le difese immunitarie

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LE DIFESE IMMUNITARIE
BATTERI
LINFOCITA T
MACROFAGO
1
COME AGISCE IL SISTEMA IMMUNITARIO
Il sistema immunitario è il sistema delle difese del nostro organismo.
Ogni organismo vivente presenta delle molecole dette antigeni presenti sulla
superficie delle proprie cellule.
Il sistema immunitario di ogni individuo impara a riconosce i propri antigeni (il self)
distinguendoli da quelli estranei (non self)
Il sistema immunitario agisce:
• impedendo che organismi estranei entrino nel nostro corpo
• eliminando rapidamente organismi estranei eventualmente entrati
• conservando la memoria delle difese messe in atto
Il sistema immunitario è dotato di un sistema di difesa che comprende 3 livelli:
1. barriere fisiche
2. risposta infiammatoria
3. risposta immunitaria
2
DA CHE COSA DOBBIAMO DIFENDERCI?
Attacco di organismi patogeni, cioè che provocano malattie:
batteri, Es. streptococco (mal di gola) SCHEDA 25
virus, Es. influenza, epatite, varicella, AIDS SCHEDA 26
protisti Es. plasmodio della malaria
funghi Es.Aspergillus (responsabile di micosi)
lieviti Es. Candida albicans
infezione
infestazione
Organi estranei: problema della compatibilità degli organi nei trapianti
Tumori: il problema del self
3
GLI ORGANISMI PATOGENI
I batteri
Sono cellule procariote (non hanno il nucleo; hanno una parete cellulare esterna)
Invadono l’organismo e si moltiplicano rapidamente
Possono secernere sostanze tossiche (tossine) che sono veleni per l’uomo
Es. tossina tetanica : danneggia sistema nervoso
Possono avere diverse forme
bacilli
B. anthracis
B. tubercolosis
cocchi
spirilli
Pneumococco
Staffilococco
Streptococco
Spirillum minor,
causa del Sodoku
(veleno di topo).
4
GLI ORGANISMI PATOGENI
I virus
Sono particelle autoriproducibili non cellulari formate da un cromosoma costituito da
DNA o da RNA avvolto da un capside formato da molecole proteiche (questa
protezione talvolta manca).
Sono parassiti endocellulari obbligatori
perché si moltiplicano utilizzando le
strutture cellulari degli organismi viventi
in cui penetrano: loro non le possiedono!
www.anisn.it/omodeo/omodeo/virus.htm
5
LE DIFESE IMMUNITARIE
Il sistema linfatico
È implicato sia nella difesa aspecifica che in quella specifica.
È
costituito da una fitta rete di vasi e linfonodi; da tonsille adenoidi, appendice e
milza (organi linfatici secondari). Include anche timo e midollo osseo (organi linfatici
primari, in cui cioè si producono e maturano i linfociti)
Adenoidi
Tonsille
Linfonodi
Dotto toracico,
che si immette
nella vena
succlavia sinistra
Dotto linfatico destro, che si immette nella vena
Timo
succlavia destra
Linfonodo
Aggregati di
linfociti e macrofagi
Valvola
Vaso linfatico
Dotto toracico
Capillare sanguigno
Cellule tissutali
Appendice
Milza
Liquido interstiziale
Midollo
osseo
Vasi
linfatici
Capillare
linfatico
6
IL SISTEMA IMMUNITARIO
I vasi linfatici
Trasportano un liquido chiamato linfa che svolge la duplice funzione di:
1) Raccogliere il liquido interstiziale (tra le cellule dei tessuti)
2) Combattere le infezioni
La linfa confluisce dai capillari linfatici verso vasi sempre più grossi, per rientrare poi
nella circolazione sanguigna attraverso due grandi rami linfatici (dotti toracici)
che si fondono con le vene (succlavia sinistra e succlavia destra) all’altezza della
clavicola.
I vasi linfatici possiedono delle valvole che impediscono il reflusso della linfa verso i
capillari sanguigni. Lo scorrere dalla linfa è facilitato dalla contrazione muscolare
delle pareti dei vasi linfatici.
La linfa che circola attraverso gli organi linfatici trasporta anche i microbi provenienti
dai vari siti di infezione in tutto il corpo.
7
IL SISTEMA IMMUNITARIO
Gli organi Timo: dove i linfociti imparano
a riconoscere self e non self
Milza:
coinvolta
nell’eliminazione
dei
globuli
rossi
e
nel
controllo delle infezioni
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Linfonodi: dove i
l i n f o c i t i
riconoscono
gli
antigeni estranei
presentati
dalle
cellule dendritiche
8
LE CELLULE DEL SISTEMA IMMUNITARIO: LEUCOCITI
Gr
an
neutrofilo
monocita
eosinofilo
ulo
cit
i
basofilo
linfocita
Tutte le altre piccole cellule nelle figure sono globuli rossi
9
10
I 3 LIVELLI DI DIFESA
Tessuto epiteliale di rivestimento, cheratina
Ciglia, peli.
Mucose
1. Barriere fisiche
Protezione
Acidità dell’ambiente interno (pH acido)
Sostanze chimiche antibatteriche contenute nei fluidi corporei
2. Difese aspecifiche
Infiammazione
Mastociti e Macrofagi, nei tessuti
Granulociti e Cellule Natural Killer (NK), nel sangue
Proteine del complemento, nel sangue
Linfociti T e B, nel sangue
Cellule dendritiche
3. Difese specifiche
Risposta immunitaria
Proteine di comunicazione (interleuchine, interferoni)
Proteine contro la membrana plasmatica (perforine)
http://www.procaduceo.org/it_ricerche/anat_fisio/anat_fisio04.htm#infiammazione
11
1: LE BARRIERE FISICHE (difesa aspecifica)
Questo tipo di difesa viene definita aspecifica perché combatte qualsiasi tipo di nemico e,
solitamente, entra in azione immediatamente o nel giro di poche ore.
Le barriere fisiche sono rappresentate da:
Tessuto epiteliale di rivestimento: strato corneo, cheratina
Mucose: rivestono tratti dell’apparato respiratorio, digerente, genitale ed urinario
Ciglia: con il loro movimento allontanano le particelle estranee entrate con l’aria
Acidità del pH: crea un ambiente inospitale per i patogeni
• secrezione di HCl da cellule parietali gastriche: protegge apparato digerente
• fermentazione dell’acido lattico ad opera di Lactobacillus: protegge apparato genitale femminile
• acidità dell’urina: protegge apparato urinario
Lacrime, saliva, muco e fluidi gastrici: con l'enzima lisozima svolgo un’azione antibatterica
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2: LA RISPOSTA INFIAMMATORIA (aspecifica)
I granulociti
Granulociti neutrofili, presenti nel sangue
sono i primi ad intervenire nel luogo dell’infiammazione
agiscono fagocitando gli agenti patogeni (soprattutto batteri)
Granulociti basofili ,presenti nel sangue
sono coinvolti nelle reazioni allergiche
contengono eparina, istamina, perossidasi e molti altri mediatori chimici
Granulociti eosinofili, presenti nel sangue
importanti nelle reazioni allergiche
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2: LA RISPOSTA INFIAMMATORIA (aspecifica)
I macrofagi
Hanno origine dai monociti che circolano nel sangue, ma possono risiedere fuori dai
vasi, soprattutto in zone in qualche modo a contatto con l'ambiente esterno.
Agiscono
- fagocitando gli agenti patogeni ma anche
- producendo sostanze chimiche che stimolano la risposta immunitaria specifica
MACROFAGO
Spore di
Candida
Batterio
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2: LA RISPOSTA INFIAMMATORIA (aspecifica)
I mastociti e le cellule natural killer
Mastociti, non circolano nel sangue, bensì sono localizzati soprattutto a livello
cutaneo, sulle mucose respiratorie, su quelle gastrointestinali e nel connettivo lasso
attorno ai piccoli vasi sanguigni.
- Quando un agente patogeno supera il 1° livello di difesa i mastociti rilasciano alcune
sostanze chimiche, tra cui l'istamina, che aumenta la circolazione del sangue creando
l'infiammazione.
- Sono coinvolti anche nelle reazioni allergiche.
Cellule Natural Killer (NK), presenti nel sangue, sono simili ai linfociti
- agiscono per contatto, rilasciando sostanze che provocano la lisi della membrana
plasmatica di cellule infettate da un virus o di cellule tumorali
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2: LA RISPOSTA INFIAMMATORIA (aspecifica)
Le proteine del complemento
Ne esistono di 30 tipi diversi
Sono prodotte dal fegato, circolano nel
sangue in forma inattiva
Quando si attivano provocano la rottura
(lisi) della membrana plasmatica del
microrganismo patogeno provocandone la
morte
Richiamano altre cellule
immunitario: infiammazione
del
sistema
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2: LA RISPOSTA INFIAMMATORIA (aspecifica)
Che cosa significa “infiammazione”?
E’ la risposta innescata dal sistema immunitario nel momento in cui la barriera
fisica viene superata ed i microrganismi patogeni entrano nel nostro corpo.
E’ caratterizzata da numerosi eventi:
Le proteine del complemento si
attivano e vanno nel tessuto
danneggiato
I neutrofili escono dal
I mastociti rilasciano istamina ed
sangue e vanno nel tessuto
eparina: vasodilatazione
danneggiato dove è
avvenuto l’ingresso del
I macrofagi fagocitano gli
patogeno
agenti patogeni
Produzione di agenti pirogeni
febbre
Si genera rossore,
calore, gonfiore e
dolore nel sito
dell’infezione
Si attiva la risposta
immunitaria specifica
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2: LA RISPOSTA INFIAMMATORIA (aspecifica)
Sequenza del processo infiammatorio
Gonfiore
Accumulo di fagociti e
di liquido interstiziale
nell’area infiammata
Fagociti
Batteri
Segnali
chimici
Danno al tessuto;
liberazione di segnali
1
chimici quali l’istamina
da parte di mastociti
Aumento della
permeabilità e
dilatazione dei vasi
2
sanguigni locali;
passaggio dei fagociti
verso la regione lesa
I fagociti eliminano i
batteri e ciò che
3 rimane delle cellule
danneggiate; il
tessuto si rimargina
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3: LA RISPOSTA IMMUNITARIA (specifica)
Le cellule dendritiche
Si trovano nei tessuti, IN UNO STADIO IMMATURO
Hanno una grande capacità di riconoscere i patogeni (batteri)
QUINDI lo fagocitano e lo demoliscono, maturano, migrano nei linfonodi e lì
espongono le sue proteine (antigeni del batterio) in superficie attaccandole a proteine
della propria membrana denominate antigeni umani leucocitari (HLA) classe II,
presentano gli antigeni del batterio ai linfociti T helper (TH) agganciandoli tra la
proteina HLA (delle cellule dendritiche) e la proteina TCR (dei linfociti TH)
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3: LA RISPOSTA IMMUNITARIA (specifica)
I linfociti T: immunità cellulare
Prodotti nel midollo osseo da cellule staminali emopoietiche, migrano nel timo
dove avviene la loro maturazione e “istruzione”; infine vanno nel sangue
Riconoscono l’antigene attraverso la molecola TCR ( Recettore delle cellule T)
I linfociti T si dividono in:
1. TH (helper) riconoscono l’agente
patogeno, si moltiplicano di numero
e stimolano i linfociti B a produrre
anticorpi
2. TC (citotossici) agiscono per contatto
con la cellula bersaglio e secernono
sostanze (perforine) che provocano la
lisi delle membrane cellulari di
cellule umane infettate da virus o da
cellule tumorali
3. TS soppressori spengono la risposta
immunitaria
TC
20
3: LA RISPOSTA IMMUNITARIA (specifica)
I linfociti B: immunità umorale
I linfociti B hanno origine nel
midollo osseo, poi migrano
direttamente nel sangue
Dopo l'attivazione da parte dei
linfociti TH, i linfociti B si
differenziano in:
plasmacellule che secernono (nel
sangue) anticorpi specifici, cioè
delle proteine che si legano
all’agente patogeno e ne facilitano
l’eliminazione
cellule B della memoria immunitaria che rimangono nel sangue e intervengono
rapidamente nel caso di una successiva esposizione allo stesso agente patogeno
(risposta secondaria)
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3: LA RISPOSTA IMMUNITARIA (specifica)
I linfociti B: immunità umorale
Rivediamo meglio con un disegno:
Dopo l’interazione con i linfociti TH...
i linfociti B si riproducono
e si differenziano in:
plasmacellule
secernono (nel sangue) anticorpi specifici,
cioè delle proteine che si legano all’agente
patogeno e ne facilitano l’eliminazione
cellule B della memoria immunitaria
rimangono
nel
sangue
e
intervengono
rapidamente nel caso di una successiva
esposizione allo stesso agente patogeno (risposta
secondaria)
22
3: LA RISPOSTA IMMUNITARIA (specifica)
Anticorpi
Gli anticorpi individuano quali antigeni devono essere distrutti
Gli anticorpi promuovono l’eliminazione dell’antigene attraverso diversi meccanismi.
Il legame tra anticorpi e antigeni inattiva
gli antigeni tramite
Neutralizzazione
Agglutinazione
di cellule
Precipitazione di antigeni
in soluzione
Attivazione del
complemento
Virus
Molecole del
complemento
Batteri
Molecole di
antigeni
Batterio
Favoriscono la
Fagocitosi
Macrofago
Cellula estranea
Porta alla
Lisi della cellula
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3: LA RISPOSTA IMMUNITARIA (specifica)
Le interleuchine e gli interferoni
Interleuchine, piccole proteine secrete dai linfociti nel corso della risposta
immunitaria, servono a comunicazione e coordinazione nel sistema immunitario
IL-1 durante una risposta immunitaria o infiammatoria viene secreta da molte cellule (monocitimacrofagi, linfociti B e T, ecc.), stimola i linfociti T a produrre IL-2 e i linfociti B a produrre anticorpi
IL-2 svolge azione locale ed è il principale fattore di crescita dei linfociti T
Interferoni, proteine prodotte dalle cellule infettate da virus:
- bloccano la replicazione dei virus
- stimolano componenti del sistema immunitario (in particolare le natural killer)
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CONTRO I BATTERI
• Un batterio entra nel corpo umano attraverso una ferita
• Mastociti, granulociti e macrofagi sono attratti nel tessuto infiammato e fagocitano il
batterio
• Anche le cellule dendritiche fagocitano il batterio, lo
portano nei linfonodi e per mezzo delle proteine HLA
Classe II presentano gli antigeni ai linfociti TH
• I linfociti TH specifici per quell’antigene si attivano e
iniziano a crescere di numero (proliferazione), stimolano i
linfociti B specifici per quell’antigene che si differenziano in
plasmacellule e cellule della memoria immunitaria
• Le plasmacellule producono gli anticorpi che facilitano
l’eliminazione del patogeno e le cellule B della memoria
immunitaria rimangono nel circolo sanguigno pronte ad
intervenire in caso di successiva infezione con lo stesso tipo
di batterio
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CONTRO I VIRUS
• Un virus entra nel corpo umano attraverso una ferita.
• Essendo un parassita obbligato, il virus infetta le cellule, cioè penetra all’interno
delle cellule ed inizia a produrre le sue proteine (antigeni virali)
• Le proteine virali si legano sulle proteine HLA Classe I (presenti sulla superficie di
tutti i tipi di cellule); ogni cellula del nostro corpo, se infettata da un virus, è i grado di
presentare le proteine virali alle cellule del sistema immunitario
• I mastociti rilasciano istamina che innesca l’infiammazione nel sito di infezione
• Intervengono le cellule natural killer che si attaccano alla cellula infettata e
rilasciano sostanze chimiche che distruggendone la membrana plasmatica ne
provocano la morte.
• Successivamente, intervengono i linfociti TC che
riconoscono l’antigene virale legato alle proteine HLA
Classe I sulla superficie della cellula infettata dal
virus, si attaccano alla cellula infettata rilasciando
perforine che distruggendo la membrana plasmatica
ne provocano la morte, con conseguente eliminazione
del virus.
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LA VACCINAZIONE: UN PO’ DI STORIA (1)
1796: Jenner, medico inglese, iniettò nel braccio di un bambino sano il materiale prelevato
da una sezione di un malato di vaiolo vaccino; sei settimane dopo inoculò un po’ di
materiale prelevato da una lesione di un malato di vaiolo umano nello stesso bambino, che
non si ammalò.
Jenner scoprì così il processo di immunizzazione, intesa come inoculazione di microbi
inattivi nell'organismo al fine di sviluppare immunità: questo processo è alla base della
vaccinazione.
Nel processo di vaccinazione contro un virus (ad es. contro l'influenza) viene iniettata una
certa quantità di proteine uguali a quelle del virus: l’organismo umano reagisce innescando
una risposta immunitaria contro quelle proteine, producendo anticorpi.
Durante questa “falsa” infezione si generano le cellule della memoria immunitaria che
rimangono nel sangue.
Al momento dell’infezione da parte del virus (quello vero!), il nostro corpo possiede le
cellule della memoria immunitaria che producono gli anticorpi specifici: il nostro sistema
immunitario reagisce distruggendo rapidamente il virus.
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LA VACCINAZIONE: UN PO’ DI STORIA (2)
Louis Pasteur, chimico francese nato nella regione del Giura nel 1822, è ricordato
nella storia della chimica per aver scoperto il procedimento che poi ha preso il suo
nome (la pastorizzazione) e nella storia della medicina per le ricerche da lui condotte
sui microrganismi.
La sua prima scoperta in fatto di infezioni fu la trasmissione del carbonchio dal
bestiame ai contadini. I bacilli che causavano questa infezione erano già stati scoperti
e la vaccinazione era ormai una pratica comune a quei tempi. Il merito di Pasteur fu
quindi quello di capire che i bacilli si trasmettevano tramite spore presenti nel
terreno bagnato di sangue del bestiame macellato. Per questa scoperta Pasteur
meritò di essere ammesso all'Accademia di Francia.
Un medico tedesco, Robert Koch, spiegò tutto il ciclo vitale del bacillo del carbonchio
e riuscì ad isolare anche il bacillo che provocava la tubercolosi, a quell'epoca ritenuta
un vero e proprio flagello.
28
Alcuni esempi di vaccini
I primi vaccini sono stati ottenuti utilizzando virus attenuati (a ridotta virulenza)
oppure virus uccisi. Grazie alle tecnologie di laboratorio, oggi si preferisce preparare
in laboratorio le proteine virali, evitando quindi di iniettare il virus intero: in questo
modo si evitano infezioni.
Alcuni vaccini antibatterici:
• Vaccino BCG (bacillo Calmette-Guerin), contro la tubercolosi
• Vaccino contro febbre tifoidea
• Vaccino antitetanico, contro la tossina tetanica
Alcuni vaccini antivirali:
• Vaccino anti-influenzale
• Vaccino anti-epatite B
Con Decreto del Ministero della Sanità 7 aprile 1999, in vigore dal 30 aprile 1999,
sono previste le seguenti vaccinazioni obbligatorie da effettuare ai bambini in età
evolutiva: anti-difterica, anti-poliomielite, anti-epatite B, anti-tetanica. Dal 2005 sono
state rese obbligatorie anche le vaccinazioni contro lo pneumococco, il meningococco
e la varicella.
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L'Antitetanica: siero o vaccino?
Quando in seguito ad una ferita vai al pronto soccorso per essere curato ti viene
chiesto: hai fatto il vaccino? Quando hai fatto il richiamo? Perché?
In caso di ferite, soprattutto se provocate da chiodi e strumenti acuminati, cioè
ferite profonde (più di 1 cm) e sporche, il rischio di contrarre il tetano è consistente.
In questi casi è indispensabile valutare lo stato di protezione nei confronti del
tetano:
1. Se la persona non è mai stata vaccinata con ciclo completo primario occorre
somministrare contemporaneamente il siero (immunoglobuline antitetaniche, cioè
gli anticorpi, che conferiscono una protezione passiva immediata e temporanea) e la prima
dose di vaccino, da completare con adeguato ciclo vaccinale.
2. Se la persona è stata in precedenza vaccinata ma sono trascorsi più di 5 anni
dall'ultimo richiamo, non è necessaria la somministrazione del siero ma è
sufficiente somministrare una dose di richiamo di vaccino.
3. Se sono passati meno di 5 anni da un ciclo vaccinale completo, non occorre
nessun intervento in questo senso.
30
REAZIONI IMMUNITARIE “IMPROPRIE”
LE REAZIONI ALLERGICHE
Alcune sostanze, di per sé non pericolose, scatenano risposte immunitarie in persone
particolarmente sensibili
Es. di allergie:
• ai metalli (nichel, mercurio)
• alla polvere, agli acari
• al polline
• ai farmaci (es. agli antibiotici)
• ai veleni degli insetti (es. api, vespe)
• ad alcuni alimenti
.....
Le risposte allergiche si manifestano con
• asma, raffreddore da fieno, intensa lacrimazione
• dermatite da contatto (prurito, arrossamento della cute...)
Nei casi gravi, la reazione coinvolge tutto l’organismo: shock anafilattico
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REAZIONI IMMUNITARIE “IMPROPRIE”
LE MALATTIE AUTOIMMUNI
Alcuni individui innescano la risposta immunitaria contro il self, cioè contro le proprie
proteine interpretandole come antigeni estranei.
Alcuni esempi:
Artrite reumatoide, contro il collagene; si manifestano danni soprattutto a livello di
articolazioni, con infiammazione e deformità
Miastenia grave, contro i recettori per il neurotrasmettitore acetilcolina; si manifesta con
debolezza muscolare, facilità all’affaticamento e paralisi
Sclerosi multipla, contro la guaina mielinica
Psoriasi , contro le cellule della cute
Lupus eritematoso sistemico , è la malattia autoimmune più devastante, perché interessa
numerosi organi
32
REAZIONI IMMUNITARIE “IMPROPRIE”
LE IMMUNODEFICIENZE
1. Immunodeficienza primaria: il sistema immunitario non possiede parte della sua
funzionalità ed il paziente contrae più frequentemente infezioni e impiega più
tempo per guarire da queste. Quando questo difetto nel sistema immunitario è
ereditario.
2. Immunodeficienze secondarie: sono causate da vari fattori come ad esempio
tumori maligni, in particolare quelli a carico del sistema ematopoietico e
linforeticolare, o malattie metaboliche e/o malnutrizione, ustioni o infezioni gravi
possono provocare un difetto nella funzionalità del sistema immunitario,
indebolendo la risposta anticorpale.
3. Immunodeficienze acquisite: molto importante la
Sindrome da ImmunoDeficienza Acquisita
causata dal virus HIV-1 ( AIDS).
33
IL SISTEMA IMMUNITARIO E ... IL TRAPIANTO DI ORGANI
L’organo di un organismo estraneo è considerato
non self e quindi scatenerebbe la riposta
immunitaria.
Prima di effettuare un trapianto di organi, occorre
quindi analizzare la compatibilità degli organi del
donatore e del ricevente. Occorre, cioè, scegliere un
donatore che abbia lo stesso gruppo sanguigno del
ricevente e che possegga le proteine HLA Classe I e
Classe II il più simili possibile a quelle del
ricevente.
cute
cuore
polmone
midollo osseo
pancreas
fegato
rene
Il donatore ideale è il proprio gemello
(monozigote); alternativamente poi si
procede analizzando fratelli/sorelle,
genitori e familiari più stretti.
Organi quali il cuore e la cornea, sono
prelevati da individui, donatori di
organi, deceduti.
34
IL SISTEMA IMMUNITARIO E ... I TUMORI
Il tumore è caratterizzato dalla crescita incontrollata di cellule dell’organismo
Poiché le cellule di un organismo rappresentano il “self” per quell’organismo, il
sistema immunitario non le riconosce come estranee e non innesca la risposta
immunitaria. In questo modo il tumore cresce in modo incontrollato e, se non trattato
chirurgicamente o con i farmaci opportuni, provoca la morte dell’organismo.
In alcuni casi, le cellule tumorali possiedono, sulla superficie cellulare, delle proteine
che vengono riconosciute come “non self” e si attiva la risposta immunitaria. In questo
caso, intervengono sia le cellule natural killer che i linfociti T citotossici e collaborano
all’eliminazione del tumore
35
Esistono diversi tipi di tumore
A seconda del tipo di cellule colpite si parla di:
Carcinoma , tumore di cellule epiteliali: si nota la crescita di una massa di cellule
(massa tumorale) Es. carcinoma intestinale
Sarcoma , tumore delle cellule del tessuto connettivo
Leucemia , tumore dei linfociti (T o B): si osserva un aumento del numero di
linfociti che circolano nel sangue
Mieloma , tumore delle plasmacellule
36
Un esempio di carcinoma
Tessuto epiteliale normale
tumore
37
I tumori e le metastasi
Il tumore può essere benigno (non si formano metastasi) o maligno (si formano
metastasi)
Le metastasi sono cellule tumorali che migrano dal sito di formazione del tumore e,
attraverso i vasi sanguigni, vanno a colonizzare un altro sito del corpo.
Spesso le metastasi si formano nel fegato, nei polmoni e nelle ossa
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Terapie antitumorali convenzionali:
chemioterapia e radioterapia
Si basa sul fatto che le cellule tumorali crescono più rapidamente delle cellule normali
Chemioterapia : vengono iniettati dei
farmaci che bloccano il fuso mitotico, la
duplicazione del DNA e quindi la
divisione cellulare
Radioterapia : vengono somministrate
radiazioni che provocano danni al DNA
delle cellule
Purtroppo i farmaci e le radiazioni
uccidono anche cellule normali quali
quelle del midollo osseo, le cellule
epiteliali ed i follicoli piliferi: questo
provoca una serie di effetti collaterali
(nausea, vomito, perdita dei capelli,
anemia...) che si manifestano durante
il trattamento
39
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