonostante specifico richiamo del consiglio di amministrazione,
palese e ripetuto disinteresse per l'attività della Società, omettendo di operare in
modo significativo con essa.
Nei casi diversi da quelli previsti dalla legge l'esclusione del socio è deliberata tenuto
conto della situazione economica e patrimoniale della Società.
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Il provvedimento di esclusione è comunicato al socio con lettera raccomandata ed è
immediatamente esecutivo. Il socio può ricorrere, nel termine di trenta giorni dalla
comunicazione, al collegio dei probiviri. Resta convenzionalmente esclusa la possibilità
di sospensione del provvedimento impugnato.
Contro l'esclusione il socio può proporre opposizione al tribunale.
Art. 15
LIQUIDAZIONE DELLA QUOTA DEL SOCIO
Il socio receduto o escluso o gli aventi causa del socio defunto hanno diritto soltanto al
rimborso del valore nominale delle azioni e del sovrapprezzo versato in sede di
sottoscrizione delle azioni, detratti gli utilizzi per copertura di eventuali perdite quali
risultano dai bilanci precedenti e da quello dell'esercizio in cui il rapporto sociale si è
sciolto limitatamente al socio.
Il pagamento deve essere eseguito entro centottanta giorni dall'approvazione
del bilancio stesso ed il relativo importo è posto a disposizione degli aventi diritto
in un conto infruttifero.
Fermo restando quanto previsto dal primo comma, è comunque vietata la
distribuzione di riserve.
Le somme non riscosse entro cinque anni dal giorno in cui divengono esigibili restano
devolute alla Società ed imputate alla riserva legale.
TITOLO III
OGGETTO SOCIALE - OPERATIVITÀ
Art. 16
OGGETTO SOCIALE
La Società ha per oggetto la raccolta del risparmio e l'esercizio del credito nelle sue
varie forme. Essa può compiere, con l'osservanza delle disposizioni vigenti, tutte le
operazioni e i servizi bancari e finanziari consentiti, nonché ogni altra operazione
strumentale o comunque connessa al raggiungimento dello scopo sociale, in
conformità alle disposizioni emanate dall'Autorità di Vigilanza.
La Società svolge le proprie attività anche nei confronti dei terzi non soci.
La Società può emettere obbligazioni e altri strumenti finanziari conformemente alle
vigenti disposizioni normative.
La Società, con le autorizzazioni di legge, può svolgere l'attività di negoziazione di
strumenti finanziari per conto terzi, a condizione che il committente anticipi il prezzo,
in caso di acquisto, o consegni preventivamente I titoli, in caso di vendita.
Nell'esercizio dell'attività in cambi e nell'utilizzo di contratti a termine e di altri
prodotti derivati, la Società non assumerà posizioni speculative e conterrà la propria
posizione netta complessiva in cambi entro i limiti fissati dall'Autorità di Vigilanza.
Essa potrà inoltre offrire alla clientela contratti a termine, su titoli e valute, e altri
prodotti derivati se realizzano una copertura dei rischi derivanti da altre operazioni.
In ogni caso la Società non potrà remunerare gli strumenti finanziari riservati in
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sottoscrizione ai soci in misura superiore a due punti rispetto al limite massimo previsto
per i dividendi.
La Società potrà assumere partecipazioni nei limiti determinati dall'Autorità di
Vigilanza.
Art. 17
OPERATIVITÀ NELLA ZONA DI COMPETENZA TERRITORIALE
La Società assume, nell'ambito della zona di competenza territoriale, attività di
rischio prevalentemente nei confronti dei propri soci.
La previsione di cui al comma precedente è rispettata quando più del 50% delle attività
di rischio è destinata a soci e/o ad attività prive di rischio, secondo i criteri stabiliti
dall'Autorità di Vigilanza.
Le attività di rischio assistite da garanzia rilasciata da un socio della Società sono
considerate attività di rischio verso soci, a condizione che la garanzia prestata sia
personale, esplicita e incondizionata.
Le attività di rischio non destinate ai soci sono assunte nei confronti di soggetti che
siano comunque residenti o operanti nella zona di competenza territoriale.
Art. 18
OPERATIVITÀ FUORI DELLA ZONA DI COMPETENZA TERRITORIALE
Una quota non superiore al 5% del totale delle attività di rischio potrà essere assunta
al di fuori della zona di competenza territoriale.
Ai fini di quanto disposto dal comma precedente, non rientrano nel limite della
competenza territoriale le attività di rischio nei confronti di altre banche e le attività prive
di rischio, secondo I criteri stabiliti dall'Autorità di Vigilanza.
TITOLO IV
PATRIMONIO - CAPITALE SOCIALE - AZIONI
Art. 19
PATRIMONIO
Il patrimonio della Società è costituito:
a) dal capitale sociale;
b) dalla riserva legale;
c) dalla riserva da sovrapprezzo azioni;
d) da ogni altra riserva avente destinazione generica o specifica alimentata da utili netti.
Art. 20
CAPITALE SOCIALE
Il capitale sociale è variabile ed è costituito da azioni del valore nominale di Euro due e
centesimi cinquantotto ciascuna, che possono essere emesse, in linea di principio,
illimitatamente.
Art. 21
AZIONI E TRASFERIMENTO DELLE MEDESIME
Le azioni sono nominative ed indivisibili, e non sono consentite cointestazioni; esse
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non possono essere cedute a non soci senza l'autorizzazione del consiglio di amministrazione, che esaminerà preventivamente la domanda di ammissione dell'aspirante
socio nei termini e con le modalità di cui all'art. 8.
In caso di cessione di azioni fra soci, le parti contraenti, entro trenta giorni dalla
cessione, debbono con lettera raccomandata comunicare alla Società il trasferimento
e chiedere le relative variazioni del libro dei soci.
Le azioni non possono essere sottoposte a pegno o vincoli di qualsiasi natura senza
la preventiva autorizzazione del consiglio di amministrazione; è inoltre vietato fare
anticipazioni sulle stesse.
La Società non emette i titoli azionari e la qualità di socio risulta dall'iscrizione nel
libro dei soci.
Art. 22
SOVRAPPREZZO
L'assemblea può determinare annualmente, su proposta del consiglio di
amministrazione, l'importo (sovrapprezzo) che, deve essere versato in aggiunta al
valore nominale di ogni azione sottoscritta dai nuovi soci.
Il sovrapprezzo è imputato all'apposita riserva, che non potrà essere utilizzata per
la rivalutazione delle azioni.
TITOLO V
ORGANI SOCIALI
Art. 23
ORGANI SOCIALI
Gli organi della Società, ai quali è demandato, secondo le rispettive competenze,
l'esercizio delle funzioni sociali sono:
a) l'Assemblea dei Soci;
b) il Consiglio di Amministrazione;
c) il Comitato Esecutivo, se nominato;
d) il Collegio Sindacale;
e) il Collegio dei Probiviri.
TITOLO VI
ASSEMBLEA DEI SOCI
Art. 24
CONVOCAZIONE DELL'ASSEMBLEA
L'assemblea regolarmente costituita rappresenta l'universalità dei soci, e le sue
deliberazioni obbligano i soci ancorché non intervenuti o dissenzienti.
L'assemblea dei soci è convocata dal consiglio di amministrazione presso la sede
della Società o in altro luogo indicato, purché in territorio italiano, mediante avviso di
convocazione contenente l'indicazione degli argomenti da trattare, del luogo, del giorno
e dell'ora dell'adunanza, da pubblicare almeno quindici giorni prima di quello fissato per
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l'assemblea nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana o in almeno uno dei
seguenti quotidiani:
a) La Gazzetta del Mezzogiorno;
b) Il Quotidiano.
In alternativa alla pubblicazione dell'avviso di convocazione, stabilita nel comma
precedente, il consiglio di amministrazione può disporre l'invio ai soci dell'avviso di
convocazione con mezzi che garantiscano la prova dell'avvenuto ricevimento,
almeno quindici giorni prima di quello fissato per l'assemblea.
Il consiglio dì amministrazione può comunque disporre che detto avviso sia affisso
in modo visibile nella sede sociale e nelle succursali della Società o inviato o
recapitato ai soci.
L'assemblea può essere indetta in seconda convocazione con lo stesso avviso,
non oltre trenta giorni dopo quello fissato per la prima convocazione.
Il consiglio di amministrazione deve inoltre convocare l'assemblea entro trenta
giorni da quando ne è fatta richiesta dal collegio sindacale o domanda da almeno un
decimo dei soci. La domanda deve essere sottoscritta da tutti i soci richiedenti, con
firma autenticata con le modalità di cui al terzo comma dell'art. 25, ed indicare gli
argomenti da trattarsi.
Art. 25
INTERVENTO E RAPPRESENTANZA IN ASSEMBLEA
Possono intervenire all'assemblea e hanno diritto di voto i soci iscritti nel libro dei soci
da almeno novanta giorni.
Ogni socio ha un voto, qualunque sia il numero delle azioni a lui intestate.
Il socio può farsi rappresentare da altro socio persona fisica che non sia
amministratore, sindaco o dipendente della Società, mediante delega scritta, contenente
il nome del rappresentante e nella quale la firma del delegante sia autenticata dal
presidente della Società o da un notaio. La firma dei deleganti potrà altresì essere
autenticata da amministratori o dipendenti della Società a ciò espressamente autorizzati
dal consiglio di amministrazione.
Ogni socio non può ricevere più di tre deleghe.
All'assemblea può intervenire e prendere la parola, senza diritto di voto, un
rappresentante della Federazione locale cui la Società aderisce ed un rappresentante della Federazione Nazionale (Federcasse).
All'assemblea potranno anche intervenire e prendere la parola, senza diritto di voto,
rappresentanti dei Fondi di Garanzia cui la Società aderisce, nei casi e secondo le
modalità previsti nello statuto dei Fondi medesimi.
Art. 26
PRESIDENZA DELL'ASSEMBLEA
L’assemblea, sia ordinaria che straordinaria, è presieduta dal presidente del
consiglio di amministrazione e, in caso di sua assenza o impedimento, da chi lo
sostituisce, ai sensi dell'art. 40 e, in caso di impedimento anche di questi, da un
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amministratore a ciò delegato dal consiglio ovvero, in mancanza anche di questi, da
persona designata dall'assemblea medesima.
Il presidente ha pieni poteri per la direzione dell'assemblea e, in particolare, per
l'accertamento della regolarità delle deleghe, del diritto degli intervenuti a partecipare
all'assemblea; per constatare se questa si sia regolarmente costituita ed in un numero
valido per deliberare; per dirigere e regolare la discussione nonché per accertare i
risultati delle votazioni. Nella conduzione dell'assemblea il presidente ha diritto di farsi
assistere da persona, anche non socio, designata dal consiglio di amministrazione, in
relazione alla materia oggetto della trattazione.
L'assemblea, su proposta del presidente, nomina fra i soci due o più scrutatori e un
segretario, anche non socio, salvo che nel caso delle assemblee straordinarie, o quando
il presidente lo reputi opportuno, in cui la funzione di segretario è assunta da un notaio.
Art. 27
COSTITUZIONE DELL'ASSEMBLEA
L'assemblea, tanto ordinaria che straordinaria, è validamente costituita in prima
convocazione con l'intervento in proprio e per rappresentanza di almeno un terzo dei
soci aventi diritto al voto e, in seconda convocazione, qualunque sia il numero dei soci
intervenuti, se ordinaria, e con l'intervento di almeno un quinto dei soci, se straordinaria.
Art. 28
MAGGIORANZE ASSEMBLEARI
L'assemblea ordinaria e straordinaria, sia in prima che in seconda convocazione,
delibera a maggioranza dei voti espressi.
La nomina delle cariche sociali avviene a maggioranza relativa; le modalità di
candidatura, eventualmente anche in rappresentanza dei più significativi ambiti
territoriali, e le modalità di espressione del voto sono disciplinate in un apposito
regolamento approvato dall'assemblea ordinaria su proposta del consiglio di
amministrazione. A parità di voti si intende eletto il più anziano di età.
Le votazioni in assemblea hanno luogo in modo palese e normalmente per alzata di
mano; per la nomina delle cariche sociali si procede a scrutinio segreto, salvo che
l'assemblea, su proposta del presidente, deliberi, con la maggioranza dei due terzi dei
voti espressi, di procedere con voto palese.
Se si procede a scrutinio segreto, nel caso previsto dal terzo comma, i soci che lo
desiderino possono far constare dal verbale il proprio voto o la propria astensione.
Art. 29
PROROGA DELL'ASSEMBLEA
Qualora la trattazione dell'ordine del giorno non si esaurisca in una sola seduta,
l'assemblea può essere prorogata dal presidente non oltre l'ottavo giorno successivo,
mediante dichiarazione da farsi all'adunanza e senza necessità di altro avviso.
Nella sua successiva seduta, l'assemblea si costituisce e delibera con le stesse
maggioranze stabilite per la validità della costituzione e delle deliberazioni
dell'assemblea di cui rappresenta la prosecuzione.
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Art. 30
ASSEMBLEA ORDINARIA
L'assemblea ordinaria è convocata almeno una volta l'anno, entro centoventi giorni
dalla chiusura dell'esercizio, per procedere, oltre che alla trattazione degli altri
argomenti posti all'ordine del giorno, all'approvazione del bilancio di esercizio.
L'assemblea ordinaria, oltre a stabilire i compensi spettanti agli organi dalla stessa
nominati, approva le politiche di remunerazione a favore dei consiglieri di
amministrazione, dei sindaci, di dipendenti o di collaboratori non legati alla società da
rapporti di lavoro subordinato, e le modifiche alle stesse, tenendo conto delle linee di
indirizzo formulate dalla Federazione locale cui la Società aderisce.
L'assemblea ordinaria approva, altresì, i criteri per la determinazione del compenso
da accordare al personale più rilevante, come definito dalla normativa anche
regolamentare pro tempore vigente, in caso di conclusione anticipata del rapporto di
lavoro o di cessazione anticipata dalla carica, ivi compresi i limiti fissati a detto
compenso in termini di annualità della remunerazione fissa e l'ammontare massimo
che deriva dalla loro applicazione.
Art. 31
VERBALE DELLE DELIBERAZIONI ASSEMBLEARI
Le deliberazioni dell'assemblea debbono risultare da apposito verbale sottoscritto
dal presidente, dal segretario o dal notaio, se nominato a tale incarico.
I verbali delle assemblee vengono trascritti sul libro dei verbali delle assemblee dei
soci e gli estratti del medesimo, certificati conformi dal presidente, fanno prova delle
adunanze e delle deliberazioni dell'assemblea.
TITOLO VII
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Art. 32
COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il consiglio di amministrazione è composto dal Presidente e da sei a otto
amministratori eletti dall'assemblea fra i soci, previa determinazione del loro numero.
Non possono essere nominati, e se eletti decadono:
a) gli interdetti, gli inabilitati, i falliti, coloro che siano stati condannati ad una pena
che importa l'interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l'incapacità ad
esercitare uffici direttivi;
b) coloro che non siano in possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità e
indipendenza determinati ai sensi dell'art. 26 del D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385;
c) i parenti, coniugi o affini con altri amministratori o dipendenti della Società, fino al
secondo grado incluso;
d) i dipendenti della Società e coloro che lo sono stati, per i tre anni successivi alla
cessazione del rapporto di lavoro;
e) coloro che sono legati da un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione, i
componenti di organi amministrativi o di controllo di altre banche o di società
finanziarie o assicurative operanti nella zona di competenza territoriale della
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Società. Detta causa di ineleggibilità e decadenza non opera nei confronti dei
soggetti che si trovano nelle situazioni sovradescritte in società finanziarie di
partecipazione, in società finanziarie di sviluppo regionale, in enti anche di natura
societaria della categoria, in società partecipate, anche indirettamente, dalla
Società, in consorzi o in cooperative di garanzia, ferma restando l'applicazione
dell’art. 36 della legge n. 214/2011;
f) coloro che ricoprono, o che hanno ricoperto nei sei mesi precedenti, la carica di
consigliere comunale in Comuni il cui numero di abitanti è superiore a 10.000, di
consigliere provinciale o regionale, di assessore o di sindaco in Comuni il cui
numero di abitanti è superiore a 3.000, di presidente di provincia o di regione, di
componente delle relative giunte, o coloro che ricoprono la carica di membro
del Parlamento, nazionale o europeo, o del Governo italiano, o della Commissione europea; tali cause di ineleggibilità e decadenza operano con
riferimento alle cariche ricoperte in istituzioni il cui ambito territoriale
comprenda la zona di competenza della Società;
g) coloro che, nei due esercizi precedenti l'adozione dei relativi provvedimenti,
hanno svolto funzioni di amministrazione, direzione o controllo nella Società,
qualora essa sia stata sottoposta alle procedure di crisi di cui al Titolo IV, art. 70
o
ss., del D.Lgs. 1 settembre 1993, n. 385. Detta causa di ineleggibilità e decadenza ha efficacia per cinque anni dall'adozione dei relativi provvedimenti.
La non ricorrenza delle cause di ineleggibilità e decadenza di cui alle lettere c), d) e f)
del comma precedente costituisce requisito di indipendenza degli amministratori.
Art. 33
DURATA IN CARICA DEGLI AMMINISTRATORI
Gli amministratori durano in carica tre esercizi e sono rieleggibili, e scadono alla data
dell'assemblea convocata per l'approvazione del bilancio relativo all'ultimo esercizio
della loro carica; nella prima riunione, il consiglio provvede alla nomina di uno o più vice
presidenti, designando, in quest'ultimo caso, anche il vicario.
Non può essere nominato presidente, salvo che nel caso di ricambio totale del
consiglio di amministrazione, l'amministratore che non abbia già compiuto almeno un
mandato quale amministratore o quale sindaco effettivo della Società.
Fermo quanto previsto dalla legge e dal presente statuto, nel regolamento di cui
all'art. 28 vengono disciplinate le modalità per la presentazione delle candidature e
stabiliti criteri di candidabilità, volti a favorire una composizione del consiglio di
amministrazione rispondente alle esigenze di esperienza, competenza e ricambio del
governo della Società.
Art. 34
SOSTITUZIONE DI AMMINISTRATORI
Se nel corso dell'esercizio vengono a mancare, per qualsiasi motivo, uno o più
amministratori, ma non la maggioranza del consiglio, quelli in carica provvedono, con
l'approvazione del collegio sindacale, alla loro sostituzione.
Gli amministratori nominati ai sensi del comma precedente restano in carica fino alla
successiva assemblea; coloro che sono nominati successivamente dall'assemblea
assumono l'anzianità del mandato degli amministratori che hanno sostituito.
Se nel corso dell'esercizio viene a mancare il presidente eletto dall'assemblea, questi
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verrà sostituito secondo le regole di cui ai commi precedenti.
Art. 35
POTERI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il consiglio è investito di tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione della
Società, tranne quelli riservati per legge all'assemblea dei soci.
Oltre alle attribuzioni non delegabili a norma di legge, sono riservate alla esclusiva
competenza del consiglio di amministrazione le decisioni concernenti:
– l'ammissione, l'esclusione e il recesso dei soci;
– le decisioni che incidono sui rapporti mutualistici con i soci;
– la determinazione degli indirizzi generali di gestione, la definizione dell'assetto
complessivo di governo e l'approvazione dell'assetto organizzativo della Società,
garantendo la chiara distinzione di compiti e funzioni, nonché la prevenzione dei
conflitti di interesse;
– l'approvazione degli orientamenti strategici, dei piani industriali e finanziari;
– la definizione degli obiettivi di rischio, della soglia di tolleranza e delle politiche di
governo dei rischi;
– le linee di indirizzo del sistema dei controlli interni, la costituzione delle funzioni
aziendali di controllo, la nomina e la revoca, sentito il collegio sindacale, dei
responsabili e, in caso di esternalizzazione, dei referenti nonché l'approvazione
dei programmi annuali di attività delle funzioni;
– l'approvazione del quadro di riferimento organizzativo e metodologico per l'analisi
del rischio informatico e la propensione allo stesso, avuto riguardo ai servizi interni
e a quelli offerti alla clientela;
– l'approvazione dei sistemi contabili e di rendicontazione (reporting);
– la supervisione del processo di informazione al pubblico e di comunicazione della banca;
– la nomina, la revoca e le attribuzioni del direttore;
– l'approvazione e le modifiche di regolamenti interni;
– l'istituzione, il trasferimento e la soppressione di succursali e la proposta all'assemblea della istituzione o soppressione di sedi distaccate;
– la costituzione di speciali comitati con funzioni consultive, istruttorie e propositive,
composti di propri membri;
– l'assunzione e la cessione di partecipazioni;
– l'acquisto, la costruzione e l'alienazione di immobili;
– la promozione di azioni giudiziarie ed amministrative di ogni ordine e grado di giurisdizione, fatta eccezione per quelle relative al recupero dei crediti;
– le iniziative per lo sviluppo delle condizioni morali e culturali dei soci nonché per la
promozione della cooperazione e per l'educazione al risparmio e alla previdenza;
– la costituzione del comitato di controllo sulla responsabilità amministrativa della
Società, disciplinato ai sensi del D.Lgs. 231/2001, laddove sia stato adottato il
relativo modello;
– tutti gli altri compiti e deliberazioni considerati non delegabili sulla base della
disciplina regolamentare della Banca d'Italia.
Il consiglio elabora, sottopone all'assemblea e riesamina, con periodicità almeno
annuale, le politiche di remunerazione, ed è responsabile della loro corretta attuazione.
È inoltre attribuita al consiglio di amministrazione la competenza alle deliberazioni che
apportino modificazioni dello statuto di mero adeguamento a disposizioni normative e
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che siano in conformità allo statuto tipo della categoria riconosciuto dalla Banca d'Italia.
Il consiglio di amministrazione, nel rispetto delle disposizioni di legge e di statuto, può
delegare proprie attribuzioni ad un comitato esecutivo, determinando in modo chiaro e analitico i limiti quantitativi e di valore della delega.
In materia di erogazione del credito, poteri deliberativi possono essere delegati al
comitato esecutivo nonché, per importi limitati, al direttore, a chi lo sostituisce, e ai preposti alle succursali, entro limiti di importo graduati. Il presidente può esercitare compiti
di supplenza nei casi di particolare urgenza, con le modalità e i limiti previsti dalla
normativa di vigilanza.
Fermo restando il rispetto delle forme di legge, non possono essere stipulati contratti di
appalto di opere o contratti per prestazioni di servizi o per fornitura di beni di natura
continuativa o comunque pluriennale con gli amministratori o con persone ad essi legate
dai rapporti specificati nell'art. 32, secondo comma, lettera c), o con società alle quali gli
stessi, o le persone di cui all'art. 32, secondo comma, lettera c), partecipano, direttamente
o indirettamente, in misura superiore al 25% del capitale sociale o nelle quali rivestano la
carica di amministratori, qualora detti contratti comportino un onere complessivo per la
Società superiore a 100.000 euro su base annua. Il limite suddetto, in tutte le sue forme, si
applica anche rispetto a colui che rivesta la carica di direttore. Le disposizioni di cui al
presente comma non si applicano con riferimento ai contratti stipulati con gli enti, anche
di natura societaria, della categoria.
Il consiglio di amministrazione può conferire a singoli amministratori o a dipendenti
della Società poteri per il compimento di determinati atti o categorie di atti.
Delle decisioni assunte dai titolari di deleghe dovrà essere data notizia al consiglio di
amministrazione nella sua prima riunione.
Art. 36
CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il consiglio di amministrazione è convocato dal presidente, o da chi lo sostituisce, di
norma una volta al mese ed ogni qualvolta lo ritenga opportuno, oppure quando ne sia
fatta domanda motivata dal collegio sindacale oppure da un terzo almeno dei
componenti del consiglio stesso.
La convocazione è effettuata mediante avviso da inviare per iscritto o a mezzo telefax
o posta elettronica almeno tre giorni prima - e in caso di urgenza almeno un giorno prima
- della data fissata per l'adunanza, al recapito indicato da ciascun amministratore e dai
componenti del collegio sindacale perché vi possano intervenire.
Art. 37
DELIBERAZIONI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il consiglio è presieduto dal presidente ed è validamente costituito quando siano
presenti più della metà degli amministratori in carica.
Le deliberazioni del consiglio sono assunte a votazione palese. Le riunioni del
consiglio si potranno svolgere anche per video o tele conferenza a condizione che
ciascuno dei partecipanti possa essere identificato da tutti gli altri e che ciascuno sia in
grado di intervenire in tempo reale durante la trattazione degli argomenti esaminati
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nonché di ricevere, trasmettere e visionare documenti ed atti relativi agli argomenti
trattati. Sussistendo queste condizioni, la riunione si considera tenuta nel luogo in cui si
trova il presidente che sarà affiancato da un segretario.
Le deliberazioni sono prese a maggioranza dei presenti.
In caso di parità di voti, prevale il voto di chi presiede.
Alle riunioni del consiglio di amministrazione può intervenire e prendere la parola,
senza diritto di voto, un rappresentante della Federazione locale, cui la Società
aderisce, ed un rappresentante della Federazione Nazionale (Federcasse). Alle riunioni
potranno anche intervenire e prendere la parola, senza diritto di voto, rappresentanti dei
Fondi di Garanzia cui la Società aderisce, nei casi e secondo le modalità previsti nello
statuto dei Fondi medesimi.
Alle riunioni del consiglio partecipa, con parere consultivo, il direttore, che assolve
altresì, in via ordinaria, le funzioni di segretario, eventualmente coadiuvato, con il
consenso del consiglio, da altro dipendente.
Art. 38
VERBALE DELLE DELIBERAZIONI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio deve essere redatto verbale
che, iscritto in apposito libro, deve essere firmato dal presidente o da chi lo sostituisce
e dal segretario.
Il libro dei verbali e gli estratti del medesimo, dichiarati conformi dal presidente, fanno
prova delle riunioni del consiglio e delle deliberazioni assunte.
Art. 39
COMPENSO DEGLI AMMINISTRATORI
Gli amministratori hanno diritto, oltre al compenso determinato dall'assemblea, al
rimborso delle spese effettivamente sostenute per l'espletamento del mandato.
La remunerazione degli amministratori investiti di particolari cariche
statutariamente previste è determinata dal consiglio di amministrazione, sentito il
parere del collegio sindacale.
Art. 40
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il presidente del consiglio di amministrazione promuove l'effettivo funzionamento del
governo societario, garantendo l'equilibrio di poteri tra gli organi deliberanti della Società,
con particolare riferimento ai poteri delegati. Egli presiede l'assemblea dei soci, convoca
e presiede il consiglio di amministrazione, e provvede affinché adeguate informazioni sulle materie iscritte all'ordine del giorno vengano fornite ai componenti del consiglio.
Il presidente garantisce l'efficacia del dibattito consiliare e si adopera affinché le
deliberazioni alle quali giunge il consiglio siano il risultato di un'adeguata dialettica e del
contributo consapevole e ragionato di tutti i suoi componenti. Il presidente assicura
inoltre che: (i) il processo di autovalutazione degli organi sociali sia svolto con efficacia,
le modalità con cui esso è condotto siano coerenti con il grado di complessità dei lavori
del consiglio, siano adottate le misure correttive per far fronte alle eventuali carenze
riscontrate; (ii) la società predisponga ed attui programmi di inserimento e piani di
formazione dei componenti degli organi.
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Al presidente del consiglio di amministrazione spetta la rappresentanza legale della
Società di fronte ai terzi e in giudizio, nonché l'uso della firma sociale.
Nell'ambito dei poteri di rappresentanza, il presidente consente ed autorizza la
cancellazione di privilegi, di ipoteche e le surrogazioni e postergazioni, le annotazioni di
inefficacia delle trascrizioni e la restituzione di pegni o cauzioni costituenti garanzia
sussidiaria di operazioni di credito o di mutui ipotecari stipulati dalla Società quando il
credito sia integralmente estinto.
Il presidente non può avere un ruolo esecutivo e non può svolgere, neppure di
fatto, funzioni gestionali.
In caso di assenza o di impedimento, il presidente è sostituito nelle sue funzioni dal
vice presidente e, in caso di più vice presidenti, prioritariamente da quello vicario; in
caso di assenza o impedimento anche di questi, le funzioni sono svolte dall'amministratore designato dal consiglio di amministrazione. Di fronte ai terzi, la firma di
chi sostituisce il presidente fa prova dell'assenza o impedimento di quest'ultimo.
TITOLO VIII
COMITATO ESECUTIVO
Art. 41
COMPOSIZIONE E FUNZIONAMENTO DEL COMITATO ESECUTIVO
Il comitato esecutivo è composto da tre a cinque componenti del consiglio di
amministrazione, nominati dallo stesso consiglio.
Il comitato sceglie tra i suoi membri il presidente ed il vice presidente, se questi non
sono nominati dal consiglio.
Il direttore ha, di norma, il potere di proposta in seno al comitato.
Le riunioni sono convocate con le modalità di cui all'art. 36, secondo comma e sono
valide con la presenza della maggioranza dei componenti; le votazioni sono prese a
maggioranza dei presenti e con l'espressione di almeno due voti favorevoli.
Delle adunanze e delle deliberazioni del comitato esecutivo deve essere redatto
verbale, in conformità a quanto previsto dall'art. 38.
Alle riunioni del comitato assistono i sindaci.
Fermo restando quanto previsto dall'ultimo comma dell'art. 35, il comitato
esecutivo riferisce al consiglio di amministrazione e al collegio sindacale, almeno ogni
sei mesi, sul generale andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione
nonché sulle operazioni di maggior rilievo, per le loro dimensioni o caratteristiche.
TITOLO IX
COLLEGIO SINDACALE
Art. 42
COMPOSIZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE
L'assemblea ordinaria nomina tre sindaci effettivi, designandone il presidente e due
sindaci supplenti. I sindaci restano in carica per tre esercizi e scadono alla data
dell'assemblea convocata per l'approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio
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della loro carica; l'assemblea ne fissa il compenso annuale valevole per l'intera durata
del loro ufficio, in aggiunta al rimborso delle spese effettivamente sostenute per
l'esercizio delle funzioni.
Non può essere nominato presidente, salvo che nel caso di ricambio totale del
collegio sindacale, il sindaco effettivo che non abbia svolto per almeno un mandato le
funzioni di sindaco effettivo di una banca.
I sindaci sono rieleggibili, con i limiti di seguito specificati.
Non è nominabile o rieleggibile alla rispettiva carica colui che abbia ricoperto la carica
di presidente del collegio sindacale per 3 mandati consecutivi o di componente effettivo
del collegio sindacale della Società per 3 mandati consecutivi.
Agli effetti del computo del numero dei mandati le cariche di presidente e di
componente effettivo del collegio sindacale non si cumulano. In ogni caso non è
possibile essere rieletti quando si sono raggiunti 6 mandati consecutivi come sindaco
effettivo e presidente del collegio.
Non possono essere eletti alla carica di sindaco e, se eletti, decadono dall'ufficio:
a) gli interdetti, gli inabilitati, i falliti, coloro che sono stati condannati ad una pena
che importa l'interdizione anche temporanea, dai pubblici uffici o l'incapacità ad
esercitare uffici direttivi;
b) il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori della
Società, gli amministratori, il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado
degli amministratori delle società da questa controllate, delle società che la
controllano e di quelle sottoposte a comune controllo;
c) coloro che sono legati alla Società o alle società da questa controllate o alle
società che la controllano o a quelle sottoposte a comune controllo da un
rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione
d'opera retribuita, ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale che ne
compromettano l'indipendenza;
d) coloro che non siano in possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità ed
indipendenza determinati ai sensi dell'art. 26 del D.Lgs. 1° settembre 1993, n.
385;
e) i parenti, il coniuge o gli affini fino al quarto grado con dipendenti della Società e
l'amministratore o il sindaco in altra banca o società finanziaria operante nella
zona di competenza della Società, salvo che si tratti di società finanziarie di
partecipazione, di enti anche di natura societaria della categoria, di società
partecipate, di consorzi o di cooperative di garanzia, ferma restando
l'applicazione dell'articolo 36 della legge 214/2011;
f) coloro che, nei due esercizi precedenti l'adozione dei relativi provvedimenti,
hanno svolto funzioni di amministrazione, direzione o controllo nella Società,
qualora essa sia stata sottoposta alle procedure di crisi di cui al Titolo IV, art. 70
ss., del D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385. Detta causa di ineleggibilità ha
efficacia per cinque anni dall'adozione dei relativi provvedimenti;
g) coloro che abbiano ricoperto la carica di amministratore nel mandato precedente
o di direttore nei tre anni precedenti.
Non possono essere stipulati contratti di appalto di opere o contratti per prestazioni di
servizi o per fornitura di beni di natura continuativa o comunque pluriennale con i
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componenti del collegio sindacale, o con società alle quali gli stessi partecipano,
direttamente o indirettamente, in misura superiore al 25% del capitale sociale o nelle
quali rivestano la carica di amministratori. Il divieto suddetto si applica anche rispetto al
coniuge, nonché ai parenti e agli affini entro il secondo grado dei sindaci. Tale divieto non
si applica con riferimento ai contratti stipulati con gli enti, anche di natura societaria,
della categoria.
I sindaci non possono assumere cariche in organi diversi da quelli di controllo presso
altre società del gruppo bancario cui la banca appartiene, nonché presso società nelle
quali la banca stessa detenga, anche indirettamente, una partecipazione strategica ai
sensi delle disposizioni di vigilanza.
Se viene a mancare il presidente del collegio sindacale, le funzioni di presidente sono
assunte dal più anziano di età tra i sindaci effettivi rimasti in carica.
Art. 43
COMPITI E POTERI DEL COLLEGIO SINDACALE
Il collegio sindacale vigila sull'osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei
principi di corretta amministrazione ed in particolare sull'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla Società e sul suo concreto
funzionamento. Può chiedere agli amministratori notizie sull'andamento delle
operazioni sociali o su determinati affari e procedere, in qualsiasi momento, ad atti di
ispezione e di controllo. Si avvale dei flussi informativi provenienti dalle funzioni e
strutture di controllo interne.
Il collegio adempie agli obblighi di cui all'articolo 52 del D.Lgs. 385/93, e può svolgere
le funzioni di organismo di vigilanza sulla responsabilità amministrativa della Società disciplinato ai sensi del D.Lgs. 231/2001, laddove tale funzione non sia stata affidata ad
altro organismo.
Il collegio segnala al consiglio di amministrazione le carenze e le irregolarità riscontrate,
richiede l'adozione di idonee misure correttive e ne verifica nel tempo l'efficacia.
Il collegio viene sentito in merito alle decisioni riguardanti la nomina dei responsabili
delle funzioni di controllo interno e la definizione degli elementi essenziali dell'architettura complessiva del sistema dei controlli.
I verbali ed atti del collegio sindacale debbono essere firmati da tutti gli intervenuti.
Il collegio sindacale può avvalersi della collaborazione della Federazione Locale
e/o Nazionale.
Art. 43 bis
REVISIONE LEGALE DEI CONTI
La revisione dei conti della Società è svolta da un revisore legale o da una società di
revisione legale iscritti nel registro previsto dalla legge, nominato dall'assemblea su
proposta motivata del collegio sindacale.
Il collegio sindacale valuta l'adeguatezza e la funzionalità dell'assetto contabile, ivi
compresi i relativi sistemi informativi, al fine di assicurare una corretta rappresentazione
dei fatti aziendali.
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Al revisore legale dei conti si estendono gli obblighi di cui all'articolo 52 del
D.Lgs. 385/93.
TITOLO X
ASSUNZIONE DI OBBLIGAZIONI NEI CONFRONTI DELLA SOCIETÀ
Art. 44
ASSUNZIONE DI OBBLIGAZIONI DA PARTE DEGLI ESPONENTI AZIENDALI
Gli amministratori, i sindaci, il direttore e coloro che ne svolgono le funzioni non
possono contrarre obbligazioni di qualsiasi natura o compiere atti di
compravendita, direttamente o indirettamente, con la Società, se non previa deliberazione del consiglio di amministrazione assunta all'unanimità, con l'astensione
dell'amministratore interessato e con il voto favorevole di tutti i componenti del
collegio sindacale, fermi restando gli obblighi previsti dal codice civile in materia di
interessi degli amministratori. Restano fermi i limiti e i divieti previsti nell'articolo 35,
settimo comma, e nell'articolo 42, settimo comma.
Per le erogazioni di credito nonché per le obbligazioni di qualsiasi natura, ivi
compresi gli atti di compravendita, che riguardino, direttamente o indirettamente,
soggetti che intrattengono con i componenti del collegio sindacale rapporti di natura
professionale, gli obblighi in tema di interessi degli amministratori si applicano
anche ai componenti del collegio sindacale.
TITOLO XI
COLLEGIO DEI PROBIVIRI
Art. 45
COMPOSIZIONE E FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI PROBIVIRI
Il collegio dei probiviri è un organo interno della Società ed ha la funzione di
perseguire la bonaria composizione delle liti che dovessero insorgere tra socio e società.
Esso è composto di tre membri effettivi e due supplenti, scelti fra i non soci. Il
presidente, che provvede alla convocazione del collegio e ne dirige i lavori, è designato
dalla Federazione locale e gli altri quattro componenti sono nominati dall'assemblea, ai
sensi dell'art. 28, secondo comma.
I probiviri restano in carica per tre esercizi e sono rieleggibili. Essi prestano il loro
ufficio gratuitamente, salvo il rimborso delle spese.
Sono devolute al collegio dei probiviri le controversie in materia di diniego del
gradimento all'ingresso di nuovi soci, quelle relative all'esclusione dei soci, la risoluzione
di tutte le controversie che dovessero sorgere fra i soci e la Società o gli organi di essa, in
ordine alla interpretazione, l'applicazione, la validità e l'efficacia dello statuto, dei
regolamenti, delle deliberazioni sociali o concernenti comunque i rapporti sociali.
Il ricorso al collegio dei probiviri deve essere proposto nel termine di trenta giorni
dalla comunicazione dell'atto che determina la controversia; la decisione del
collegio deve essere assunta entro sessanta giorni dalla presentazione del ricorso.
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Ove la decisione riguardi domande di aspiranti soci il collegio, integrato ai sensi di
legge, si pronuncia entro trenta giorni dalla presentazione della richiesta.
Il collegio dei probiviri decide secondo equità e senza vincolo di formalità procedurali;
le decisioni sono assunte a maggioranza assoluta. In caso di accoglimento del ricorso
gli organi sociali competenti sono tenuti a riesaminare la questione.
Le decisioni assunte dal collegio dei probiviri non hanno natura di lodo arbitrale.
TITOLO XII
DIRETTORE
Art. 46
COMPITI E ATTRIBUZIONI DEL DIRETTORE
Il direttore è il capo del personale. Non può essere nominato direttore il coniuge,
un parente o un affine, entro il quarto grado degli amministratori ed entro il
secondo grado dei dipendenti della Società.
Il direttore ha il potere di proposta in materia di assunzione, promozione,
provvedimenti disciplinari e licenziamento del personale; egli non può proporre
l'assunzione di persone legate a lui medesimo, o ai dipendenti della Società, da rapporti
di coniugio, parentela o affinità, entro il secondo grado.
Il direttore prende parte con parere consultivo alle adunanze del consiglio di
amministrazione; ha il potere di proposta in materia di erogazione del credito.
Il direttore prende parte altresì alle riunioni del comitato esecutivo ed ha, di norma, il
potere di proposta per le delibere del comitato esecutivo medesimo.
Il direttore dà esecuzione alle delibere degli organi sociali secondo le previsioni
statutarie; persegue gli obiettivi gestionali e sovrintende allo svolgimento delle
operazioni ed al funzionamento dei servizi secondo le indicazioni del consiglio di
amministrazione, assicurando la conduzione unitaria della Società e l'efficacia del
sistema dei controlli interni.
In caso di assenza o impedimento del direttore, le funzioni sono svolte dal dipendente
designato dal consiglio di amministrazione.
TITOLO XIII
RAPPRESENTANZA E FIRMA SOCIALE
Art. 47
RAPPRESENTANZA E FIRMA SOCIALE
La rappresentanza attiva e passiva della Società di fronte ai terzi ed in giudizio, sia in
sede giurisdizionale che amministrativa, compresi i giudizi per cassazione e
revocazione, e la firma sociale spettano, ai sensi dell'art. 40, al presidente del consiglio
di amministrazione o a chi lo sostituisce in caso di sua assenza o impedimento.
In caso di assenza o impedimento del presidente del consiglio di amministrazione e di
chi lo sostituisce ai sensi del presente statuto, il direttore consente ed autorizza la
cancellazione di privilegi, di ipoteche e le surrogazioni e postergazioni, le annotazioni di
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inefficacia delle trascrizioni e la restituzione di pegni o cauzioni costituenti garanzia sussidiaria di operazioni di credito o di finanziamenti ipotecari e fondiari stipulati dalla
Società quando il credito sia integralmente estinto. Di fronte ai terzi la firma del direttore
fa prova dell'assenza o impedimento del presidente del consiglio di amministrazione e di
chi lo sostituisce ai sensi del presente statuto.
La rappresentanza della Società e la firma sociale possono, inoltre, essere attribuite
dal consiglio di amministrazione anche a singoli amministratori, ovvero al direttore e a dipendenti, per determinati atti o, stabilmente, per categorie di atti.
Il consiglio, inoltre, ove necessario, conferisce mandati e procure anche ad estranei,
per il compimento di determinati atti o categorie di atti.
TITOLO XIV
BILANCIO - UTILI - RISERVE
Art. 48
ESERCIZIO SOCIALE
L'esercizio sociale si chiude al 31 dicembre di ogni anno.
Alla fine di ogni esercizio, il consiglio di amministrazione procede alla redazione del
bilancio e della relazione sull'andamento della gestione sociale, in conformità alle previsioni di legge.
Art. 49
UTILI
L'utile netto risultante dal bilancio è ripartito come segue:
a) una quota non inferiore al settanta per cento alla formazione o all'incremento
della riserva legale;
b) una quota ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione,
nella misura e con lo modalità previste dalla legge;
gli utili eventualmente residui potranno essere:
c) destinati all'aumento del valore nominale delle azioni, secondo le previsioni di legge;
d) assegnati ad altre riserve o fondi;
e) distribuiti ai soci, purché in misura non superiore all'interesse massimo dei buoni
postali fruttiferi, aumentato di due punti e mezzo rispetto al capitale effettivamente versato;
f) attribuiti ai soci a titolo di ristorno, in base alle disposizioni contenute nell'articolo 50.
La quota di utili eventualmente ancora residua è destinata a fini di beneficenza o
mutualità.
Art. 50
RISTORNI
L'assemblea, su proposta del consiglio di amministrazione, può determinare il
ristorno, vale a dire l'equivalente monetario del vantaggio mutualistico, da riconoscere ai
soci in proporzione alla quantità e alla qualità dei loro scambi mutualistici con la banca,
indipendentemente dal numero di azioni da loro possedute.
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Esso è corrisposto a valere sull'utile d'esercizio e in conformità a quanto previsto
dall'art. 49, dalle disposizioni di Vigilanza e dall'apposito regolamento approvato
dall'assemblea.
TITOLO XV
SCIOGLIMENTO DELLA SOCIETÀ
Art. 51
SCIOGLIMENTO E LIQUIDAZIONE DELLA SOCIETÀ
In caso di scioglimento della Società, l'intero patrimonio sociale, dedotto soltanto il
capitale sociale e i dividendi eventualmente maturati, sarà devoluto ai fondi mutualistici
per la promozione e lo sviluppo della cooperazione.
TITOLO XVI
DISPOSIZIONI TRANSITORIE
Art. 52
DISPOSIZIONI TRANSITORIE
I divieti e i limiti introdotti agli articoli 32, 33, 35 e 42 si applicano e si iniziano a
computare a partire dalla scadenza del mandato di amministratori e sindaci in corso al
momento dell'adozione delle medesime previsioni.
La disposizione del primo comma dell'art. 32, relativa al numero massimo degli
amministratori, si applica a partire dalla scadenza del secondo mandato successivo a
quello in corso al momento dell'adozione della medesima previsione.
La disposizione della lettera f) di cui al secondo comma dell'art. 32 si applica a partire
dalla scadenza delle cariche ricoperte presso le istituzioni ivi menzionate al momento
dell'adozione della medesima previsione.
La disposizione dell'art. 43 bis relativa all'attribuzione della revisione legale, si applica
dalla prima assemblea successiva all'adozione della stessa.
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