004 - Lezioni 4 e 5

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Lezioni 4 e 5 – 28 e 29 ottobre
Morfologia
• Imperfetto indicativo delle coniugazioni regolari
• Il verbo sum: indicativo presente e imperfetto, imperativo presente, infinito presente
• La seconda declinazione in –us
• Il maschile in –us degli aggettivi della prima classe
Sintassi
• I nuclei del verbo sum
• Coesivi: congiunzioni coordinanti avversative
L’indicativo imperfetto attivo
L’imperfetto esprime un’azione durativa o abituale nel passato.
Morfologicamente, è caratterizzato dal suffisso –ba-, posto tra il tema e le desinenze, che esprime la
nozione di passato.
La formula:
Tema del presente + vocale tematica + suffisso –ba + desinenze personali dell’attivo
Am + a + ba + m, s,...
Mon + e + ba + m, s, ...
Leg + e + ba + m, s, ...
Aud + ie + ba + m, s, ...
•
•
•
La prima persona singolare utilizza la desinenza –m.
Nella terza coniugazione la vocale tematica si allunga, per cui pronunceremo mittébam ecc.
Nella quarta al tema in –i- si aggiunge una –e- analogica rispetto alla terza coniugazione.
Il verbo sum
Il tema
Il verbo sum, “essere”, è il più irregolare della lingua latina.
E’ politematico, cioè le forme della sua coniugazione si formano su temi diversi.
Il tema del presente varia secondo l’alternanza
*es / * s
E’ un’alternanza tipica dell’apofonia indoeuropea (cfr. Box): *s è il grado zero, *es è il grado forte
in –e-.
L’indicativo presente
La formula:
Tema *es / * s + desinenze personali attive
1
s-u-m
es
es-t
s-u-mus
es-tis
s-u-nt
•
Possiamo osservare che la coniugazione dell’indicativo presente alterna forme cosiddette
tematiche, in cui tra il tema e la desinenza c’è la mediazione di una vocale tematica, e forme
atematiche, in cui la desinenza si unisce direttamente al tema.
• Le forme tematiche sono quelle che si formano sul tema al grado zero s-, e cioè la prima
singolare e plurale e la terza plurale; in esse la vocale tematica –o- (presente anche nella
terza coniugazione) è diventata –u.
• Le forme atematiche sono invece quelle che utilizzano il tema al grado forte es-, cioè la seconda
e la terza singolare e la seconda plurale.
• Come si può notare, le desinenze sono le stesse del tema del presente delle coniugazioni
regolari. Nella seconda singolare, la desinenza si è saldata al tema.
L’indicativo imperfetto
L’indicativo imperfetto si forma sul grado forte in es-, al quale si aggiunge il suffisso –a-, che
esprime la nozione di passato.
In seguito all’incontro con tale suffisso, la –s- del tema si trova in posizione intervocalica e pertanto
si trasforma in –r- mediante il fenomeno fonetico del rotacismo.
La formula:
Tema *es
er + suffisso a + desinenze personali attive
er-a-m ero...
er-a-s
er-a-t
er-a-mus
er-a-tis
er-a-nt
L’imperativo presente
La formula:
Tema *es + desinenze dell’imperativo presente attivo
es
es-te
sii
siate
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La seconda persona, es, corrisponde al tema verbale puro (cioè senza l’aggiunta di desinenze).
L’infinito presente
L’infinito utilizza il tema al grado forte es-, cui si aggiunge la desinenza originaria dell’infinito, -se
senza che intervengano mutamenti fonetici:
es-se
essere
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
La seconda declinazione
Alla seconda declinazione appartengono tre modelli, che si distinguono per il nominativo singolare
(in –us, in –um, in –er).
Al primo gruppo, caratterizzato dal nominativo in –us, appartengono nomi prevalentemente
maschili, oltre a un esiguo numero di femminili.
E’ una declinazione tematica, come la prima declinazione: in essa cioè è presente una vocale
tematica fra il tema del nome e le desinenze.
Essa non è fissa in tutta la flessione, ma varia secondo l’alternanza -o/-e (che abbiamo osservato
anche nella terza coniugazione verbale).
La vocale tematica ha subito vari mutamenti fonetici e non è facilmente riconoscibile nella
flessione.
Servus, i s.m., “ schiavo”
Singolare
N.
G.
D.
Acc.
V.
Abl.
•
•
•
•
•
serv-us
serv –i
serv –o
serv –um
serv –e
serv –o
Plurale
serv –i
serv –orum
serv –is
serv –os
serv –i
serv –is
Il nominativo singolare è sigmatico (ha desinenza –s): un tratto caratteristico che troveremo
anche nelle altre declinazioni.
All’accusativo singolare troviamo, come anche nella prima declinazione, la desinenza –m.
Il vocativo singolare presenta il tema puro (senza desinenza) col vocalismo -e; si tratta
dell’unico caso, in tutto il sistema nominale del latino, in cui il vocativo abbia una forma
distinta dal nominativo.
Il vocativo singolare di alcuni nomi è irregolare: filius, “il figlio”, ha il vocativo fili (e non filie);
il vocativo di deus coincide col nominativo.
Si nota in modo abbastanza evidente la tendenza di prima e seconda declinazione a
uniformarsi in parallelo l’una all’altra: il genitivo plurale è analogico alla prima declinazione;
all’accusativo plurale –as corrisponde –os, dativo e ablativo plurale, coincidono perfettamente.
3
•
Tra i pochi femminili della seconda declinazione troviamo i nomi delle piante (in quanto,
siccome “generano”, sono percepiti come femminili): cerasus, “ciliegio”, cupressus,
“cipresso”, fagus, “faggio”, fraxinus, “frassino”, laurus, “alloro”, pinus, “pino”, platanus,
“platano”, pŏpulus, “pioppo” (invece pōpulus, con la vocale radicale lunga, è maschile e
significa “popolo”); troviamo inoltre alcuni nomi di località: Aegyptus, “Egitto”, Corinthus,
“Corinto”, Ephesus, “Efeso”, Epirus, “Epiro”, Samus, “Samo”.
Gli aggettivi della prima classe: l’uscita del maschile in -us
La declinazione della maggior parte degli aggettivi della prima classe al genere maschile segue il
modello dei temi in –us della seconda declinazione.
N.
G.
D.
Acc.
V.
Abl.
Singolare
clar–us
clar–i
clar–o
clar–um
clar–o
clar–o
Plurale
clar–i
clar–orum
clar–is
clar–os
clar–i
clar–is
Attenzione:
•
Analogamente al sostantivo filius, il vocativo maschile singolare dell’aggettivo meus, a, um,
“mio”, è mi. Possiamo memorizzare le due eccezioni con la proverbiale frase che la tradizione
attribuisce a Cesare morente, alla vista di Bruto tra i congiurati: Tu quoque Brute, fili mi!
“Anche tu, Bruto, figlio mio!”.
Concordanze : maschili in -a e femminili in -us
Come già sappiamo, esistono alcuni nomi della prima declinazione che sono maschili, ad esempio:
pirata, “pirata”, nauta, “marinaio”, poëta, “poeta”, incola, “abitante”, agricola, “agricoltore”,
perfuga, “fuggiasco”.
E’ ovvio che questi sostantivi devono essere accompagnati da aggettivi al genere maschile, così
come in italiano diciamo “il poeta è bravo”, senza preoccuparci che le desinenze non siano
identiche.
Così:
pirata si concorda con ferus, “pirata feroce”,
poëta con clarus, “poeta famoso”,
agricola con sedulus, “agricoltore diligente” ecc.
Cioè sostantivo e aggettivo concordano in base a genere (maschile + maschile), numero (singolare
+ singolare) e caso (nominativo + nominativo), e non in base alla declinazione o alla desinenza.
Analogamente, ai sostantivi femminili della seconda declinazione si devono accompagnare
aggettivi al femminile:
pinus alta, o procera, “pino alto”,
platanus frondosa, “platano frondoso”,
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Aegyptus lata, “l’ampio Egitto” ecc.
Se il soggetto è costituito da due sostantivi al singolare, ovviamente verbo e nome del predicato,
come in italiano, saranno plurali:
Marco e Tullio sono amici,
Marcus et Tullus amici sunt.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
I nuclei del verbo sum
nominativo
+
verbo sum
+
determinazione di stato in luogo
nominativo
+
verbo sum
+
nominativo in funzione predicativa
Osserviamo le seguenti frasi:
A.
1. Statuae in foro sunt. (Cic.)
2. Magna hic turba est. (da Liv.)
B.
1. Victoria nondum certa erat. (Liv.)
2. Domina natura est. (Cic.)
In ciascuna troviamo voci del verbo sum, che dà luogo a nuclei diversi.
Analizziamoli:
A.1. Il verbo sunt, alla terza persona plurale, richiede un soggetto al nominativo plurale; l’unica
forma possibile è qui statuae.
Nella frase troviamo anche un sintagma costituito dalla preposizione in costruita con
l’ablativo: in foro: si tratta di un sintagma di stato in luogo.
Il nucleo della frase è dunque costituito dal verbo sum che regge due argomenti: il soggetto al
nominativo e la determinazione di stato in luogo, in + ablativo. Quando ha questa
costruzione, sum ha funzione di predicato verbale e assume il valore semantico di “esserci”,
“stare”.
Traduciamo: “Nel foro ci sono delle statue”.
A.2. Anche in questa frase il verbo sum, alla terza singolare, est, costituisce un predicato verbale.
Il soggetto è il nominativo singolare turba, determinato dall’attributo magna. La
determinazione di luogo è costituita da un avverbio di stato in luogo, hic, “qui”.
Traduciamo: “Qui c’è una grande folla”.
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B.1. In questa frase troviamo: il verbo, est; un sostantivo al nominativo singolare femminile,
victoria, in funzione di soggetto.
Ad esso è concordato in genere, numero e caso l’aggettivo certa, che qui ha funzione
predicativa, cioè fa corpo sintattico col predicato, indicandone una modalità: dice infatti
“come” è il soggetto, “la vittoria”.
Sum forma dunque un predicato nominale.
L’avverbio di tempo, nondum, svolge una funzione circostanziale.
Traduciamo: “La vittoria non è ancora sicura”.
B.2. In questa frase troviamo un altro modello di predicato nominale, in cui il predicativo è
costituito da un sostantivo al nominativo; dei due sostantivi al nominativo, natura e domina,
infatti, uno ha funzione di soggetto, l’altro è legato al verbo in funzione predicativa.
Non ci sono in realtà elementi meccanici a determinarne la rispettiva funzione; sarà il senso a
guidarci:
L’ipotesi di traduzione “La signora è natura” pare abbastanza incoerente; proviamo con “La
natura è signora”: decisamente meglio, soprattutto se intendiamo il controllo della natura sulle
leggi dell’universo.
Sum come predicato verbale e nominale
Sum funziona come predicato verbale quando indica uno stato del soggetto, cioè dice che il
soggetto c’è, esiste, sta.
In latino riconosciamo questa funzione quando sum
• è usato assolutamente, cioè senza determinazioni del nucleo, a indicare pura esistenza:
Deus est, “Dio c’è”;
• è determinato da un sintagma di stato in luogo, costituito dalla preposizione in + nome
all’ablativo (o altro sintagma preposizionale con funzione analoga), oppure da un avverbio di
stato in luogo: Marcus in curia est, “Marco è nella curia”; Marcus hic est, “Marco è qui”.
Ecco alcuni tra i più comuni avverbi di stato in luogo: hic, “qui”; illic, ibi, “là”; ubi, “dove”.
Sum ha invece funzione di predicato nominale quando, unito a un predicativo, indica un modo
d’essere del soggetto. Come abbiamo già visto, il predicativo può essere costituito:
• da un aggettivo, concordato in genere, numero e caso col soggetto: Marcus probus est, “Marco è
onesto”;
• da un sostantivo al nominativo: Marcus agricola est, “Marco è un contadino”.
Esercizio 1 Nelle seguenti frasi individua la funzione del verbo sum e traduci.
1. Locus amoenus est. 2. Dei invidi sunt. 3. Antonius ac Tullius in curia erant. 4. Hic sumus. 5.
Antonius ac Tullius amici non sunt. 6. Caerulei sunt oculi tui. 7. Fili mi, bonus es. 8. Multi equi in
pugna erant. 9. Seduli sunt agricolae. 10. In campo sunt agricolae. 11. Agricolae, este seduli. 12.
Servi servaeque in villa multi erant. 13. Ancillae servique seduli laboriosique sunt. 14. Hic erant
puellae. 15. Illic eratis. 16. Vastus mundus est. 17. Domini in villis erant. 18. In Germania barbari
erant. 19. Et Romani et barbari in pugna saevi erant. 20. Morbus perniciosus erat. 21. Tribuni
legatique in campo Martio sunt. 22. Gladius est in vagina. 23. Clarus poeta est. 24. Clarus poeta est
in lato horto. 25. In curia erant legati. 26. Tribuni in Aventino sunt. 27. Quietus es, Marce. 28.
Malus dolus erat. 29. Humus laeta est. 30. Sanus cibus in mensa est.
Esercizio 2 Traduci le seguenti frasi
1. In falsis amicis dolus malus est. 2. Concordia in patria magna esse debet. 3. In turba et Iulius est.
4. Summa in philosophis sapientia est. 5. Discipuli in scholis sunt et linguam latinam diligenter
discunt. 6. Audacia nonnumquam calamitosa est. 7. Iactura inopia est. 8. Ingrata inopia est. 9.
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Tabulae novae in curia erant. 10. Ruinas novas paratis: mali estis. 11. Tuta via erat. 12. Tuta via in
silva erat. 13. Dolosi eratis, sed nunc honesti estis. 14. Marcellus in edito loco erat et copias late
fusas videbat. 15. Grata semper gratia est et amicitiam saepe parat. 16. Fabulae iocosae erant sed
puellam non delectabant. 17. In ripa erant et agnus et lupus. 18. Duram vitam saepe agricolae agunt,
sed nonnumquam beati sunt. 19. Pauci eramus, sed vividi sedulique. 20. In vicis magna turba erat et
magnum strepitum levabat.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Connettori: coordinanti disgiuntivi
Analizziamo un altro tipo di legame coordinante, quello disgiuntivo, che in italiano si rende con le
congiunzioni o, oppure, ovvero.
Anche il legame disgiuntivo avviene tra strutture equivalenti, dal punto di vista morfologico,
sintattico e semantico.
Esse vengono poste in alternativa, cioè nel contesto di un’opzione, una scelta:
“Sogno, o son desto?”
In latino ci sono due modi per dire “o”:
aut
vel
I due connettori disgiuntivi non hanno lo stesso valore:
•
•
aut rende esclusiva l’alternativa (“ti tagli i capelli o non entri più in casa”;
vel lascia indifferenti all’alternativa (“comprami per favore delle mele o delle pere”: puoi
comprare quello che vuoi, anche tutti e due i tipi di frutta).
Attenzione:
• Vel può voler dire “perfino, anche”: es. Musici vel differentias minimas sentiunt (da Cic.): “I
musicisti sentono anche le minime differenze (di suono)”.
• Possiamo trovare entrambe le congiunzioni in correlazione:
aut...aut…: “o questo o quello” (solo uno)
vel...vel…: “sia questo che quello”
Esercizio 3 Traduci le seguenti frasi e, in base al senso, colloca al posto dei puntini aut o vel:
1. …gratam, …ingratam, patriam meam semper amo. 2. Iustitiam dilige, … humanus non es. 3.
Magnopere sedulus agricola laborat:… campum arat, …oleas serit, …capellas ducit. 4. Sententia
…vera …falsa est: medium non est. 5. …. in curia, …. in casa, semper quietus beatusque sum. 6.
…. piros ….. malos agricola serit. 7. …. stultus …. improbus es. 8. Iniuriam ….. facitis ….
probatis: mali estis. 9. …. gloriosam, …. duram, vitam semper amate. 10. Iulius…. clementiam ….
indulgentiam semper servabat.
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