L`Apparato Locomotore - Istituto Paritario Michelangelo

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L’APPARATO LOCOMOTORE
Per “apparato” si intende sempre un insieme di organi presenti nel corpo umano. Per fare qualche esempio, l’apparato respiratorio è l’insieme di tutti gli organi che rendono possibile la respirazione, l’apparato cardiovascolare riguarda tutti gli organi che permettono la circolazione del sangue (cuore, vene, arterie…etc) mentre l’APPARATO LOCOMOTORE riguarda tutti gli organi e le parti del nostro corpo che permettono il MOVIMENTO. Esso è costituito da tre componenti: 1. L’APPARATO SCHELETRICO 2. LE ARTICOLAZIONI 3. SISTEMA MUSCOLARE 1) L’APPARATO SCHELETRICO L’apparato scheletrico umano è formato da ossa e da articolazioni e svolge la funzione di: protezione, sostegno, movimento.
• La funzione protettiva consiste nel difendere i più importanti organi interni. Il cranio ad esempio protegge il cervello, la cassa toracica protegge cuore e polmoni, la colonna vertebrale difende il midollo spinale ecc.
• La funzione di sostegno consiste nel dare stabilità al corpo e posizionarlo in modo adeguato nello spazio. • Il movimento del corpo è possibile grazie all’azione sinergica dei muscoli inseriti sulle ossa e dalle articolazioni. Classificazione delle ossa: In base alla loro forma le ossa si dividono in: -­‐ Ossa lunghe: con funzione generalmente di sostegno, la lunghezza prevale sulla larghezza ( femore, omero, radio, ulna, tibia, perone ecc) -­‐ Ossa piatte: delimitano le cavità del corpo umano, hanno funzioni protettive (scapole, ossa iliache, ossa della volta cranica ecc.) -­‐ Ossa corte: sono le ossa terminali degli arti (falangi, ossa del carpo) ma anche le vertebre. Sono strutturate in modo da assicurare solidità e movimento. Lo scheletro umano è composto da 206 ossa ed è suddiviso in tre parti: capo,
tronco e arti. 2) LE ARTICOLAZIONI Le singole ossa sono collegate tra loro attraverso le articolazioni. Secondo l’ampiezza dei movimenti che permettono, le articolazioni si suddividono in: -­‐ Articolazioni fisse: chiamate anche suture, si trovano tra le ossa del cranio, non hanno mobilità ma solo elasticità. La loro funzione e di proteggere il cervello. -­‐ Articolazioni semimobili: consentono una mobilità limitata, come quelle tra le vertebre della colonna vertebrale -­‐ Articolazioni mobili: sono le più numerose, consentono movimenti ampi, come ad esempio la scapolo-­‐omerale, il ginocchio, la coxo-­‐femorale. 3) IL SISTEMA MUSCOLARE
Il sistema muscolare determina il movimento dello scheletro attraverso i tendini,
robuste strutture di tessuto connettivo che collegano i muscoli alle ossa. Il tessuto muscolare può essere: -­‐ Liscio: la sua contrazione è involontaria ed è presente negli organi interni ( es. stomaco, tubo digerente e vasi sanguigni). -­‐ Scheletrico o striato: è quello dei muscoli scheletrici, effettua movimenti volontari e può essere veloce e potente. -­‐ Cardiaco: si trova solo nel cuore, somiglia a quello striato ma è involontario ed è controllato da un proprio sistema di stimolazione I muscoli scheletrici
Le cellule che compongono il muscolo vengono chiamate FIBRE MUSCOLARI e sono di forma cilindrica, piuttosto allungate e sono affusolate alle estremità. Queste fibre, sono raggruppate in fasci di fibre e a loro volta questi fasci di fibre tutti insieme formano il muscolo (fig. in basso). La contrazione muscolare
Per capire come avviene la contrazione del muscolo, dobbiamo capire quello che succede dentro la FIBRA MUSCOLARE. La fibra muscolare è a sua volta composta da due tipi di filamenti (2 proteine) che sono stesi l’uno sopra l’altro: uno sottile e uno più spesso. Questi due tipi di filamenti, grazie all’energia prodotta dall’ATP riescono a “scorrere” gli uni sopra gli atri e così facendo il muscolo si accorcia ed avviene la contrazione.
I muscoli scheletrici non possono rimanere contratti a lungo, ma nel periodo di riposo questi non sono completamente rilassati ma si trovano in uno stato di leggera contrazione chiamato tono muscolare. Tipi di contrazioni muscolari
Le diverse tipologie di contrazioni dei muscoli sono classificate secondo un preciso ordine. Ora vedremo i 3 tipi più importanti: -­‐ Contrazioni CONCENTRICHE:
La contrazione concentrica avviene quando il muscolo vince la resistenza di un carico e il muscolo SI ACCORCIA, avvicinando i due segmenti ossei (Fig .a sinistra) -­‐ Contrazioni ECCENTRICHE:
La contrazione eccentrica avviene quando il muscolo vince la resistenza di un carico e il muscolo SI ALLUNGA, allontanando I due segmenti ossei (Fig. a destra) -­‐ Contrazioni ISOMETRICHE:
Le contrazioni isometriche sono le contrazioni muscolari che NON PREVEDONO ACCORCIAMENTI O ALLUNGAMENTI del muscolo stesso. Sono molto utili per aumentare la FORZA. L’azione dei muscoli
Le ossa costituiscono la componente passiva del movimento, mentre i muscoli scheletrici rappresentano la componente attiva, in quanto possiedono la capacità di contrarsi e di generare forza. Il muscolo trasmette la propria forza alle ossa per mezzo dei tendini, strutture fibrose molto resistenti e leggermente elastiche. I tendini si presentano come “corde e sono strettamente saldati alle regioni muscolari ad essi contigue. Il tessuto muscolare SI FONDE infatti con i fasci del tendine e si tratta di un'unione particolarmente solida e resistente, tanto che le lesioni tendinee avvengono raramente a questo livello, mentre è più facile che il tendine si stacchi dal frammento osseo ove si inserisce. IL MUSCOLO TIRA LE OSSA, MA NON LE SPINGE! Ad esempio, il muscolo bicipite brachiale, che ci consente di flettere l'avambraccio, non è capace di estenderlo. Dal momento che il muscolo non può compiere il movimento contrario a quello cui è deputato, i muscoli lavorano a coppie o a gruppi di antagonisti. In altre parole, ad ogni muscolo ne corrisponde un altro con funzione opposta. Ritornando all'esempio precedente, l'estensione dell'avambraccio è garantita dalla contrazione del tricipite. Affinché avvenga movimento, è necessario che durante la contrazione e l'accorciamento dell'uno, l'altro si rilassi e si distenda. Proprio per questo motivo, bicipite e tricipite sono un classico esempio di muscoli antagonisti. Sulla base della loro funzione, si dicono AGONISTI i muscoli che collaborano nell'esecuzione di un movimento, ANTAGONISTI quelli che contrastano il reciproco movimento (ad esempio, flessori ed estensori sono antagonisti tra loro). 
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