CDSP-FE-04.04.01.A Rel archeologica_AGG

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REGIONE EMILIA ROMAGNA
AUTOSTRADA REGIONALE CISPADANA
dal casello di Reggiolo-Rolo sulla A22 al casello di Ferrara Sud sulla A13
VARIANTI AL PROGETTO PRELIMINARE A SEGUITO DELLA CONFERENZA DI SERVIZI PREDECISORIA
CDSP-FE-04 VARIANTE ALLA BONDENO-CENTO (CONFIGURAZIONE CON VARIANTE PARTECIPANZE DI
CENTO)
ARCHEOLOGIA
Relazione
INDICE
1.
INTRODUZIONE.......................................................................................................................................2
2.
INDAGINE ARCHEOLOGICA BIBLIOGRAFICA E D’ARCHIVIO ............................................................3
2.1. METODOLOGIA OPERATIVA
3
2.2. ANALISI DELL’AMBIENTE ANTROPICO
5
2.3. SCHEDE DEI SITI ARCHEOLOGICI
7
3.
INDIVIDUAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO ASSOLUTO .........................................................9
4.
INDIVIDUAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO .........................................................10
5.
BIBLIOGRAFIA .......................................................................................................................................11
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1. INTRODUZIONE
Il presente documento sostituisce ed integra quanto contenuto nella relazione archeologica (elab.
PP.03.04.05) relativa al Progetto Preliminare dell’Autostrada Regionale Cispadana, in relazione al tratto
della viabilità di adduzione al sistema autostradale “Raccordo Bondeno-Cento-Autostrada Cispadana”
(CDSP-FE-04) nella configurazione plano-altimetrica individuata a seguito della conferenza dei servizi
predecisoria.
Rispetto al Progetto Preliminare, nel nuovo tracciato le modifiche più sostanziali riguardano i tratti A2 e B,
che corrono più ad Ovest, così come i rami di raccordo all’autostazione di Cento, variati contestualmente alle
modifiche apportate a quest’opera nella Variante nord delle Partecipanze rispetto alla fase preliminare.
Inoltre, il tratto C si discosta notevolmente dal tracciato di progetto preliminare, deviando circa 1 km verso
Est.
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2. INDAGINE ARCHEOLOGICA BIBLIOGRAFICA E D’ARCHIVIO
2.1. METODOLOGIA OPERATIVA
L’articolazione dello studio, che rispecchia la sequenza delle attività operative svolte, può essere così
schematizzata:
1. Ricerca bibliografica e d’archivio
Consiste nel reperimento dei ritrovamenti archeologici editi nella letteratura specializzata o di cui si
conserva documentazione negli archivi di Musei e Soprintendenze. La ricerca è stata effettuata presso
gli Archivi della Soprintendenza competente territorialmente ed utilizzando specifiche fonti bibliografiche.
In particolare, ci si è avvalsi dell’Atlante dei Beni Archeologici della Provincia di Modena e della Carta
Archeologica medievale del territorio ferrarese, nonché di lavori per i quali si rimanda al paragrafo
BIBLIOGRAFIA alla fine del testo. I siti individuati sono stati cartografati con simbologie e colori differenti
secondo le epoche (età del Bronzo, età del Ferro, età romana, età medievale, età post-medievale, ecc.).
Si veda a tal riguardo la legenda nella Carta dei Siti allegata (Tav 1.1-1.4).
2. Analisi dell’ambiente antropico antico, che valuta le modalità del popolamento dalla preistoria fino al
medioevo utilizzando i dati disponibili nella letteratura di ambito scientifico-archeologico.
3. Gli esiti dell’indagine bibliografica ed archivistica sono confluiti in schede normalizzate in un database.
Per la descrizione e le particolarità dei singoli campi, vedasi di seguito nel paragrafo “Schede dei Siti”.
4. Definizione dei criteri di individuazione del livello di rischio archeologico assoluto.
Ai fini della valutazione del rischio di un determinato territorio è di grande utilità il grado di conoscenza
del tessuto insediativo antico, intendendo con questo un complesso ecosistema che si sviluppa nelle
varie epoche preistoriche e storiche, composto da reti viarie, empori commerciali, centri religiosi, impianti
produttivi, centri minori, tutti inseriti in un contesto geomorfologico di riferimento. I fattori di valutazione
per la definizione del rischio archeologico si possono riassumere in analisi dei siti noti e della loro
distribuzione spazio-temporale, riconoscimento di eventuali persistenze abitative, grado di ricostruzione
dell’ambiente antico. Tutto questo processo deriva dalle capacità del ricercatore di riunire e valutare le
notizie, dal livello di precisione delle informazioni raccolte e dalla quantità delle stesse. Per alcune aree
si può avere una gran quantità di rinvenimenti, che possono farci propendere ad interpretare quel
territorio come fortemente antropizzato, ma anche come un’area più studiata o tutelata. L’assenza di
informazioni, nella ricerca archeologica, infatti, non può essere sempre considerata anche assenza
insediativa. Altri aspetti che vengono valutati sono l’ambito geomorfologico e le persistenze
toponomastiche. Occorre inoltre tenere presente l’attuale utilizzo del territorio, l’eventuale presenza di
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nuclei storici, o la presenza massiccia di aree edificate. E’ evidente che aree ad alta densità abitativa
moderna possono rappresentare un minor rischio archeologico rispetto a quelle con bassa densità. Infatti
una maggiore urbanizzazione è indice di un degrado più rilevante degli insediamenti antichi, sia in
termini di livelli di conservazione del giacimento sia in termini di potenzialità distruttiva espressa. In
questa fase dello studio di valutazione archeologica, ciò che conta è capire per grandi categorie e per
tratti omogenei, il tipo di potenziale rischio, in termini di sensibilità archeologica, espresso da un
determinato territorio.
Il grado di rischio assoluto è pertanto definito su tre livelli differenziati:
BASSO - aree con scarse presenza di rinvenimenti archeologici, assenza di toponimi significativi, con
situazione paleoambientale difficile, aree ad alta densità abitativa moderna.
MEDIO - aree con scarsità di rinvenimenti archeologici, ma che hanno goduto di una condizione
paleoambientale e geomorfologica favorevole all’insediamento antico, presenza di toponimi significativi,
magari in zone a bassa densità abitativa moderna.
ALTO - aree con numerose presenze attestate di siti archeologici, incluse in un contesto
paleoambientale favorevole all’insediamento antico con presenza di toponimi significativi e relitti
significativi di persistenze viarie.
5. Definizione dei criteri di individuazione del livello di rischio archeologico relativo.
I fattori che possono costituire fonte di rischio relativo sono costituiti senza dubbio dalla presenza di
interferenze dirette da sito bibliografico-archivistico e/o traccia viabilistica, dalla distanza fra queste
emergenze e l’opera in progetto, nonché dal numero di tali presenze in un tratto di territorio limitrofo
all’opera in progetto. Anche la presenza di aree vincolate, sia interferenti, sia nell’ambito del territorio
circostante, rappresentano indicatori del fattore di rischio. Sono inoltre da considerare in questo livello di
rischio anche rapporti di relazione e correlazione fra le varie qualificazioni dei siti individuati. Appare
evidente che l’informazione della presenza di una necropoli o tomba isolata presso un importante relitto
viario nei pressi del tracciato progettato possa far supporre la presenza nelle immediate vicinanze di
un’area sepolcrale riferibile all’insediamento stesso.
Diversi livelli di rischio sono generati inoltre dalla tipologia di opera in progetto. Per la valutazione delle
relazioni tra il tracciato stradale e il rischio archeologico relativo si è resa necessaria una prima
identificazione delle potenziali azioni di progetto - da cui poter far discendere i fattori di impatto associate a tratti omogenei o elementi tipologici, in cui si articola il progetto (caratterizzazione del
progetto). Si sono quindi identificate le azioni di progetto significative che possono essere comprese
nelle seguenti categorie:
Rilevato: riporto di materiale prima del quale occorre eseguire l’asportazione del terreno arativo
superficiale fino ad una profondità di circa 50-60 cm.
Viadotto/Ponte: realizzazione di un manufatto poggiante su piloni posti a distanze regolari fra loro onde
poter superare eventuali ostacoli naturali, artificiali o aree antropizzate.
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Galleria artificiale/Trincea/Sottovia: scavo a cielo aperto in profondità per la realizzazione di un
manufatto che può essere quasi completamente interrato, ovvero tutto fuori terra.
Galleria naturale: scavo a sezione trasversale costante, mediante il quale si assicura la continuità della
via di comunicazione attraverso una massa montagnosa o altro ostacolo, realizzato con metodo di
scavo meccanizzato (frese) o con metodologie tradizionali.
Tali azioni, che rappresentano evidentemente dei livelli di rischio differenziato rispetto alla possibilità di
rinvenimento archeologico, vengono così definiti:
TRATTO OMOGENEO PER
TIPOLOGIA OPERA CIVILE
AZIONE DI PROGETTO
LIVELLO DI RISCHIO IN
BASE ALLE AZIONI DI
PROGETTO
Scotico superficiale del terreno arativo.
Scavi limitati in estensione, ma a profondità oltre i 5 m.
Le pile sono realizzate con trivellazioni di pali spinte fino a
profondità superiori ai 50 m
MEDIO
Galleria artificiale / Sottovia
Trincea
Scavi profondi a cielo aperto con eliminazione soprassuolo.
ALTO
Galleria naturale
Scavi in sotterraneo con frese o trivelle, possibilità di opere di
sostegno agli imbocchi.
Rilevato / Viabilità connessa
Viadotto / Ponte
MEDIO
BASSO
2.2. ANALISI DELL’AMBIENTE ANTROPICO
Il canale Burana, che attraversa il territorio esaminato, va forse identificato con il Po Messianico attivo
durante il neo-eneolitico. Siti riferibili a questo orizzonte cronologico sono noti in località Prospera e Fornaci
Grandi, dove nel 1956 durante gli scavi di una cava di argilla si identificarono “fondi di capanne” a 8 mt di
profondità.
Il popolamento dell’età del Bronzo Medio e Recente, distribuito lungo i dossi rilevati rispetto alla pianura, è
delineato dalla presenza di insediamenti di cultura terramaricola, quali quelli di Falconiera, Pilastri, La Tesa
e, in comune di Bondeno, Fornaci Grandi e S. Maddalena dei Mosti. Nel secondo, individuato durante gli
scavi del 1955 per la costruzione del ponte sul Cavo Napoleonico, si indagò per un lunghezza di circa 133
mt tra -3.30 e -3.90 mt dal p.c., un abitato databile dal Bronzo Medio agli inizi del Bronzo Recente.
La prima età del Ferro appare scarsamente testimoniata. Attestazioni sporadiche sono quelle di: fondo
Marchesa (vaso biconico di IX secolo a.C.); fondo Colletta (frammenti di olle); S. Maddalena dei Mosti dove,
nel sito già occupato dall’insediamento dell’età del Bronzo e forse alla stessa quota, si indagò una necropoli
lungo la spalla destra del cavo Napoleonico, con materiali databili al Villanoviano IV B. La massima
espansione dei siti risulta databile fra VII e V secolo a.C., quando appaiono fiorenti i contatti con l’area
veneta, la zona umbra e l’Emilia occidentale.
Da attribuire alla seconda età del Ferro, sono i siti individuati in loc. Barchessa (SITO 8 FE), Perocca, fondo
Zoccolino (ceramiche di IV-II secolo a.C., quindi di età imperiale), frazione Gavello - tutti in comune di
Bondeno - nonché due statuette in bronzo da Ca’ Rossa di Finale Emilia (SITO 7 FE).
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Dopo la fondazione di Ariminum nel 268 a.C., le assegnazioni di terre a cittadini romani e latini - e forse
anche a genti romanizzate - sono precedute da interventi resi necessari dalle caratteristiche ambientali di un
territorio poco popolato e ricoperto da un’originaria boscaglia. Le rete stradale vede tracciata nel 132 a.C. la
via Popilia costiera da Ariminum/Rimini a Forum Popilii/Forlimpopoli, lungo l’antico lido “etrusco” fino ad
Adria, prolungata nel 131 a.C. dalla via Annia, che consentiva l’allacciamento alla via Postumia.
Le bonifiche di prima età imperiale, come la fossa Augusta e la fossa Flavia (PLIN., NH III 16, 119-120),
dovevano rendere efficiente la navigazione interna a nord di Ravenna, che sotto Augusto diviene sede della
flotta militare per le operazioni nel Mediterraneo orientale. In particolare, la fossa Augusta doveva essere
affiancata da una strada selciata, in modo da rendere efficiente anche la viabilità terrestre.
A Ferrara, via Garibaldi, si rinvenne a inizi ‘900 un tratto di strada su palificazioni ad andamento parafluviale
lungo la riva sinistra del Po, identificabile con un tratto della via ad Hostilia per Padum (Tab. Peut. IV 5).
Rami minori assicuravano la navigazione da/per Mutina/Modena, facendo perno su Bondeno dal cui territorio
provengono vari materiali di età romana, raccolti in particolare lungo il canale Burana (fra cui C.I.L. XI 6689,
61).
Quest’ultimo si diramava a monte di Bondeno verso la Perocca a nord e Redena a sud; il ramo sud va
identificato forse con l’antico corso del Gabellus/Gabello sicuramente affiancato da una strada, identificata a
tratti presso la località Fienili Bruciati e presso la fossa Puglia. Un’altra importante via fluviale - con strada
affiancata - era quella del Volano, la più importante secondo Polibio ed ancora attiva nel Medioevo.
La centuriazione appare labilissima: alcuni relitti sono leggibili nella zona di Pilastri, in comune di Bondeno. Il
paesaggio di età romana doveva dunque caratterizzarsi per una preponderanza dei saltus imperiali, con
un’economia basata su pascoli e boschi, limitate attività “industriali” (produzione di laterizi), importanti
produzioni quali il sale, il garum e la pescicoltura, nonché intensi traffici commerciali di legname e altri
prodotti. Indicatori di produzioni sono le probabili figlinae Pansiana (forse sull’argine di Agosta ed attivo
dall’età repubblicana al II secolo d.C.) e Solonas, nonché la fornace da laterizi nota a Casino delle Suore
(SITO 11 FE).
Centri demici di tipo vicinale sono noti su base toponomastica: suffissi come -anus e -aticus rappresentano
relitti di prediali rispettivamente di età romana e tardoantica. Oltre a vicus Varianus/Vigarano Mainarda, è
verosimile abbia preso vita fin dall’età augustea il municipium dei Padinates posto nelle “terre alte” di
Bondeno. Un importante abitato al centro del saltus ferrarese è vicus Aventinus/Voghenza, in posizione
nevralgica rispetto alle arterie fluviali, e che diverrà la diocesi paleocristiana vicoabentina.
Il popolamento, ricostruibile mediante i dati forniti da segnalazioni di siti, toponomastica, microrilievo e
aerofotografia, appare sparso e rarefatto, con fattorie rustiche dove prevale l’allevamento suino e bovino. Gli
insediamenti si distribuiscono lungo il dosso del Gavello, circa dalla loc. Luia (S. Martino Spino) fino a
Bondeno. Si datano a partire dal II-I secolo a.C. i materiali rinvenuti in comune di Bondeno nelle loc.
Pedocca, Scarafina, Pilastri (mosaico a tessere bianche e nere; ceramiche dall’età augustea al IV-V secolo
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a.C.), Prospera (SITO 9 FE), Barchessa (SITO 8 FE), Marchesa, Quaranta (SITO 10 FE). Altri pavimenti in
esagonette fittili sono noti in loc. Redenta e loc. Porcara, sul dosso di via Argine Campo, già in comune di
Seramide.
Sugli assi di traffico - fiumi, canali, strade - si moltiplicano le villae, anch’esse caratterizzate da un assetto
commerciale piuttosto che agricolo. Ne sono esempio le ville di La Tesa e La Baia (comune di Mirandola),
quella di Cassana tra Vigarano e Ferrara e la “villa” in loc. Rotta delle Vezzane (segnalazione dubbia in
comune di Bondeno).
Nel corso dell’altomedioevo, lungo i principali corsi d’acqua ed in corrispondenza delle cuspidi alluvionali,
vari insediamenti vicinali e pagansi di età romana continuano ad essere abitati (Voghenza, Vigarano).
Tuttavia, tra fine VI e VII secolo d.C., importanti attività alluvionali sconvolgono l’assetto idrografico ed
ecologico del territorio. L’inagibilità di alcuni corsi d’acqua determina il declino dei centri che sorgevano sulle
sponde di essi, come ad esempio Voghenza sul Sandalo. Allo stesso tempo, ciò determina la nascita di
nuovi centri, come Ferrara, sorta su insule alla diramazione fra Volano e Primaro, in posizione difensiva sia
da un punto di vista naturale sia per la minaccia longobarda da nord-ovest.
Alla tradizionale demografia “lineare” lungo i dossi fluviali, le vicende bizantine portano a notevoli variazioni
del popolamento, promovendo la formazione di due centri urbani (Ferrara e Comacchio), dove erano assenti
insediamenti di rilievo per tutta l’età romana. Il coagulamento poleografico a Ferrara, ad esempio, è dettato
dall’esigenza di fruire dei benefici dei traffici della navigazione interna, nel punto di diffluenza dei rami deltizi.
Nel corso del VII secolo, l’allargamento verso nord dei centri dipendenti da Ravenna con la
provincializzazione dei funzionari e dei militari bizantini divenuti proprietari terrieri, determina la formazione di
nuclei fondiari (basilice e monasteria) poi elevati a plebes in ragione dell’aumentato accentramento demico,
fino al sorgere di complessi ecclesiastici (curtes, masse) a partire dal X secolo.
2.3. SCHEDE DEI SITI ARCHEOLOGICI
30 MO
Provincia
Comune
Località
Anno di rinvenimento
Modalità di rinvenimento
Grado di ubicabilità
Tipologia
Descrizione
Cronologia
Bibliografia
Modena
Finale Emilia
Cabianca, Fondo Torre Villa
1983
Fortuito, da lavori di costruzione
Certo
Insediamento di tipo imprecisabile
Durante lo scavo per la fondazione di pilastri di un capannone ad uso artigianale, alla
profondità di 3,50 m dal p.c. si rinvenne un suolo con manufatti di epoca romana.
Età romana
Atlante Modena 2003, 99 sito FE 28 (con bibliografia).
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7 FE
Provincia
Comune
Località
Tipologia
Cronologia
Descrizione
Anno di rinvenimento
Modalità di rinvenimento
Grado di ubicabilità
Bibliografia
Modena
Finale Emilia
Ca’ Rossa
Reperto sporadico
Età del Ferro
Due statuette in bronzo, ora perdute, attribuite con cautela ad età preromana.
1958
Segnalazione di G. Venturini
Certo
Atlante Modena 2003, FE 23 (ma in cartografia indicato come FE 22: sito età del Bronzo).
8 FE
Provincia
Comune
Località
Tipologia
Cronologia
Descrizione
Grado di ubicabilità
Bibliografia
Ferrara
Bondeno
Barchessa
a) Abitato
b) Materiali vari dal II-I sec. a.C. al III d.C.
a) Età del Ferro
b) Età romana
a) Insediamento della seconda età del Ferro, con continuità fino al II-I secolo a.C.
b) Probabile edificio rustico lungo il paleoalveo del Po attivo durante il neolitico (Po
Messianico ?).
Approssimativo
GELICHI-STEFFÉ-BERTI 1988; Alto ferrarese 1989.
9 FE
Provincia
Comune
Località
Tipologia
Cronologia
Descrizione
Grado di ubicabilità
Bibliografia
Ferrara
Bondeno
Prospera
Materiali vari dal II-I sec. a.C. al III d.C.
Età romana
Probabile edificio rustico.
Certo
GELICHI-STEFFÉ-BERTI 1988; Alto ferrarese 1989.
10 FE
Provincia
Comune
Località
Tipologia
Cronologia
Descrizione
Grado di ubicabilità
Bibliografia
Ferrara
Bondeno
Quaranta
Materiali vari dal II-I sec. a.C. al III d.C.
Età romana
Probabile edificio rustico sul dosso del Gavello.
Certo
GELICHI-STEFFÉ-BERTI 1988; Alto ferrarese 1989.
11 FE
Provincia
Comune
Località
Tipologia
Cronologia
Descrizione
Grado di ubicabilità
Bibliografia
Ferrara
Bondeno
Casino delle Suore
Fornace
Età romana
Fornace da laterizi, alla cuspide del dosso del Gavello
Certo
GELICHI-STEFFÉ-BERTI 1988; Alto ferrarese 1989.
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3. INDIVIDUAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO ASSOLUTO
La variante in esame si inserisce nell’area dell’alveo e delle conoidi del Fiume Panaro, fascia che mostra
un’occupazione protostorica precoce, legata al transito strategico verso il delta del Po e gli empori adriatici.
Ricognizioni archeologiche effettuate nel Bondenese (Fondo Marchesa e Fondo Colletta) hanno
documentato insediamenti della prima età del Ferro, con evidenti rapporti economici e culturali con l’area
veneta, l’Emilia occidentale e la Romagna.
Tuttavia va considerato anche che in età medievale, le divagazioni del Panaro e del Reno depositarono un
consistente spessore di sedimenti alluvionali, pertanto le evidenze archeologiche si trovano generalmente a
profondità comprese fra 2,00 e 6,00 m.
La stessa viabilità antica - le strade romane che da Modena e Bologna giungevano ad Aquileia
attraversando Vigarano Mainarda, in un’area centuriata - è ad oggi rintracciabile solo a livello topografico.
Nell’area in esame, in base ai dati raccolti, la geomorfologia definisce un basso rischio archeologico
assoluto, che però può aumentare nell’eventualità di scavi che oltrepassino 1,50-2,00 m di profondità.
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4. INDIVIDUAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO
La nuova configurazione del tracciato della viabilità di adduzione al sistema autostradale “Raccordo
Bondeno-Cento-Autostrada Cispadana” (CDSP-FE-04) non muta sostanzialmente la valutazione del rischio
archeologico relativo espressa in fase di Progetto Preliminare per il tratto interessato.
Nella seguente tabella si delinea il rischio relativo secondo i manufatti previsti in progetto per la Variante
CDSP-FE-04:
Via Nuova
Tenuta Spada
Reno Contese
Canale di Cento
Cavamento Palata
Fiume Panaro
Cavo Porretto
Canale Burana
Tipo opera
Rilevato
Rilevato
Rilevato
Rilevato
Cavalcavia
Ponte
Cavalcavia
Rilevato
Cavalcavia
Ponte
Cavalcavia
Cavalcavia
Ponte
Cavalcavia
Cavalcavia
Ponte
Cavalcavia
Rilevato
BASSO
BASSO
BASSO
BASSO
MEDIO
BASSO
MEDIO
BASSO
MEDIO
BASSO
MEDIO
MEDIO
MEDIO
BASSO
MEDIO
BASSO
RISCHIO
Tipo di opera
Tipo di opera
Tipo di opera
Tipo di opera
Tipo di opera
Tipo di opera
Tipo di opera
Tipo di opera
Forte prossimità SITO 11 FE
Tipo di opera
Tipo di opera
In prossimità del tracciato in oggetto, troviamo solo il SITO 11 FE, che localizza lo scavo di una fornace di
età romana.
Altri siti documentati dalla ricerca bibliografica-archivistica (8 FE, 9 FE, 10 FE), si trovano rispetto al progetto
ad una distanza maggiore di 4 km.
Si è ritenuto di poter attribuire un rischio relativo di grado medio nella fascia di tracciato in prossimità del
SITO 11 FE, e nei tratti in cui sono previste opere che presuppongono lavori di scavo (ponti per
attraversamento di corsi d’acqua).
Nei tratti restanti, il rischio archeologico relativo è stato considerato di grado basso.
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5. BIBLIOGRAFIA
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Alto ferrarese 1989 = Insediamenti e viabilità nell’alto ferrarese dall’età romana al medioevo (Convegno
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Atlante Modena 2003 = CARDARELLI A., MALNATI L. (a c. di), Atlante dei Beni Culturali della Provincia di
Modena. Pianura, I, Firenze.
Bassa Modenese 1997 = CALZOLARI M., CAMPAGNOLI P., GIORDANI N. (a c. di), La Bassa Modenese in
età romana. Sintesi di un decennio di ricognizioni archeologiche, San Felice sul Panaro.
BORGATTI F. 1912, L’origine della città di Ferrara, “AttiMemDepFerrara” XXI, 32 ss.
BOTTAZZI G. 1985, Attestazioni archeologiche e persistenze della centuriazione romana nella pianura
reggiano-modenese, “La Bassa Modenese. Storia, tradizione, ambiente” 7, S. Felice sul Panaro, 85-96.
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BOTTAZZI G. 1988, Le vie oblique nelle centuriazioni emiliane, in Le vie Romane tra Italia centrale e
Pianura Padana, Modena, 149-189.
BOTTAZZI G., CALZOLARI M. 1990, Vicus Varianus (Vigarano) e la strada romana dal modenese ad Este,
“Quaderni della Bassa Modenese” IV-1, 11-24.
CALZOLARI M. 1984a, Per una lettura del territorio: le persistenze romane nella pianura modenese, in
Mirandola e le terre del basso corso del Secchia, Modena.
CALZOLARI M. 1984b, Carta degli insediamenti di età romana nella Bassa Modenese (comuni di Mirandola,
San Felice sul Panaro e Finale Emilia), Modena.
CALZOLARI M. 1995, Divisioni agrarie e interventi idraulici nelle valli tra Spina e Comacchio in età tardoromana e alto-medievale, in Quilici L. (a c. di), Interventi di bonifica agraria nell’Italia romana, “Atlante
Tematico di Topografia antica” 4, Roma, 41-49.
CALZOLARI M., GIORDANI N. (a c. di) 1990, Archeologia a Mirandola e nella Bassa modenese dall’età del
Bronzo al Medioevo, Mirandola.
Carta Archeologica della Provincia di Reggio Emilia, Comune Brescello 1989.
Carta Archeologica Ferrara 2002 = PATITUCCI UGGERI S., Carta Archeologica medievale del territorio
ferrarese. Forma Italiae Medii Aevi F. 76 (Ferrara), I, “Quaderni di Archeologia Medievale” V-1, Firenze.
DALL’AGLIO P.L. 1980, Proposte per una datazione di due paleoalvei del Po nel reggiano, “AMDSP” II,
Modena, 277-287.
DALL’AGLIO P.L. 1981, Persistenze della divisione agraria romana nella Pianura reggiana, “AMDSP” III,
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DE SANTIS P., STEFFÉ G. (a c. di) 1995, L’insediamento terramaricolo di Pilastri (Bondeno, Ferrara): prime
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Codice documento: CDSP-FE-04.04.01
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REGIONE EMILIA ROMAGNA
AUTOSTRADA REGIONALE CISPADANA
dal casello di Reggiolo-Rolo sulla A22 al casello di Ferrara Sud sulla A13
VARIANTI AL PROGETTO PRELIMINARE A SEGUITO DELLA CONFERENZA DI SERVIZI PREDECISORIA
CDSP-FE-04 VARIANTE ALLA BONDENO-CENTO (CONFIGURAZIONE CON VARIANTE PARTECIPANZE DI
CENTO)
ARCHEOLOGIA
Relazione
DEGANI M. 1971, Albino. Umiltà e l'archeologia brescellana, (Atti e Memorie del Congresso di Studi Storici
Brescellesi, Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi), 53-75.
DEGANI M. 1974, Edizione archeologica della carta d’Italia al 100.000 Foglio 74 Città e Provincia di Reggio
Emilia, Firenze.
FERRARESI G. 1963, Storia di Bondeno, I, Rovigo.
FERRI, R. CALZOLARI M. 1989, Ricerche archeologiche e paleoambientale nell’area padana: il contributo
delle foto aeree, “Gruppo Studi Bassa Modenese” 2, San Felice sul Panaro.
FINZI R. 1970, Terre e genti correggesi delle origini, Reggio Emilia.
GELICHI S., STEFFÉ G., BERTI F. (a c. di) 1988, Bondeno e il suo territorio dalle origini al Rinascimento,
(cat. Mostra), Casalecchio di Reno.
GIAGNOLIO A. 1980, Storia popolare di Rio Saliceto, Reggio Emilia.
MANTOVANI G. 1978, Storia di Rolo, Carpi.
MORI A. 1956, Brescello nei suoi XXVI secoli di storia, Parma.
MORI A. 1972, Brescello e il suo sottosuolo romano, Reggio Emilia.
Paesaggio regionale 1990 = FERRARI R.M. (a c. di), Paesaggio archeologico regionale. Primi elementi per il
rilievo in Emilia-Romagna, Bologna.
POLETTI M., BONINO M. 1999, Vetro decorato dal territorio di Massa Finalese (Modena), “Archeologia
dell’Emilia-Romagna”, III, pp. 103-107.
Romanità della Pianura 1991 = CREMONINI S. (a c. di), Romanità della Pianura. L’ipotesi archeologica a S.
Pietro in Casale come coscienza storica per una nuova gestione del territorio (giornate di Studio, S. Pietro in
Casale 7-8 aprile 1990), Bologna.
SCARANI R. 1963, Repertorio di scavi e scoperte dell’Emilia Romagna, “Preistoria dell’Emilia Romagna” II,
Bologna.
Codice documento: CDSP-FE-04.04.01
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REGIONE EMILIA ROMAGNA
AUTOSTRADA REGIONALE CISPADANA
dal casello di Reggiolo-Rolo sulla A22 al casello di Ferrara Sud sulla A13
VARIANTI AL PROGETTO PRELIMINARE A SEGUITO DELLA CONFERENZA DI SERVIZI PREDECISORIA
CDSP-FE-04 VARIANTE ALLA BONDENO-CENTO (CONFIGURAZIONE CON VARIANTE PARTECIPANZE DI
CENTO)
ARCHEOLOGIA
Relazione
ALLEGATI GRAFICI
Tav. 1.1 Carta dei siti archeologici – 1:25.000
Tav. 1.2 Carta dei siti archeologici – 1:25.000
Tav. 1.3 Carta dei siti archeologici – 1:25.000
Tav. 1.4 Carta dei siti archeologici – Legenda
Tav. 2.1 Carta archeologica con individuazione del rischio relativo – 1:25.000
Tav. 2.2 Carta archeologica con individuazione del rischio relativo – 1:25.000
Tav. 2.3 Carta archeologica con individuazione del rischio relativo – 1:25.000
Tav. 2.4 Carta archeologica con individuazione del rischio relativo – Legenda
Codice documento: CDSP-FE-04.04.01
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LEGENDA
TERRITORIO
++++++
INFRASTRUTTURE ESISTENTI
Confini regionali
Confini provinciali
Confini comunali
Comune di Finale Emilia
Comune di Cento
Comune di S. Agostino
Comune di Bondeno
ROLO
(RE)
PADOVA
Autostrade
Ferrovie
Asse viario Cispadano
INFRASTRUTTURE DI PROGETTO
Tracciato autostradale di progetto
autostradale
Interventi locali di collegamento viario
al sistema autostradale
Denominazione Comune
Corsi d'acqua e presenze
idrografiche principali
SIMBOLOGIA ARCHEOLOGICA
1MO
Numero identificativo del sito, seguito dalla sigla della provincia
di appartenenza, corrispondente alle schede di rinvenimento
TIPOLOGIA DEI REPERTI
Tomba isolata
Necropoli
Edificio cultuale
Materiale sporadico
Fornace
Castrum
Abitato/ Insediamento
Villa
Miliare
Strada
Edificio rustico
Paleosuolo
Area dispersione
materiale
Torre
DISTINZIONE ETA'
LEGENDA
TERRITORIO
++++++
INFRASTRUTTURE ESISTENTI
Confini regionali
Confini provinciali
Confini comunali
Comune di Finale Emilia
Comune di Cento
Comune di S. Agostino
Comune di Bondeno
ROLO
(RE)
Denominazione Comune
Corsi d'acqua e presenze
idrografiche principali
RISCHIO ARCHEOLOGICO
Rischio alto
Rischio medio
Rischio basso
PADOVA
Autostrade
Ferrovie
Asse viario Cispadano
INFRASTRUTTURE DI PROGETTO
Tracciato autostradale di progetto
autostradale
Interventi locali di collegamento viario
al sistema autostradale
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